C'? un mare, che dell'elemento mediterraneo rappresenta l'ideale e sostanziale prosecuzione verso l'oriente. Uno strano bacino, che agli osservatori poco avvezzi alle discipline geografiche da l'impressione di un grande lago. Ma solo un disattento e colpevole sguardo pu? travisare la vera natura del Mar Nero. Un anomalo limes climatico, geografico e culturale, nel quale i fenomeni marini, meteorici ed antropici si intrecciano, si combattono e dialogano, come nell'ideale preludio ai limitrofi orizzonti caucasici.
A dispetto del suo aspetto lacustre era molto temuto dai navigatori dei secoli passati, che avevano come riferimento il faro della citt? anatolica di Trebisonda. Nelle notti buie e burrascose, "perdere la Trebisonda" poteva significare il trovarsi dispersi in un mare insidioso ed inospitale solcato dalle gelide ed indomite correnti provenienti dalla pianura ucraina, abili a rendere le sue acque fredde e scure. Il nome stesso (Mar Nero) pare che sia stato attribuito dai turchi sopraggiunti nell'area per distinguerlo dal meridionale e caldo Mediterraneo, da loro chiamato "Mar Bianco". Con lo stesso criterio, secondo alcuni, pare che siano stati attribuiti anche molti altri top?nimi (Nilo Azzurro e Nilo Bianco, la Bielorussia, il Montenegro e l'Albania).
Il clima di questo bacino ? in alcuni casi temperato, in altre zone pi? freddo. Ma in particolari situazioni, dove le catene montuose frenano i gelidi venti del nord, il clima si fa decisamente mediterraneo, con caratteristiche temperate e gradevoli, ideali alla viticoltura di qualit?. E pare che alcuni dei ceppi originari della vite abbiano proprio avuto origine nelle regioni costiere della Georgia e della Crimea.
La Crimea, il cui nome ci evoca guerre antiche e cariche avvincenti. La cui terra si rivela sorprendentemente prodiga di vini dolci e pregiati.
I vini di queste terre assumono prerogative antiche, con tendenze diverse da quanto ? oramai consolidato nelle enologie occidentali. Difatti, diversamente da quanto avviene per la nostra produzione, la gran parte dei volumi di vini prodotti nell'area ? costituita da vini ad alto contenuto zuccherino residuo, ottenuti anche con l'impiego delle anfore nelle fasi di vinificazione ed affinamento.
In occasione del vino dei blogger#12, proposto da Marco Cenci, ho pensato di parlare del pinot grigio 2002dolce (?i?? ??i) prodotto dall'azienda Massandra (????????), situata nell'omonima localit?ucraina. Ho cercato, con molte peripezie, di ottenere alcune bottiglie prodotte da queste azienda, il cui nome suscita molte suggestioni nel cuore di ogni amante del mondo enologico. Quando, finalmente, mi sono arrivati questi oggetti da noi pressoch? introvabili non ho potuto resistere da un assaggio.
Il fascino del retroterra storico, geografico e culturale che questo vino ha estrinsecato all'assaggio, hanno pienamente ricompensato il disagio di una lunga attesa, ripagandomi con una pienezza di gusto e di aromi di grande eleganza.
Questo splendido vino viene ottenuto con uve della cultivar pinot grigio raccolte in vendemmia tardiva, sottoposte a leggero appassimento ed avviate alla vinificazione in anfora. Successivamente, la prelibata bevanda, subisce un periodo di invecchiamento in legno di due anni dopo di che viene destinato all'imbottigliamento ed all'affinamento in bottiglia. Il grado alcolico finale ? pari al 13% del volume (senza ricorso alla pratica dell'arricchimento). Il colore ? rosso granato, molto caratteristico. Il profumo ? molto piacevole e ricorda il miele ed i fiori degli agrumi. Il gusto ? pieno e raffinato, molto dolce, bilanciato da una gradevole nota acida, in un connubio tale da renderlo molto adatto come compagno di un pomeriggio di lettura. Ottimo anche abbinato al consumo di dolci a base di frutta. In Ucraina si usa, ad esempio, degustarlo insieme ad uno strudel di prugne (???????? ?? ???????). La prova da me fatta mi ha dato soddisfazioni davvero notevoli.
Il prezzo??? In Italia non ho parametri economici precisi ma, in Ucraina, viene venduto ad un prezzo di circa 12 euri. Un costo davvero contenuto per un autentico capolavoro.
Allora cosa dire??? Buona Salute a Tutti!!! Pierluigi Salvatore.
NELLE FOTO: VEDUTA DELLA FORTEZZA GENOVESE DI BALACLAVA, ALCUNE BOTTIGLIE PRODOTTE DALLA CASA VINICOLA "MASSANDRA". NEL VIDEO: ALCUNE IMMAGINI GIRATE NELLA STESSA CASA VINICOLA (VIDEO TROVATO IN RETE).
Come era successo per l'edizione numero 6 promossa da Aristide, anche per questa ? stata d'ispirazione l'imminenza della stagione calda. Ed i risultati sono stati analoghi. Difatti, come era accaduto lo scorso mese, anche il nostro gioved? ? stato funestato da piogge di tipo monsonico. Nel mio caso ho addirittura pubblicato il post durante una poetica grandinata!!!
Questo ? l'elenco dei partecipanti ed i loro post.
Maria Grazia Melegari di Soavementeha realizzato, "tradendo" la vocazione veneta del suo blog, un post davvero interessante avente come oggetto l'Ansonica Costa dell'Argentario della Fattoria La Parrina 2006. Parla con passione della sorpresa ricevuta da un bianco prodotto in una terra di grandi rossi come ? la Toscana. E lo fa con una lodevole dovizia di particolari, mettendo in risalto la notevole freschezza del prodotto, le cui caratteristiche rendono piacevolmente armonico l'insieme, nonostante l'importante tasso alcolico. Le note floreali tipiche dell'ansonica hanno fatto il resto. Complimenti all'amica Maria Grazia.
Giacinto Chrichella di Maiale Ubriaco ha postato un articolo molto bello sul Cilento Bianco DOC 2004 di Carmine Botti. Giacinto parla di un rischioso esperimento andato fortunatamente a buon fine, facendo invecchiare questo vino genuinamente cilentano vinificato in acciaio. L'affinamento in bottiglia ha esaltato la naturale complessit? del Fiano, dimostrando l'eccezionale longevit? di questo prodotto, rendendolo degno compagno anche degli ottimi prodotti caseari che la Campania offre. Complimenti a Giacinto.
MarcoGrossi di Imbottigliato all'Origineha realizzato un post che descrive un'autentica svolta nel campo enologico, descrivendo il Tabula Rasa dell'Azienda Agricola Molinelli di Ziano Piacentino, nell'area dei Colli Piacentini. Il suo racconto mi rimanda alle lezioni dell'anziano ed orgoglioso preside dell'Istituto Agrario nel quale mi sono diplomato (I.T.A.S. "P.Cuppari" di Alanno-PE) quando, parlando della catastrofe epocale della fillossera, definiva le strategie degli anni seguenti, che comprendevano, in alternativa alle barbatelle con piede americano tollerante, lo sviluppo di ibridi produttori diretti da poter mettere direttamente a dimora per talea. Strategia che non ha avuto sviluppo, in quanto l'ibridazione mendeliana con la vite americana portava spesso a snaturare la tipicit? delle uve. Ma in alcuni contesti sono rimaste delle piccole realt? produttive, spesso bistrattate. Marco ha invece portato il caso molto interessante della famiglia Molinelli che ha creduto in un vitigno figlio di quell'epoca (ottenuto dall'incrocio tra il Sauvignon ed uva americana), facendone stilare la scheda ampelografica da un luminare dell'Universit? di Piacenza e brevettandolo come vitigno di famiglia. Un vitigno di confine sotto molti aspetti, sia concettuali che geografici. Un vitigno che, alla vinificazione, pu? presentare molte gradite sorprese dalle intensit? pari o forse superiori allo stupore che ho provato leggendo questo bellissimo post. Complimenti Marco.
Luca Risso di TheWineBlog.net ha invece descritto un prodotto meno stravagante ma non per questo meno interessante: la Malvasia Novae 2005 della Cantina Cerveteri. La particolare tecnica di vinificazione tendente a salvaguardare la composizione qualitativa dell'acidit? fissa rende questo vino ricco in freschezza e piacevolezza. Il complesso aromatico tipico delle malvasie (e quindi di questa bella malvasia laziale) chiudono il quadro di un perfetto vino estivo. Complimenti Luca.
Luciano Pignataro ci ha invece riportati in Campania, facendoci respirare le atmosfere della Costiera Amalfitana, con la famosa colatura di alici di Cetara ed i cartocci di pesce fritto (in Campania chiamati "cuoppi", con vari significati) che rappresentano la tradizione di tutte le coste del Mediterraneo. Luciano, in questo idillio, ci ha sorpresi con un bel post sul Selim 2006 Spumante capsula nera dei Viticoltori De Conciliis di Prignano Cilento. Luciano descrive con attenzione questo spumante (ottenuto con uve delle cultivar Fiano ed Aglianico) in grado di mettere in discussione molti pregiudizi sugli spumanti campani e meridionali, ponendo il lettore nella predisposizione e nell'attesa di trovarsi in riva al mare con un cuoppo (il cartoccio di pesce fritto, non la donna o l'uomo spregevole!!!!) ed un bel calice di Selim. Nel rosso sfondo di un tramonto di mezza estate. Complimenti Luciano.
Mirco Mariotti di Blog&Wine ha iniziato il suo post facendo una panoramica sulle numerose cultivar di bianchi autoctoni dell'Emilia Romagna, andando a focalizzare la sua attenzione per un vitigno che per me rappresenta un mito, l'Albana, regina della Romagna. La scelta di Mirco ? ricaduta sull'Albana secca DOCG "Compadrona" 2005 dell'Azienda Poderi delle Rocche. La descrizione di questo bravo blogger si sofferma sulle peculiarit? del vitigno, le cui bucce sono molto ricche in polifenoli, tanto da rendere necessarie alcune accortezze nei processi di vinificazione, in modo da rendere le caratteristiche della cultivar dei veri punti di forza. I profumi e la ricchezza in glicerina dei mosti dell'Albana fanno il resto, rendendo possibile l'ottenimento di un vino piacevole e longevo, ottimo compagno di una buona piadina imolese. L'attenzione al territorio ed alle tradizioni rendono questo blogger molto interessante. Complimenti Mirco ed in bocca al lupo!!!
Jomar Brustolin di QVinho, direttamente dal Brasile, ha descritto nel suo post il Lurton Torrontes 2005, prodotto in Argentina. Il suo articolo ? scritto interamente in portoghese, lingua della quale non ho purtroppo dimestichezza. Ringrazio comunque l'amico Jomar che, con la sua partecipazione, ha dimostrato ancora una volta il carattere universalista e paritario della rete ed ha sancito il profilo internazionale del vino dei blogger. Complimenti Jomar. E grazie.
Massimiliano (Max) Cochetti di Wino, ovvero Marketing di Vino, ha invece parlato, nel suo post, di un vitigno simbolo della freschezza pi? (meritatamente) blasonata espressa dall'enologia italiana: il Prosecco. Quello descritto da Max ? il Borgo Fur di Sorelle Bronca, Colbertaldo di Vidor (TV), chiuso con la classica legatura a spago. Max parla con completezza dei profumi di questo Prosecco e del suo gusto che ben si armonizza con il clima caldo che tutti si aspettano per l'estate. Complimenti Massimiliano.
Terence Hughes di Mondosapore? assente giustificato.
Pierluigi Salvatore di Vini dal Mondo ha realizzato un post sul Bogdanu?a prodotto dalla Vinarija Plan?i? di Svir?e (Isola di Hvar, Croazia). Il Bogdanu?a ? un vitigno autoctono della Dalmazia, il cui nome significa "dono del Signore". Scusatemi se, come usa fare Maradona, mi sono appena citato in terza persona!!!
Questa edizione ? stata caratterizzata dalla presenza di molti vitigni interessanti, alcuni molto blasonati ed altri poco conosciuti, portati alla ribalta dalle descrizioni appassionate dei blogger di questa settima edizione. Due i vini spumanti menzionati.
Molto piacevole, a mio avviso, anche il profilo dei produttori oggetto dei post, tutti poco conosciuti dal grande pubblico. Questi viticoltori sono quindi stati menzionati non in relazione alla loro "influenza politica" ma in base alla passione per il loro lavoro concretizzata negli ottimi prodotti espressi. Un vero successo del blogging indipendente.
L'aspetto geografico ? stato davvero interessante, con un sostanziale equilibrio tra il nord ed il sud della penisola e tra i bacini tirrenico ed adriatico. I vini descritti sono stati prodotti nei seguenti territori: Campania (2), Emilia Romagna (2), Toscana (1), Veneto (1), Lazio (1), Argentina (1) e Croazia (1). Tre vini del nord Italia, due del centro, due del sud, quattro del versante tirrenico, quattro del bacino adriatico. Ed uno dal continente americano. Davvero un bel mosaico di profumi!!!
Voglio infine ringraziare i protagonisti di questa bella giornata per la passione dimostrata nella divulgazione enologica corretta e senza condizionamenti, passando il testimone al bravo Mirco Mariotti di Blog&Wine, al quale spetta ora l'onere e l'onore di organizzare la prossima edizione del vino dei blogger. La numero 8!!!
Allora cosa dire??? Buona Salute a Tutti!!! Pierluigi Salvatore.
La Dalmazia costituisce una regione geografica del tutto particolare, in quanto rappresenta il connubio di numerosi elementi che in quest'area si intersecano in maniera mirabolante.
Il territorio dalmata ? caratterizzato da catene montuose importanti che si sviluppano in prossimit? dell'Adriatico e dalla estrema insularit? della costa, che arriva a superare il numero di mille isole. Il clima ? prettamente mediterraneo, la cui alternanza ? condizionata dai due venti che interessano i versanti delle isole e delle coste: lo "jug" (da sud) e la bora (da nord-est). I versanti delle isole, le cui orografie presentano quasi senza eccezioni rilievi collinari aspri, vengono diversificati nell'aspetto e nella flora, caratterizzandosi dall'essere brulli nelle zone esposte a bora e rigogliosamente verdi nelle parti esposte allo "jug" ed allo scirocco.
In Dalmazia assumono una piacevole peculiarit? anche gli aspetti antropici e culturali, essendoci una naturale presenza multietnica, legata alle passate dominazioni ed alla limitata vastit? del Mare Adriatico, da sempre attraversato da scambi commerciali e creativi, tanto da renderlo una realt? unica. Roma (a Salona ? nato l'imperatore Diocleziano), Costantinopoli, l'antica Grecia, Venezia, l'Austria, l'Ungheria, gli ottomani ed altri ancora, fondendosi con la cultura croata, hanno contribuito alla variet? culturale di questo bell'angolo di Europa. Una realt? perfettamente fotografata dallo scrittore Predrag Matvejevi? il quale, facendo paragoni tra i vari bacini del mondo, definiva gli oceani come mari delle distanze, il Mediterraneo come mare della vicinanza e l'Adriatico come mare dell'intimit?. Anche lo scrittore Fernand Braudel afferma che, per le sue caratteristiche, l'Adriatico riassume in se tutto il Mediterraneo.
Tutte queste vicissitudini hanno condizionato anche la viticoltura, rendendo oggi disponibili numerosissime cultivar viticole, alcune delle quali diffuse in una sola isola. Come accade per la variet? oggetto del mio post, la Bogdanu?a, coltivata nell'isola di Hvar (Lesina), in Dalmazia centrale.
Questo vitigno si caratterizza dall'avere racemi di dimensioni medio-piccole raramente alati, acini di buone dimensioni e dal colore tendente all'ambrato. La sua diffusione ? di fatto limitata alla sola isola di Hvar ed in particolare nelle localit? di Svir?e, Jelsa e Vrboska, i cui terreni sono caratterizzati dall'abbondanza di scheletro nella tessitura e da alte percentuali di ferro nella frazione argillosa. Tali caratteristiche, unite al clima caldo secco ed al sistema di allevamento ad alberello, costituiscono fattori che consentono l'ottenimento di prodotti dalla qualit? eccellente.
Il Bogdanu?a da me assaggiato ? quello prodotto dalla Vinarija Plan?i? (una delle primissime cantine private in Croazia), la cui sede ? situata nel territorio di Vrbanj. La vendemmia avviene a settembre inoltrato e la vinificazione si effettua in vasi di acciaio inox, dopo aver svolto una breve criomacerazione. Il prodotto che se ne ottiene va bevuto giovane, al fine di cogliere tutta la suadenza del vitigno.
Questo vino ? caratterizzato dall'avere un colore giallo paglierino con riflessi tendenti all'oro, profumo floreale che ricorda lievemente la fioritura del tiglio, un gusto armonico, sapido ed avvolgente che, nel finale, rivela una acidit? importante, tale da conferire una straordinaria freschezza al prodotto. Il moderato tasso alcolico (12% vol.) lo rende ideale per il consumo estivo.
Si abbina perfettamente con piatti a base di pesce e frutti di mare. Penso per? che il suo meglio lo possa esprimere con un buon piatto di scampi alla buzarra.
Il prezzo??? E' possibile trovarlo ad un costo di circa 8 euri in enoteca. un prezzo sicuramente onesto per un prodotto fantastico come il Bogdanu?a, dal nome cos? musicale che, tradotto in italiano, significa "dono del Signore".
Allora cosa dire??? Buona Salute a Tutti!!!! Pierluigi Salvatore.
NEL VIDEO: FILMATO PROMOZIONALE DELLA DALMAZIA. NELLE FOTO: VEDUTA DELLA CITTA' E DEL PORTO ANTICO DI SPALATO, AREA ARCHEOLOGICA DI SALONA (SOLIN), VIGNETO A HVAR, BOTTIGLIA DI BOGDANU?A PLAN?I?. maptalks_motif={"background":"#f7f0e9","top_background":"#c5b4b9","top_text_color":"#a3234e","comment_background":"#f5e4e9","text_color":"#632035","blurred_text_color":"#632035","anchor_color":"#bf277e","border_color":"#ab8d9c","separators_color":"#ebbdcc"};maptalks_widget={"api":{"apiKey":"UxA8aXamtD9NgD6y47ZCYVancrFq0Wf5","type":"post","version":"0.1","id":"726","features":{"photos_box":"on","linked_resource":"on","comments_brief":"on","comments":"on"}},"iframe":{"width":"100%","height":"240px"}};
Siamo alla settima edizione del vino dei blogger e, in questi tempi, il desiderio di temperature torride si concretizza, stimolato dalle belle giornate e dall'imminenza astronomica della stagione estiva. Le mie afose serate dello scorso giugno sono state caratterizzate piacevolmente dai vini bianchi dal gusto fresco e dalla temperatura ristoratrice. Allora ho pensato: quale tema potrebbe interessare di pi? nell'imminenza dei mesi caldi? Quale refrigerio pu? essere pi? ristoratore di un buon prodotto che esprime pienamente un territorio?
Allora...veniamo al tema!! Parliamo di un bianco che a nostro avviso sia il pi? piacevolmente bevibile nel periodo estivo, ottenuto da uve autoctone.
La mia proposta:
fate mente locale sul vino bianco che nelle scorse estati pi? vi ha dato benessere e refrigerio;
fatene un ripasso, ovvero riassaggiatelo;
sono ammessi sia i bianchi tranquilli che mossi;
sono ammessi anche quelli elaborati in legno;
sono ammessi esclusivamente bianchi da vitigni autoctoni, anche in uvaggio, purch? le cultivar che ne concorrono siano espressione del territorio;
sono ammessi vini con denominazione I.G.T., D.O.C. e D.O.C.G.;
nessun vincolo sul prezzo e sulla provenienza geografica;
assaggio a temperatura consigliata;
? gradito un riferimento al cibo accompagnato;
seguendo il bell'esempio di Aristide pubblicheremo tutti lo stesso giorno, dalle 0,00 alle 24,00 di gioved? 7 giugno.
Oltre a queste piccole raccomandazioni invito anche tutti gli appassionati che non hanno un proprio blog a pubblicare le impressioni. Possono a questo scopo utilizzare blog di amici, oppure, posso mettere a disposizione il mio.
Per qualsiasi chiarimento non fatevi problemi...contattatemi pure (pie.sal@gmail.com), sar? mio piacere dare tutte le delucidazioni del caso.
Allora cosa dire??? In bocca al lupo...e...Buona Salute a Tutti!!!!! Pierluigi Salvatore.
Alcune settimane fa un famoso blogger italiano (Aristide) ha lanciato una interessante iniziativa, invitando tutti gli appassionati a parlare di vini rosati. Ho raccolto entusiasticamente la "sfida" ed ho deciso di descrivere in breve le caratteristiche di quello che si pu? considerare uno dei rosati di maggiore riguardo a livello mondiale. Parliamo quindi del "Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo".
La produzione del Cerasuolo rappresenta una variante del Montepulciano d'Abruzzo, dal quale si differenzia, basilarmente, per l'utilizzo di tecniche di vinificazione diverse che, per la tipologia principale avviene "in rosso", mentre per il Cerasuolo viene attuata, con molte varianti, la cosidetta "vinificazione in bianco".
Le uve del vitigno montepulciano sono notoriamente molto ricche di antociani, tanto che, anche dopo un contatto assente o poco prolungato delle bucce con il mosto avviene una buona cessione di pigmenti, con un risultato che ristora il cuore alla sola vista. Il colore rosato brillante, splendido nei riflessi, accompagnato da profumi che dietro le note delicate tipiche del frutto lasciano trasparire la potenza tipica del vitigno. Un connubio che da sempre ha affascinato i viticoltori abruzzesi che ne hanno fatto un figlio prediletto, adatto alla tavola di tutti i giorni ed all'ospite di riguardo.
La tradizionale produzione dei vini rosati ? molto radicata nella regione, sia nella fascia costiera che in quella del subappennino. Una consuetudine oramai consolidata che ci regala profumi e sapori ineguagliabili, al riverbero dell'incantevole colore. Sensazioni che stanno conquistando una fascia sempre crescente di semplici consumatori e di esperti qualificati. Un successo che si concretizza negli ottimi risultati che il Cerasuolo riscuote sulle guide e nei concorsi specializzati (si vedano ad esempio le sezioni dedicate ai rosati a denominazione d'origine del Concorso Enologico Internazionale del Vinitaly o della Selezione Nazionale dei Vini da Pesce).
Molto ampia e qualificata ? la scelta offerta dai produttori regionali, che si differenzia per aree e modalit? produttive. Senza volont? di sminuire gli altri bravi vitivinicoltori, ho deciso di parlare di un Cerasuolo di grande carattere, il "Pi? delle Vigne", prodotto dall' Azienda Agricola Luigi Cataldi Madonna di Ofena (AQ).
TERRITORIO
Il comprensorio agricolo di Ofena ? situato nel versante occidentale del massiccio del Gran Sasso d'Italia, all'interno di un anfiteatro naturale circondato da montagne. Una orografia che influisce in maniera molto audace sui fenomeni climatici, rendendoli aspri e tipici delle aree genuinamente continentali, con fenomeni meteorici improvvisi ed andamenti termici incostanti, con escursioni giornaliere e stagionali molto rilevanti. L'altitudine di circa 600 metri s.l.m. favorisce una insolazione poco schermata e ad ampio spettro luminoso, che arriva agli apparati fotosintetici delle viti in sinergia con elevate temperature estive diurne. Tali condizioni influiscono molto sulla formazione degli antociani e degli altri polifenoli, le cui quantit? e qualit? permettono alla pianta di adattarsi ai peculiari attributi fotoclimatici, al fine di sfruttarli al meglio dal punto di vista energetico e di difendersi dalle radiazioni solari. Il risultato si evidenzia con mosti e vini dal colore intenso e dalle sfumature originali, con ampie e piacevoli conseguenze organolettiche. Il bellissimo fiume Tirino completa il quadro di quello che viene definito il "forno d'Abruzzo".
IL PRODUTTORE
L'Azienda Agraria Luigi Cataldi Madonna ? stata fondata nel 1920 ed ha sempre rappresentato una realt? produttiva importante. Ma la svolta ? avvenuta da quando ? gestita dal prof. Luigi, Ordinario di Filosofia e nipote del fondatore. La sua attivit? imprenditoriale ha assunto una connotazione esclusiva, improntata alla salvaguardia del paesaggio, dell'ambiente agrario e della biodiversit? variatale. A lui, ad esempio, dobbiamo la riscoperta del vitigno pecorino. L'attivit? antropica in armonia con la natura. La chiave indispensabile per prodotti dal fascino senza tempo.
IL PRODOTTO: la tecnica della "svacata"
Il Cerasuolo "Pi? delle vigne" ? realizzato con una particolare digressione da quella che ? la vinificazione in bianco standard: la "svacata". Il nome di questa tecnica, tradizionale del territorio, deriva dalla parola "vach" (che nel dialetto di gran parte dell'Abruzzo significa acino) e consiste in una vinificazione che avviene in fasi diverse. Dopo le operazioni di pigiatura e sgrondatura, il corpo principale del mosto viene avviato alla fermentazione, mentre le bucce vengono messe a fermentare a parte con una piccola frazione di mosto per un periodo variabile, passato il quale la fase liquida viene separata da quella solida ed aggiunta alla massa fermentante. Questa metodica consente di solubilizzare dalle bucce, in maniera condizionata, una quantit? superiore di polifenoli, di componenti della frazione olfattiva e di alcuni composti della pruina che coadiuvano le fasi della fermentazione. Tale maggiore estrazione avviene per?, dato il maggiore rapporto tra bucce e fase liquida, in condizioni vicine o pari alla saturazione, tanto da permettere un discioglimento molto bilanciato delle componenti chimiche.
Il vino che si ottiene presenta un colore rubino brillante, molto vivace, con riflessi sul granato. Il profumo ? quello tipico del frutto della cultivar, con notazioni vinose ed alcoliche caratteristiche. All'assaggio si presenta fresco ed avvolgente, con un retrogusto che ricorda la mandorla e l'amarena, persistente e piacevole.
Si accompagna con i primi piatti della cucina abruzzese (ottimi i primi a base di pasta fatta in casa con i legumi), ma si sposa perfettamente con piatti di pesce complessi e strutturati. Una buona idea potrebbe essere quella di accostarlo ad un ottimo risotto alle seppie. La temperatura di servizio ideale ? di circa 14?C.
Il costo?? Possiamo acquistarlo in enoteca ad un prezzo che si aggira sui 13 euri.
Allora cosa dire?? Buona Salute a Tutti!!!! Pierluigi Salvatore.
NELLE FOTO: GUERRIERO DI CAPESTRANO, CORSO DEL FIUME TIRINO, PANORAMA DEL "FORNO D'ABRUZZO" (FONTE: OFENA.ABRUZZO.IT), BOTTIGLIA DI CERASUOLO "PIE' DELLE VIGNE".maptalks_motif={"background":"#f7f0e9","top_background":"#c5b4b9","top_text_color":"#a3234e","comment_background":"#f5e4e9","text_color":"#632035","blurred_text_color":"#632035","anchor_color":"#bf277e","border_color":"#ab8d9c","separators_color":"#ebbdcc"};maptalks_widget={"api":{"apiKey":"UxA8aXamtD9NgD6y47ZCYVancrFq0Wf5","type":"post","version":"0.1","id":"487","features":{"photos_box":"on","linked_resource":"on","comments_brief":"on","comments":"on"}},"iframe":{"width":"100%","height":"240px"}};
Anche io sono tra i tanti reduci della grande fiera, vetrina dell'enologia italiana e mondiale, termometro delle tendenze dei produttori e dei consumi.Le impressioni sono state tante ed in alcuni casi contrastanti ma, per alcuni fenomeni, mi sembra di avere notato delle tendenze abbastanza chiare ed univoche.
La prima osservazione la posso fare sulla distribuzione dei visitatori all'interno dei padiglioni nei quali erano suddivisi i produttori delle varie regioni e dei vari stati. Fatta salva una maggiore presenza nei padiglioni centrali posti nelle immediate vicinanze degli ingressi principali (San Zeno e Cangrande), meglio raggiungibili e che fungevano anche da punto di passaggio verso i settori periferici della fiera, ho notato un interesse, da parte del pubblico, molto accentuato nei confronti delle regioni meno blasonate. Gli operatori ed i wine-lovers stanno manifestando una buona attrazione nei confronti di aree geografiche un tempo semisconosciute (dal punto di vista enologico), come il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Valle d'Aosta.
Continua imperterrito anche il fascino dei vini siciliani, favoriti anche dall'ottima organizzazione che supporta i produttori di questa grande isola del Mediterraneo. Nel campo delle conferme continua il buon successo dei produttori del Veneto, del Piemonte e della Toscana. Nel padiglione riservato a quest'ultima regione (il numero 8) ho notato per? un diverso bilancio nazionale, rilevando una preponderanza di visitatori provenienti dagli Stati Uniti. Buoni riscontri arrivano (nonostante la posizione decentrata del padiglione 11) anche per i produttori della regione Abruzzo, per i quali sta sempre di pi? pagando la forte scelta legata alla qualit?, congiunta in maniera stretta alla riscoperta dei vitigni autoctoni ed al mantenimento di prezzi interessanti.
Altro interessante fenomeno che ho riscontrato ? l'attenzione dedicata dai visitatori nei confronti dei vini esteri. Ma la cosa pi? degna di nota ? il cambiamento della propensione dei presenti, maggiormente interessati nei confronti dei vini provenienti dall'Europa Centrale ed Orientale. Gli stand dei produttori austriaci, sloveni, tedeschi ed ungheresi hanno conosciuto un flusso continuo di persone interessate verso i vini di questi Paesi, sempre pi? inclini a farsi conoscere dai consumatori italiani. Questa opportunit? ? considerata in maniera sempre pi? ragguardevole, tanto che nella giornata di domenica ? stata segnalata a Verona la presenza del Ministro dell'Agricoltura della Repubblica Ungherese.
Questa ? la conferma di alcune delle tesi che da molti anni tento di avvalorare, in merito ai vini di molti Paesi europei. Sono sempre pi? convinto che il Burgenland, la Slovenia, l'Ungheria, la Slavonia, la Vojvodina, la Slovacchia e la Repubblica Ceca costituiscano un'area al tempo stesso omogenea e ricca di grandi diversit?. Una macro-regione che ci rallegrer? molte serate, animate dalla volont? di assaggiare prodotti eccellenti, anche se diversi dai nostri.
Ho potuto rilevare anche una notevole ed importante riflessione sull'uso dei vasi vinari in legno di piccola capacit? (barriques). Molte aziende e molti enologi stanno finalmente ripensando l'utilizzo spregiudicato che di tali contenitori ? stato fatto nelle fasi di invecchiamento, nella speranza di ottenere vini dal gusto internazionale. I produttori italiani stanno finalmente comprendendo che un vino, per essere buono, non deve per forza sapere di California.
Un'ulteriore tendenza degna di nota ? quella dell'aggregazione dei piccoli produttori, il cui esempio maggiormente significativo ? quello costituito dal "Consorzio Langa Style", nel quale confluiscono otto piccoli produttori dell'area delle Langhe, accomunati dall'amore per la loro terra e dalla volont? di farsi conoscere con prodotti dalla qualit? alta e dai prezzi concorrenziali. Auguro a questi nuovi attori della scena enologica italiana un ottimo successo e degli ottimi riscontri di mercato.
Per concludere, tanti buoni segnali, da incoraggiare ed implementare.
Allora cosa dire??? Buona Salute a Tutti!!! Pierluigi Salvatore.
NELLE FOTO: LO STAND DI UN PRODUTTORE SLOVENO IN UN PADIGLIONE DEL VINITALY 2007, IL LOGO DEL CONSORZIO "LANGA STYLE".
In questo mio post non parler? in modo esclusivo di una sola tipologia di vino ma, coerentemente con le intenzioni "mondialiste" del mio blog, voglio soffermarmi sui risultati del concorso enologico internazionale svolto in concomitanza con la manifestazione Vinitaly 2007.
I risultati sono da me condivisi e mi hanno riempito di gioia.
Ho avuto occasione, in passato, di degustare molti dei vini risultati vincitori ed ho sempre ritenuto che questi fossero degni di grandi encomi. Trovare una fonte autorevole che concorda con le mie opinioni mi riempie di orgoglio.
Sono lieto, inoltre, di aver menzionato nei miei post alcune delle aziende che oggi troviamo nel palmaresdei grandi vini mondiali. Cantina Tollo , da me gi? descritta in occasione del mio post sul Cagi?lo, ha incassato ben quattro medaglie d'argento, una delle quali con lo stesso Cagi?lo dell'annata 2000. Cantina di Soave (da me menzionata nel mio post sul "Recioto di Soave Spumante D.O.C.G."), grande ed importante realt? dell'enologia italiana, ha meritatamente ottenute due "gran medaglia d'oro". Il "Castel Cerino" e l'"Amarone Rocca Sveva" avevano pi? volte deliziato le mie serate....
Sono inoltre molto felice (e chiedo a tutti i lettori la loro indulgenza per il mio momentaneo campanilismo) per l'ottima performance della mia regione, l'Abruzzo. I produttori della bella landa tra gli Appennini e l'Adriatico hanno ottenuto, nell'ambito di questo concorso internazionale, ben 14 medaglie su un totale di 101 assegnate. Sicuramente un successo, del quale andare fieri.Un risultato che parla di una enologia svolta nelle vigne e nelle cantine e non negli eventi mondani ed hollywoodiani!!
Tale responso, sicuramente brillante, ? dovuto in particolare ai vini rosati, che nel "Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo D.O.C." trovano in queste terre la loro massima espressione. Il risultato di una sana ed antica tradizione produttiva che si esprime da sempre nella nostra regione, quella che permette all'Abruzzo di essere da sempre la culla dei vini rosati di eccellenza. Ed in questa ottica non posso non menzionare, per la continuit? ed il prestigio dei risultati, l'ottimo lavoro svolto dalla Azienda Vitivinicola Italo Pietrantonj, una realt? a conduzione famigliare che da sempre esprime dei cerasuoli di qualit? superiore e che ha ottenuto, anche in questa edizione del Vinitaly, l'importante riconoscimento della medaglia d'argento.
Molto importanti, ma non nuove, sono le conferme della Sicilia e del Portogallo nel gruppo dei Vini Liquorosi, del Canada (nei Vini Dolci Naturali) e della Franciacorta nelle categorie riguardanti i Vini Spumanti.
Degne di nota sono anche le affermazioni dei produttori della Repubblica Ceca e della Slovenia. Il mio amore per i vini sloveni ? da sempre accompagnato da una mia certezza. Quella di un luminoso futuro di qualit?. Una qualit? derivata da territori molto interessanti e dalla grande dedizione dei vitivinicoltori di questo piccolo e dinamico Paese.
Auguro a tutti i visitatori del Vinitaly una proficua ed interessante esperienza, con l'auspicio di vedere rinnovato e rinvigorito l'impegno di tutti verso la tutela della qualit?, dell'ambiente agrario e delle tipicit?.
Allora cosa dire??? Buona Salute a tutti!!! Pierluigi Salvatore.
NELLE FOTO: VEDUTA DI PIAZZA DELLE ERBE (VERONA), IMMAGINE TIPICA DEL VINITALY.
Alcuni mesi or sono avevo scritto un post sui vitivinicoltori calabresi, basato su alcune mie esperienze, non molto favorevoli, incontrate nella fase di reperimento delle informazioni necessarie alla stesura dei miei articoli. Ma fortunatemante, anche in quella bella regione italiana, qualcosa va mutando in meglio ed alcuni giovani produttori non ci stanno ad assogettarsi all'immobilismo atavico che attanaglia il Sud della nostra cara penisola. Nello svolgimento del mio lavoro di blogger mi sono imbattuto in un produttore abile nella realizzazione di prodotti di eccellenza e con la grande motivazione di fare conoscere i propri vini, dei quali pu? e deve essere orgoglioso. Ed ho cos? scoperto il Savuto Superiore D.O.C., prodotto dall'Azienda Vitivinicola Colacino di Rogliano (CS).
Avendo fatto uno studio preliminare del disciplinare di produzione di questa D.O.C., mi sono subito avveduto del fatto che il testo legislativo, ben fatto e rispettoso delle consuetudine locale, registra con insolita puntualit? quello che avviene nelle realt? mediterranee ed in Calabria in particolare.
Il Mediterraneo ? poesia. Differenze e uniformit? si intersecano e si disgiungono, in un disegno superiore e perfetto nel suo caos. In tutti le regioni maggiormente integrate in questa realt?, esiste un orgoglio del viticoltore, avente come caratteristica il collezionare ed armonizzare le uve maggiormente rappresentative dei territori, favorendo nei secoli la conservazione della biodiversit? varietale. L'arte di questi viticoltori consisteva nel ricavare, da questo mosaico di colori, dei vini capaci di deliziare il palato, rendere allegre le serate e pi? sincere e franche le conversazioni.
Sfido chiunque a visitare tutte le contrade della Calabria, del Peloponneso, della Sicilia, della Dalmazia, di Creta o dell'Anatolia, riuscendo a trovare un solo piccolo viticoltore tradizionale ed "incontaminato" che coltivi e vinifichi solo vitigni in purezza. Le coltivazioni polivarietali erano animate dalla curiosit? del viticultore ed anche da una razionalit? agronomica, finalizzata a valorizzare le diverse vulnerabilit? alle avversit? atmosferiche e patologiche. Anche nelle annate peggiori era necessario produrre almeno un p? di vino!!
Le cultivar di vite presenti in Calabria sono molte e di gran pregio e, tra queste, non possiamo non menzionare il magliocco canino, il greco nero ed il gaglioppo. Il Savuto Superiore D.O.C. viene realizzato dall'Azienda Vitivinicola Colacino con la denominazione commerciale "Britto" e presenta tutte le caratteristiche della vitivinicoltura tradizionale calabrese. Viene realizzato con un uvaggio molto ricco, la cui peculiarit? mi invita ad elencare tutte le cultivar che vi sono presenti: Gaglioppo, Greco Nero, Nerello Cappuccio, Magliocco Canino, Sangiovese, Malvasia Bianca, Pecorino. Un vero e tradizionale connubio, nel quale rientrano anche variet? a bacca bianca.
Il "Britto" ? ottenuto da una attenta scelta di uve prodotte in vigneti collinari, allevati ad alberello, appartenenti alle cultivar sopra elencate. Questo vino si presenta con un bel colore rosso rubino, dai riflessi granati. Il profumo ricorda molto il frutto d'uva e pu? ricordare in qualche aspetto la liquirizia. Il sapore ? rotondo e gradevolmente speziato, con una nota di freschezza caratteristica. Gli abbinamenti consigliati dalla casa madre sono quelli classici dei grandi rossi, ovvero, arrosti, cacciagione e selvaggina. Sono abbinamenti sicuramente indovinati ma, assaggiandolo, ho subito pensato che un ottimo accostamento poteva essere realizzato con un piatto tipico dell'Italia Settentrionale: il baccal? con la polenta. Un ottimo modo di prepararlo ? quello doviziosamente descritto dal post di Venere in Cucina.
Il prezzo?? Si pu? acquistare in enoteca ad un costo di circa 12 euri. Un prezzo giusto per un prodotto davvero valido, un necessario riconoscimento per un Mezzogiorno che non ci sta ad essere cenerentola.
Allora cosa dire?? Buona Salute a Tutti!! Pierluigi Salvatore.
NELLE FOTO: GRAPPOLO DI CULTIVAR GAGLIOPPO, TRATTO DELLA COSTA CALABRESE, IMMAGINE INVERNALE DELLA SILA, BOTTIGLIA DI BRITTO COLACINO.
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