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Mondo Di Vino
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[06/27/2024, 16:40] Osteria Bakar? | Chef Giuseppe Veloce ? Ristorante Gourmet di Peschiera del Garda (VR)

Il ristorante Osteria Bakar? ? situato a Peschiera del Garda, non lontano dal centro della nota localit? gardesana, ma defilato rispetto al pi? turistico vecchio porto e alle rive del lago. Una scelta coerente con la filosofia del locale che punta ad essere e rimanere un luogo rivolto agli amanti di una cucina e di uno stile di ristorazione ricercati.

Infatti, sebbene il nome possa far pensare ad un?altra categoria di locale, il Bakar? ? un ristorante ?gourmet di 28 posti, un progetto giovane ed ambizioso con prodotti di alta qualit? e piatti ricercati, per un percorso enogastronomico dai sapori unici?. L?ambiente ? accogliente, allestito con arredi dai colori tenui realizzati con legni naturali, in linea con la scelta dei proprietari di ispirarsi anche nel design ai contemporanei principi ?green?. Oltre che nella sala principale, nella bella stagione ? possibile accomodarsi in un piccolo dehors, arredato nello stesso stile naturale e ?green? dell?interno.

Alla guida della cucina troviamo Giuseppe Veloce, un giovane chef di origini calabresi ma con diverse esperienze in vari ristoranti sia in Italia che all?estero. Nei suoi piatti, sia di carne che di pesce, si ritrovano i sapori della tradizione gastronomica italiana, reinterpretati con tecniche moderne e talvolta rivisitati con tocchi internazionali, ispirati soprattutto all?estremo oriente. ? ? ?

La carta vini comprende una selezione di etichette italiane e francesi.

La Squadra

Executive chef: Giuseppe Veloce

Pastry chef: Alessandra Lo Verde

Responsabile di sala: Lamhadi Majda

Il Menu Degustazione pensato dallo chef ?per il nostro pranzo.

La mise en place.

Alcuni scorci della sala principale.

Dettagli.

Ferrari – Trento Spumante Brut ‘Perl?’, 2018

Apriamo il pranzo con uno spumante Metodo Classico Millesimato prodotto dalla celebre azienda trentina Ferrari. Si tratta di una delle etichette pi? rappresentative della cantina, un vino prodotto da uve Chardonnay 100% raccolte manualmente ed affinato sui lieviti per un minimo di 48 mesi. Nel bicchiere si presenta giallo paglierino con tenui riflessi dorati; i profumi sono intensi e complessi con note di fiori bianchi, agrumi e frutta secca, uniti a sentori pi? vanigliati e dolci di miele e brioche. All?assaggio conferma la ricchezza e complessit? bilanciate da una piacevole freschezza e da lunga persistenza.

Il grazioso dehors disponibile nella bella stagione.

In accompagnamento all?aperitivo una selezione di golosi amuse-bouche:

  • Spuma di pecorino, pere e rosmarino?
  • Piadina con tartare di scampo e maionese alla liquirizia?
  • Tartelletta con burro montato al prezzemolo, mandorle e alici
  • Sorbetto di albicocca e timo con yogurt bianco

Il cestino del pane comprende:

  • Pane con farina tipo 0, farina di segale integrale, avena e riso con semi di lino, sesamo e girasole , con lievitazione diretta 24 ore.
  • Grissini di farina tipo 0 olio di sesamo e semi di sesamo neri

Ferrari – Trento DOC Dosaggio Zero “Perl? Zero Cuv?e Zero 15”

Proseguiamo la degustazione vini con un?altra etichetta della cantina Ferrari, un dosaggio zero di Chardonnay al 100%, ma in questo caso si tratta di una cuv?e realizzata dall?assemblaggio di numerosi millesimi, ciascuno con la propria caratteristica, affinati parte in legno e parte in acciaio. Dopo l?assemblaggio il vino riposa in bottiglia di vetro sui lieviti per 6 lunghi anni che conferiscono allo Chardonnay una grande eleganza e complessit?.

Panzanella

Il primo antipasto del nostro menu degustazione, ? una fresca reinterpretazione della classica insalata toscana a base di pane raffermo e pomodori. Una ricetta che nasce come piatto di recupero viene qui arricchita da una tartare di tonno fresco e da un estratto concentrato di cetrioli, pomodori e cipolla a richiamare i sapori tradizionali.

Il bisonte

Decisamente pi? elaborato e creativo il secondo antipasto, una battuta di bisonte, con salsa acida ai ricci di mare e mango, accompagnato da un macaron salato al caramello di midollo.

Uberti – Franciacorta Brut Saten ‘Magnificentia’ 2019

Ci spostiamo in Lombardia, ed in particolare in Franciacorta, per un altro grande spumante italiano, prodotto da Uberti, un?azienda storica nel cuore di uno dei territori pi? vocati alla produzione di bollicine italiane di eccellenza. Si tratta di un Metodo Classico della tipologia Brut Saten prodotto da sole uve Chardonnay provenienti da alcuni vigneti selezionati di et? media di 25 anni situati sulle colline di Erbusco. Dopo la raccolta manuale e la fermentazione del mosto, in parte in tini di rovere e in parte in acciaio inox, la rifermentazione avviene in bottiglia, con affinamento di almeno 36 mesi sui propri lieviti.

Di colore giallo paglierino con un perlage finissimo e persistente, al naso rivela profumi floreali, con gradevoli note di legno. Al palato risulta complesso e persistente, con sentori di crosta di pane e un finale pulito e asciutto.

Lo spaghettone

Passiamo ai primi piatti con degli spaghettoni del pastificio pugliese Cavalieri, conditi con una salsa di melanzana bruciata e miso, nduja, ricotta affumicata e pesce spada marinato. Un piatto che unisce ingredienti tipicamente mediterranei, in un bilanciamento di sapori e colori, e li completa con il tocco umami del miso, ingrediente base della cucina giapponese.

Riso Acquerello

Ancora colori e sapori mediterranei nel risotto che segue, nel quale si incontrano in un piacevole gioco di contrasti la dolcezza del caramello di pomodoro e le note erbacee e fresche del pesto di basilico fresco. Sulla superficie si compone un quadro di gusti e consistenze, che comprende burrata?di bufala, sarde marinate, gamberi rossi e cozze alla brace.

Un piatto pensato per appagare occhi e palato!

Zym? ? Kairos Veneto IGT

Per accompagnare i secondi piatti ci viene servito un vino del territorio, anche se decisamente peculiare rispetto ai vini classici della Valpolicella, nel cuore della quale sorge la cantina Zym? che lo produce. Infatti, come ben rappresentato anche dall?etichetta, questo vino ? un vero mosaico di sensazioni derivanti dall?unione di almeno 15 varier? di uve di cui 4 a bacca bianca (Garganega, Trebbiano toscano, Sauvignon Blanc e Chardonnay) e 11 a bacca rossa (Corvina, Corvinone, Rondinella, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syraz, Teroldego, Croatina, Oseleta, Sangiovese e Marzemino). Ne deriva un vino ricco e complesso, intenso corposo e persistente, una perfetta rappresentazione del terroir di provenienza.

La ventresca

Il primo secondo che ci viene servito ? un viaggio culinario nell?estremo Oriente. La ventresca di tonno viene cotta alla brace e servita con una salsa Yakiniku (molto usata in Giappone per accompagnare pietanze al BBQ) e gel di Sambal Oelek di Piccadilly, piacevolmente piccante, con un accompagnamento di fragole, avocado e wasabi.

Il cervo

A completare la degustazione di piatti salati, un filetto di cervo dalla cottura rosata, servito con un piccante kimchi alla ciliegia, rapa rossa in osmosi e una croccante frolla di cacao salato (presentata in una simpatica forma di corna di cervo). Il tutto completato da una maionese al wasabi e un caramello acido alle ciliegie.

Rinfrescante pre-dessert.

Esotico 2.0

Un dolce dai sapori esotici, composto da una namelaka di cioccolato al latte Jivara e cocco abbinata ad un cremoso al mango serviti su una ?terra? di cocco. A rinfrescare il tutto un’insalata di ananas, mango e lime e sorbetto al mango.

Strawberry Hugo

Per terminare ci viene proposta un?altra creazione della pastry chef Alessandra Lo Verde: una bavarese al Prosecco e fragole abbinata ad un cremoso al cioccolato alla fragola e sambuco, serviti su un biscotto croccante e accompagnati da gelatina di Hugo che aggiungono consistenza e profondit? al piatto. A completare il piatto delle fragole in osmosi e un crumble alla vaniglia.

Il caff? servito ? un Nespresso Professionale per ristorazione, soluzione scelta in considerazione del numero molto limitato di coperti disponibili.

Ad accompagnare il caff? una golosa piccola pasticceria che include:

  • Cake con farina di riso, pere gel di pre e rum bianco ( senza glutine, n? lattosio)
  • Tartelletta con farina di mais lemon curd e gel al basilico (senza glutine)
  • Sfoglia salata al lampone con namelaka al cioccolato bianco e wasabi
  • Tartufi al cioccolato fondente al 70 % passino frutti e Passoa (senza lattosio)

Bordiga ? Centum Herbis

Il nostro pranzo si conclude piacevolmente con un amaro di una storica distilleria artigianale piemontese, la Bordiga. Il liquore prende il nome dalle innumerevoli tipologie di botaniche utilizzate per realizzarlo. Il punto di forza di questa etichetta ? il fatto che le?spezie, le erbe e fiori utilizzati, provenienti per la maggior parte dalle Alpi Marittime, vengono ancora selezionate manualmente ed essiccate all?aria aperta.

Una foto con lo chef !

.

… ed una con la squadra al completo!

Cucina

Una cucina dichiaratamente contemporanea quella dell?Osteria Bakar?, con piatti che traggono spunto da ricette tradizionali e le rendono moderne attraverso l?uso di tecniche innovative (l?osmosi, il sottovuoto, ecc.) e/o ingredienti provenienti da terre pi? lontane. Grande attenzione ? riservata alla scelta degli ingredienti e dei fornitori di materie prime, per garantire alti livelli qualitativi oltre cha la massima freschezza. La pasta fresca, il pane e la pasticceria sono realizzati quotidianamente dalla cucina, sotto la supervisione dello chef Giuseppe Veloce e dalla Pastry Chef Alessandra Lo Verde. ??

La carta prevede una scelta tra 4 diversi piatti per ciascuna portata e viene periodicamente rivista per seguire la stagionalit? degli ingredienti. E? possibile in alternativa affidarsi ad un men? degustazione di 4 portate (pi? amuse-bouche e piccola pasticceria) con i piatti pi? rappresentativi della cucina.

?Servizio e accoglienza

Il servizio ? gestito, sotto la supervisione della responsabile di sala Lamhadi Majda, da personale attento e preparato, pronto ad accogliere e seguire i clienti con discrezione durante il loro pranzo o cena. Il ristorante pu? anche essere riservato in maniera esclusiva per eventi privati, sia di business che familiari, ovviamente per un numero limitato di persone.

Conclusioni

Il desiderio di affermarsi come ristorante gourmet di riferimento della zona si esprime in maniera coerente in tutte le scelte del locale, dall?offerta gastronomica, all?attenzione per il servizio al cliente, alla piccola ma curata e ragionata carta dei vini. E gli sforzi sono stati recentemente riconosciuti anche dalla prestigiosa Guida Michelin, che dal 2024 ha inserito l?Osteria Bakar?, primo ristorante nella storia di Peschiera del Garda, nella sua selezione. Complimenti!

Informazioni ? Osteria Bakar?

?Via Venezia, 30/B

37019 Peschiera del Garda (VR)

tel. +39 045 611 4830

e-mail.?osteriabakare@gmail.com

Sito Web. https://www.osteriabakare.it

Orari:

Marted? e Mercoled?: 19.30 – 22.30

da Gioved? a Domenica: 12.30 ? 14.00 / 19.30 ? 22.30??

Giorno di chiusura: Luned?

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[06/26/2024, 08:48] Enigma Restaurant ? Chef Ciro Sieno ? Reggio Emilia (RE)

Ci troviamo all?interno dell?elegante Hotel 4 stelle Mercure Astoria nel cuore di Reggio Emilia, immerso nel verde del parco cittadino, a pochi passi dalle pi? importanti vie commerciali del centro e dal famoso Teatro Valli, alla scoperta di?Enigma Restaurant. Come una vera storia che si rispetti, anche questa inizia da un viaggio. Gestito dall’intraprendente Chef Ciro Sieno e da sua moglie Giulia Mazza in sala a fare da padrona di casa, Enigma rappresenta i sapori di due terre che si raccontano grazie alla cucina, il ricordo dei gusti della propria casa che si uniscono alla scoperta dell?innovazione. Qui, infatti, la tradizione campana si fonda a quella emiliana in un pensiero basato sulla profondit? del gusto e sulla golosit?, senza mai tralasciare eleganza e il gioco di contrasti. Si tratta di un vero e proprio viaggio, un Enigma decisamente appagante tutto da svelare.

 

La squadra

Chef di Cucina: Sieno Ciro?
Sous Chef: Campagna Mattia?
Commis di cucina: Edris Shirzai
Restaurant Manager: Giulia Mazza
Chef de Rang: Lazar Krystian

 

Ci accomodiamo e sfogliamo il men?.

Chef Ciro ci accoglie raccontandoci la filosofia della sua cucina!

Giulia, da brava padrona di casa, non ci lascia neanche un minuto all’asciutto!

Quando l?entr?e ti sorprende sia dal punto di vista estetico che di gusto sai gi? che si tratter? di un pranzo decisamente di alto livello! Gli incredibili e divertentissimi amuse bouche:

  • Un ricordo di cornetto algida: cono al sesamo con glassa di aceto balsamico in punta, cremoso al parmigiano reggiano e granella di nocciole
  • Cannolo con mousse di ricotta al limone e polvere di prosciutto crudo
  • La caprese, sfera di mozzarella di bufala dop kappata con salsa di pomodorini datterino
  • Come un erbazzone, crostatina di pasta bris? con sfera di erbazzone , parmigiano reggiano e lardo soffiato
  • Biscotto di pasta frolla salata con battuta di Ternera Asturiana, caprino, zucca , tartufo nero estivo e timo al limone
  • Arancino di risotto alla milanese con maionese artigianale e limone salato

Se abbiamo iniziato nel migliori dei modi, non possiamo che proseguire con la splendida panificazione:

  • Pane bianco e integrale, con lievito madre e lievitazione di 24 ore
  • Focaccia Pugliese
  • Gnocco Reggiano
  • Mini buns al sesamo
  • Chips di polenta
  • Grissini all’olio di oliva con farina di polenta

In abinamento al burro piemontese centrifugato INALPI

Iniziamo con il primo antipasto: il Polpo allo Spiedo.?

Tentacolo arrostito, salsa barbecue fatta in casa con pomodorini datterino, batata e maionese artigianale. Viene cotto a bassa temperatura per 12 ore 75?, rendendolo cos? morbidissimo, passato alla griglia dopo averlo spennellato con olio e salsa di soia, infine infilzato con lo spiedo e finito in salamandra per 5 minuti.

Proseguiamo con il Magnum di Baccal? islandese con dissalatura spagnola che viene mantecato, passato nella panatura di pane Panko, spinaci, aceto balsamico, aragosta della tenuta Venturini Baldini e nocciole piemontesi igp.

Ci abbiniamo un calice di Miniere Greco di Tufo DOP Riserva 2021 – Cantine dell’Angelo

Al naso esprime una tensione minerale spropositata e cenni di frutta a polpa bianca. Il sorso ? verticale, con la freschezza e la sapidit? a dettare la velocit? della beva, molto appagante, e l?alcool in equilibrio con l?acidit?. Un bianco di estrema potenza ma non muscoloso, bella espressione del vitigno.

Giochiamo ora con Sottocenere: patata Ratta arrosto cotta a bassa temperatura per 1h 40 minuti ad 85?, passata in padella con mazzetto romatico ed infine in forno a 200? per 10 minuti. Adagiata sulla cenere di cipolla bruciata, lardo di patanegra, panna acida e olio al rosmarino.

Passiamo ai primi, iniziamo con il bellissimo e profumato Risotto, base riso gallo riserva maturato un anno mantecato al caciocavallo podolico ?Jolanda de col?”, gamberi viola di Sicilia, aglio nero di Voghiera, prezzemolo e limone.

Che abbiniamo a Melascone 2021 – Colombera & Garella

Un assemblaggio rosso composto dal?65% Nebbiolo, 20% Croatina, 15% Vespolina. Terroso, fresco. Al palato ? diretto e preciso. I tannini presenti ravvivano e contribuiscono all’eleganza del vino, mentre l’acidit? apre la strada ad una bevuta animata. Il finale ? fresco e caratterizzato da spezie fini e frutta rossa.

Assaggiamo anche “630 Km da Napoli a Reggio Emilia”, il gustoso e cremoso tortello di pasta all?uovo ripieno di rag? alla partenopeo con fonduta di parmigiano reggiano e salsa al basilico. Un piatto che si presenta bello corposo, che invita soddisfa del tutto, dove la pasta fresca ? decisa e racchiude il classico rag? napoletano, saporito e denso.
La salsa di basilico rinfresca il palato, regalando una bella aromaticit? che si fa ricordare.

Terzo primo: Tradizione in evoluzione? la mia tagliatella al rag? alla bolognese?. Tagliatella di pasta all?uovo ripiena di rag? alla bolognese, colatura di mozzarella di bufala DOP , jus di manzo e olio al basilico. Che spettacolo!

Passiamo al sfizioso secondo con la seppia e piselli, come non li avete mai visti! Seppioline di Porto Santo Spirito alla piastra, piselli e pomodorini confit. Un piatto esteticamente accattivante, dove l?eleganza lascia spazio al sempre sorprendente binomio mare-terra.

Ed ora un passo verso le dolci note

Con un calice di Pensiero 2019 – Petrussa

Pensiamo ad un vino ricco, concentrato e potente: il Verduzzo Friulano riesce ad esprimere queste caratteristiche e molte altre ancora se posto in condizioni particolari. La sua tipica alta concentrazione di tannini lo avvicina ad un vino rosso mantenendo per? la sua splendida veste da vino bianco. Non ? la potenza, n? l?alta concentrazione di zuccheri residui a fare grande un vino, bens? il suo equilibrio aromatico e gustativo.

Si passa quindi alla conclusione, con le dolcezze finali.

Un giro in costiera..Il limone: mousse di cioccolato bianco yuzu valrhona, inserto di limone e limone salato

La zuppa inglese ?alla napoletana”: pan di spagna inzuppato in alchermes cremoso al cioccolato bianco valrhona, gelato all?amarene Fabbri, crumble di cacao e meringa all?italiana.

Terminiamo con il Caff? Biologico tostato a legna della torrefazione Torrcaff??e alla deliziosa piccola pasticceria:

  • Crumble al limone con crema al limone e scorzetta di arancia e limone
  • Ricordo di caprese
  • Torta alle mandorle con crema alle nocciole
  • Torta alle mele

Ma non ci facciamo mancare nemmeno la biscotteria:

  • Pasta frolla con burro francese
  • Frolla montata con cioccolato bianco e nocciole
  • Brutto ma buono alle nocciole glassato al cioccolato fondente

Uno scatto a questo incredibile team!

e con VG!

Che dire…GRAZIE DI CUORE a tutti per questa splendida esperienza!

Cucina

Ciro Sieno l?Executive Chef del ristorante?Enigma, esprime al massimo la sua visione culinaria in cui valorizza la tradizione campana e quella emiliana. Il suo pensiero ? chiaro: profondit? del gusto e golosit? ma senza mai tralasciare eleganza e contrasti a tratti decisi, piccanti, amari e sapidi, in un alternanza di rivisitazioni dove croccantezza e morbidezza si alternano in un piacevole gioco appagante.

Servizio e Accoglienza

La prima cosa che si nota entrando ? lo stile retr? sia dell?hotel, che del ristorante. Pavimento in moquette, pareti color verde, tende a separare le sale, arredi e bancone bar in legno che trasmettono il calore d’altri tempi. Una volta varcata la soglia di Enigma Giulia accoglie i clienti con grande savoir faire, consigliando minuziosamente i vini in abbinamento ai piatti.

Conclusioni

Un locale che ti regala un’esperienza di duplice viaggio: dalla tradizione campana alla chiave emiliana, attraverso piatti rivisitati e dall?estetica accattivante, dove i sapori sono concreti ed esplosivi, le consistenze si alternano e i contrasti sono intriganti. Vieni a scoprire tutto questo da Enigma, di nome e di fatto decisamente tutto da svelare.

Enigma Restaurant
by Hotel Astoria

Via Leopoldo Nobili 2/C Reggio Emilia (RE) 42121
Tel: +39 339 17 94 095 | +39 0522 20 66 14
E-mail: info@enigmaastoria.it
Sito web: www.bento.me/enigmarestaurant

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[06/25/2024, 09:52] Il Cascinale Nuovo ? Meeting VG Roadshow 2024 ? Famiglia Ferretto ? Isola d?Asti (AT)

Il Cascinale Nuovo di Isola d?Asti ? una meta prediletta dagli Amici Gourmet, che vi tornano sempre con piacere.

Questo nuovo evento, onorato dalla presenza del presidente Enzo degli Amici Gourmet, ha messo in luce l’eccellenza del ristorante di Walter e Roberto Ferretto, immerso nella campagna astigiana. Con oltre 50 anni di attivit? alle spalle, dal 1968, quando erano i genitori dei fratelli Ferretto a gestirlo, molte cose sono cambiate: il totale rifacimento degli ambienti e la drastica riduzione dei coperti sono stati attuati per offrire un servizio superiore e un’esperienza gastronomica ricercata.

La squadra

Roberto Ferretto ? Patron, direttore e sommelier (1955)
Walter Ferretto ? Chef/Patron (1960)

Bianco Gabriele – Chef?

Sala e mise en place

Il tavolo?Amici Gourmet

Apribocca in giardino

Il pranzo ? iniziato con un aperitivo nello spazio esterno, creando un’atmosfera accogliente e rilassata. Gli ospiti hanno potuto degustare il pregiato vino Finigeto 2005 Pas Dos?, che ha arricchito l’esperienza conviviale e preparato i palati per i deliziosi piatti successivi.

Roberto Ferretto, direttore e sommelier

Il Finigeto 2005 Pas Dos? ? uno spumante raffinato e di grande eleganza. Prodotto con uve selezionate, questo vino si distingue per la sua complessit? aromatica e la sua struttura equilibrata. Al naso, offre note di frutta secca, agrumi canditi, e lievi sentori di crosta di pane, dovuti al lungo affinamento sui lieviti. In bocca, ? fresco e vivace, con una piacevole sapidit? e un perlage fine e persistente. Il finale ? asciutto e pulito, con una persistenza gustativa che invita al prossimo sorso. Perfetto come aperitivo, si abbina splendidamente anche a piatti di pesce e crostacei.

Il primo assaggio ? un’ottima focaccia, soffice e fragrante, che esalta il sapore del prosciutto crudo, ? dolce e saporito. Ogni morso offre un perfetto equilibrio tra la croccantezza della focaccia e la delicatezza del prosciutto.

Continuiamo con un Cristo di Campobello 2017 Extra Brut Metodo Classico ? uno spumante siciliano di straordinaria finezza ed eleganza. Prodotto con uve selezionate e affinato sui lieviti, offre un bouquet complesso con note di agrumi, mela verde, e delicate sfumature di fiori bianchi e crosta di pane. Al palato, si presenta fresco e vivace, con un perlage fine e persistente che esalta la sua struttura minerale e la sapidit?. Il finale ? asciutto e armonioso, con una piacevole persistenza che richiama la freschezza degli aromi iniziali.?

Enzo, il presidente

In accompagnamento, Cubo di bollito in salsa Verde e Millefoglie di lingua di vitello e foie gras e gelatina al porto

Lo chef Walter Ferretto

Il men? in esclusiva per Amici Gourmet

Proseguiamo il pranzo all’interno del locale degustando uno Tsarine Champagne Brut ? uno spumante francese rinomato per la sua eleganza e raffinatezza. Prodotto con un blend di Chardonnay, Pinot Noir, e Pinot Meunier, presenta un bouquet aromatico complesso con note di frutti gialli, agrumi e leggere sfumature di brioche e nocciola. Al palato, ? fresco e vivace, con un perlage fine e persistente che dona una texture cremosa e setosa. Il finale ? lungo e armonioso, con una piacevole mineralit? che bilancia la ricchezza del frutto.

La Collezione di Roberto!

E proseguiamo con un Langhe Bianco Ca’d’Gal 2019,?un vino bianco piemontese di grande freschezza e aromaticit?. Ottenuto principalmente da uve Moscato, offre un bouquet fragrante con note di fiori bianchi, agrumi e pesca. Al palato, ? fresco e vivace, con una piacevole acidit? che esalta i suoi aromi fruttati e floreali. La struttura leggera e armoniosa rende questo vino perfetto per essere gustato come aperitivo o in abbinamento a piatti a base di pesce, verdure e formaggi freschi. Il finale ? lungo e rinfrescante, lasciando una sensazione di pulizia e eleganza.

E continuiamo con un Monte Colombo 2008 della Tenuta Cisa Asinari di Gresy ? un vino rosso piemontese di grande struttura e complessit?. Prodotto con uve Barbera, presenta intensi aromi di frutti rossi maturi, ciliegia, e prugna, arricchiti da note speziate di vaniglia, pepe nero e un tocco di tabacco. Al palato, ? robusto e vellutato, con tannini ben integrati e una buona acidit? che conferisce equilibrio e longevit?. Il finale ? lungo e persistente, con eleganti sfumature di cioccolato fondente e liquirizia.

Ed ecco sua maest? il risotto Carnaroli, tipico del territorio, con zucchine in fiore e gamberi, un piatto raffinato e delicato. Il riso Carnaroli, viene arricchito dalla dolcezza delle zucchine in fiore, dalla freschezza dei gamberi e da una leggera salsa di pomodoro che aggiunge una piacevole nota acidula. Le zucchine in fiore aggiungono una nota floreale e un tocco di colore vivace, mentre i gamberi, appena scottati, offrono un sapore marino succulento. Il piatto ? armonioso e bilanciato, ideale per una cena elegante e leggera.

Ravioli del Plin nel Tovagliolo

Un piatto della tradizione piemontese che richiama le antiche usanze contadine. I ravioli del plin, piccoli e deliziosi, sono ripieni con ingredienti freschi e locali. Vengono serviti avvolti in un tovagliolo di stoffa, un modo autentico e nostalgico per mantenerli caldi e umidi, esaltando il loro sapore ricco e genuino. Un’esperienza culinaria che celebra le radici storiche e la convivialit? della cucina piemontese.

Proseguiamo con un Barolo Tenuta Rocca 2002 ? un vino rosso piemontese di grande eleganza e complessit?. Prodotto con uve Nebbiolo, offre un bouquet aromatico intenso con note di frutti di bosco, ciliegia e prugna, arricchite da sentori di tabacco, cuoio e spezie dolci. Al palato, ? strutturato e ben equilibrato, con tannini vellutati e una piacevole acidit? che dona freschezza. La sua profondit? e ricchezza di sapori culminano in un finale lungo e persistente, con sfumature di cioccolato fondente e liquirizia.?

E per finire accompagnamo il dolce con un Passione 2021 Acqui, un vino rosso piemontese fresco e fruttato. Prodotto principalmente con uve Brachetto, offre un bouquet aromatico vivace con note di fragoline di bosco, ciliegia e rosa canina. Al palato, ? leggero e aromatico, con una dolcezza equilibrata e una leggera effervescenza che lo rende piacevolmente vivace. Il finale ? fresco e persistente, con una piacevole nota floreale.

Coccole Finali

Gin tonic rintemprante finale e… “piccola” merenda con spaghetti? Monograno Felicetti al pomodoro?

Le MERENDE “defaticanti” di VG.

Cucina

La cucina del Ristorante Il Cascinale Nuovo ad Asti ? un viaggio gastronomico che fonde tradizione e innovazione.

Walter Ferretto in cucina ? affiancato adesso dal giovane emergente Chef Gabriele Bianco, il ristorante offre piatti che celebrano i sapori del Piemonte con un tocco moderno.?Gli ospiti possono scegliere tra un menu ? la carte o un menu degustazione, ideale per assaporare l’essenza della cucina del ristorante.?

La carta dei vini, curata con competenza da Roberto Ferretto, offre una vasta selezione di etichette locali e internazionali, garantendo abbinamenti perfetti per ogni piatto.

Servizio e Accoglienza

In un ambiente moderno, ben curato e accogliente, il servizio di sala, gestito da uno staff altamente qualificato, ? sempre attento e disponibile senza mai risultare invadente. Questo equilibrio tra professionalit? e discrezione contribuisce significativamente a rendere l’esperienza complessiva piacevole e rilassante per ogni ospite.

Conclusioni

Il ristorante Il Cascinale Nuovo ? un punto di riferimento nel panorama gastronomico di Asti. L’ambiente caldo e accogliente, unito a una cucina che bilancia perfettamente tradizione e innovazione, rende ogni visita piacevole e soddisfacente. La cura del servizio, sempre attento e preparato, contribuisce a creare un’esperienza culinaria completa. La raffinata selezione di vini, attentamente curata, esalta ulteriormente i sapori dei piatti, facendo del Cascinale Nuovo una tappa imprescindibile per chi cerca eccellenza e creativit? in cucina?.

Albergo Ristorante Il Cascinalenuovo
1
4057 Isola D?asti (AT)
Statale Asti-Alba, 15
Tel. 0141.958166

Chiuso domenica sera e luned?. A pranzo aperto solo su prenotazione
E-mail:?info@ilcascinalenuovo.it
Sito internet:?www.ilcascinalenuovo.com

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[06/19/2024, 15:12] Nobuya Ristorante Giapponese ? Chef Niimori Nobuya ? Milano (MI)

Nel cuore della vibrante metropoli milanese, si cela un santuario della gastronomia asiatica che ridefinisce il concetto di lusso culinario: il ristorante Nobuya. Questo esclusivo locale, nascosto tra le vie storiche della citt?, offre un’esperienza sensoriale unica, dove ogni dettaglio ? curato con eleganza e raffinatezza.

Al tavolo si evince l‘armonia degli opposti apparenti. La vita tra Giappone e Italia dello chef Niimori Nobuya e? un?esplorazione costante tra due paesi, profondamente distanti in superficie ma piu? vicini di quanto si pensi. La cucina di Nobuya ?, infatti, espressiva e profonda, proprio come lui. Si pu? apprezzare un crescendo di sapori e fantasia frutto di un pensiero laterale davvero notevole, in cui lo chef ha messo a frutto le sue esperienze e la sua visione del mondo, che guarda verso un futuro libero e consapevole.

La squadra

Direttore: Emanuele Palladino
Sommelier: Lorenzo Gentile?
Chef de rang: Takeshi Reyes?
Chef patron: Niimori Nobuya
Head chef: Franceco Carraro
Pastry chef: Mina karimi

Diamo inizio a questo viaggio….

Entrando al ristorante Nobuya, si ? accolti da un ambiente che emana un?eleganza discreta e sofisticata. Gli interni, progettati con materiali pregiati, creano un’atmosfera intima e lussuosa. Le luci soffuse e gli arredi minimalisti contribuiscono a un’esperienza visiva che accompagna perfettamente il viaggio culinario.

La mise ? semplice ed elegante.

Iniziamo con un calice di Champagne Extra Brut La Pouillotte – Jerome Blin?

Perlage?fine e persistente, di colore giallo?paglierino luminoso. Al naso si presenta con note di frutti a polpa bianca, di albicocca, di nocciole e di mandorle fresche. Il sorso ? elegante, chiude con un finale di rara?persistenza, sul frutto.

In abbinamento (partendo dal piatto a destra) sgombro marinato aburi, tecnica che consiste in una scottatura superficiale che porta ad un contrasto con la parte interna del pesce che risulta crudo, con insalata di patate giapponese e gel alla cipolla rossa di Tropea caramellata.

A seguire:

  • cono di carote con tartare di tonno e crema di aji marillo
  • tamago di piselli e shiso con bottarga di branzino fatta in casa.
  • ravanello croccante, okura con maionese alla rucola wasabi e crispy di sesamo al wasabi

Tataki di ombrina corba rossa del Gargano frollata 13 giorni con koji soia ed olio aromatizzato allo zenzero ed erba cipollina.

Delicatissimo e profumato, una carezza al palato.

Salsa di soia

Passiamo ora all’immancabile selezione di sashimi composta da ventresca di Fuentes, seppia nazionale con caviale Cru, capesante hokkaido, gambero rosso di Sicilia Don Gambero.

Spingiamo con i sapori verso l’anguilla kabayaki con sansho pepe.

Ora il momento del rombo chiodato pescato, frollato 15 giorni, cotto al Josper con agretti al vapore. Che spettacolo!!

Il prossimo calice viene sempre dalla Francia ma ci spostiamo di zona: Bourgogne Rouge 2022 – Sylvain Pataille?

Vino espressivo ed elegante, un’autentica interpretazione di Pinot Nero?della Borgogna. Inizialmente ricco e dai sentori di frutta rossa, si sviluppa in seguito respirando con note terrose di bosco autunnale. Al sorso si evolve?vellutato, rivelando una grande morbidezza e raffinatezza.

In perfetto abbinamento carr? e controfiletto d?agnello iberico cotto alla brace con pesto di gomadare, contorno di patate novelle e carciofi e jus d?agnello teriyaki. Una goduria per tutti i sensi…

Passiamo ora ai dessert! Iniziamo con?il posset vegano, una bevanda a base di panna cagliata con sudachi, ovvero agrume rotondo, verde, di origine giapponese della Provicia di Wakayama, nota appunto per i suoi agrumi, e di Tokushima. ? un agrume acido, non consumato come frutta, ma usato come aroma alimentare, al posto del limone o del lime, o come salse e succhi. Viene poi aromatizzata ai fiori di Buddha (t? giapponese bianco e verde, con note di gelsomino e litchis). Completano:

  • spugna di latte di soia al cacao amaro
  • anacardi allo sciroppo d?acero caramellato
  • ?terra di mandorle salate
  • ?foglie di geranio mela
  • ?petali di fiori eduli di viola variet?? ?tiger eye?

Ora proviamo il Wadachi Way, il riso giapponese di tipo Koshihikari, prodotto organicamente nel villaggio di Shitada, nella citt? di Sanjo nella prefettura di Niigata,?cotto nel latte di mandorla.

A completare:

  • sorbetto di arancia amara di Sicilia e yuzu kosh? (condimento sotto forma di pasta a base di peperoncino verde, buccia di yuzu e sale, che viene poi lasciata fermentare per mesi)
  • spuma al latte di cocco
  • cracker di yogurt di soia e polvere di kinako (soia tostata giapponese)

Infine piccola pasticceria in un unico piatto:

  • Ostrica al cioccolato bianco vegano VAO WAISS
  • ?Gelatina di umeshu
  • Sorbetto al passion fruit
  • Perla di cioccolato al caramello vegano
  • Germogli di erba cristallina (detta erba ghiaccio) ? una pianta che produce fiori e foglie dall’aspetto insolito: sembrano ricoperti da gocce di rugiada. Il sapore ? fresco e ricorda il mare.

Una foto con questa incredibile squadra!

Che dire…GRAZIE per questo meraviglioso viaggio!

Cucina

Il cuore dell’esperienza Nobuya risiede nella maestria dello chef, che guida gli ospiti in un percorso gastronomico personalizzato, basato sui migliori ingredienti stagionali. Il men?, che cambia quotidianamente, ? un omaggio all?arte culinaria giapponese, arricchito da influenze asiatiche contemporanee.

Accoglienza e servizio

Il locale accoglie i commensali con grande eleganza e cura dei dettagli. Un luogo materico, dominato dal calore pacato del legno e dal porfido. Il servizio al ristorante Nobuya ? sinonimo di perfezione. Il personale, altamente qualificato e discreto, ? sempre a disposizione per garantire che ogni aspetto della cena sia impeccabile. L’accoglienza calorosa e l’attenzione ai dettagli trasformano ogni visita in un momento indimenticabile. In carta tante bollicine nobili, etichette convenzionali come altre emergenti?e molti sake. Non mancano distillati, birre e una carta dei t?.

Conclusioni

Il ristorante Nobuya ? un vero e proprio tempio della gastronomia asiatica. Ogni visita ? un?esperienza di lusso e raffinatezza, dove la tradizione culinaria si fonde con l?innovazione per creare piatti che sono autentiche opere d?arte. Per chi cerca il meglio del meglio a Milano, Nobuya ? la destinazione imperdibile. Prenotate un tavolo e lasciatevi trasportare in un viaggio culinario che delizier? tutti i vostri sensi.

 

Nobuya

Via San Nicolao, 3a, 20123 Milano MI
Mail: info@nobuya.it
Sito web: www.nobuya.it
Orari di apertura: dal luned? al sabato | 12.30 ? 14.30 e 19.30 ? 23.00

L'articolo Nobuya Ristorante Giapponese – Chef Niimori Nobuya – Milano (MI) proviene da ViaggiatoreGourmet alias AltissimoCeto!.

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[06/16/2024, 16:15] Affogato and Averna with a Sicilian Surrealist

Our time at the dinner table was over. Giorgio motioned to me and his wife that he was moving to the drawing room. His wife said she would prepare the affogato. Meanwhile Giorgio foraged in his liquor cabinet for a bottle of amaro. ?Seeing as we are all Siculi, shall we have some Averna with our dessert?? he suggested. As long as it wasn?t Cynar, I was fine with it. I?d been plied with the artichoke amaro in Palermo with every family visit. Averna was a relief.

?Isa was visiting a friend near Piazza Navona and brought back some gelato from Tre Scalini.? Isa had a sweet tooth, I gathered. Giorgio too. Fine with me. I was 20, skinny and ready for whatever came my way. I could handle amaro and gelato.


As we enjoyed our dessert, Giorgio got up and went into another room. He brought back a small bound volume. ?Take this as a gift. It is a book of poetry I wrote.? I was never one for poems, but it was a kindness. ?Perhaps your Sicilian grandmother can read it and tell you about the lines. Or you can learn Italian better and read it yourself.? Yes, in fact I was going to take first year Italian when I returned to university in the fall. I would make it a goal. ?Thank you, sir. I look forward to reading and digesting it.? Giorgio laughed. ?You?re going to need some more Averna back home in order to digest what is in that book,? he guffawed. I wasn?t quite sure what that meant. But, again, I was 20.

We talked about art, or rather he talked about art and I listened. He had many paintings on his walls in his house. And in this room the walls were filled with works by him and other artists I slightly recognized from my modern art history class. I was a bit overwhelmed. And curious about what this elderly artist saw in hosting a newbie like me. What on earth could I add to his world of depth and breadth?


Then he began. ?What is it you are seeking within the confines of the space you look at though your camera viewfinder?? I was like, ?What?? in my mind. ?Are you looking into another world? Is the world you see here? Or might it be a construction from your mind and your camera is manifesting it?? I told him, slowly and carefully, that I thought artists like him had that power, as they were re-creating the world on a canvas. But that I was recording actual events. ?Are you sure?? he asked. It was a serious question, and one which I have asked myself for over 50 years now, as I look into my viewfinder. I told him, ?Even the word, viewfinder, is a bit of a conundrum. What am I viewing? And what am I finding??

?Exactly!? he responded enthusiastically. He was opening a door into a world that I would walk in for the rest of my life. What a gift.

Little did I know the darkness that awaited me.

I didn?t bring my camera that night, thinking to be respectful. But Giorgio brought out a Polaroid camera, an early model, with bellows and a viewfinder (of course!). It was the one where you had to coat the picture with a foul-smelling preservative that reeked of acidity and vinegar.

?Let?s take a picture together, to remember this evening, shall we? Isa, come in dear and take our picture please?? And so, we took a picture together and he put it on his bookshelf, next to an etching by Max Ernst.

As the evening was coming to an end, Giorgio asked me where I would be going tomorrow. ?I have two days left in Rome. And then I return to California to go back to college.? He then gave me a list of places I should try and see, to photograph. ?I?m sure you will recognize them when you see them. I?d be interested in knowing what your viewfinder sees.? He really seemed interested. Maybe he was just humoring a young person. But I don?t think so. He didn?t want me to fail, I could feel that coming from him. Hope, it was. Hope.

And so, I took the walk back to my room, late at night. I looked at his list and saw that one of the places on it was on my way back to the pensione. I wished then that I had brought my camera along.

 



Perhaps the end. Perhaps, not?.

 
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[06/09/2024, 15:35] Fettuccine and Forastera with a Sicilian Surrealist

Una favola continuava

It was 7:00 PM and Giorgio?s residence was about 15 minutes away from the pensione I was staying in. But I wasn?t that familiar with Rome, and we didn?t have GPS in 1971. So, I gathered my myself, a little gift I had gotten In Sicily for his wife, and my camera, and headed out. I thought I should probably take a bottle of wine, and earlier in the day I had gone into a shop which sold wine, beer and liquor and looked for something appropriate. I knew little to nothing about wine, despite the fact that my dorm mates  at university had last names like Mondavi, Sebastiani, Heitz, Pellegrini and Filice. My uncle back in California was a wine merchant and he told me a little about Italian wines.

The store had what I would now call a selection of tourist recognizable wines from places like Umbria (Orvieto),  Lazio (Est! Est!! Est!!!) and Campania (Lacryma Christi del Vesuvio). The white wines all looked more amber-like, so I tried to find one that wasn?t as dark. On a display I found a white wine, simply called Ischia Bianco, from the eponymous island that was a popular day trip for vacationers.

The owner of the shop was born in Ischia and had a summer home there. Why he wasn?t there at this time of the year was beyond me, but maybe he had his reasons. ?Ah, I see you are a young man of discerning tastes,? he said with a slight English accent. ?I just brought this wine back from my island, and it is the freshest wine in the shop. Only ?900 (lira ? about $1.50 US at the time). It?s made from a local grape, Forastera. ? So, I took a chance and picked up a bottle, what the heck.

Arriving a few minutes early at my dinner engagement, the old man was downstairs waiting for me. He seemed excited. ?Oh, good to see you, I was wondering if you would show. Young people today can be so unpredictable. My wife has made casalinga  papalina, her very own fettuccine. I don?t know what got into her, maybe she is a little bored with me and needs some different energy in the house. In any case, welcome. And please, let?s go in.?

Once in, I gave Giorgio the bottle of wine. He shrieked! ?Isa, he brought us a bottle of wine from the island of monkeys! Do you think he?s trying to tell us something?? Isabella walked out into the drawing room, apron upon her, a bright smile lit up the room. ?Oh, good, we could use a little monkey business, what with all this heat and the tourists and the dust of this Eternally infernal city.? She was quite the wordsmith herself.

She glanced at the bottle and said ?It looks quite good. And it is fresh, 1970, not like those old hags you bring home from Piedmont and Tuscany.?

I gave her my gift from Sicily, and Giorgio intervened, ?Remember, dearest one, beware of Greeks bearing gifts.? Isabella looked puzzled. ?He comes from Sicily, which we all know is a hotbed of Hellenic heinousness.? I assumed he was being alliteratively bittersweet, like a rhetorical negroni. The older Sicilians in my family also talked like that.

She took my gift, a very small piece of pottery from a Sicilian workshop. ?Oh look, Giorgio, the young man has brought us a Picasso!? Indeed, it wasn?t, although it did bear a resemblance to the Spaniard?s style. Giorgio took the piece in his hands and studied it. They both thanked me.

Meanwhile, the pasta.

In Italy, when the pasta is ready, everything else stops. So there we were, the wine had chilled, the pasta had boiled, everything was ready. Giorgio motioned for me to sit between him and Isabella. I was to be their trophy for the night. It was just like being in Sicily with my Aunt and Uncle, on the Via Roma in Palermo. I was only 20, but I was spending a lot of time with people 50 years older than me. What did they survive, what did they know from all those extra years that made them wiser and more complete as human beings? These were the questions I was asking myself. Little did I know how quickly 50 years would pass, and that some of the answers would come to me in ways I would never expect.


I knew not to take seconds of the pasta, which was excellent. But like my aunt had taught me, there would always be more. Isabella removed the plates to the kitchen and Giorgio went to another room to get some red wine. While they were gone, I stared at a most unusual painting, in that there was a figure who seemed to be looking at me and in a scene which was very, very recognizable. I knew that place and that face looked very, very familiar.

Giorgio came in with a couple of ancient bottles of red wine, his old hags. One, a 1958 Barolo from someone called Conterno, Giacomo, I think. The other from Tuscany, even older, a 1954 Nipozzano. ?I brought these out so you wouldn?t be the youngest thing at the table,? he joked. I think he enjoyed the Ischia Bianco, as he seemed to have a weight lifted from him. Or, it could have been Isabella?s marvelous fettuccine, her homemade papalina.

?I went to the butcher today, and we will have some Brasato al vino rosso to go with these wines. You don?t mind?? Here is an older man, an artist, welcoming me, a stranger, into his home, his wife cooking and him opening up bottles of wine to go with it? Why on earth would I mind? I told him that he and his wife were being most gracious and I really didn?t deserve this, but that I was most grateful. That seemed to suffice as a response.

Little civilities we used to do in 1971.

 

To be continued?

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[06/02/2024, 14:56] Caff? and Cannoli with a Sicilian Surrealist
una favola...

My first trip to Italy was in 1971. I was a student on summer break and spent days in Rome, wandering the streets at all hours with my camera. One night I happened to be near the Spanish steps when it was very late. In fact, it was almost dawn. And down the street from the steps on the Via Condotti, the familiar noises of a coffee machine, the grinding, the steaming and the drip, drip, dripping, sounded. With the aroma of fresh coffee, I was drawn like an insect to light.  It was there where I first encountered the Sicilian Surrealist.

My Italian was, and still is, rudimentary. But I knew how to order a coffee. ?Un caffe latte, per piacere,? I said in my best Italian accent. As they were preparing my order, an elderly man shuffled behind me and asked in English, ?Where did you learn to order coffee like that? Surely not in America?? I turned and ?buon giorno?d? to him. He was speaking in English, which, though also rudimentary, was better than my Italian. He also spoke French, German and Greek. I was way out of my league.


But, morning was now upon us, and the coffee was ready. So, he invited me to sit down with him. It was a small table, against a wall, with a large red bench seat which he took. And a bistro chair, facing him. ?I like it here, it reminds me a little of Greece, and it is ancient, like me. How is it you ordered coffee like that?? I told him I learned about caffe latte from my Aunt Vittina when I was staying with her and her husband in Palermo. ?Oh, you are from Sicilian parentage?? he inquired. ?Yes, on my father?s side,? I replied.  ?So, we are common in that affliction,? he said.

?What are you doing in Italy?? he asked. I told him that I had just finished an artist workshop in California called the Jesuit Art Institute, and that the Jesuits, when they learned that I was coming to Italy, helped to sponsor part of my trip afterwards so that I could take an artwork to the Jesuit headquarters in the Vatican to the head of the order.

?Pedro Arrupe?? he inquired. ?Indeed, yes, the very same man,? I answered.

?So, are you an artist too?? he pressed. I answered that I was still in university and was attached to their art department as a fine arts major, but photography and film making was my main predilection.


He told me also was an artist, a painter, and that he had been up all night, working on a painting and couldn?t sleep and he was ?being harassed by a demon.?

He had these dark, deep-set eyes, reminding me of the Sicilian author Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Indeed, he looked like he was being hunted more than harassed.

?So, what do you expect to do with your art degree?? he asked. I told him at this point I was just trying to stay in school and not get drafted and sent to Vietnam to get my ass shot off in a war I didn?t believe in. And I did love photography. ?So why not go to Vietnam as a photographer??  It was a valid question, but not a subject that interested me. Also, shooting a camera when everyone else around me were shooting guns didn?t feel like the odds would be in my favor.


My answer was different though. ?What I am really interested in are these streets, Italy, my family and how they came to make a life here and then in America. I have been walking the streets here, in Naples, in Palermo, in Florence, with my camera, as you can see, and I can attest to the demons you claim are harassing you, for there are also tragic, and yes, some diabolical acts I have witnessed in my time here.?

He took a sip of his coffee and pondered. Then he called out, ?Maria, would you make us some cannoli?? in Italian. ?My treat,? he said.

I was so out of my depth, sitting here with a man the age of my grandfather, who said he was an artist. What did he want from me? He didn?t look like that kind of person, you know, who was roaming the streets looking for sweet meat. No, he was legit. But still, I wondered, why me?

Of course, I was in the wandering photographer mode and my senses were all open to the world in front of me. Perhaps he sensed that too. I was also young and na?ve. But I wasn?t foolish, even though I?d had little, or no, sleep.


The cannoli arrived, one for each of us, accompanied by a small pot of coffee, American, to linger and enjoy the fresh dessert. ?So, what will you do today? Where will you go?? he inquired. I told him that I was going to roam around the gardens near Villa Borghese. ?Oh, do stop in at the modern art museum. There are some fine examples.? I told him I would.

?And later, for dinner what will you do?? I said there was a little tavola calda near the train station on my way back to my room, and that I?d probably stop there.

He took out a card from the inside of his jacket and handed it to me. ?Why don?t you join me and my family for a modest dinner this evening.? My wife loves company, and she is a good cook. I also love wine, and so we can open up something nice. Would you like to do that? I?d like to know what you saw during the day and we could discuss it tonight??

I looked at his card, he lived nearby the Spanish steps. I told him I?d love a home cooked meal. ?Perfect then!? He stood up as we were getting ready to leave. ?You probably want to get your day started and I don?t want to interrupt you any further for now. My name is Giorgio. We?ll expect you at 7:30?? I told him yes, thank you, and that he could count on it.

I had no idea who he was or where the evening would take us. But I was in ancient Rome, and I was looking forward to the food. And the wine.

  End of Part I

 ? written and photographed by Alfonso Cevola limited rights reserved On the Wine Trail in Italy

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[05/26/2024, 16:58]  The Duty of Hospitality (is not just expected of the Host)

From the archives: Seeing as summertime is approaching and holiday visits to Italy will increase, along with requests to visit wineries, just a little revisit to this subject during our Memorial Day holiday


My dad, Lou, in the 1950's - the consummate salesman

I received an email from Italy, via a concerned and upset supplier, whom I regard as a friend.

?The person you arranged to visit our property in Tuscany never showed up. They never even called! Do you know what happened? We were waiting. We are still waiting. This happens too many times! Please make sure the people you set up visits for really want to come to visit us!?

I cannot tell you how many times this has happened. And with the tourist season ramping up, I fear more incidents like this. In this case I made three calls, filled out visit forms, three properties I made arrangements for and the client was a no-show at all three. To quote my dad above,
"WHAT'S THE DEAL?"
The client, whom forever going forward will be persona non grata in my books, emailed me a month ago. ?I am going to Italy, to Emilia Romagna and Tuscany. Please set up some appointments for me and my colleague. We are planning a fall trip to take our customers on a tour and we?d like to find some nice spots to visit.?

So I drop everything, make some calls, fill out some forms, stop what I am doing. Because that is what we do. We are in the service business. I can go straight to the vineyard, these people are my friends. But even friends have limits.


I don?t know how to say this but in the most direct of ways. Italians value hospitality above almost anything else. So when someone, a client or a friend, is presented to them by someone with credibility, such as myself, they treat a visit as if it were a family visit. Ospitalit?. Often cranking up the oven, cooking lunch. Bringing out the linen table cloths. Friends of my friends are my friends. That kind of thing.

When one crams appointments, trying to make two or three stops in Tuscany in a day, and the inevitable happens, and one doesn?t call, it makes it an embarrassing situation; the impression is that ugly self-centered Americans are at it again. And of course I get the inevitable call asking me why I didn?t know better than to set up an appointment for these deadbeats. The Italians don?t say it that way but that?s what they mean, when they ask me simply, ?Why?? And I cannot provide them with a suitable answer.

So, going forward, to anyone reading this, if you ask someone to set you up in Italy (or France or California), for God?s sake have the courtesy to show up and if for some reason you cannot make it, at the very least, call and express your regrets at not being able to make the appointment.

You are being welcomed into someone?s home. It is simple civility to act with a modicum of respect for everyone else?s time.





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[05/19/2024, 15:49] Engendering Madness - What Price for an Authentic Italian Meal?

Seafood with Cheese - Authentic or the Ultimate Culinary Transgression?
 Over the past few days, I?ve been chatting with a foodie friend who spares no expense when it comes to food and wine. This is a person who will fly to Japan to eat raw fish. He was asking me for my take on some Italian places here in Dallas. One of his comments, in response was, ?I?d rather fly to New York and go to Rezdora,? where the chef is a (local) friend of ours.

It got me to thinking about the costs of getting on a plane and going to Italy to eat authentic Italian.

What? Of all the profligate, indulgent, extravagant, privileged, entitled, senseless babble!

Well, as Batman said, ?The world only makes sense when you force it to.?

So, let?s run some numbers.

I?ll work it up for seven meals.


In an urban setting in America, let?s include transportation (Uber, Lyft, etc.) so we can enjoy the wine. And let?s space out the meals in America once a week for seven weeks.

A ride sharing cost, to and fro, let?s factor in $35 times 2 = $70

My source tells me at his very upscale Italian restaurant that the average dinner cost is $130 at his place. Factor into that wine, tip and tax.

In the very high-end places, you aren?t going to find a wine under $70. So, that makes the meal $200. Tax is $11. Tip is $43. That makes it $254 total, per person. High, yes. But there are a handful of places in town at that price point and they are packed. $254 plus $70 = $324. Times seven = $2,268. Seven meals, seven nights, plus transportation. No babysitting fees here. A single person. (and yes a bottle of wine is indulgent, and no one has to finish the bottle, even though they will have a driver. They can take the unused wine home, as per recent law. Or they could have a $25 cocktail and two glasses of wine at @ $20+ each for a total of $65+)

$2,268 if we stay home. What will that amount do for us if we want to go to NY and dine out?

A flight to NY will cost you $300. Add to that, $150 at home base, to and fro ride share costs. In NYC also add a little more, $200, for to and from airport to hotel. We?re up to $650.


Ok, seven meals. Let?s do four lunches and three dinners. That would give us a three-night hotel stay. At $400 per night, that?s $1,200. We?re up to $1,850, and we haven?t started eating yet.

Lunch wise, we can probably get by at $125 per head, all in. Dinner is going to be a bit more, say $250. 4 x $125 and 3 x $250 = $1,250. We?re at $3,100 now. Add in taxis ($200) and tips to valets ($100), and we?re topping out at $3,400 for the New York experience. $1,132 more than staying home, which would make it 50% higher. But you get to go to New York and revel in Gotham City. Or as Batman said, ?Ladies. Gentlemen. You have eaten well.?

Let?s look at going to Italy. Same plan. Seven meals, four lunches and three dinners.


I chose Rome because it?s easy to get to and there are good choices for wining and dining.

Air flight from Dallas to Rome will be $1,315. Uber to and fro home/airport in Dallas, another $150. Driver from Rome airport to Rome and back, another $200. We?re up to $1,665.

Hotel in Rome? Let?s say $275, x 3 = $825. We?re up to $2,490.

Alright - dining in Rome. I?m going to use a couple of places I know, like Trattoria da Cesare al Casaletto, Trattoria Pennestri, Armando al Pantheon or La Tavernaccia Da Bruno. These are just random examples and there is a plethora of places to choose from that are not touristic or only for the billionaire class. I?d suggest further research. But for the purposes of this piece, let?s leave it at this.

Four lunches ? If you cannot eat for $75 with wine, you?re not looking hard enough. So, that?s the lunch number, $75 x 4 = $300 + 2,490 = $2,790.


Dinner. A big splurge here - $150 for dinner and a marvelous bottle of wine, a dessert even and some limoncello or coffee. If you wish. $150 x 3 = $450. Plus $2,790 = $3,240. You can walk to most places, or use public transportation, which is easy to Cesare al Casaletto, for instance). But let?s factor in $200 for taxis, just to be safe. Making it $3,440

Ok, $3,440 is more than $2,268. $1,172 more, or 52% more. A tad more ($40) than NYC, but essentially the same. So, if I had to choose between dining at home, as described, going to NYC, or flying to Rome, I know what my choice would be - Rome.

Am I mad? Well, as the Joker liked to say, ?Madness, as you know, is a lot like gravity. All it takes is a little push.?

Yes, we?re talking privilege. And throw in a dollop of entitlement. Keep in mind, this is only theoretical at this point. So, don?t cancel me again. Yet. It?s just an exercise.

But what you would get by going to Rome, in addition to some great food and wine, would be to bask in the light and ambience and share in the culture of a great city. Yes, it would take time and a little more money. And yes, it is a bit mad. But as the Joker reminds us, ?Madness is the emergency exit. You can just step outside, and close the door on all those dreadful things that happened. You can lock them away?forever.?

Those dreadful things, like enduring crappy Fettucine Alfredos and ubiquitous Caesar Salads, and pitiful Bolognese and Amatriciana and Cacio e Pepe and Carbonara and Fritto Misto and on and on and on. Not to mention the ridiculously priced wine lists made by wine slingers who are more interested in their personal brand and their Instagram feed and their influencer status than actually working the floor and finding the right wines for their guests and at the right prices.

Fuhgeddaboudit!

Go to Rome. Visit a church. View a Michelangelo or a Caravaggio and get the hell out of town. And get a decent (and authentic) meal with an honest (and reasonably priced) Italian bottle of wine.

Take the emergency exit and step outside and away from all those dreadful things.

 


 

 

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[05/16/2024, 12:40] STRATTORIA ? Chef Alessio Rossi ? New Entry Michelin 2025 ? Montrigiasco di Arona (Novara)

Tradizione e innovazione sono i principi sui quali ? nata l?idea di Strattoria, legata alla tradizione del territorio in cui nasce, ovvero Montrigiasco, una piccola frazione di Arona a pochi kilometri dalla statua di? San Carlo, e nello stesso tempo espressione libera di una cucina moderna secondo la creativit? e il tocco personale dello Chef Alessio Rossi.

Strattoria ha aderito al progetto ?Alleanza Slow Food dei Cuochi?: una scelta in perfetta sintonia con la filosofia che li porta da sempre ed essere attenti alla qualit? dei prodotti, alla stagionalit?, alla territorialit? delle materie prime e alla valorizzazione di chi opera secondo la tradizione e nel rispetto dell?ambiente. Anche per questo Alessio propone nel Menu alla carta piatti?che?utilizzano come ingredienti alcuni Pres?di Slow Food e?dell?Arca del Gusto, come ortaggi, carni, frutti e formaggi, prodotti localmente.

Oltre all’offerta di grande qualit? salta immediatamente all’occhio l?estetica del piatto, che gioca un ruolo fondamentale nella cucina di Alessio: ad ogni piatto propone una curatissima presentazione?fatta di colori sgargianti, erbe aromatiche, micrortaggi e fiori eduli (rigorosamente BIO). Non vi resta che sedervi a tavola e scegliere tra un?percorso degustazione oppure alla carta. ?Intervallo? ? la loro proposta per il mezzogiorno (dal luned? al sabato, solo a pranzo). Buon viaggio!

La squadra:

Chef Patron?Alessio Rossi

in Sala la sorella Giulia Rossi

Ci accomodiamo e iniziamo con l’aperitivo: Mecco Spumante metodo classico dosaggio zero – La cantina del signore

Un metodo classico da uve nebbiolo, localmente detto ?spanna?, coltivato sulle colline di Gattinara. Una bollicina che esprime tutta l?eleganza del vitigno e si caratterizza per gli intensi richiami di frutti di bosco, accompagnati da note di salvia e delicati accenni di sottobosco. Il sorso denota grande vitalit? del frutto e tutta la sapidit? tipica dello spanna dell?Alto Piemonte.

Lo Chef!? Fresco di ingresso nella celeberrima Guida Rossa.

Carbo Lover!

Fusilli al rag? di Fassona e Mascherpa.

In foto sotto il Patron Mauro Rossi, che ha realizzato in primis il SUO di sogno con quello dei figli Alessio e Giulia.?

Un ristorante a conduzione famigliare dall’anima appassionata e gentile.

Proseguiamo…

Tartare di Fassona *, nocciole IGP Piemonte e verdurine croccanti

 

Filetto di Fassona e verdurine croccanti.? Da notare il fondo ristretto (48h) che apporta una concentrazione di gusto e sapori clamorosa.

La Lingua!

E per una degna conclusione…

Una cascata di zabaione!!

su Gelato a Fiordilatte.

Grazie di cuore e…alla prossima!

Cucina

La filosofia di cucina di Alessio ? da sempre “Piccoli produttori per un?alta qualit? dei prodotti. Il legame con il?territorio e il collegamento con numerose attivit? ?, infatti, palpabile e ha permesso a Strattoria di diventare un ponte tra produttori, aziende e consumatore finale, con il virtuoso obiettivo di valorizzare luoghi, persone e materie prime.?

Accoglienza e servizio

Un?atmosfera piacevole e rilassante grazie alla squadra di sala e cucina. Dolcezza nei modi e bella ricerca nei dettagli della mise en place. L’ambiente con tavoli in legno spezzano il rustico con oggetti d’arredo moderni e ricercati. La cantina offre referenze interessanti, valorizzando i vari territori d?Italia, i loro vignaioli e soprattutto l?Alto Piemonte con una serie vastissima dalle Colline Novaresi.

Conclusioni

Strattoria ? il luogo ideale se cerchi un’ambiente informale?e?conviviale impreziosito di gesti semplici e sorrisi sinceri. Il posto ideale dove trovare un profondo collegamento con il territorio e una ricerca costante di aziende e produttori locali. Spettacolare anche la location sulle alture del lago Maggiore, non lontano dal centro citt? di?Arona!

Strattoria

Piazza Gnemmi, 4- Montrigiasco di Arona
Tel: 0322 57142
Mail: strattoriaarona@gmail.com
Sito web: www.strattoria.it
Orari di apertura: 12:30 ? 14:30 / 19:30 ? 22:00
Giorno di chiusura: Marted?

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[05/12/2024, 14:46] Why ?Italian? restaurants in America still don?t get Italian wine - Pt. II

Forging ahead with my quixotic crusade, let?s turn to red wines. I?ll try and be a little more circumspect in my presentation.

While Italy now has a plethora of great wines, I?d like to start with the less patrician and more serviceable ones. I say this because we still have legions of folks who don?t understand the intricacies of Italian wine. They are looking for easy road marks and equivalents. Not always so easy, but doable.

North to south ? Barbera, Nebbiolo, Valpolicella, Merlot, Cabernet, Refosco, Sangiovese, Chianti, Lambrusco, Montepulciano, Rosso Piceno, Primitivo, NegroAmaro, Aglianico, Nero d?Avola, Frappato and Cannonau. I know I am leaving out some beloved one to Italian wine lovers, but these are basic building blocks of a rudimentary red wine core list. Not the fancy stuff, although one could find fancy wines from this list. But a beginner?s starting point.

From there, the more famous fine wines ? Barolo, Barbaresco, Gattinara, Ghemme, Valtellina Superiore, Amarone della Valpolicella, Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano, a generic Super Tuscan category, Montefalco Sagrantino, Aglianico del Vulture, Taurasi, Etna Rosso and Cerasuolo di Vittoria. Again, someone will miss their favorite if it isn?t in this group. But these are, again, fundamental reds from a higher tier.

There are other wines, some more esoteric, some as good or (in the opinion of some experts) maybe even better. But you don?t start playing piano with Rachmaninoff's Piano Concerto No. 3 in D minor.


I say this because, even after many years on the wine trail in Italy, there are surprises and revelations, from every corner of Italian wine. A breathtaking Chianti Classico is very possible as can be a Ruch? di Castagnole Monferrato. A wine list is like a building. It benefits from a solid foundation. The penthouse suite on the 88th floor is part of the building, but not the only part. Or even the most important part. Integration of design. Solid structure. The goal of timelessness? In a building, yes. Why not on a wine list? Why cave to the fashion corps?

There is a quote I heard time and time again in college from my cultural art professor. ?What is forever building is building forever.? by Sarvepalli Radhakrishnan. A wine list can also be something that is in that realm. Why not?

See, I?m not as enraged as I was last week. I?m philosophizing. Better?

Let?s talk about the spirit of the list. Is it meant to be a classic list? An innovative one? A bit playful? Or didactic? Something for everyone? All of the above? None of the aforementioned?


My belief is that is has to start with the food. What is the chef attempting to do with the menu? From there, a wine list can develop. But it goes back to the chef and their intentions. Oh, and there is the disposition of the target clientele. A group of diners in New York City might have a different baseline for Italian wine (and food) than a crowd in Dallas. As a wine list creator, you might have lofty goals, but if your clientele doesn?t understand your dialect, it can be frustrating for all parties. Thankfully, a good wine steward working the floor can suss that out pretty easily, and over a fairly quick period of time, get an understanding for just how far one can push the envelope.

Personal preference in wine or following certain fashions and hoping you can take the clientele with you, sans difficult?, is probably not terribly realistic. Not impossible, but implementing some baby steps along the way might help with the journey. If you have a diner who was weaned on high-test Napa Cabernet and you want to give them a Barbaresco, that might be a challenge. But if you can stair-step it, maybe with a Super Tuscan, the path will be smoother for all. Likewise, if you want to baptize Chardonnay drinkers in a font of skin contact Ribolla Gialla, you might be disappointed when the clients just don?t get it at first blush. Think of it like you would foreplay. Slow and stabile.


Let?s sidebar for a moment about French and California wine.

Look, there are many great French wines that have been developed and that go extremely well with French cuisine. And some of them also go well with Italian food. As some Italian food goes equally well with some French cooking. And when you see a handful of Italian wines on a wine list in Paris, it goes to show that those folks get it. But not everyone does. And neither should French wine be an alternate default on the Italian wine list, so as to cover all the bases. You lose your uniqueness sometimes with this approach. I mean, if you do that, what?s to stop the diner from asking the chef to take that disc of raw minced meat, aka carne cruda all' Albese, and cook it and put it between a bun and cover it with melted cheese and serve it with some fried potato strips?

If high-octane Red Zinfandel is your current jam, and you want your Eggplant Parmesan and Bistecca Fiorentina diners to swig that down like you do, you might want to curb your enthusiasm. I get it, I love California and her wines. They?re my vinous mother?s milk. But not everyone wants to jam with your play list.

Look, there are established cuisines and their counterparts in the wine world. And there is always that magical combination waiting for someone to ?discover? it and share it with their guests. Nothing wrong with that. But let?s not think we?re going to be the first ones setting foot on the moon, when that happened over half a century ago. A dose of sobriety, mixed in with a teaspoon of humility will make any wine slinger a more balanced blend of human.


A word about size and why it matters.

Yes, you can amass a bible, with chapters and verse. And you can buy, buy, buy, till your daddy takes the T-Bird away. And you can tell your vendors how much you want them to order X, Y and Z for that monument to your ego. But then you must sell the wines. That?s if you actually return your vendors calls and emails after they order the darn wines for you and you?ve moved on to esoteric verticals of Alta Langa or Passopisciaro wines. So, the best advice I can give is this: Brevity isn?t easy, but if you can make a smart, small wine list, you are on the road to mastery. And all of your commercial relationships will be brilliant, because you will sell everything you buy, if done right, and everyone wins. And everyone loves a winner!

The moral of the story? Small is beautiful.

Final thoughts

I?ve tinkered with many a wine list, but there is one Italian wine list that I?d love to see. In the Italian restaurant I?d also love to see. In fact I probably have.

It could be a simple menu, maybe not even a ?greatest hits? one. As an example, the dinner menu at Armando al Pantheon in Rome, which skews towards classic Roman dishes. Their wine list, which is organized by region, is an archetypal one, and though it is longer than what I?ve been proselytizing, the owner is an enthusiast. And the sommelier, a young female, in the selections, shows their passion for wine. But it?s brilliant. And there are scores of wine I?d love to order, over and over. That?s a wine list that makes sense to me.

But what I?d love to see is a small list, let?s say under 40 bottles. Price ranges from US $40 to $100. If you?d like, have a separate reserve list for a small collection of rarer and more expensive bottles, but keep it tight. The main list is the meat-and-potatoes driver of the wine program. It moves wine. It makes the guests happy. It makes the vendors happy. It makes the owner happy. No waste. Movement. Success. Why can?t Italian restaurants in America get it?

 

[ Part III? No way, I?m done. I'm getting out of town...]

 

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[05/07/2024, 21:23] Le Chiavi MICHELIN Italia 2024 ? Guida Michelin Hotel

Una, due e tre Chiavi MICHELIN: proprio come le Stelle MICHELIN premiano i ristoranti d’eccellenza, anche gli hotel italiani ora hanno la loro distinzione

  • Per la prima volta sbarca in Italia la selezione delle Chiavi MICHELIN, che mette in evidenza 146 hotel d’eccellenza.
  • Selezionati dal team di ispettori della Guida MICHELIN, gli hotel che offrono le esperienze piu? straordinarie del mondo sono ora prenotabili sulle piattaforme digitali della Guida MICHELIN.
  • L’ambizione della Guida MICHELIN e? quella di diventare la prima piattaforma indipendente al mondo per la prenotazione di ristoranti e hotel.

Dopo i primi annunci in Francia, Stati Uniti e Spagna, avvenuti nel mese di aprile, Michelin e? lieta di svelare oggi la sua prima selezione di hotel premiati con le Chiavi MICHELIN in Italia. Sono 146 gli hotel premiati con una, due o tre Chiavi MICHELIN, evidenziando le esperienze e i soggiorni piu? straordinari in tutto il Paese.

Offrendo un servizio sempre piu? completo, con la sua selezione di hotel La Guida MICHELIN fornisce agli utenti consigli per un’esperienza di viaggio a tutto tondo. Assegnate dal team di ispettori della Guida MICHELIN sulla base di soggiorni o visite anonime ? indipendentemente dalle classificazioni alberghiere gia? esistenti ? le Chiavi MICHELIN sono un nuovo punto di riferimento internazionale per i viaggiatori. L’obiettivo e? quello di guidarli verso strutture ricettive che si distinguono per il loro concetto di ospitalita? unico, il carattere distintivo, l’accoglienza calorosa e l’altissimo livello di servizio.

146 hotel e strutture ricettive ricevono una, due o tre Chiavi MICHELIN in Italia

In questa prima selezione italiana, 146 strutture ricettive si sono distinte su oltre 500 hotel consigliati dalla Guida MICHELIN su tutto il territorio nazionale: 8 hanno ricevuto Tre Chiavi MICHELIN, 31 Due Chiavi MICHELIN e 107 Una Chiave MICHELIN. Questa selezione riunisce un’ampia gamma di concept e alloggi, dagli hotel in edifici storici ai boutique hotel urbani di tendenza, dagli agriturismi rilassanti e intimi agli spettacolari Grand Hotel di fama mondiale.

Gwendal Poullennec, Direttore Internazionale della Guida MICHELIN, ha commentato: “Con questo nuovo riconoscimento, la Guida MICHELIN ha aperto un nuovo capitolo nel servizio che fornisce ai viaggiatori da ormai 124 anni. Con il consolidato approccio sul campo, gli ispettori della Guida MICHELIN hanno stilato questa nuova lista per condividere le loro migliori esperienze alberghiere in Italia. Ogni struttura premiata con una, due o tre Chiavi MICHELIN e? un gioiello gestito con talento da grandi professionisti. Utilizzando le piattaforme digitali della Guida MICHELIN, i viaggiatori possono filtrare la loro ricerca e prenotare gli hotel della selezione per soggiorni che ci auguriamo siano indimenticabili”.

Una, due e tre Chiavi MICHELIN

Come le Stelle indicano le migliori esperienze culinarie nella selezione di ristoranti della Guida MICHELIN, le Chiavi MICHELIN rivelano le strutture che, all?interno della selezione di hotel della Guida, offrono i soggiorni piu? straordinari. Le Chiavi sono un nuovo punto di riferimento per i viaggiatori, in cui ogni esperienza alberghiera e? valutata in termini piu? ampi rispetto ai semplici servizi offerti.

Una Chiave MICHELIN: un soggiorno speciale
Un vero gioiello per carattere e personalita?. Puo? rompere gli schemi, offrire qualcosa di diverso o semplicemente essere uno dei migliori del suo genere. Il servizio e? sempre all’altezza e offre molto di piu? rispetto a strutture di prezzo simile.

Due Chiavi MICHELIN: un soggiorno eccezionale
Un luogo straordinario sotto ogni punto di vista, che offre un’esperienza memorabile. Un hotel di carattere, personalita? e fascino, gestito con passione e notevole cura. Il design o l?architettura di pregio e un legame forte con il territorio in cui si trova sono gli elementi che permettono di vivere un soggiorno eccezionale.

Tre Chiavi MICHELIN: un soggiorno unico
Il non plus ultra in termini di comfort, servizio, stile ed eleganza. E? uno degli hotel piu? straordinari del mondo e una destinazione in se? per il viaggio di una vita. Ha tutti gli elementi per far si? che ogni soggiorno diventi davvero indimenticabile.

Come per i ristoranti, anche gli hotel vengono selezionati attraverso l?applicazione di 5 criteri:

1. Eccellenza nell’architettura e nel design degli interni

2. Individualita?, personalita? e autenticita?

3. Qualita? e solidita? del servizio, del comfort e della manutenzione

4. Rilevanza della struttura nell?ambito della localita? in cui si trova

5. Coerenza tra il prezzo e l?esperienza offerta

8 hotel premiati con Tre Chiavi MICHELIN si affermano come luoghi unici al mondo

Tre Chiavi MICHELIN indicano un soggiorno unico, degno di un viaggio a se?. 8 hotel, situati in Campania, Lazio, Umbria, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto, hanno ricevuto il massimo riconoscimento alberghiero della Guida MICHELIN.

Su una delle isole piu? pittoresche del mondo, JK Place Capri e? un elegante boutique hotel sul mare, situato su una scogliera che domina il porto di Marina Grande. Le sue 22 camere sono firmate dall’architetto Michele Bo?nan in uno stile classico con tocchi country inglese, colori pastello e carte da parati a motivi geometrici. La suite Penthouse e? dotata di un lungo terrazzo privato con una vista panoramica mozzafiato sul Golfo di Napoli, mentre le altre camere sono dotate di piccoli balconi fronte mare. Poco distante, in Costiera Amalfitana, Il San Pietro di Positano e? abbarbicato alla scogliera e offre da ogni stanza una vista impareggiabile. Le spaziose camere sono state progettate individualmente in uno stile sobrio e di buon gusto e dispongono di terrazza privata. In aggiunta alla piscina, scavata nella scogliera, la struttura dispone anche di un ascensore che dalla hall dell’hotel conduce alla spiaggia privata. Nel borgo medievale di Civita di Bagnoregio, Corte Della Maesta? e? un boutique hotel di cinque camere ricavato nell?antica residenza vescovile. Restaurato amorevolmente e arredato con la collezione di oggetti d’arte e antiquariato dei proprietari, offre un soggiorno personalizzato in un ambiente dal fascino unico. Anche il Castello di Reschio, a Lisciano Niccone, e? stato oggetto di un accurato restauro da parte dei proprietari. Situato in una vasta tenuta tra le pittoresche colline dell’Umbria, questo antico castello del X secolo accoglie gli ospiti in camere e suite personalizzate e dal design impeccabile. Alcune suite occupano la sagrestia della chiesa, ma la piu? particolare si estende sui cinque piani dell’antica torre del castello. Con una spettacolare piscina che sembra essere scavata direttamente nel prato, gli ospiti trovano tutti i servizi del XXI secolo in un ambiente storico. A Modena, Casa Maria Luigia e? un’intima casa di campagna progettata dallo chef tristellato Massimo Bottura. Le 12 camere, arredate con gusto contemporaneo e un vivace design d’interni, sono completate da giardini, una piscina, un campo da tennis e il sorprendente centro fitness che funge anche da galleria d’arte. Rosewood Castiglion Del Bosco, a Montalcino, oltre al suo ristorante stellato Michelin dispone di un orto biologico e di una scuola di cucina. Questo hotel, inserito in una tenuta agricola di 2000 ettari che include anche un?azienda vinicola, accoglie gli ospiti in camere e suite che offrono spesso grandi terrazze, che includono cosi? nell?esperienza di viaggio la tavolozza di colori dell?inimitabile paesaggio toscano. Infine, a Venezia Aman Venice, un palazzo rinascimentale meticolosamente conservato, propone sistemazioni di prim’ordine, che uniscono dettagli d’epoca ai comfort piu? moderni che si possano immaginare. Le camere migliori hanno vista sul Canal Grande e la Suite Canal Grande si trova proprio sopra la porta d’ingresso del palazzo. Nella stessa citta?, anche Palazzo Vendramin, residenza aristocratica del XV secolo inserita nel Cipriani, a Belmond Hotel, e? premiato con Tre Chiavi MICHELIN. Le sue camere di gusto retro? nei classici colori pastello veneziani offrono un servizio di maggiordomo privato. L’hotel propone anche una colazione eccezionale e probabilmente la piu? romantica del mondo.

Due Chiavi MICHELIN vengono assegnate a 31 hotel, per soggiorni eccezionali

All’interno di questa categoria, ci sono strutture in Campania, Toscana, Valle d’Aosta, Lazio, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Umbria e Veneto. A Roma, l?Hotel Vilon e? uno dei migliori boutique hotel e mira a fornire non solo servizi e comfort alberghieri di lusso, ma anche fascino e intimita?. In questa casa cinquecentesca annessa a Palazzo Borghese, ogni stanza e? stata disegnata dall’architetto Giampiero Panepinto e decorata dallo scenografo Paolo Bonfini, per un effetto finale davvero cinematografico. A Firenze, i viaggiatori troveranno molte proposte alberghiere, dal Four Seasons Hotel Firenze, ospitato in un palazzo rinascimentale, a Palazzo Portinari Salviati Residenza d’Epoca, che occupa un palazzo del XV secolo nato sul sito dell?antica dimora di Beatrice Portinari, la musa di Dante. Oltre al romanticismo delle suggestioni letterarie, l?hotel offre una spa di lusso e il ristorante stellato Michelin Atto di Vito Mollica. A Piegaro, I Borghi Dell’Eremo accorpa tre borghi distinti e accoglie in bellissime camere da letto, esempi perfetti di sistemazioni di lusso country style, con elementi antichi come i soffitti in legno e le pietre a vista. Inserito nei paesaggi mozzafiato dell’isola di Vulcano, il Therasia Resort propone piscine di acqua salata a cascata da cui si ammira la vicina isola di Lipari. Il resort da? accesso alle famose spiagge di sabbia nera, nonche? a una sontuosa spa. Cambiamo latitudine. A Merano, in una delle posizioni piu? privilegiate dell’Alto Adige, all’interno di un elegante casino di caccia, Castel Fragsburg ospita suite arredate con cura, dotate di boiserie in legno e mobili in ferro battuto. L’hotel dispone anche di un innovativo centro benessere alchemico, dove i trattamenti sono a base di fiori tirolesi, raccolti a mano dal maestro erborista dell’hotel. Al Foresti Dolomites (Plose), un lodge di lusso straordinariamente moderno, il design degli interni sfrutta al meglio la posizione, con camere inondate di luce naturale grazie a finestre panoramiche che si aprono sulla natura selvaggia. A Borgo San Felice (Castelnuovo Berardenga), un intero borgo e? stato trasformato in un hotel di lusso dove tutte le camere ereditano varie caratteristiche della costruzione originale e mescolano il contemporaneo e il classico. Anche l’enogastronomia gioca un ruolo fondamentale, grazie al ristorante Poggio Rosso dello chef Juan Camilo Quintero, Una Stella e Stella Verde MICHELIN.

107 hotel hanno ricevuto Una Chiave MICHELIN, un soggiorno speciale

Tra le 107 strutture che hanno ricevuto Una Chiave MICHELIN c’e? una grande diversita? sia geografica che di offerta. La Toscana e? la regione piu? premiata, con ben 24 strutture tra cui Villa Fontelunga ad Arezzo, Precise Tale Poggio alla Sala a Montepulciano o Lupaia a Torrita di Siena.

La selezione comprende hotel come Palazzo Margherita a Bernalda, una piccola ed elegante struttura di nove suite ospitata in un palazzo del XIX secolo appartenente a Francis Ford Coppola, il cui nonno era nativo della localita?. Casa Cla?t, nel cuore di Cagliari, e? un altro boutique hotel di lusso che mostra un aspetto moderno e di tendenza del capoluogo sardo. Le suite, progettate dall’artista Giorgio Casu, sono creazioni uniche che attraversano piu? epoche e incorporano il lavoro di molti altri artisti sardi. Vico Milano e? un piccolo rifugio a gestione familiare caratterizzato da uno stile personale ed elegante. I designer dell’hotel hanno creato un’atmosfera domestica, completata da dettagli da boutique hotel moderni e lussuosi e dall?House Bar. Le sponde del Lago di Como ospitano molti hotel di lusso, ma in questo contesto spicca Passalacqua. Le sue camere sono belle, arredate in uno stile classico, con qualcosa di sobrio nella loro raffinatezza, che ricorda piu? una casa di campagna che un Grand Hotel.

Le Sirenuse, a Positano, e? stato per 250 anni la residenza estiva di una nobile famiglia napoletana, che ancora oggi gestisce l’hotel. L’interno e? semplice e incantevole, con pavimenti in ceramiche smaltate e camere da letto dai colori chiari. Nella capitale, l?Hassler Roma e? un’istituzione locale di lunga data, di proprieta? e gestione dalla stessa famiglia dal 1890, che si traduce in due dei punti di forza della struttura: l?accoglienza calorosa e la professionalita?. Di proprieta? della famiglia Ferragamo, il Portrait Roma e? un elegante boutique hotel. Il dettaglio piu? raffinato e? il lounge sull?attico, che serve cocktail accanto al camino con vista su Piazza di Spagna.

Il Byblos Art Hotel Villa Amista (Corrubbio) e? una sorta di museo. Si tratta di una villa quattrocentesca alle porte di Verona, un luogo dove tranquilli giardini e fontane lasciano il posto a interni barocchi e capolavori d’arte, con tanto di ristorante stellato Amista?. A Savelletri di Fasano, Rocco Forte Masseria Torre Maizza e? un casale imbiancato a calce, un perfetto esempio dello stile tradizionale locale, ma con interni che tendono al lusso. Infine, Sextantio Le Grotte della Civita, a Matera, e? ricavato da dimore rupestri, alcune delle quali risalenti al Paleolitico.

Hotel nella Guida MICHELIN Italia 2024: Le Statistiche

Nella Guida MICHELIN Italia 2024 sono presenti 526 hotel, di cui 146 hanno ricevuto una, due o tre Chiavi MICHELIN.

Nella classifica delle Chiavi MICHELIN per regioni, la Toscana svetta con 32 hotel (1 tre Chiavi, 7 due Chiavi, 24 una Chiave), seguita
dalla Campania con 18 (2 tre Chiavi, 5 due Chiavi, 11 una Chiave), mentre sul terzo gradino del podio troviamo il Lazio con 17 hotel (1 tre Chiavi, 2 due Chiavi, 14 una Chiave). Ai piedi del podio troviamo a pari merito con 16 hotel premiati la Lombardia (7 due Chiavi, 9 una Chiave) e il Trentino Alto-Adige (4 due Chiavi, 12 una Chiave).

Da segnalare anche la citta? di Venezia, che annovera 2 degli 8 hotel premiati con tre Chiavi MICHELIN.

Tutti i consigli sugli hotel della Guida MICHELIN sono disponibili gratuitamente sul sito web e sull’applicazione della Guida MICHELIN. Su queste piattaforme digitali, gli hotel consigliati possono essere prenotati direttamente. Per assistere i viaggiatori durante il loro soggiorno, la Guida MICHELIN mette a disposizione anche un Servizio Clienti gestito dagli esperti di viaggio della Guida MICHELIN.

Dopo Francia, Stati Uniti (Atlanta, California, Chicago, Colorado, Florida, New York, Washington DC), Spagna e Italia, le Chiavi MICHELIN saranno annunciate in Giappone il 4 luglio 2024. Altre destinazioni seguiranno nel corso dell’anno.

A proposito di Michelin:

Michelin ha l?ambizione di migliorare la mobilita? dei propri clienti, in modo sostenibile. Azienda leader nel settore della mobilita?, Michelin concepisce, produce e distribuisce pneumatici che rispondono alle esigenze dei propri clienti, cosi? come propone servizi e soluzioni per migliorare l?efficienza del trasporto; Michelin fornisce anche servizi digitali, mappe e guide per rendere unici i viaggi e gli spostamenti dei propri clienti. Michelin sviluppa materiali ad alta tecnologia che sono impiegati in numerosi campi. Con sede a Clermont-Ferrand, Francia, Michelin e? presente in 177 paesi con 132.200 dipendenti e gestisce 121 stabilimenti, 67 dei quali dedicati alla produzione di pneumatici, che insieme hanno prodotto circa 167 milioni di pneumatici nel 2022. (www.michelin.com)

Presente in Italia dal 1906, Michelin e? oggi, con circa 3800 dipendenti, il primo produttore di pneumatici del Paese con due importanti stabilimenti produttivi: Cuneo, pneumatici vettura; e Alessandria, pneumatici autocarro. La Sede Centrale e? a Torino insieme ad un?attivita? di produzione di semi finiti e ad un importante Centro Logistico. Un altro Centro Logistico e? situato a Roma, mentre la Direzione Commerciale e? a Milano.

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[05/06/2024, 12:16] 081 Pizzeria ? Chef Patron Francesco Saggese ? Melegnano (MI)

Che gran bella scoperta quella di 081 Pizzeria! Appena fuori Milano, a Melegnano, Francesco Saggese, chef di formazione, ma maestro pizzaiolo nell?anima ha dato luce alla sua pizzeria Napoletana.

Senza sfociare in insensate sofisticazioni, il focus rimane nella ricerca di ingredienti di eccellente qualit? che regalano spicchi pieni di sapore, deliziosi e sempre un passo avanti rispetto alla media. Dall’impasto, al condimento, fino alla digeribilit? troviamo un pensiero concreto che non sfocia mai in qualcosa di sofisticato. C’? sempre spazio, per?, alle sperimentazioni, che godono di composizioni elaborate, pizze pi? “cucinate”, per soddisfare anche i palati pi? esigenti.

L’obiettivo di Francesco ? anche quello di educare alla consapevolezza che ?una pizza non ? solo una pizza?, che oltre alla ricerca e alla grande qualit?, il servizio ? studiato ad hoc per riuscire ad accontentare sia chi ? seduto, sia chi sceglie l?opzione asporto.

La squadra

Staff di cucina

Chef e titolare: Francesco Saggese?
Direttore e titolare: Davide Saggese?

Staff di sala

Maitre: Claudia Rodriguez
1? pizzaiolo: Luigi Borraccino
1? Barman: Davide Vanacore

 

Ci accomodiamo al tavolo, mise en place diretta con menu dedicato.

A lato anche una proposta creativa ancora pi? sfiziosa…

La sala con i suoi colori

Iniziamo con un calice di Champagne Cuv?e Orium – Tsarine

Dosata molto leggermente, questa cuv?e ti delizia con un naso espressivo di fiori bianchi e frutti carnosi, una tavolozza aromatica ricca e varia e una bocca rotonda.

Per scaldarci iniziamo con una selezione di montanare fritte classiche napoletane, ovvero piccole pizze fritte.

Golose e Fragranti!

Ma non ci facciamo mancare la tipica mozzarella in carrozza e la fragrante frittatina di pasta napoletana

Wow!

La nostra selezione parte dalla regina assoluta: la pizza Margherita semplice: con Pomodoro San Marzano DOP ?Casa Marrazzo, fior di latte di Agerola e basilico

Proseguiamo con una sfiziosa Puntarelle & alici: pizza ispirata alla tradizione romana, rende la pizza gustosa, fresca, stagionale.

E ci abbiniamo lo Champagne Ros? Brut – Tsarine

La veste rosa rubino di questa cuv?e affascina per la sua intensit? profonda e la sua elegante brillantezza. Un?effervescenza delicata di bollicine vive e generose le conferisce uno slancio gioioso e arioso di golosit?. Intrigante coerenza naso-bocca in un vortice aromatico di frutti rossi, in cui si ritrovano note di fragole, ribes rosso e ribes nero. L?accurato equilibrio conferisce potenza e struttura. Il finale ? lungo, aspro e di notevole freschezza.

Ora il momento della Vegana: crema di finocchi, misticanza di campo, anacardi, pere, salsa di rapa rossa. Un abbraccio di freschezza e croccantezza, contrasti intriganti.

Un richiamo molto forte ci spinge a provare anche la pizza Omaggio a Milano: fior di latte di Agerola, ossobuco alla milanese, mayo allo zafferano, gremolada di prezzemolo e limone. Una di quelle che ti fanno fare: doppio “WOW“!!

E come si faceva a non terminare con uno splendido e goloso Bab? al rum?

Ma non ci siamo fatti mancare nemmeno il Tiramis?…

E la simpatica Panna cotta, lamponi e pop corn caramellati!

Chiudiamo con il caffe miscela arabica dell?azienda Passalacqua?

Una scatto doveroso con Francesco!!

Che dire….un enorme grazie e alla prossima!!

 

Cucina

Alla base di ogni ricetta Francesco lavora con la farina Petra Molino Quaglia?Tipo 1, macinata a pietra, fibrosa, con un contenuto equilibrato delle diverse parti del chicco. Ecco perch? anche il gusto della pizza pi? semplice diventa pi? consistente, mentre la massa, una volta cotta, resta scioglievole, lontana dall?esigenza di apportare un?elasticit? notevole. Le pizze bianche riescono a mantenere un’incontenibile succulenza, mai piatte. Mentre le rosse sono sigillate dalla caratterizzazione che ciascun olio imprime agli spicchi; un timbro netto, che impreziosisce soprattutto le classiche della tradizione.

Servizio e accoglienza

Calorosa, vibrante e familiare l’accoglienza a 081 Pizzeria, il team di Francesco riesce a mettere a proprio agio proprio tutti, con sorrisi e bella disponibilit?.

Conclusioni

Ogni morso riesce a regalare grandi soddisfazioni, dalla fragranza immediata dell?impasto alla bont? degli ingredienti, semplici e in equilibrio tra di loro, concepiti per una base che non appesantisce, n? aggredisce il palato con una sapidit? eccessiva. Una pizza che interpreta la passione di chi ha osato, preferendo mettersi in gioco in prima linea, senza cavalcare onde mediatiche/social.

Viaggiatore Gourmet

 

081 Pizzeria

Via Castellini 31, 20077 Melegnano (MI)

Tel (+39) 375 538 88 89
Sito web: www.081pizzeria.it
Giorno di chiusura: marted?

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[05/05/2024, 17:50] Why ?Italian? restaurants in America still don?t get Italian wine - Pt. I *

A classic Vitello Tonnato in a Langhe restaurant

I know, I know. We?ve covered this already. But apparently some folks out there still haven?t gotten the memo. Are we standing still? Or are we falling behind?

But, falling behind, that?s not news to America. We seem to be sliding in many respects. Still, at my stage in life, most of the critical crises are beyond my reach. An Italian wine list? It might be something I can parse.

This was recently triggered by a new Italian restaurant that opened up in town. Lots of flash. The chef is a food media-superstar and recently went to Italy, and was inspired to come back home and, with the help of an enthusiastic investor, got after it in a big way. No indication, one way or another, that they might have skiplagged their way through the food research.

I don?t wish to pick on any one chef or restaurant in particular, but rather see this latest iteration as a pattern of digression. The food menu, along with the wine list, seems to ramble. Dare I use even a loaded comment such as this: It is my belief that Italian food has been culturally appropriated to the point that some of the items (and combinations) that I see on contemporary menus in America, veer so far outside of the deep-roooted, sui generis pantheon of la cucina Italiana so as to barely be recognizable to those of us who truly love all things Italian.

 Pasta alla Norma from a restaurant on Mt. Etna

Now, if you think I?m not for experimentation and elaboration, I'll stop you right there. As has been mentioned here, many times, all things Italian rely upon a steady stream of improvisation and refinement, coupled with a healthy dose of disruption. If not, we wouldn?t have pasta, tomato-based sauces, ice cream, maybe even rice. Never mind potatoes, and peppers. Corn-based polenta? Fuhgeddaboudit. Heavens to mercy, we might not have the chef-beloved (and ubiquitous) Calabrian sauce that peppers dishes from pizza to pasta to meats to fritto misto, to you name it ? Caesar salad ala Calabrese anyone? And while we?re at it, let?s sprinkle the top with some gluten free panko breadcrumbs.

Indeed, Italy and Italian chefs have culturally appropriated so many things since the time of Jesus. Eggplant? Couscous? And on and on.

Thus, this rant, which might seem guileful, considering all the pilfering, plundering and pillaging the Italians, starting with the Romans, foisted upon the world, east and west, old and new.

Tajarin al ragu in Barbaresco

But, in the meantime, some wonderful recipes have been perfected, to the point that Italian food is a living museum of classic dishes. Why not start there? Why the urge to re-invent something that is already perfect? Oh, that?s right. In 2024, chefs are the new deities. Forget celebrities, they are picking out the patterns for their throne-seats on Olympus.

One suggestion I?d make would be to re-style one?s notion of Italian restaurants in America. There are many ?Italian inspired? places, and that is perfectly fine. But that ain?t Italian, for those of us who?ve spent quality time in Italy. Italian food in Italy doesn?t have the baggage with which American entrepreneurs weigh it down, by and large. Simplicity is the essence of Italian food. But in America, doing things simply just isn?t the dominant mantra. If five ingredients are great, six are greater. Hence, Calabrian chili, 'nduja, guanciale, truffle oil and wagyu polpette nuggets are sprinkled about liberally over classic dishes that have passed the test of time.

Ew! Just ew!

And we haven?t even touched upon wine yet. Where to start with the shit show of wine lists that I?ve seen lately.

(not representative of the shit show, btw)

There?s no mandate to classify wines by region anymore. It kind of makes sense if there is a theme on the food menu that highlights or focuses on certain regional cuisines. But I haven?t run across a Piedmont trattoria like Trattoria Antica Torre in Barbaresco, or a true Calabrese eaterie, like L?Aquila d?Oro in Ciro, Calabria, here in Texas. A strictly regional dining experience eludes most of us here in the States. There are exceptions. But the new wave of Italian inspired places draw upon a mish-mash of best hits, embellished with the chef?s notions of what would make the dish stand out. In their minds, anyway. A neo-convoluted sensibility rules the day. Wines lists follow.

The over-riding theme I am seeing is that a wine list creator is looking to put their left footprint on it, in keeping with the right footprint of the chef?s menu. Thus, we enter the labyrinth.

You want to start with bubbles? You asked for it. Anything from mainstream to esoteric grower Champagne could show up. Be prepared to pay $$$. Oh, Italian? Well, Lambrusco is currently a darling, so you could find anything from a light, pale frizzante to a deep purple teeth stainer. A Franciacorta is most likely there, thankfully. And then your guess will be as good as anyone?s as to how they deal with the Prosecco slot. It could be anything from an insipid extra dry industrial version to a artisanal col fondo (not sur lie). Hey, someone ultimately wins the lottery.

An oldie but a goodie

Ok, now my real beef. White wine from Italy. Why in hell, after all these years, have decision makers not learned what a good white wine is? Maybe because they didn?t have to spend years of their life trying to sell less than stellar examples of white wine from Italy? I was so relieved when Italy finally started making white wine that traveled well (and the corks didn?t pop and blow right through the eggshell thin boxes). Cold stabilization! Cold fermentation!! Temperature controlled steel tanks!!! Refrigerated shipping containers!!!! Air-conditioned warehouses!!!!! Only to have some knuckleheads decide that oxidized white wine is the bees knees and they?re gonna spread their manure-laced gospel to all their ?guests.? !!!!!!

As one who wore Birkenstocks a million years ago when you could buy extra bottoms (at the health food store) to re-sole them, and am also in my 45th year of recycling (try doing that in 1979 in Dallas!), I?m not against organic or natural wines. I just want them to taste delicious. That?s all. If not, they remind me of a covey of bottles I keep in my wine cellar cemetery as a souvenir from whence we came. And to where I never want to go again.

So, if a natty section is "per rigore," there are countless examples which are both unfeigned and delectable.

But what I really enjoy about Italian white wine now, is that they can be crisp and dry and refreshing and simple but have depth and layers. And they don?t cost an arm and a leg. Wine for the people. Like Verdicchio and Vermentino and Friulano and Lugana and Greco and Carricante and Trebbiano. For starters. No oak. No butter. No preponderance of alcohol or glycerin. No funk. Wine made to go with food. Like a proper fritto misto, you know, one that includes seagoing creatures.    (see below)

 

Fritto Misto in Milan (above) and Rome (below)

Trattoria da Cesare al Casaletto in Rome

 

....to be continued

[*Next week ? Pt. II]

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[05/05/2024, 08:48] STUA DA LEGN ? Alta Cucina Naturale @ Hotel Lac Salin Spa & Mountain Resort ? Livigno (SO)

BREAKING NEWS:? STUA DA LEGN Alta Cucina Naturale da Venerd? 21 Giugno 2024 (Opening)

NASCE A LIVIGNO IL PRIMO RISTORANTE VEGANO E VEGETARIANO

A Livigno, il gruppo Lungolivigno SpA della Famiglia Giacomelli, oltre 60 anni di storia tra ospitalit?, ristorazione e commercio, non smette di stupire e si prepara a lanciare l?ennesima novit? dell?estate 2024.
Dopo il grande successo di STUA NOA Fine Dining in centro Livigno, presso l?Hotel Concordia, prende vita un nuovo concetto culinario che vuole innalzare ulteriormente il livello qualitativo dell?Hotel di punta del gruppo, il Lac Salin SPA & Mountain Resort.

Guidato dall?entusiasmo e dalle idee visionarie del giovane Chef Andrea Fugnanesi, il prestigioso ristorante STUA DA LEGN dell?Hotel Lac Salin abbraccia una trasformazione epocale, si rinnova e si trasforma, divenendo la destinazione culinaria dedicata ad esaltare il mondo vegetariano e vegano in chiave Fine Dining. Nasce cos? STUA DA LEGN Alta Cucina Naturale, il primo ristorante vegano e vegetariano del Piccolo Tibet.

STUA DA LEGN Alta Cucina Naturale si propone come un’esperienza culinaria originale ed innovativa, in cui ogni morso ? un viaggio sensoriale attraverso sapori audaci e presentazioni artistiche. Ogni piatto ? un’ode alla freschezza ed alla creativit? e celebra ingredienti di stagione provenienti dalla Terra.
Una connessione, quella con la Terra, che all?Hotel Lac Salin ? facile ritrovare anche nel mondo naturale della SPA Alpina interna al Resort, tra rituali al fieno e trattamenti alle erbe spontanee che crescono sui pendii di Livigno.

STUA DA LEGN Alta Cucina Naturale accoglie i suoi ospiti in un’atmosfera calda, familiare, dove i ricercati sapori culinari si fondono con l’eleganza del legno tradizionale, nell?antica stube tipica delle baite livignasche.

La mission dello Chef Fugnanesi ?

?Trasformare il concetto di cucina vegetale e vegana, portando in tavola emozioni e sapori sorprendenti rivisitati in chiave Fine Dining.
Questo tipo di esperienza completer? il soggiorno di benessere di chi sceglie il nostro Hotel per il relax, il buon cibo ed il contatto con la natura alpina di Livigno?.

CHEF ANDREA FUGNANESI, L?ARTISTA CULINARIO DIETRO I 6 RISTORANTI LUNGOLIVIGNO

Andrea Fugnanesi, classe 1995, ama descrivere la sua cucina come ?essenziale?, visto il suo particolare rispetto del prodotto dalle primissime fasi di lavorazione fino all?impiattamento.

A Livigno, dopo la bella esperienza di STUA NOA Fine Dining, si prospetta per lui una nuova grande opportunit?: diventare l?Executive Chef di tutti i 6 ristoranti del gruppo Lungolivigno.

Un’offerta culinaria completa ed innovativa in grado di elevare il gruppo Lungolivigno a destinazione ideale per una vacanza di lusso a 360 gradi, dall?ospitalit?, alla ristorazione, allo shopping.

Anteprima di un piatto (Antipasto) del nuovo men?:

Scarola ripiena di pane raffermo e frutta secca fondo vegetale e maionese al Levistico.

Un men? ricco di proposte particolari: l?Uovo di selva in crosta di polenta, fonduta di caciotta di capra e tartufo nero e Verticalit? Vegetale con sedano rapa, patata, ravanelli, zucchine, rapa bianca, maionese vegana alla curcuma, maionese vegana al pomodoro, maionese vegana al carbone vegetale, maionese vegana allo spinacio.

Tra i primi non pu? mancare il Fungo che consiste in un raviolo ripieno di patata al rosmarino, polvere di funghi, crema di funghi, consomm? di funghi e crema di prezzemolo (in questo piatto lo chef interpreta il fungo in tutte le sue forme: la pasta viene fatta in casa, quindi gli viene data una forma a fungo); il piatto battezzato con il lungo nome ?Come se fosse una pasta e patate? propone la ?Mescafrancesca? (tipica pasta tipica del sud Italia che comprende vari tipi di pasta, ovvero tante tipologie mescolate insieme), crema di patate del territorio, bitto (formaggio DOP a pasta stagionata tipico della Valtellina), olio con bucce di patate e chips di patata vitelotte. Le proposte dei secondi piatti sono altrettanto intriganti: Sedano rapa all? arancia; Spiedo di barbabietola in varie consistenze; Terrina di patata, radice di prezzemolo, erborinato di capra. ?

I dessert sono una dolce sinfonia: Cr?pes suzette con succo di limone e arancia, Alpincello (liquore prodotto in Valchiavenna da erbe con sentori di limone coltivate in azienda lasciate in infusione per dare il giusto sapore) o Grand Marnier, accompagnata dal gelato al mirtillo della Valtellina fatto in casa; Souffl? al cioccolato con gelato alla panna; Macedonia con pesca arrostita, albicocca flambata al cognac, marmellata d?arancia, gelatina al mirtillo, coulis di fragola, gelato mela verde e basilico, mela vetrificata e salsa al kiwi; Panna cotta al latte di mandorla, fava tonka e confettura di peperone.

6 ristoranti distinti, ognuno con una sua peculiarit? culinaria in grado di soddisfare tutti i palati con classe e raffinatezza, un’offerta culinaria completa ed innovativa:

STUA DA LEGN Alta Cucina Naturale celebra la freschezza degli ingredienti e l’arte della cucina vegetariana e vegana, in un ambiente accogliente e raffinato.

STUA NOA Fine Dining incarna l’essenza dell’alta gastronomia, offrendo un’esperienza culinaria sofisticata, intima ed unica nel suo genere.

LAC SALIN Panoramic Fondue invita gli ospiti a condividere momenti di convivialit? e gioia intorno ad un tavolo imbandito di prelibatezze fondute, all?interno di una location panoramica mozzafiato.

CONCORDIA Grill Bar & Bistrot ? il rifugio perfetto per chi cerca sapori decisi ed atmosfera vivace in centro Livigno, con una particolare dedizione per le carni alla griglia oppure gli smart lunch.

LAC SALIN Restaurant e CONCORDIA Restaurant completano l’offerta culinaria di Lungolivigno, offrendo un’ampia variet? di piatti deliziosi ed autentici che nascono sempre dalle sapienti mani della brigata di Chef Fugnanesi, perfetti per soddisfare soprattutto i gusti e le preferenze degli ospiti in Hotel.

?La mia filosofia culinaria ? guidata dalla passione per l’eccellenza e l’innovazione”, afferma lo Chef Fugnanesi. “In ogni ristorante di Lungolivigno, cerco di portare avanti questa visione, offrendo piatti raffinati, autentici e ricercati che riflettono le mie radici e la mia creativit?.”

Stay Tuned!

STUA DA LEGN – Alta Cucina Naturale @ Hotel Lac Salin Spa & Mountain Resort – Livigno (SO)

Via Saroch, 496/D, 23041 Livigno SO

Tel. 0342.990166

Info e Prenotazioni: https://www.lungolivigno.com/hotel

 

L'articolo STUA DA LEGN – Alta Cucina Naturale @ Hotel Lac Salin Spa & Mountain Resort – Livigno (SO) proviene da ViaggiatoreGourmet alias AltissimoCeto!.

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[04/28/2024, 14:01] ?Italian wine is an ocean of storms!?
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[04/21/2024, 10:44] Vinitaly 2024 ? What went down (and what?s going up)

Luca Zaia (L) President of the Veneto Region
It?s been a few days since Vinitaly 2024 ended. Here are some random thoughts about the Italian wine trade show that is held for four days in April in Verona.

First off, those with a stake in such things will declare ?The 2024 Vinitaly was the best ever!? and they will back it up with formulated statistics that claim ?attendance was up 4% from the previous year!? And that will be true. From 93,000 people in 2023 to 97,000 in 2024 were estimated to have attended. Now it doesn?t necessarily mean they break down the attendance if the same person attended all four days and was counted as one. Possibly, the persons who entered through the turnstiles daily were aggregated individually.


However ? exhibitors ? folks who paid to show their products, went in 2023 from 4,500 to 4,300 in 2024, which would mean a slight decrease of 4% from the previous year.

As far as exhibitors (wineries, importers, people who had exhibition rooms/space), the high-point year was 2019, when 4,600 exhibitors attended. Not all that different from 2023.

Foreign attendance was up from 2023 in 2024 (30,070 vs. 29,600) but nowhere near the halcyon years of 2014-2016, when 55,000 foreign attendees were recorded.

my random numbers over the years

Compare 1991 attendance numbers, 80,000, with more recent 2022, 88,000. Definitely an impact from the pandemic. There was no Vinitaly in 2020, and the special edition held in 2021 (October 17-19) was more of a (premature) celebration than a trade show. There was some limited B2B activity as well. But it couldn?t really be manifested as a traditional Vinitaly.

From the numbers I have tracked since 1991, the high-point of attendance was in 2014 and 2015, when 150,000 people were said to have attended.

But 150,000 versus 97,000 is a bit of a different story. That?s a 35% decrease. I?m sure Covid and the worldwide pandemic played into these figures, as well as global instability with regards to war and peace.

Inflation, higher prices and the change to a more virtual meeting environment also helped to erode those numbers. Also, spin off shows, from nearby Summa to VinNatur, helped to eat away at the Vinitaly numbers. That?s not necessarily a bad thing. But it does spread out the folks who have particular interests that these shows focus on and address more acutely.


That said, folks who reported back to me said Vinitaly 2024, for them, was one of the best they had ever been to ? and this from seasoned Vinitaly-goers.

A word about trade shows: It isn?t just the wine world that is seeing a downturn in trade show participation. The watch world (which I also track) and other large industries are pivoting from the expense-bloated showcases in favor of more virtual gatherings. Economics plays into this, as well as logistics. But during Covid the world learned that they could get much of the information they needed from a screen. Now, it is impossible to taste wine virtually, but the world trend is people drinking less alcohol also plays into this decrease in actual physical involvement.

My first Vinitaly was 40 years ago, and it opened a world unto me that I didn?t know of. Imagine everyone who is involved in the Italian wine industry, which I adored then, under one roof (or in the case of Vinitaly, many roofs). It was a dream. It still is for many people, old and new. The energy of thousands of souls rowing together is a fantastic feeling. As well, to see people in one place without having to drive all over Italy is a boon to the time-deprived sommelier, wholesaler, p.r. person, retailer or importer. Read my lips: Vinitaly is good.


Well, most of it is. There is still some underlying corruption and mysterious allocating of European funds with regards to Vinitaly and Veronafiere that are winding their way around the courts in Italy

?        https://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/verona/cronaca/24_febbraio_14/truffa-del-vino-coi-fondi-ue-veronafiere-vuole-patteggiare-per-la-frode-milionaria-a-bruxelles-9ee226e4-00ee-4e80-9214-4596bee16xlk.shtml

?        https://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/verona/cronaca/23_aprile_19/verona-vino-e-fondi-dall-ue-truffa-milionaria-i-pm-europei-chiedono-6-rinvii-a-giudizio-d9c41fe2-de05-11ed-8e0e-82e8b32702b9.shtml

?       https://www.repubblica.it/il-gusto/2024/01/23/news/vino_fondi_ue_laccusa_di_frode_scuote_il_mondo_del_vino-421963782/   

But that?s for the judges and courts to deliberate upon. Eventually the corrupt elements that hover around Vinitaly will be exposed and prosecuted, hopefully. There?s a lot of money in and around Italian wine and it doesn?t just attract the wine lovers and enthusiasts. Unfortunately, it also draws the con men (and women) to their juicy nectars as well. But, as one Italy watcher noted, ?The powers that be hate scrutiny and embarrassment.? Indeed. 


That said, ultimately what propels Italian wine is greater market share and increases in sales. And while we?ve all been through the Covid hiccup, that seems to be rebounding for Italian wine. It still is a value, and a quality wine. People feel comfort in Italian food and the wine accompanies those emotions. So, we?re in for a good run in the future for Italian wine, this I am certain of. Now, we all just need to do our part. And it starts with opening up some bottles and proceeding.

 

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[04/19/2024, 10:30] Ristorante SCATTO @ Caff? San Carlo ? Costardi Bros ? Gallerie d?Italia ? Torino (TO)

Scatto, creato dai Costardi Bros a Torino, ? un ristorante fine dining che fonde l’arte culinaria con il tema della fotografia, ispirandosi al nuovo museo Gallerie D’Italia di Intesa Sanpaolo. Questo spazio, dal design contemporaneo, rappresenta un “scatto” avanti nell’evoluzione gastronomica, offrendo un’esperienza unica che unisce sapori tradizionali italiani e tecniche moderne. Rinomato per la sua cucina innovativa, Scatto si distingue per la presentazione raffinata dei piatti e per un servizio impeccabile, rendendolo un punto di riferimento per gli amanti del buon cibo. L’ambiente, che riflette il linguaggio della fotografia, completa un’esperienza culinaria stimolante e indimenticabile a Torino.

La squadra:

Chef Patron?Christian e Manuel Costardi???Costardi Bros

Sous chef Daniele Amadio

Pastry chef?Andrea Celeste Allione

Ma?tre e Sommelier?Mattia Moro

Bartender Fabrizio Abrescia

Pan patate, baccal? mantecato e anduja piemontese un inizio che racconta le anime del progetto partendo dallo lievitato passando al Re baccal? ingrediente preferito da Chef Costardi e l?anduja l?ingrediente preferito di Daniele declinato solo con ingredienti Piemontesi.

Iniziamo subito con gli amuse-bouche, una deliziosa introduzione al pasto, che comprendono tre distinti assaggi che promettono di stuzzicare il palato.?Insieme, questi amuse-bouche creano un’esperienza culinaria equilibrata e invitante.

Accompagnamo il tutto con lo Champagne Ch?teau de Bligny “Grande R?serve Brut” ? un’espressione raffinata dell’artigianato della Champagne. Questa cuv?e, con la sua effervescenza delicata e un colore giallo paglierino brillante, racchiude l’eleganza e la complessit? dei migliori vini della regione. Il bouquet ? un’armonia di frutti maturi e note tostate, mentre il palato ? equilibrato con una vivace acidit? che promette un finale persistente e soddisfacente. La presenza della bottiglia e del suo etichettamento classico evoca un senso di tradizione e lusso, rendendola una scelta pregiata per celebrazioni o per un semplice brindisi di piacere.

Ostrica alla Mugnaia : ostrica cotta con la sua acqua e acqua gasata olio al prezzemolo e gel di limone salato.

Le ostriche alla mugnaia, un’elegante rivisitazione francese, esaltano il sapore del mare con l’aggiunta di piccole sfere di burro chiarificato, a contrasto con il limone e prezzemolo, senza sovrastare la loro naturale freschezza. Queste prelibate ostriche francesi, servite su un letto estratto di prezzemolo, offrono una perfetta armonia di gusto, unendo la ricchezza del burro alla vivacit? del limone. La preparazione mette in luce la qualit? superiore delle ostriche, rendendole un antipasto raffinato o un piatto celebrativo che fonde sapientemente il mare con l’arte culinaria francese.

Insalata di mare : ?la nostra idea di insalata di mare, la Sicilia velata da un foglio di Calamaro e tutti i pesci che per noi devono comporre l? insalata di mare

L’insalata di mare, arricchita da un velo di calamaro, ? un’opera d’arte culinaria che unisce la freschezza dei frutti di mare – gamberetti, cozze, polpo e calamari – in una presentazione visivamente affascinante. Il sottile velo di calamaro che copre l’insalata non solo impreziosisce il piatto con un tocco creativo ma arricchisce ogni assaggio con un’intensa nota di mare. Servita fresca, questa insalata esalta l’equilibrio tra la dolcezza dei frutti di mare e l’acidit? di limone e olio extra vergine di oliva, con un tocco finale di erbe fresche. Perfetta con la sua eleganza, L’insalata di mare rappresenta una fusione tra tradizione e innovazione, celebrando i sapori del mare in un incontro di gusto e estetica.

Scam_pho : un viaggio in Vietnam partendo dagli spring roll che vengono servite con le zuppe pho, scampo che fa un piccolo passaggio di salamoia, verdure croccanti una voglia di lattuga accompagnato da kimchi Piemontese .

Lo Scam_pho unisce l’eleganza degli involtini vietnamiti con la prelibatezza dello scampo, avvolto in un involucro arricchito da foglie di lattuga e verdure croccanti. Questa fusione crea un contrasto di texture e sapori, con la dolcezza dello scampo che si sposa perfettamente con il croccante vegetale. La salsa kimchi accanto aggiunge una nota piccante e fermentata, equilibrando il piatto con intensit?. Questo piatto rappresenta una sofisticata esplorazione della cucina fusion, dove tradizione e innovazione convergono in un’esperienza gustativa ricca e armoniosa.

Accompagnamo questo quartetto di antipasti dal tema “sequenza di Mare” con un Tibaldi Arneis 2022, un vino bianco che riflette l’eleganza e la freschezza del vitigno Arneis, coltivato nelle rigogliose colline del Roero in Piemonte, Italia. La vendemmia del 2022 si distingue per la sua vivacit? aromatica, con note di frutta fresca come la pera e sfumature floreali che si aprono al palato. In bocca, la sua acidit? ben bilanciata e la struttura armoniosa portano a un finale pulito e persistente, segno distintivo della maestria enologica di Tibaldi. Questo vino ? un esemplare versatile, ideale per accompagnare piatti leggeri o da sorseggiare come aperitivo. Con la sua giovent?, il Tibaldi Arneis 2022 promette di evolvere elegantemente anche nei prossimi anni.

Polpo e chorizo : Spagna, cialda croccante farcita di polpo chorizo finita con Ajoli e paprica

Il piatto polpo e chorizo fonde la delicatezza del polpo, cotto a perfezione fino a raggiungere una tenerezza sublime, con la vivace intensit? del chorizo affumicato. La dolcezza del polpo si amalgama armoniosamente con il piccante del chorizo, creando un contrasto gustativo arricchito dalla cremosit? dell’ajoli, che aggiunge un tocco di morbidezza e un leggero sapore aglio. Questa combinazione ? servita su un letto di patate morbide o croccanti verdure di stagione, offrendo un bilanciamento perfetto di texture e sapori. Il piatto si distingue per la sua capacit? di unire la tradizione marittima con accenti terrestri in un abbraccio culinario che soddisfa il palato alla ricerca di esperienze sensoriali complete.

Ceviche : una foto in bianco e nero dove l?idea parte dalla Ceviche Peruviana mordendola in verticale si trova il colore della foto in bianco e nero

Il caviale in verticale si presenta come un piatto dalla struttura innovativa e dall?estetica sofisticata. Il caviale ? accuratamente stratificato, mostrando le sue sfere lucide in un arrangiamento sovrapposto che ne esalta la visibilit? e la texture. Racchiuso in uno scrigno, fin dal primo morso, il piatto offre contrasti raffinati al palato, aggiungendo un sapore che permette al gusto ricco e salmastro del caviale di brillare, trasformando ogni assaggio in un’esperienza gustativa complessa e memorabile.

-Diversamente tonnato: un tributo al vitello tonnato un back to the future piatto nato nel progetto di consulenza di Edit tornato in men? per raccontare il lavoro il vitello tonnato.

Il vitello tonnato al cucchiaio rappresenta una sofisticata reinterpretazione del tradizionale piatto piemontese, perfetto come antipasto elegante. La carne di vitello, cucinata con delicatezza, viene servita finemente tritata, posata su una base di salsa cremosa composta da tonno, maionese, acciughe, capperi e un tocco di limone. Questa versione ? ideale per un assaggio raffinato e pratico, presentata con eleganza per esaltare ogni singolo boccone.

-Cavolfiore a Bangkok: un cavolfiore Piemontese che diventa una spuma una salsa al curry verde polvere di caff?, cavolfiore crudo e un cavolfiore alla brace che racconta il mondo street food di Bangkok

Continuiamo il piatto “Cavolfiore a Bangkok” presenta una morbida crema di cavolfiore al centro, sapientemente insaporita con un tradizionale curry verde thailandese. Il gusto viene esaltato dalla polvere di foglie di cavolfiore e da un’inusuale ma intrigante spolverata di caff? del Myanmar, che aggiunge una dimensione terrosa e esotica. Sottili sfoglie di cavolfiore fresco aggiungono un tocco di croccantezza e freschezza al piatto, creando un’esperienza confortevole e deliziosamente complessa.

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-Spaghetto? burro e miso

Ed eccoci arrivati allo spaghettone con burro e miso. Gli spaghetti sono esono presentati come una rosa, sottolineando l’approccio artistico della cucina. La salsa di miso, con i suoi due colori distinti, ? stata delicatamente distribuita attorno agli spaghetti. La spolverata di spezie rosse sopra conferisce un colore vivace che conferisce un sapore intenso e un tocco piccante, che contrasta splendidamente con il bianco puro del piatto sottostante. La semplicit? della presentazione punta a valorizzare gli ingredienti e i sapori complessi del piatto.

-Archivio gustativo: riso carnaroli con rag? di calamaretti, pat? di fegatini di pollo, limone salato e katsuobushi

Ed ecco fare la sua comparsa al banco il “Costardi’s Condensed ? Archivio Gustativo“, presentato nell’emblema della lattina iconica. Loro segno distintivo, i risotti creati dai fratelli Costardi vengono frequentemente serviti in lattine ispirate a quelle della Campbell?s.

Il “Risotto Archivio Gustativo” ? la sintesi dell’arte culinaria dello chef Christian Costardi e del suo team. Questo risotto, dal chicco perfettamente al dente e dalla cremosit? impeccabile, esala un aroma invitante che si ritrova pienamente al gusto. I Costardi celano gli ingredienti, sfidando gli ospiti a indovinarli: tra questi emergono il katsuobushi e i calamaretti, con una sorpresa carnosa che si rivela essere fegatini di coniglio, confermando l’intuizione dei degustatori.

-Risotto Zucca coniglio e Saba tradizione e sapore in un risotto crema di zucca rag? di coniglio, rafano un velo di zucca lucidato con la Saba

-Ombrina cima e bottarga : un bottone ripieno di cima ripassata, ombrina e polvere di bottarga

A seguire, il piatto “Ombrina, cime e bottarga” ? un esempio raffinato di cucina di mare con un tocco mediterraneo. L’ombrina, un pesce dal sapore delicato e dalla carne soda, ? la protagonista del piatto, cucinata in modo da esaltarne la freschezza e la texture. Accanto a questo, le cime di rapa, cotte fino a raggiungere quella perfetta consistenza croccante all’esterno e tenera all’interno, e servite per accompagnare e contrastare il gusto sottile del pesce. La bottarga aggiunge un tocco sapido e intensamente marino, completando il piatto con la sua consistenza granulosa e il suo colore vivace.?

Il “Borgogno Rivata Nebbiolo 2020” ? un vino rosso giovane che esprime le qualit? fresche e fruttate del vitigno Nebbiolo, con accenni di frutti di bosco e note floreali. Nonostante la sua giovent?, presenta la tipica struttura robusta e acidit? elevata del Nebbiolo, con tannini presenti ma potenzialmente pi? morbidi rispetto a quelli di annate pi? mature. La vinificazione tradizionale ha aggiunto sfumature legnose e vanigliate. Ideale con piatti ricchi, questo vino ha un buon potenziale di invecchiamento.

-Piccione arachidi e datteri. Piccione cotto in carcassa servito in il servizi. Wasabi per la parta balsamica, un viaggio del piccione da Vercelli al medio oriente Giappone e Turchia nella porta coscia pensata come un kebab il tutto accompagnato da un piccolo panettone arachidi e datteri.

Il piatto “Piccione, datteri, arachidi e wasabi” ? un connubio audace e cosmopolita di sapori e consistenze. Il piccione, un volatile la cui carne ? pregiata e ricca di gusto, ? cucinato in 3 consistenze? per esaltarne la tenerezza e il profilo aromatico intenso. Questo tipo di carne ? abbinato ai datteri che, con la loro dolcezza naturale e la consistenza morbida, creano un contrasto intrigante con il sapore pi? selvaggio del piccione. Le arachidi aggiungono una nota croccante e terrosa al piatto, offrendo un contrasto rispetto alla carne e ai datteri.?Infine, il wasabi, con il suo caratteristico pizzico pungente e fresco, introduce un elemento di sorpresa e vivacit? che pu? elevare e bilanciare il piatto, tagliando attraverso la ricchezza del piccione e l’intensit? dolce dei datteri.

Il piatto Carota, mandarino e liquirizia ? un connubio di sapori che spaziano dalla dolcezza terrosa delle carote alla fresca acidit? degli agrumi, fino alla profondit? quasi amara della liquirizia. La carota ? presentata cruda, mentre il mandarino porta vivacit? sia nel gusto che nel colore. La liquirizia aggiunge una nota di complessit?. Visivamente, il piatto seduce con la sua tavolozza di arancioni accesi e accenti neri, offrendo un’esperienza sensoriale completa che stimola sia il palato che la vista.

Il dessert Caco, cardamomo e yogurt greco unisce la dolcezza del caco maturo con il tocco speziato del cardamomo e la cremosit? dello yogurt greco. Il cardamomo aggiunge un contrasto esotico e leggermente piccante, mentre lo yogurt fornisce una base ricca e leggermente acidula che equilibra il dolce del frutto. Visivamente, il piatto ? accattivante, con il vivace arancione del caco che risalta sul bianco dello yogurt, impreziosito da una spolverata di cardamomo per un ulteriore contrasto di colori e sapori. Questa combinazione crea un dessert che ? tanto piacevole al palato quanto alla vista.

Lo Chateau de Ricaud Loupiac 2017 ? un vino dolce bianco di Bordeaux, caratterizzato da una blend di uve S?millon, Sauvignon Blanc e Muscadelle. Il processo di vinificazione arricchisce il vino di complessit?, con aromi di miele, agrumi canditi e spezie dolci. Questo vino si distingue per il suo equilibrio tra dolcezza e acidit?, offrendo un lungo finale persistente. ? perfetto come aperitivo o in abbinamento con dessert e formaggi erborinati, avendo anche un buon potenziale di invecchiamento.

E come ultima chicca, il piatto Castagna, pastinaca e whisky fonde sapori autunnali con un tocco elegante. Le castagne e le pastinache, entrambe dal gusto dolce e terroso, si abbinano perfettamente, creando una base morbida e ricca. L’introduzione del whisky aggiunge una nota affumicata e alcolica, elevando il piatto con una complessit? sorprendente.? Questa combinazione ? ideale per le stagioni pi? fredde, offrendo calore e profondit? di sapori.

E per concludere, caff? e piccole coccole finali…

CUCINA

La cucina dei Costardi Bros, rappresentata dal Caff? San Carlo e dal Ristorante Scatto, fonde innovazione e tradizione piemontese, come illustrato nei men? Disegno e Scatto Libero. Questa sinergia tra antico e moderno ? alimentata da tecniche all’avanguardia e l’uso di materie prime locali, offrendo piatti che sono radicati nella tradizione ma espansi verso nuove dimensioni culinarie. La brigata di cucina, competente e motivata, collabora strettamente per creare piatti autentici che spaziano dalle ricette schiette a quelle con tocchi orientali. Il men? Ritratto simboleggia questa collaborazione e l’esperienza condivisa. Nel complesso, la cucina di Scatto si distingue per il suo gusto autentico e diretto, catturando l’attenzione del commensale dall’inizio alla fine.

ACCOGLIENZA E SERVIZIO

L’accoglienza e il servizio eccellenti, si manifestano attraverso un personale caloroso e attento, che accoglie ogni ospite con un sorriso genuino e una cortesia impeccabile. I dettagli sono curati minuziosamente, dalla rapidit? nel soddisfare le richieste alla capacit? di anticipare le esigenze del cliente, garantendo un’esperienza personalizzata e memorabile. Ogni interazione ? pensata per far sentire gli ospiti valorizzati e ben curati, trasformando ogni visita in un’occasione speciale.

CONCLUSIONI

Nel vivace panorama culinario creato dai Costardi Bros, ogni piatto ? una narrazione audace che mira a toccare sia il cuore sia la mente con combinazioni di sapori inaspettati e coraggiosi. La sinergia tra intuizione culinaria e maestria tecnica si fonde armoniosamente con l’ambiente e il team, che, tra cucina e sala, lavora instancabilmente per soddisfare e sorprendere i clienti. Questo impegno si traduce in un’esperienza gastronomica che ? sia un viaggio che una scoperta continua, spinta dalla ricerca costante di nuove idee e dalla volont? di raccontare storie attraverso i sapori, riflettendo il dinamismo del mondo moderno.

INFORMAZIONI ? Ristorante Scatto

Piazza San Carlo, 156, 10123 Torino (TO)

Tel. +39 0110267460

Mail: info@costardibros.it

ORARI

Caff? San Carlo ? Caffetteria e bistrot

8:30 alle 20:30

SCAT_TO ? Ristorante fine dining
marted? – sabato dalle 12:30 alle 14:30 (business lunch da marted? a venerd?), dalle 19:30 alle 24:00 (offerta ristorante fine dining).?

Domenica 12.30-14.30 , 19.30-22.30

Chiusura ristorante: luned?

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[04/18/2024, 10:48] Ristorante Moa ? Chef Dushan Warnakulasuriya ? Caltignaga (NO)

Aperto alla fine del 2023 a Caltignaga, a pochi chilometri da Novara, il Ristorante MOA si trova all?interno del ?Villaggio del Benessere?, una struttura polifunzionale suddivisa in diverse aree, ciascuna dedicata ad uno specifico ambito del relax e del benessere. Nel complesso si trovano infatti una piscina, un spa, un hair salon, un centro estetico, un bar e appunto il nuovo ristorante che con il suo stile moderno, caratterizzato da un arredamento minimal ed un?atmosfera post-industriale, ben si inserisce nel contesto dell?intera struttura. L?integrazione tra i vari spazi non ? per? solo estetica; sono infatti proposti diversi pacchetti benessere, alcuni dei quali comprendono anche un?esperienza gourmet pi? o meno articolata all?interno del ristorante. ??

La guida della cucina ? affidata a Dushan Warknakulasuriya, nato in Sri Lanka nel 1986, un ragazzo che ha iniziato molto presto a muoversi nel mondo della ristorazione, pur affiancando a questa una laurea in economia e commercio. Significative sono le sue numerose esperienze nelle cucine di alcuni dei migliori ristoranti stellati italiani ed europei, tra cui il ?St. Hubertus? con Norbert Niederkofler, il ?Devero? con Enrico Bartolini, il ?Ristorante Berton? con Andrea Berton; ha inoltre seguito Antonio Guida prima al ?Pellicano? e poi al ?Seta? del Mandarin Oriental di Milano. Sempre a Milano ? stato lo chef dello storico ristorante ?Pont de Ferr?. Ci? che caratterizza la sua cucina ? ?un?armonia di sapori che uniscono la ricercatezza di scuola francese con la cultura culinaria italiana?.

La Sala del Ristorante.

Alcuni scorci della moderna sala con la cucina a vista sullo sfondo.

Assortimento di pani

  • Pane di semola fatto in casa con tre farine: semola, 00 e integrale
  • Grissini all?olio di oliva tirati mano
  • Carta musica al rosmarino

Bonfadini – Franciacorta Brut DOCG Nobilium

Apriamo il pranzo con un aperitivo, un Franciacorta Brut dell?azienda Bonfadini di Clusane di Iseo, paese situato nell?area pi? settentrionale della zona vinicola della Franciacorta. Questo vino nasce dall?assemblaggio di un 90% di Chardonnay e un 10% di Pinot nero, coltivati su terreni morenico-glaciali nella zona collinare che circonda il lago di Iseo. Dopo la pressatura soffice delle uve intere ed una prima fermentazione in vasche d?acciaio, una parte dello Chardonnay fermenta e affina in barriques di rovere francese a tostatura media per sette mesi. Dopo l?assemblaggio il vino riposa in bottiglia sui propri lieviti per almeno 24 mesi. Di colore giallo paglierino con venature verdognole, ha un profumo intenso con note di miele e vaniglia ed una vivace acidit?.

In accompagnamento una selezione di golosi stuzzichini.

Spuma di passito di Pantelleria con Katsuobushi.

Accompagniamo le bollicine con una delicata Spuma di passito di Pantelleria con Katsuobushi.

Capasanta, Cavolini di Bruxelles al lime e cavolfiori

Il primo antipasto consiste in una noce di capasanta scotatta in padella servita su una crema di cavolfiore e accompagnata da cavolini di Bruxelles al lime.

Quaglia, Bulgur mantecato con albicocche e carciofi

Continuiamo con un altro antipasto in cui la quaglia viene disossata e ricomposta a creare un piccolo scrigno contenente tutte le parti del volatile, servita con del bulgur mantecato con carciofi ed albicocche.

Risotto con alga spirulina, erbette, e mandarino

Passiamo ai primi piatti con un risotto, una portata imprescindibile in questa provincia dove la coltivazione del riso rappresenta da secoli un elemento fondamentale non solo dell?economia ma anche della cultura e della gastronomia del territorio. Lo chef lo propone per? in una versione vegetariana decisamente moderna utilizzando come ingredienti complementari al riso delle erbette e dell?alga spirulina che conferisce una nota iodata e sapida e che ben si accosta al mandarino, agrume nel quale l?acidit? ? accompagnata da note profumate e dolci.

Saint Clair – Marlborough Sauvignon Blanc Origin, 2022

Ottimo abbinamento per questo risotto dalle forti note vegetali, ? il vino successivo della degustazione, un Sauvignon Blanc della Nuova Zelanda, ed in particolare della regione di Marlborough, zona particolarmente vocata alla coltivazione della vite grazie alle peculiari condizioni climatiche, alle esposizioni e alla composizione dei terreni, nella quale questo vitigno semi-aromatico di origine francese ha trovato uno dei suoi habitat naturali d?elezione. La cantina Saint Clair, fondata nel 1978, ? considerata uno dei migliori produttori di Sauvignon Blanc della zona di Marlborough, se non di tutta la Nuova Zelanda. Per produrre questo vino sono utilizzate solo uve di Sauvignon Blanc prodotte nella zona di Waiaru, considerata la migliore area per la produzione di Sauvignon di tutto Marlborough.

Alla vista e? giallo paglierino scarico, al naso note tropicali di passion fruit, in bocca si nota una piacevole salinita? nel finale.

Fagottino farcito di gamberi rossi con spuma di asparago e salsa su ricci di mare

Il successivo primo piatto ? una pasta ripiena, in particolare un fagottino di pasta al nero di seppia farcito di gamberi rossi, servito su una primaverile spuma di asparagi e completato da una salsa di ricci di mare.

Agnello alle erbe, pesto di peperoni arrosto, feta e pomodori confit

Come secondo piatto ci viene servito un filetto di agnello alle erbe, dalla perfetta cottura rosata, accompagnato da un pesto di peperoni rossi, cubetti di feta e pomodorini confit, una portata dai colori e dai profumi mediterranei! ?

Dogliotti 1870 ? Dolcetto d?Alba DOC, 2022

In abbinamento alla carne assaggiamo un rosso piemontese della cantina Dogliotti 1870, azienda di Castagnole delle Lanze, un borgo situato tra le colline di Langhe e Monferrato, nota soprattutto per i suoi Moscato d?Asti. In degustazione abbiamo un vino ottenuto da uve di Dolcetto, vitigno autoctono della zona, che si caratterizza per le sue note fruttate e floreali.

Di colore rosso rubino con riflessi violacei, ha un profumo vinoso intenso e piacevole che ricorda la ciliegia e la prugna. Al palato risulta secco e rotondo, di bassa acidit?, con retrogusto delicato e persistente.

Mousse al limone con crumble al pepe lungo e lampone

Il predessert ? una rinfrescante mousse al limone, accompagnata da un crumble speziato al pepe lungo e salsa di lamponi.

Mousse di yogurt con marmellata di kiwi, mandarino e rabarbaro

Concludiamo il pranzo con una mousse di yogurt, la cui consistenza ricorda molto la panna cotta ma in una versione alleggerita, accompagnata da kiwi e mandarino disidratati e da una salsa al rabarbaro che dona una piacevole nota aspra.

Lo chef Dushan Warnakulasurya.

La brigata di cucina al completo!

Alcune ?chicche? presenti nella carta dei vini ?..

Il team di sala.

Con lo Chef.

Cucina

La cucina del Ristorante MOA si propone come un ?viaggio di sapori e avventure gastronomiche, creato attingendo dalle radici della tradizione italiana e arricchendola con sfumature asiatiche e i fondamenti della cucina francese?. L?offerta ? ampia e, coerentemente con lo spirito della struttura che ospita il ristorante, indirizzata a soddisfare svariate tipologie di esigenze e di clientela.

Si pu? decidere di ordinare alla carta, che viene rivista al succedersi delle stagioni, oppure affidarsi ad un men? degustazione di quattro portate pensato per far assaporare tutte le sfumature della cucina, al quale si pu? abbinare un percorso di degustazione vini pensato appositamente dal sommelier. Tutti i giorni a pranzo ? inoltre disponibile anche una piccola carta giornaliera dedicata alla proposta bistrot. ?

Servizio e accoglienza

In un ambiente moderno, curato ed accogliente, anche il servizio di sala, gestito da personale preparato, sempre presente senza mai risultare invadente, contribuisce a rendere piacevole l?esperienza complessiva. ?

Conclusioni

Il ristorante MOA costituisce una interessante novit? nel panorama gastronomico della provincia di Novara. Da un lato per la cucina dello chef Dushan Warnakulasurya che combina abilmente ingredienti e ricette della tradizione italiana con influenze orientali, ispirate alle sue origini, nonch? con le basi della cucina classica, ed in particolare di quella francese a cui risulta particolarmente legato. Dall?altro per la proposta variegata del locale che, oltre ad offrire percorsi di degustazione ?abbinati? agli altri servizi del centro benessere in cui ? inserito, organizza anche eventi e serate a tema, anche con la presenza di ospiti ed esperti di settore (produttori, sommelier, ecc.). ?

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Informazioni ? Ristorante MOA

Via Risorgimento 50,

Caltignaga (NO)?

Tel.?+39 328 7791312

E-mail. Info@moarestaurant.it

Sito Web. https://www.moarestaurant.it

Orari.

Pranzo: 12:30 ? 14:30

Cena: 19:30 ? 00:00 (la cucina chiude alle 22:30)

Giorno di chiusura: Marted?

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[04/14/2024, 19:43] My Brilliant Italy

My Brilliant Friend by Elena Ferrante was made into a TV series. We?ve been watching it here on the island. I have been struck by how many places and themes hit home for me. In fact, I had a bit of an epiphany in its 3rd year. I don?t know how to accurately say it, but it was as if a confluence of memory and observation coupled with an ancestral energy. Like recognizing something I am at first seeing. Anyway, it really moved me to thinking about what it really means to be Italian and have Italian feelings. Especially in the wine world, where we witness all manner of people who position themselves (and their ?branded selves?) as experts, capable of influential consequences beyond themselves.

It is a bit folly to watch it. Meanwhile, swimming in this genetic/memory/observational soup over that last 50 or so years, I realize I have a unique picture of the Italy that has been presented to me. 60 trips, most for a week, some for months, some for extended weeks. 21 trips to Verona and Vinitaly! Nothing longer than three months. In and out. No full immersion for a year or more. But still, the impression has been made. My brilliant Italy has left an indelible mark on my soul and on my chromosomes.


I say this right now, because when I observe people as they are visiting Italy, for work or for pleasure, they seem to relate to a version of Italy that becomes unique to their experience. And inexperienced travelers might tend to conclude that the Italy that they are encountering is the same Italy for all of us. And from what I can tell, talking to other travelers and residents (of Italy), it ain?t necessarily so. There are thousands of Italy?s. So, for someone to exclaim that they now know Italy, because they made the tour of Rome-Florence-Venice-Amalfi Coast, or they made it to the top of Mt. Etna, or any number of singular adventures that might seem to define for one what Italy is ? it just isn?t. Or at least, it isn?t enough. It?s reminiscent of the story about the blind men and the elephant. Italy is bigger and more brilliant than any one person and their visions and theories of what it is in their mind.

And while I?m standing on top of the soap box, Italy isn?t just about food or wine or antiquities or architecture or art or music or romance or history. Italy is longer and wider than time and place. It is so much more than my little view of it. And yours too.

So, let that sink in and hopefully this little rant will compel you to rethink what Italy is in the larger scope of the universe of things. Yes, it is wonderful. Yes, it is romantic. Yes, the food and wine and art and music are incomparable. But know that there is a deeper, richer, more timeless Italy than anyone of us can imagine.

As Hamlet uttered, ?There are more things in Heaven and Earth, Horatio, than are dreamt of in your philosophy.?

So, it is. 

 

 

? written and photographed by Alfonso Cevola limited rights reserved On the Wine Trail in Italy
wine blog +  Italian wine blog + Italy W
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[04/12/2024, 09:45] Genova Wine Festival 2024, due o tre cose che so di lui


La seconda edizione del Genova Wine Festival, da qui in poi GWF, anno 2020, era bella che pronta a partire ma il lockdown ce l'ha levata di sotto il naso. Annullata, cancellata, non si fa. Tutto quel che ? successo dopo ? storia, ma ora che parlo di GWF 2024 non posso non iniziare con questo ricordo spiacevole. Un giorno studieranno questo incipit nelle scuole di scrittura creativa e lo indicheranno come esempio negativo: non iniziate un racconto con una menata. Quindi per emendarmi un po' da questo attacco respingente vi dico che succede adesso, ma a modo mio, per punti, elencando con attenzione le cose che non leggerete nei comunicati stampa. Che non cielo dicono.

Nota di stile: i link li metto tutti alla fine cos? se non vuoi sorbirti il pippone scrolla gi? in fondo.

Il Genova Wine Festival ? una figata

Nel panorama delle infinite rassegne enoiche questa ? una fiera su invito. Significa cio? che noi, il team di Papille Clandestine che organizza, ci siamo tolti lo sfizio di creare il nostro dream team degli espositori, scegliendo chi ci piace. Questa cosa ha creato infiniti guai per un motivo essenziale: le aziende eno che hanno successo e vendono tutto il prodotto senza alcuna fatica non fanno fiere. "Non ho vino. A che mi serve? La domenica riposo. Non ne ho voglia. Quel giorno ho judo":  normalmente ci hanno risposto cos?. Quindi li abbiamo implorati (alcuni anche moltissimo): per favore, siamo simpatici, siamo creativi, siamo umili, facciamo cose. Ha funzionato con una cinquantina di loro, che qui adesso ringrazio ancora, mentre a quelli che ci hanno risposto gne gne posso solo dire: vabb? tanto ci riproviamo l'anno prossimo. (Che a dirla tutta, veramente no, c'? pure qualcuno che ci siamo detti: "questo ? simpatico come un ausiliario del traffico e lo depenniamo forever". Sei forse tu, che leggi ora, quello? Eh, saperlo).

Papille Clandestine ? una macchina da guerra
L'associazione che organizza GWF si chiama Papille Clandestine ma nessuno la chiama cos?, ci chiamano tutti Papille Gustative e io ormai ci ho rinunciato a correggere, ragazzi cambiano nome che tanto usano quell'altro. Comunque sia l'associazione ? composta da una cupola di (circa) una dozzina di pazzi furiosi, quorum ego, ognuno dedito a uno o pi? aspetti che compongono una fiera del vino: il termine "logistica" non spiega niente, ci sono un milione di dettagli che vanno incastrati con precisione e i papilli (chiamiamoli cos? che faccio prima), durante innumerevoli riunioni operative nottetempo che manco i carbonari, sono esattamente i cavalieri che fecero l'impresa. Ogni dettaglio ha avuto il suo curatore, e ogni associato ha lavorato assai. Io per esempio mi sono occupato tra l'altro di laboratori (alcuni), eventi off GWF (alcuni) ma soprattutto una parte che ho amato molto, sognare a occhi aperti: "Fiorenzo chi chiameresti? - Ecco, io vorrei questo e quello". E poi via cos?.

La ricaduta sul territorio
Questo capoverso ha un titolo troppo serio, era meglio se lo cambiavo con uno cazzaro. Per? un po' ? vero, ci piaceva l'idea che la citt? risentisse in positivo di questa rassegna. Per questo ci sono numerosi eventi che collegano alla rassegna le realt? produttive cittadine (sto parlando come un assessore leghista, lo so, ora la pianto). Insomma ci sono queste serate in diversi ristoranti ed enoteche di citt? che comunque generano una vibe positivissima intorno al GWF. (Ho usato "vibe", ora sono a posto). Inoltre questa fiera consente l'accredito gratuito agli operatori, e signori miei questo succede a Genova, scusate ma mi pare rilevante. Di nuovo, ci piace accogliere gli enofili e ci piace avere un occhio di riguardo per quelli che fanno del vino il loro lavoro: come mi disse una volta un signore che stimo, "il vino si fa per venderlo".

E direi che basta, come post che annuncia "arriva il GWF 2024". Ci si vede il 4 e 5 maggio. Ecco i link come promesso.

Genova Wine Festival ? una (orgogliosa) produzione di Associazione Culturale Papille Clandestine.
La homepage di GWF ? qui, contiene tutto quel che c'? da sapere (tipo quali aziende ci sono).
Siccome tutto accade a Palazzo Ducale a Genova, date un'occhiata alla location (La grande bellezza, proprio).

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[02/22/2024, 12:23] Report, quello di adesso, 2024

Perch? scrivere l'ennesimo wall of text quando c'? gi? chi se la sbriga meglio, e pure velocemente? Allora tanto vale linkare Ernesto Gentili, che dice tutto quel che va detto sulla nuova puntata di Report dedicata, con modi sommari, alla nostra bevanda del cuore. Giusto una citazione:

"Dopo aver sentito definire WineandSiena come uno degli eventi pi? importanti del panorama nazionale e aver scoperto, bont? loro, che ci sono perfino due produttori (uno scovato in Abruzzo e uno in Veneto) dall?animo puro, qualche dubbio che ci stiano prendendo in giro pu? anche sorgere".

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[11/03/2023, 10:09] Di Fornovo, fiere, fastidi, e un libro (fondamentale)


Sono partito per Fornovo avendo in testa questo passaggio, tratto dall'opera pi? fondamentale recente sul vino (Epistenologia, cio?).

?Esco dall?ennesima fiera del vino, vivo vitale naturale indipendente nudo critico resistente e corsaro, con consueto disagio e un gran mal di testa. Non sono i solfiti, certo che no, e poi tanti vini che ho amato son qua, gli irregolari e scomposti. Non ? questo, non ti agitare: non ho cambiato gusti rispetto al precedente viaggio. ? piuttosto il chiacchiericcio costante da indulgenze plenarie, tutta quella polvere che l?ambulare continuo da un banco a un altro, da un ?prova questo? a quest?altro solleva, insieme alle solite baggianate sulle annate e le frasi fatte che le accompagnano. Tutto questo mi procura un po? di fastidio, ma sono io, non ? certo colpa del vino. Abbiamo conosciuto dei vecchietti siciliani un po? persi e sperduti per la prima volta evidentemente portati a Milano perch? ora il loro ?prodotto? si vende. Mi piace il loro vino ma non per quel misero assaggio al banchetto, dosi talmente omeopatiche che sembra di essere in quel film di Antonioni dove si gioca a tennis senza pallina; mi ? piaciuto perch? mi piacciono loro, e questo non ? un surrogato rispetto al piacere del vino. Anzi, ormai sono questi gli aspetti del vino che noto: quella frase ?conta solo quel che ? dentro il bicchiere? ? qualcuno ancora lo dice, e con supponenza, come se rivelasse una verit? persino profonda ? non vuol dire nulla. Non c?? nulla solo dentro il bicchiere, perch? quel che ? dentro ? sempre anche fuori. Nemmeno dal rigoroso punto di vista delle ricerche sul percepire: perch? gustare, come ormai sanno tutti, ? multi- e cross-sensoriale.
Poi una volta che esco m?infastidisco anche di me che ho provato fastidio?

Insomma ero malmostoso, preventivamente. Ma poi quell'ultimo passaggio, "mi infastidisco anche di me che ho provato fastidio", per me arriva a proposito, siccome mi ci specchio dentro da un pezzo.


A Fornovo pioveva (ma che notizia ?, del resto)

Fatto sta che ho improvvisato qualcosa per evitare il fastidio. Questa edizione di Fornovo era per me pi? libertaria del solito, non avevo mappe o desideri. Cos? in mezzo ai molti produttori notissimi, con folle di assaggiatori al tavolo, ho scelto sempre i tavoli dove il produttore meno noto, o proprio sconosciuto, era da solo, mezzo triste mezzo assonnato. Ecco, ho fatto una raffica di assaggi cos?. E sono stati quasi tutti assaggi molto interessanti, al punto che pure essendo partito per Fornovo pensando "non mi serve nulla" adesso ho tre o quattro nomi che considero con favore. Forse questa formula destrutturata si rivela ideale, ma comunque Fornovo non ha deluso nemmeno quest'anno.

Sconosciuti a me, sconosciuti al mondo come lo frequento, il mondo digitale, internet, la conoscenza condivisa. Che nel frattempo ? diventata cosa? Pure quella vittima di una forma di enshittification, ovvero: alcune cose cambiano, ma inevitabilmente in peggio. Potrei fare qualcosa in proposito per rimediare, uno di quei post riassuntivi di nomi, aziende, assaggi, schede, punteggi. Ma ci sono due problemi: ho detto che ho scelto in via preventiva produttori depressi e abbandonati, ora che figura ci faccio ad elencarli? Ma soprattutto: siccome non possiamo non dirci perulliani, cio? seguaci della filosofia di tanto autore, che smonta senza scampo chi fa il mestiere del redattore di schede (io, tra l'altro!), come si fa?

Ci? ? fastidioso, no? E ovviamente m?infastidisco anche di me che ho provato fastidio.

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[10/18/2023, 11:58] Due assaggi della domenica e si scopre che


Quando arriva domenica metto da parte qualche assaggio della festa, e riservo a quel giorno bevute che immagino pi? divertenti. Anche se come sempre quando apro una bottiglia di vino non so mai davvero cosa mi aspetta, come la scatola di cioccolatini di Forrest Gump. C'? un'idea di massima, spesso delle aspettative, che finiscono sempre per intralciare l'assaggio, o ti deludono o resti sorpreso, ma appunto non sai mai.

Ecco il Rosso di Montalcino 2022 di Tiezzi: produttore molto stimato per il lungo cursus honorum, per aver fatto cose grandiose col sangiovese a Montalcino su due piccoli vigneti, il Poggio Cerrino e Vigna Soccorso. Dunque mi aspettavo la sangiovesitudine e la montalcinit? (non saprei come dire meglio) in fondo a quel bicchiere. Aspettative molto soddisfatte: il Rosso subito ha un naso truculento di sangue e macelleria, poi si quieta piano verso il mentolato (un naso di erba aromatica, verde, direi) e il frutto. Bocca super salda, tannino davvero squillante, sorso dritto e verticale, come a dire di grande soddisfazione, nel complesso un vino che mi piace perch? non rinuncia al carattere ruvido e nello stesso tempo ? appagante, sul finale risulta confortevole a dispetto delle premesse e del quadro generale. Ma come ci riesce? Beh, ci riesce. Il genere di assaggio che vorrei rifare il giorno dopo.

 

E una retro etichetta non ce la vuoi mettere?


Nel relax del fine pranzo risento il Rum Millionario 15 Reserva Especial, solera, che viene dal Per?. Posso ripetere quel che ho detto l? per l?: non me lo ricordavo cos? buono. Assaggio che supera le aspettative quindi, perch? io guardo spesso al Rum (quello nello stile dolcione, perlomeno) come a una bevuta un po' appesantita dalla zuccherosit?, tant'? che il Rum migliore ? quello che riesce a maneggiare la botta mielosa alternandola ad altro - ma a cosa? Qui c'era in effetti un alcol pulito, l'invecchiamento col metodo solera lo ha asciugato, la bocca era sollecitata ma non stuccata di dolcezza lasciva. Caspita, mi dico da solo, bravo Millionario, bel lavoro. Ancora adesso non so come mai non lo ricordassi cos? bene, serviva proprio il ripasso della lezione.

Ora mi devo studiare qualcosa di nuovo per la prossima domenica, vediamo che mi invento.


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[10/10/2023, 10:05] Brut Tradition Vorin-Jumel. Le basi, proprio

Qualche considerazione dopo l'assaggio del nuovo Champagne Brut Tradition di Voirin-Jumel. Nuovo in quanto c'? stato un piccolo cambiamento nelle percentuali delle uve dell'assemblaggio, ora predomina il pinot nero col 61%, il restante ? chardonnay. Fino a un paio d'anni fa era cinquanta-e-cinquanta. Essendo arrivato fresco fresco, potevo esimermi dall'assaggiare subito, curioso come sono? Non potevo. 

Direttamente dalla mia galleria personale

Quindi ecco: il pinot nero prevale quanto basta, senza strafare, cio? non esagera in potenza ma fa il suo bel lavoro, conferisce una certa fierezza. Lo chardonnay segue a ruota, in secondo piano ma certo non dimesso, col suo corredo di crema pasticcera, insomma un po' di delicatesse che serve a completare il quadro. La retro etichetta ? del genere parecchio esplicativo, ci tiene a dire tra l'altro che la cuv?e in questione ? essenzialmente figlia della vendemmia 2020, e fa bene siccome ? una bellissima annata, col tradizionale saldo di vini di riserva.

Questo ? il genere di Champagne-base che praticamente ogni maison ha nel suo listino, in un certo senso ? il vino che rappresenta lo stile e le capacit? appunto basiche di chi produce. Per me i brut tradition (spesso si chiamano tutti cos?) sono assai significativi, perch? definiscono la champagnitudine (esiste 'sta parola? Boh) in maniera essenziale: eccolo qui, lo Champagne. Un po' come quando metti alla prova lo chef chiedendogli di fare la pasta al burro: vediamo un po' quanto sei bravo. E succede che quello ti stupisce tirando fuori un gran piatto, fatto di semplici materie prime di alto livello, e classe nell'esecuzione.


La retro in tutta la sua dettagliata spiegazione

Ma questo brut tradition, si diceva: bello e godevole, profuma di agrume e pan brioche, in bocca ha la vena salata tipica del genere, con quel dosaggio zuccherino che non ? n? poco n? tanto, ma ? in grado di sedurre le masse. Nuovamente, questa ? la missione delle cuv?e basiche, essere facili senza tradire la verve della tipologia. E farsi bere con volutt?. Il tradition di Voirin non mi delude nemmeno stavolta col piccolo cambiamento nel dosaggio. Ce ne sono tanti come lui, ma questo ? il mio. In quanto scelto da me.

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[07/07/2023, 08:23] Com'? fatto un produttore di vino

Oggi ho mandato un mail ad un vigneron che mi fornisce cose buone. L'indirizzo mail solito ha un autorisponditore, ed ecco la risposta:


Tradotto liberamente: ciao ma ho avuto una bimba, la seconda (la famiglia cresce!) quindi fino ad agosto ho il mio da fare, parlane con mia sorella o col cantiniere (seguono email relativi). 

Ecco, quando si parla, molto, di differenza tra produzione artigianale e produzione industriale, io ci mettere pure questo, come distinguo: il vignaiolo (vignaiola, in questo caso) artigianale ? un umano, al quale capitano felicemente cose umane, quindi regolati di conseguenza, aspetta un attimo, parlane con chi mi sostituisce perch? adesso non posso. Questo, spero sia chiaro, ? alquanto meraviglioso, ? l'essenza dell'avere a che fare con umani, e non con misteriose SpA, o gente che in vigna ci va per sport, se ci va. E again spero sia chiaro, questa enoteca sceglie pervicacemente fornitori della prima specie.

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[06/09/2023, 12:32] Di ritorno da Pantelleria, assaggi e cogitazioni laterali


Pantelleria ? una terra aspra. Distante, ai confini meridionali dell'Europa, spazzata da un vento impietoso che non a caso ? all'origine del suo nome arabo. Terreno vulcanico, ovunque la lava spunta con le sue lame di pietra nera e affilata. Isola senza spiagge, circondata da scogli inaccessibili fatti della stessa lava che scartavetra le estremit? degli umani, i quali pensando di essere al mare cercano un punto dove, chess?, fare un tuffo. Molto meglio fare camminate in mezzo a quella natura, meglio il trekking. Le strade sono spesso strettissime e inerpicate, ricordano le single track road viste in Scozia, quando preghi di non trovare nessuno in direzione opposta, perch? non sapresti dove accostare. Ma cos? hai la scusa buona per percorrere quelle strade molto lentamente, per goderti i paesaggi spettacolari tutto intorno. Nei pochi giorni in cui ho pilotato la vettura noleggiata, ho tenuto praticamente sempre la seconda marcia. La terza quasi mai. La quarta e la quinta sono praticamente inutili. 

Il vigneto pantesco (di Pantelleria, cio?) ? fatto cos?.

Pantelleria ? una terra estrema e difficile, le piante della vite sono alberelli infossati a proteggersi dal vento, e sono un bel disagio da vendemmiare, l? in basso. Questa terra dove l'uomo ha dovuto creare residenze, i dammusi, fatti di mura spessissime a proteggersi dal caldo che diciamo africano per amore dell'iperbole ma qui lo ? davvero, siccome siamo davanti all'Africa, questa terra durissima produce uno dei vini pi? dolci, flessuosi, accoglienti, confortevoli e deliziosi del globo. 

Il Passito di Pantelleria sembra la reazione opposta al suo contesto, quasi a contraddire le premesse. Qui sostanzialmente c'? un'unica uva, il moscato di Alessandria o moscatellone o zibibbo, clone diverso dal piemontese moscato bianco di Canelli. Vinificato come vino secco, senza alcun residuo zuccherino, ha l'aromaticit? gradevole del vitigno con un carattere spiccato e, questo s?, direi territoriale, indomito. Nella versione passita tocca il suo vertice, come dicevo pare un negativo fotografico di quella terra.

La situazione produttiva enologica a Pantelleria non ? dissimile da quella del resto del mondo: esiste un artigianato encomiabile che propone passiti da tuffo al cuore, struggenti e sensazionali. Esiste anche qualche tipo di industria che fa numeri ed ? certamente pi? pittoresca e turistica, diciamo. Nelle loro cantine si trovano pi? facilmente etichette disponibili e milanesi imbruttiti. I vini della prima categoria sono eternamente introvabili, e pure la visita in cantina ? meno agevole ("venite pure ma vino non ce n'?"). Lascio al mio lettore indovinare quello che piace a me. A questo proposito, ecco un paio di assaggi.

Salvatore Murana
Produttore storico, amato, stimato, rispettato. Vini inappuntabili e densi non solo nella struttura della dolcezza, ma anche densi di suggestioni e richiami. Murana ha diverse versioni del suo passito, Martingana imperativo e solenne, Mueggen una pietra miliare, Turb? apparentemente pi? delicato. Gad? ? la versione secca della stessa uva, salino e ampio. Il "Creato" ? raro e prezioso, ora si beve il 1983 (non ? un refuso) perch? affina per decenni, letteralmente. Ho provato a chiedere il suo prezzo, e alla risposta ("costa come un biglietto aereo per Pantelleria") non ho ritenuto di fare altre domande. Certo, che meraviglioso privilegio averlo nel bicchiere, con quel colore brunito e il finale interminabile.

Gli assaggi da Murana.

I vigneti intorno.

Da Murana ? visitabile, tra l'altro, il giardino pantesco: costruzione circolare a proteggere, di solito, una pianta di agrume, che senza il riparo non potrebbe crescere.

La retro etichetta del Creato racconta gi? molto.

Mueggen ha un equilibrio perfetto tra frutta essiccata e note marine.

Salvatore Ferrandes
Ci vuole un po' di fortuna, nel caso di Ferrandes: per trovarlo, anche geograficamente intendo, e trovarlo disponibile perch? gli impegni che ha sono numerosi, il lavoro in vigna per esempio. E comunque ? un altro produttore che, dati i numeri, ha scarsissimo vino disponibile - abbiamo prenotato qualcosa, abbiamo incrociato le dita, ora speriamo. Il suo passito ha una tensione dolce struggente, tiene impegnato l'assaggiatore per mezz'ore col naso infilato nel bicchiere perch? ogni olfazione ? un nuovo riconoscimento, una nuance inedita. In bocca pressoch? infinito. 

La strada per arrivare da Ferrandes ? una cosa cos?.

Assaggio di grande intensit?, definitivamente.

La (micro) cantina di Ferrandes, solo acciaio, niente legno.

L'uva appassita, peraltro buonissima.

E gli altri che non nomino
Nei miei giri per cantine naturalmente ho visitato anche il fashion e il decadente, poi c'? quello che non risponde al telefono e quello che non risponde alla mail, tutti questi non li nomino essenzialmente perch? non ho voglia di grane. Io comunque consiglio, nei preparativi delle visite di cantina, di infilare sempre un produttore che potrei definire industriale, o modaiolo, quello che ha sempre vino e ha la struttura fatta apposta per accogliere l'enoturista: ? un tipo di conoscenza utile, didattica, spesso costoro hanno numerosi meriti, consentono la visione ampia e soprattutto consentono di fare la scelta finale, viste tutte le opzioni.
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[04/01/2023, 09:27] Aspettati l'inaspettato


In questi giorni ho scaricato tra le altre cose il Dolcetto d'Alba 2022 di Francesco Principiano. Produttore di formidabili nebbiolo e Barolo in Monforte, Principiano riesce a stupire pure con cose solo apparentemente piccole, come questo dolcetto.

La denominazione del dolcetto ? vasta e varia: Ovada, Alba, Dogliani, Acqui, Asti, e altre che dimentico perch? sono troppissime. Io sono un fan di Ovada, per molteplici motivi che hanno a che fare col chilometro zero (praticamente Ovada ? entroterra di Genova) e col fatto che l? la mia famiglia aveva vigneti, lo scorso millennio, e io facevo vendemmie e lavori connessi. Senza dire che molti Dolcetto di Ovada sono buoni come il pane - e a questo proposito ultimamente da un ovadese fatto assaggi molto interessanti, ma questo ? un altro discorso, e un altro post.

Il Dolcetto d'Alba di Principiano, dicevo. Si conosce bene, nel nostro giro, la triste storia del dolcetto albese: volentieri espiantato per far posto al nebbiolo che ? pi? figo e, ops, remunerativo, sta diventando raro (quello buono). Anche per questo ho preso al volo l'occasione di aggiungere il dolcetto agli altri rossi del produttore. E adesso scusate, mi faccio i complimenti da solo, ho fatto proprio bene: che meraviglia nel bicchiere. Floreale di violetta come da accademia dell'assaggio, frutti neri fitti, bocca succosissima e viva, tannini e un po' di agrume rosso su quel finale cos? langarolo, ruvido con simpatia. Un po' non te lo aspetti, ma vedi? Bisogna aspettarsi l'inaspettato. 

A voler dare punteggi io direi 87/100, in enoteca circa 11 euro, roba da prenderne a casse, ecco.

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[01/11/2023, 08:54] Intelligenza naturale

Probabilmente sapete gi? cosa sia Chat GPT, la miglior versione di intelligenza artificiale in grado di elaborare testi e semplicemente chattare sulla qualsiasi. Oggi ci siamo intrattenuti in una simpatica conversazione, e il risultato, direi, non ? niente male.

"Il vino naturale ? un tipo di vino che viene prodotto senza l'utilizzo di additivi artificiali o conservanti e con il minimo intervento possibile durante il processo di produzione. La fermentazione avviene generalmente con lieviti presenti naturalmente sull'uva, senza l'aggiunta di lieviti selezionati in laboratorio. Inoltre, tali vini spesso non vengono filtrati o chiarificati prima dell'imbottigliamento".

Con Chat GPT si accede facilmente con l'account Google, per chi non ha voglia di ulteriori login. E con il robot uso modi educati, perch? quando Skynet prender? il potere si ricorder? che sono una personcina a modo, e non mi sterminer?.

 

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[12/10/2022, 09:48] Aprire in caso di panettone


Nel campionato molto stagionale del vino da panettone, questo assaggio recente della Malvasia dolce di Camillo Donati sale agilmente sul podio. Annata 2017, quindi un po' di stratificazione, e dolcezza suadente, mielosa senza stanchezza. La rifermentazione naturale in bottiglia le d? un'effervescenza pimpante, adatta ad abbinarsi al lievitato butirroso di un panettone ricco. Attenzione solo al momento della stappatura, perch? il tappo (metallico) libera una gran quantit? di effervescenza - tenete il bicchiere molto vicino, non si sa mai. E soprattutto, sprecarne anche una goccia sarebbe un vero peccato. In enoteca sta sui venti euro, ed ? arrivato il momento: aprire in caso di panettone, ma provata pure su formaggi appena stagionati, una delizia.

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