Incede l'autunno, stanno per terminare le fatiche della vendemmia... A Soave si potr? festeggiare tutto ci? ascoltando alcuni "Canti di Bacco" in tre sedi: Venerd? 17 ottobre presso il Duomo di San Lorenzo alle 20.45 Sabato 18 ottobre presso l'Auditoriun...
Una serata di vento e pioggia. Decido allora di coccolarmi con un vino che riscaldi il cuore. La mia scelta dopo aver scrutato bene in cantina, cade su il Barbera d'Asti DOC Vinchio di Oddero. Una volta aperta la bottiglia il profumo particolarmente accattivante inebria e intriga. Un bel colore rosso rubino dai riflessi eleganti mi ricorda che sono in ''intimit?'' con un delizioso Barbera. Il sapore ? gradevole, asciutto e regala al palato una sensazione di fresco. Questo vino ha uvaggio al 100% Barbera e il periodo di raccolta ? la terza decade di settembre e la selezione delle uve avviene in vigneto tramite raccolta manuale; fermentazione e macerazione per circa 15 giorni in contenitori di acciaio inox, segue la fermentazione malolattica nel mese di novembre. La degustazione rivela un vino particolare, di carattere che infonde seduzione sin dall'esame visivo. Come abbinamento consiglio di affiancarlo a carni a lunga cottura, brasati, arrosti elaborati e nappati con sugo di carne o alcuni formaggi stagionati. [Giudizio molto buono]
Il banco dei 78 assaggi di Amarone della Valpolicella 2012 in degustazione
La rappresentazione dell’Anteprima Amarone 2012 è andata puntualmente in scena a Verona lo scorso week-end.
La Valpolicella è una terra rigogliosa e piena di armonia: i vari produttori, grandi e piccini, cooperativi e familiari, amano danzare insieme all’ombra dei ciliegi e delle pergole tradizionali, cantando inni d’amore e fratellanza, scambiandosi vicendevolmente barbatelle di speranza e fiducia a cisterne nel prossimo loro. Si amano, non c’è che dire, e tutto scorre tranquillamente e serenamente tra le marogne di questa terra fortunata. E noi, cronisti entusiasti, non possiamo che celebrare l’armonia assoluta di questa prosperosa filiera, e tesserne lodi e felicitarci e indulgenti guardare al frutto principe dell’operosità dei vignaioli felici di questa regione.
L’Amarone, il frutto mai troppo giovane, piace così a molti che lo fanno, e l’Anteprima Amarone è la sua festa. Quest’anno si celebrava la vendemmia 2012, presenti 74 aziende (sul totale di 275 tra imbottigliatori e trasformatori, in pratica il 27% della base produttiva), con 78 etichette, delle quali 32 già in bottiglia e 46 prelevate dalla botte-incubatrice.
Zymè Amarone Classico 2012 (C) – in questo stadio esprime dolcezza, ma elegante è il suo destino
[B=bottiglia, C=campione di botte]
La foto di gruppo inquadra molti Amarone così giovani e già pronti per la prova del consumatore. Il resto si divide tra stili molto diversi, anche se alcuni tratti territoriali di valli fortunate come Marano o Mezzane emergono e si fanno già apprezzare.
Per concludere, in alto i cuori cari appassionati, a breve (25 febbraio) si ripresenterà l’opportunità di apprezzare l’Amarone nelle sue manifestazioni ben più mature: non perdetevi “Vino in Villa” (ex “Amarone in Villa”), 68 cantine per l’evento trasversale della Valpolicella massimamente felice. Info qui.
#anteprimaamarone
A seguire, i comunicati ufficiali di pompa e circostanza:
ANTEPRIMA AMARONE: CHIUDE L?APPUNTAMENTO INTERNAZIONALE DEDICATO AL GRANDE ROSSO VERONESE CON TREMILA PRESENZE E STAMPA PROVENIENTE DA 15 PAESI.
Sono state circa tremila le presenze fra operatori, stampa e appassionati, alla tredicesima edizione di Anteprima Amarone che si è conclusa oggi a Verona.
L?evento ha visto la partecipazione di 210 giornalisti con una massiccia presenza estera, (15 i paesi di provenienza: Austria, Brasile, Canada, Corea del Sud, Francia, Germania, Gran Bretagna, Hong Kong, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna, Singapore, Stati Uniti e Svizzera), oltre a delegazioni AIS, FISAR e ONAV. Oltre 2200 gli ingressi registrati fra operatori e winelovers che hanno affollato le sale del Palazzo delle Gran Guardia alla scoperta dell?annata 2012, raccontata dalle 74 aziende espositrici.
Dice Olga Bussinello, Direttore del Consorzio: ?L?edizione di quest?anno ha visto un ulteriore incremento delle aziende partecipanti, segno della sempre maggiore importanza della Denominazione e della coesione fra i suoi soci. Un aspetto importante per i visitatori è l?opportunità offerta da Anteprima di conoscere le differenti espressioni del nostro Grande Rosso attraverso il racconto di aziende blasonate e ormai conosciute in tutto il mondo, nuove realtà produttive che incuriosiscono e produzioni di nicchia. L?annata 2012 presentata in questi giorni, riserverà grandi soddisfazioni soprattutto leggendo il forte legame con il territorio che caratterizza l?Amarone della Valpolicella.?
Anteprima Amarone 2012 è stata organizzata dal Consorzio di Tutela Vini Valpolicella con la partecipazione di 74 aziende che presentano l?annata 2012 ed una selezione di annate storiche.
L?evento, in collaborazione con la Regione Veneto, la Banca Popolare di Verona e la Camera di Commercio di Verona, ha avuto luogo al Palazzo della Gran Guardia sabato 30 e domenica 31 gennaio 2016.
AMARONE DELLA VALPOLICELLA: BRAND AMBASSADOR DEL TERRITORIO NEL MONDO MA SOPRATTUTTO VOLANO PER LO SVILUPPO DELL?ECONOMIA LOCALE E LA SUA VALORIZZAZIONE TURISTICA.
Verona, 30 gennaio 2016. Se l?estero rappresenta una componente fondamentale del mercato dell?Amarone, la mappatura di quello interno rivela una presenza importante di questo vino nel canale Horeca (25%) ed un ruolo altrettanto importante della vendita diretta in cantina che, sebbene sia pari a circa il 12% a livello medio di aziende, arriva a superare il 20% nel caso dei produttori più piccoli. Quei produttori che faticano ad arrivare agli scaffali della GDO, canale di vendita presidiato dalle aziende di maggiori dimensioni (con oltre 10 milioni di fatturato).
Un dato positivo, emerso dall?Osservatorio dei Vini della Valpolicella curato da Wine Monitor di Nomisma e presentato nel corso del convegno inaugurale di Anteprima Amarone 2012, che, come dice Christian Marchesini, presidente del Consorzio, ?conferma il ruolo di brand Ambassador del territorio nel mondo del Grande Rosso Veronese, ma soprattutto volano per lo sviluppo dell?economia locale e la sua valorizzazione turistica?.
?Secondo il 35% dei produttori, è la denominazione d?origine a rappresentare il principale fattore di successo dell?Amarone all?estero, prima ancora della notorietà del brand aziendale (lo pensa il 21%) e dell?origine italiana (15%)?, sottolinea Denis Pantini di Wine Monitor di Nomisma, ?In effetti, quasi 1 produttore su 2 ritiene anche che la zona di produzione rappresenti il principale fattore strategico su cui puntare per valorizzare maggiormente l?Amarone all?estero.?
Per le aziende, i mercati di punta sui quali vale la pena investire nella promozione dell?Amarone (e quindi sui quali si intravvedono prospettive di crescita) figurano Stati Uniti, Cina, Russia e Canada. Aree queste, assieme al Nord Europa, dove si concentra il 60% dell?Amarone della Valpolicella che varca i confini del Bel Paese. D?altronde, circa il 45% dei produttori ritiene che sui mercati esteri si riesca a spuntare un prezzo mediamente più alto a quello del mercato nazionale (1 produttore su 5 dichiara di ottenere prezzi più alti di oltre il 10%).
La percezione dei produttori trova conferma anche nelle statistiche. Stati Uniti, Cina e Canada figurano tra i primi mercati al mondo per valore di consumo di vini rossi oltre ad essere quelli che negli ultimi cinque anni hanno registrato le crescite più alte di tali valori, assieme proprio alla Russia. Non solo. Guardando alle prospettive di sviluppo per il prossimo quinquennio, sono gli stessi mercati ad evidenziare le crescite più alte.
Andando nel dettaglio del posizionamento e delle quote di mercato dell?Amarone all?estero, la Germania (18%), la Svizzera (14%) e il Canada (13%) si configurano come i principali paesi di destinazione. A ruota seguono gli Stati Uniti (10%), la Scandinavia (principalmente con Danimarca e Svezia) e il Regno Unito.
Proprio alla luce della rilevanza che questi mercati detengono, l?Osservatorio sui Vini della Valpolicella ha dedicato quest?anno un approfondimento sul consumatore canadese e sulle abitudini di comportamento che esprime nei confronti dell?Amarone. Dalla survey condotta da Wine Monitor di Nomisma su un campione di circa 1.200 responsabili di acquisto delle famiglie, è emerso un tasso di penetrazione dei vini rossi italiani pari al 44%, con i rossi della Valpolicella a quota 25% e, tra questi, l?Amarone con il 19%.
L?identikit del consumatore canadese interessato all?Amarone della Valpolicella lo descrive con un buon reddito familiare (oltre 75.000 dollari canadesi annui), con alto titolo di studio e che soprattutto e, per motivi diversi, ha viaggiato in Italia. Un elemento questo che conferma la strategicità della valorizzazione del territorio della Valpolicella ? come anche segnalato dagli stessi produttori ? nella comunicazione dei suoi vini attraverso alcuni tratti distintivi chiave quali: l?italianità , la capacità di abbinarsi con i cibi e il peculiare processo di produzione.
[English translation at the end of the document] Riprendiamo il discorso di Constellation Brands per analizzare la sua strategia fuori dal mercato USA. In due parole, CB si propone di entrare in quei mercati dove il consumo si e? evoluto verso i vini di qualita?, mentre sono ancora considerati marginali quei mercati (come per esempio l?Italia o anche la Francia) dove il prezzo al dettaglio per bottiglia resta sotto una soglia minima, che viaggia intorno agli $8 per bottiglia (corrispondente come abbiamo visto all?inizio della categoria superpremium). Ecco quindi che i suoi mercati critici sono USA, UK, Australia, Canada e Nuova Zelanda. Restano fuori, anche se con le giuste caratteristiche, India, Giappone e Irlanda, che pero? hanno una dimensione ancora irrisoria per il mercato del vino.
E' online la prima versione - rigorosamente beta - di Chrome, il nuovo easy-browser di casa Google. Ne parla gi? tutto il web tecnologico da diversi giorni e a ragione considerata la semplicit? di utilizzo. Non mi perdo in dettagli tecnici vi dico soltanto che Chrome ? velocissimo, soprattutto con tutte quelle applicazioni web che utilizzano javascript (la console java di Chrome pare infatti sia ben 56 volte pi? veloce del compagno di casa microsoft).
Per conto mio la scelta di Google di realizzare un browser proprio ? vincente. Google acquisir? in breve tempo una posizione di rilievo nella battaglia tra i browser pi? utilizzati e se qualcuno dovr? subirne le conseguenze penso sar? pi? Internet Explorer di Firefox che per quanto bello e supportato da un'ampia community, resta ancora piccolissimo in termini numerici rispetto al gigante pasticcione di casa Microsoft.
Ma c'? un altro dato secondo me che ha spinto Google ad entrare da protagonista nel campo dei browser. Stanno spuntando come funghi, nell'ultimo periodo, sistemi per bloccare la pubblicit? sui siti internet: dai vari blocker alle nuove funzioni di navigazione di Internet Explorer 8. Si tratta per il momento di un impatto insignificante per il complesso del mercato pubblicitario ma se tali browser o sistemi dovessero prendere piede credo che dovremmo prepararci ad un totale ridimensionamento dell'offerta di contenuti che nel bene e nel male ? per il momento ancora inscindibilmente legata al traffico e quindi agli introiti pubblicitari.
Ora, siccome google conta molto sul mercato pubblicitario per la propria crescita economica immagino non metter? particolari barriere - se non quelle ottime gi? previste contro pop ups, pop under et similia - alla pubblicit? online.
Neanche a dirlo, da editore di contenuti gratuiti sono totalmente contrario ad ogni forma di restrizione della pubblicit? online eccetto verso quelle forme molto invasive e fastidiose che io stesso detesto e blocco in ogni modo. Credo fermamente che se il web deve e vuole restare sostanzialmente gratuito, dall'altra parte (chi legge) non possa pretendere la completa assenza di forme di monetizzazione da parte degli editori, certo, trasparenti e separate dai contenuti. Al contrario, sarebbe un po' come volere la botte piena e la moglie ubriaca.
Quello che c'? da augurarsi ? che la qualit? pubblicitaria si alzi sempre pi?, sia sempre pi? contestualizzata, sartoriale, diretta esclusivamente a coloro che effettivamente sono interessati a riceverla e in questa direzione stanno andando tutti coloro che online lavorano anche per offrire una pubblicit? che sia sempre pi? informativa ed utile e non invasiva per il lettore.
Quanto allo scontro tra titani che l'introduzione di Chrome mette inevitabilmente in moto (chrome parte da zero ma a lanciarlo ? il brand numero uno del mondo, Google) penso che da sempre la gente ama i confronti e le sfide. Non credo che ci ritroveremo un unico browser definitivo, sia esso Chrome, Firefox o Internet Explorer, credo piuttosto che lo scontro attuale tra Internet Explorer e Firefox si sposter? forse tra Firefox e Chrome (preferibile) o muter? (probabile) in un nuovo scontro a tre, dove Chrome rischier? per? di passare rapidamente al posto scomodo del "monopolista", oggi rivestito da Internet Explorer.
Bisogna vedere come Google riuscir? nel tempo a mantener fede al suo motto don't be evil: il successo a volte fa scordare i punti cardine sui quali si era cominciato il lavoro. Staremo a vedere, sicuramente sar? entusiasmante assistere in prima fila ai capovolgimenti con i quali stiamo scrivendo la storia del web.
Da venerd? 10 a domenica 12 ottobre ritorna a Soave Chocolando in Tour, Festa del Cioccolato Artigianale, quest'anno arricchita da concerti di musica jazz e blues, degustazioni e abbinamenti tra vino e cioccolato. Apertura degli stands dalle ore 12.00 alle...
di Federico Valicenti* “La madre terra, privata dei suoi diritti di concimazione, è in rivolta: la terra scende in sciopero; la fertilità del suolo decresce e aumentano le malattie” questo è quello che scriveva Sir Albert Howard ( agronomo (1873-1947) nel suo libro - Diritti della terra – alle radici dell’agricoltura naturale –Slow Food editore. Howard con questo saggio scritto cento anni fa riafferma la necessità di ripartire dalla terra ...
La vendemmia 2007 ? iniziata ! Abbiamo raccolto ben 13 quintali (!...) dell' amatissimo Sauvignon; dopo una breve macerazione pellicolare ho caricato i tre torchi e chiarificato il mosto per decantazione a freddo. Adesso il prezioso succo fermenta dolcemente !...
In an Autogrill, one of the good ones that stretches over the autostrada. I'm content. I'm reunited with my wandering suitcase at last. Getting the thing at the Florence airport (a dump) was like a sitcom. I go as instructed to the Lost + Fouind window. A young woman takes my info, fills out a foem and tells mw to go to the end of the building and go left through the blue door. I gg. I'm told to go to the window at the end of this room, a...
Quest'anno ? andata com'? andata, nonostante i miei buoni propositi, la mia prima vendemmia sar? per un'altra volta. Nel mondo reale, per?. In quello virtuale invece sono gi? alla seconda vinificazione su myWineFarm.com. Dopo essermi cimentato con un "buon" Cortese dell'Alto Monferrato da 320 punti, ho fatto quasi il botto con una "OTTIMA" Barbera D'Asti da 362 punti (il sito indica la Barbera al maschile... ahiahi!) prodotta nella sottozona Nizza, nel Cru Vigna Verde esposto a nord-est a 230mt di altezza. Potatura corta, rese basse, trattamento con verderame (come insegna pap?), ho chiamato la famiglia a darmi una mano, ho raccolto in ottobre con luna calante, vinificazione in rosso classica e imbottigliamento in agosto in giornata senza vento.
E voglio proprio vedere se Suckling non mi da almeno 97/100 su WS!
Sapete fare di meglio? Se si, vi invito tutti per una grigliata nella mia cascina Sorito. Suvv?a, ? a soli 6 km dal centro abitato pi? vicino!
Thai Airways celebra 65 anni di eleganza in volo con un esclusivo Amenity Kit firmato SIRIVANNAVARI
Thai Airways International, compagnia di bandiera della Thailandia e orgoglioso membro di Star Alliance, celebra con classe il proprio 65? anniversario, svelando un nuovo amenity kit in edizione limitata creato in collaborazione con SIRIVANNAVARI, l?iconico marchio fondato da Sua Altezza Reale la Principessa Sirivannavari Nariratana Rajakanya.
Una sinergia di rara raffinatezza, che fonde il savoir-faire sartoriale thailandese con l?eleganza del viaggio contemporaneo, offrendo ai passeggeri di Royal Silk Class non solo comfort ma anche un?autentica immersione nella cultura e nell?estetica del Paese del sorriso.
Un kit che racconta una storia
Disponibile a bordo dei voli internazionali su Milano, Parigi, Tokyo Narita e Shanghai, l?amenity kit si presenta in due versioni ispirate ai motivi batik della Thailandia meridionale, veri e propri intrecci cromatici che evocano artigianato, territorio e bellezza. Ogni dettaglio ? pensato per comunicare simbolicamente l?anima del Paese:
Fiore di Iris: emblema del brand SIRIVANNAVARI, rappresenta saggezza, fiducia e nobilt? d?animo.
Orchidea: icona di Thai Airways e fiore nazionale, simbolo di accoglienza, grazia ed eleganza.
Elefante: simbolo sacro della Thailandia, evocazione di forza, prosperit? e spiritualit?.
Accompagnate da mascherine da riposo coordinate, queste sofisticate pochette rappresentano un vero e proprio oggetto da collezione per i viaggiatori pi? esigenti.
Benessere a bordo, firmato SIRIVANNAVARI MAISON
L?esperienza si completa con una linea di prodotti esclusivi per la cura personale firmati SIRIVANNAVARI MAISON, che include:
crema mani idratante
balsamo labbra rigenerante
spray corpo delicatamente profumato
spazzolino in bamb? ecologico
dentifricio italiano Marvis, scelto per il suo tocco di lusso quotidiano
Un gesto che sottolinea l?attenzione di THAI ai dettagli, al benessere in volo e alla sostenibilit?.
Il futuro del viaggio, nel segno dell?eccellenza
Con oltre sei decenni di storia, Thai Airways continua a rappresentare un riferimento globale per l?ospitalit? orientale in alta quota. Oggi opera sette voli diretti settimanali da Milano Malpensa a Bangkok con aeromobili Boeing 787 Dreamliner di ultima generazione, offrendo coincidenze rapide verso le pi? affascinanti destinazioni del Sud-Est Asiatico: Vietnam, Malesia, Cambogia, Indonesia, Corea, Giappone, solo per citarne alcune.
Un viaggio con Thai Airways non ? mai solo uno spostamento, ma un rito elegante, un invito all?esplorazione e all?armonia.
Thai Airways International, membro di Star Alliance e compagnia aerea di bandiera della Thailandia, ? sinonimo di eccellenza nel settore dell?aviazione. Fondata nel 1960, THAI si impegna a fornire servizi di trasporto aereo di alta qualit?, puntando sull?innovazione continua e sull?attenzione meticolosa ai dettagli per soddisfare e superare le aspettative dei passeggeri. Con una flotta versatile che copre destinazioni in tutto il mondo, THAI si distingue per la sua capacit? di offrire un?esperienza di viaggio unica e conferma la sua posizione leader nei collegamenti tra l?Italia ed il Sud-Est Asiatico.?
Thai Airways International opera sette voli non-stop alla settimana dall?Italia alla Thailandia dall?aeroporto italiano di Milano Malpensa verso Bangkok, con aeromobili di ultimissima generazione?Boeing 787 Dreamliner?configurati in due classi di servizio, Economy Class e Royal Silk Class, consentendo ai passeggeri di proseguire con comode coincidenze verso numerose destinazioni in Asia tra cui Thailandia, Vietnam, Cambogia, Filippine, Birmania, Malesia, Indonesia, Corea e Giappone.??
C'? un cambiamento climatico in atto, una tendenza all'aumento della temperatura media. Tutti lo sostengono oramai, con dosi pi? o meno elevate di allarmismo. Non si sa ancora esattamente se il fenomeno abbia origine antropica (effetto serra) o dipenda da altri fenomeni geolocici ciclici. Questa cosa devo dire che mi turba; forse sar? che soffro il caldo! Dal punto di vista enologico sono ancora pi? turbato. Se un milesimo come il 2003 diventasse la normalit? e non l'eccezione, cosa occorerrebbe fare per evitare di ripetere i disastrosi risultati espressi dai pi? blasonati vini italiani? Che tipo di gestione della vigna occorrer? mettere in pratica? A queste domande sta pensando un sacco di gente. Nuovi indici pedologici aiuteranno a selezionare nuovi terroir (di questo parleremo pi? avanti); pratiche come la sfogliatura intorno ai grappoli andranno in pensione; le esposizioni dei filari andranno ripensate; anche i vitigni subiranno la loro bella rivoluzione, ed inevitabilmente tutto ci? avr? un riflesso sui disciplinari di produzione. E in cantina cosa occorrer? fare per preservare aromi e fragranze? Esattamente su questo tema ho letto alcuni scritti del Prof. Mario Fregoni pubblicati da VQ, da cui mi sono permesso di estrarre alcune frasi, che riporto letteralmente.
Sabato 6 settembre presso la straordinaria cornice di Villa Verit? Fraccaroli, sita in via Boschetto 6 a Lavagno (VR), sede dell?Azienda Grotta del Ninfeo-Fraccaroli, si terr? un evento degustazione di Amaroni della Valpolicella tutti provenienti dai prestigiosi vigneti del territorio di San Briccio, una collina vulcanica storica della Valle di Mezzane. Sar? l?occasione per valorizzare un territorio di grande potenziale enologico che produce grandi vini di prestigio internazionale.
Si tratta di una degustazione in verticale a partire dall?annata 1997 fino all?ultima messa in commercio delle 4 aziende che posseggono i loro vigneti sull?altura di San Briccio. Ed ecco quindi il Roccolo Grassi grande parcella di vigneto su tufi basaltici di Marco Sartori, il Campo dei Gigli storico vigneto su calcare purissimo nella parte pi? a nord della collina, della Tenuta Sant?Antonio, il Grotta del Ninfeo dell?Azienda Fraccaroli posizionato su un bellissimo vigneto a ridosso dell?imponente villa veneta di propriet?. Infine l?Amarone Basaltico di uno straordinario artigiano del vino Ernesto Ruffo che sorprender? per il valore dei suoi vini e la grande passione che trasmettono. La degustazione si terr? alle ore 10.30 e sar? guidata da Bernardo Pasquali, giornalista e Coordinatore Regionale del Veneto per la Guida Vini Buoni d?Italia del Touring Club. Ad ogni azienda ? stata lasciata facolt? di scelta di due annate tra le pi? rappresentative della loro storia produttiva. Ecco la successione dei vini in degustazione:
Amarone della Valpolicella DOC 2004 Grotta del Ninfeo
Amarone della Valpolicella DOC 2003 Roccolo Grassi
Amarone della Valpolicella DOC 2002 Grotta del Ninfeo
Amarone della Valpolicella DOC 2001 Ernesto Ruffo
Amarone della Valpolicella DOC 2000 Campo dei Gigli Tenuta Sant?Antonio
Amarone della Valpolicella DOC 1999 Campo dei Gigli Tenuta Sant?Antonio
Amarone della valpolicella DOC 1998 Roccolo Grassi
Amarone della Valpolicella DOC 1997 Ernesto Ruffo
Alla degustazione parteciperanno i produttori Marco Sartori, Luca Fraccaroli, Ernesto Ruffo e Tiziano Castagnedi. Al termine della degustazione Le tavole del Soave offriranno un buffet a tutti i partecipanti a base di prodotti tipici della Lessinia veronese nel giardino romano - rinascimentale della villa. Per partecipare all?evento prenotare telefonando al seguente numero 3315782675, oppure cliccate qui per inviare una mail.
E' nel periodo di vendemmia, in giornate autunnali piene di luce ancora calda, che metto pi? a fuoco tutte le ragioni della mia passione per questa terra. Son salita verso il Foscarino, colle ventoso che guarda la pianura (in giornate...
Il periodo delle vacanze è l'ideale, per un appassionato delle buone tavole, per fare il cosiddetto riassunto delle puntate precedenti cioè mettere ordine negli indirizzi, suggerimenti, articoli letti e messi da parte con la solita frase - poi lo guarderò...-...
_Con la nostra Debora, l?amico Luigi Parrinello e il suo splendido gruppo in visita a Fessina. Paolo Trimarchi ph._ Poich? la qualit? intima di un vino dipende dalla personalit? di chi lo ha prodotto, per noi ? determinante che a condurre i wine-tour in azienda sia il produttore o chi vive l?azienda in prima persona giornalmente. E? l?emozione che fa la differenza oggi, non pi? solo la destinazione. E questa emozione la donano la cura dei particolari, la capacit? di coinvolgimento, l?espressione della nostra identit?, unica ed irripetibile come lo sono le singole persone. Spesso l?assuefazione percettiva ci induce a perdere a poco a poco lo ?sguardo altro? sulle nostre meraviglie, in mezzo alle quali viviamo quotidianamente: questo occhio vivo e vivace possiamo recuperarlo attraverso una comunicazione fortemente personale e la condivisione di ci? che gli altri dicono di noi. Una rete circolare, sviluppata soprattutto on line ? con la pubblicazione dei video delle nostre visite e degustazioni in azienda ? che permetta a chiunque di accedere al valore di un?esperienza. L?impegno nel mondo dell?enoturismo ? oggi anche quello mirato a creare un marketing dei servizi per costruire proposte sempre pi? articolate e personalizzabili, per nicchie di mercato alla ricerca di un valore aggiunto, la valorizzazione dell?intera filiera aziendale, di cui comunichiamo costantemente storia, stile e filosofia di lavoro. Cerchiamo di far partecipare in prima persona al ?rito del vino? i nostri ospiti con proposte quanto pi? possibile differenziate, che esprimano tutte le sfaccettature di Tenuta di Fessina.
?La nobilt? del vino ? proprio questa: che non ? mai un oggetto staccato e astratto, che possa essere giudicato bevendo un bicchiere, o due o tre, di una bottiglia che viene da un luogo dove non siamo mai stati. Che cosa ci dice l?odorato, e il palato, quando sorseggiamo un vino prodotto in un luogo, in un paesaggio che non abbiamo mai visto, da una terra in cui non abbiamo mai affondato il piede, e da gente che non abbiamo mai guardato negli occhi, e alla quale non abbiamo mai stretto la mano? Poco, molto poco?. (Da vino al vino di Mario Soldati)
Venerdi 28 marzo il bar "Caffetteria del Corso" di Biella ha proposto ai propri clienti l?aperitivo serale con i vini della zona del Roero.
Alla serata era presente Massimo, uno dei collaboratori di Terradeivini, che cogliamo l?occasione di ringraziare per la disponibilità che ci ha offerto nel partecipare a questa degustazione. Dove c?è odore di vino Terradeivini và!
L?aperitivo è stato organizzato in modo da offrire al cliente l?opportunità di scegliere il semplice assaggio gratuito oppure un bicchiere di uno dei vini proposti pagando un piccolo obolo. A disposizione sul bancone erano stati preparati diversi spuntini, salatini e tortini di ogni genere. Dal numero di persone entrate nel locale si può dire che l?iniziativa è stata molto apprezzata. E questo fa ben sperare che presto ci possa essere una replica della serata.
Due i punti vincenti del successo dell?aperitivo. In primo luogo il locale si trova in una delle più importanti vie di commercio cittadino biellese, "Via Italia".
In secondo luogo i titolari del bar, Severino e Orietta, si sono dimostrati molto ospitali e hanno saputo rendere la loro "caffetteria" un ambiente confortevole ed accogliente. Un aspetto, questo, in grado di dare ovviamente una marcia in più alle iniziative di questo genere.
Per chi volesse andare a trovare Severino e Orietta il Bar Caffetteria del Corso si trova in Via Italia 50 a Biella.
?Con il roast beef Fassina, Il Musmeci Etna bianco Doc 2012 oppure Valentina Cubi Iperico Valpolicella doc 2012??? We wine better, Trimani
Nella Capitale, IL MUSMECI, Etna DOC Bianco Superiore di Tenuta di Fessina, annata 2012, ? distribuito da Trimani Vinai in Roma dal 1821. Trimani_ Via Goito, 20 ? 00185 Roma tel. 06.446.9661 ? email: info@trimani.com _ www.trimani.com
Fuori piove, e cos? mi sono seduto un attimo davanti alla scatola catodica: su Raitre, a GeoMagazine, parlavano di biodinamica ! Rispetto chi lavora seguendo la biodinamica perch? ? un lavoratore come gli altri, ma non accetto che si diano per fondate, talvolta miracolose o rivoluzionarie (!) cose di cui non c'? alcuna dimostrazione scientifica, cose che a volte sono ai limiti della semplice creduloneria. Pur apprezzando qualche principio di fondo, che tuttavia rientrano nel semplice buon senso, per me l'agricoltura biodinamica rimane essenzialmente un atto di fede. Non mi pare un'evoluzione del pensiero, piuttosto un'involuzione.
Non ? semplice vedere grandi idee di marketing del vino online provenienti dal Vecchio Mondo, per cui vale la pena parlarne, se non altro per trarne degli spunti di riflessione.
Il video che avete appena visto, gi? pubblicato da VINO24.TV qui, viene dalla Francia (per la versione sottotitolata in lingua inglese cliccare qui). Ne abbiamo scritto il 4 dicembre del 2007: a quella data il video era stato visto 38.338 volte. Oggi siamo giunti a quota 192.722! Un ottimo risultato che si avvale della forza virale del video, linkato all’interno della blogosfera del vino globale, ma non solo, come vedremo.
La campagna di viral marketing rimanda l’utente, una volta terminato il video, al sito da cui ? possibile acquistare il prodotto. Il successo di questo video ? stato dato dal sito internet MensUp.fr, un sito che condivide news e informazioni tra giovani e adulti interessati alla tecnologia e al social networking.
Ci? che ? successo ? stata la diffusione del messaggio e del prodotti in un luogo in cui il wine marketing non era ancora arrivato (i giovani interessati alla tecnologia): un potenziale segmento di consumatori molto dedito al networking, per cui molto portato a diffondere i messaggi al proprio interno in maniera virale.
Infatti, gli utenti di MensUp.fr hanno passato il video l’un l’altro in quello che si ? rivelato un ottimo word of mouth, usando i loro legami di community e i loro network di amici. Da notare: tutto questo passaparola non ha avuto costi aggiuntivi all’azienda, la quale ha sostenuto spese solo per la realizzazione del video e per la sua messa in visione su un apposito spazio del sito.
Col risultato di ritrovarsi oggi a quota 192.722 visualizzazioni per la versione in lingua francese e 154.504 per la versione sottolitolata, entrambe su youtube.
Oggi ho mandato un mail ad un vigneron che mi fornisce cose buone. L'indirizzo mail solito ha un autorisponditore, ed ecco la risposta:
Tradotto liberamente: ciao ma ho avuto una bimba, la seconda (la famiglia cresce!) quindi fino ad agosto ho il mio da fare, parlane con mia sorella o col cantiniere (seguono email relativi).
Ecco, quando si parla, molto, di differenza tra produzione artigianale e produzione industriale, io ci mettere pure questo, come distinguo: il vignaiolo (vignaiola, in questo caso) artigianale ? un umano, al quale capitano felicemente cose umane, quindi regolati di conseguenza, aspetta un attimo, parlane con chi mi sostituisce perch? adesso non posso. Questo, spero sia chiaro, ? alquanto meraviglioso, ? l'essenza dell'avere a che fare con umani, e non con misteriose SpA, o gente che in vigna ci va per sport, se ci va. E again spero sia chiaro, questa enoteca sceglie pervicacemente fornitori della prima specie.
Here's the thing nobody's saying out loud: northern Italy is dying faster than the south.
Not literally. Not yet. But the vines are telling a story that contradicts oodles of years of wine history. Barolo is sweating. Chianti is scrambling. Prosecco is looking nervously at the thermometer. Meanwhile, on a volcano in Sicily and in the forgotten hills of Basilicata, indigenous grapes that have spent millennia dealing with heat and drought are suddenly looking like the smartest bet in Italy.
For the first time in modern wine history, the center of gravity is shifting. Not because of fashion or critics or investment. Because of physics. Because southern Italy?the part that was always too hot, too rustic, too other?turns out to be the part that already knows how to survive what's coming.
This isn't about eight random wines from across Italy. It's about eight wines from the south?Sicily, Basilicata, Puglia, Calabria?that show what the next twenty years might look like.
The Counterintuitive Reality
In 2024, climate scientists published projections that should terrify anyone who loves Italian wine: 90% of traditional wine regions in coastal and lowland areas could be at risk by century's end.1 Not "might struggle." At risk of disappearing.
But here's the twist. Northern vineyards?Nebbiolo in Piedmont, Sangiovese in Tuscany, even Chardonnay in Emilia-Romagna?are showing more heat stress than vineyards in Sicily and Basilicata, despite getting more rain.2 Why? Because northern vines evolved for cool, damp conditions. They're planted on steep hillsides with shallow soils designed to shed water. When extreme heat arrives, they have no defense. They're climate refugees on their own land.
Southern indigenous varieties?Aglianico, Nero d'Avola, Carricante, Nerello Mascalese?have been coping with drought and sun for eons. Deep roots. Late ripening. Thick skins. They're not adapting to climate change. They were built for it.3
Winemakers in Emilia-Romagna are already ripping out Chardonnay they planted thirty years ago and replanting indigenous varieties.4 Some experts now predict Chardonnay won't be viable anywhere in Italy within a generation.5 Meanwhile, on Mount Etna and in Vulture, production is expanding.
The wines that will define the next twenty years aren't the ones fighting the future. They're the ones that already live there.
The Evidence: High-altitude volcanic viticulture as the blueprint.
James Suckling named this Italian Wine of the Year for 2025.6 Not as a trend pick?as a model. Made from Nerello Mascalese planted in the 1950s at 600-900 meters on volcanic ash, it captures everything the future demands: late ripening, natural acidity, minerality, freshness despite warmth.
Etna isn't just making great wine. It's showing other regions what survival looks like. Ungrafted vines on porous volcanic soil. Elevation that creates natural cooling. Indigenous varieties that ripen slowly even when the mercury climbs. This isn't innovation?it's validation of what southern Italy knew all along.
The next twenty years will see this model replicated: higher, cooler, volcanic, indigenous. Etna got there first.
Elena Fucci "Titolo" (Aglianico del Vulture, Basilicata)
The Evidence: Southern volcanic terroir competing with the North?and winning.
Aglianico has always been Italy's secret weapon. Planted on the slopes of an extinct volcano in Basilicata, it makes wines with the structure of Barolo, the aging potential of Brunello, and the effortless ability to handle heat.7 Elena Fucci's "Titolo" is single-vineyard, ungrafted, aged in large oak?proof that southern Italy doesn't need to imitate Piedmont. It already has the goods.
Basilicata is positioned to become what Etna was fifteen years ago: the overlooked southern region that suddenly everyone realizes has been making world-class wine all along. Volcanic soils, high altitude (600-800m), late-ripening indigenous grapes. All the climate advantages, none of the hype.
When collectors discover Vulture?and they will8?Elena Fucci will be one of the reasons.
The Evidence: Biodynamic viticulture + research = understanding what actually works.
Gerardo Giuratrabocchetti isn't just making wine?he's running experiments. Testing how altitude affects ripening. Studying ancient cave-aging systems carved into volcanic tuff in the 1600?s. Documenting which biodynamic practices actually build resilience in a warming climate.
"L'Atto" is the estate's research-driven single vineyard bottling. It's structured, mineral, built to age for decades. But more importantly, it represents southern Italy doing the unglamorous work of figuring out why these vineyards work?so the knowledge can travel.
If Basilicata emerges as a serious global player, it'll be because producers like Cantine del Notaio did the science.
The Evidence: Volcanic whites rivaling the world's great expressions?and just getting started.
While the world fell for Etna Rosso, Carricante was quietly evolving into one of Italy's most compelling white grapes. Electric acidity, volcanic minerality, precision that draws comparisons to Chablis and Mosel Riesling. High-altitude (eastern slopes, 700-900m), cool microclimate, built to age.
Carla Maugeri's family estate is making some of the most profound whites in Italy9?proof that Etna's potential goes far beyond red wine. In twenty years, this could be the white wine sommeliers obsess over. The architecture is already there.
The Evidence: The next generation claiming the volcano?on their own terms.
Benedetto Alessandro represents the third wave.10 He grew up making wine in western Sicily, studied the pioneers (de Grazia, Foti), then convinced his cousins to buy land on Etna's northeastern slopes in 2016. His wines are modern, fruit-forward, precise?intentionally different from the brooding traditional style.
Some will call them too clean. Others will call them the future. What matters: young Sicilian winemakers are taking over Etna, and they're not interested in imitating anyone. That creative tension?between reverence and rebellion?is where the next twenty years will be written.
The Evidence: Rescued indigenous varieties that thrive in drought.
Susumaniello nearly went extinct in the 1990s. The grape's production drops dramatically after a decade?less than a kilogram per plant?which made it economically unviable when Puglia focused on volume. But Luigi Rubino understood something others missed: those few bunches that remain produce wines of extraordinary concentration and elegance.11
The grape is naturally hardy and resistant to extreme climate.11 Bush-trained vines with deep root systems, grown in Salento's arid soils with minimal water, Susumaniello is precisely what climate resilience looks like. Tenute Rubino's "Torre Testa" is their flagship single-vineyard bottling?intense, structured, built for aging?proof that Puglia's forgotten grapes are actually its future.
When the Mediterranean gets too hot for irrigation-dependent varieties, Susumaniello will still be thriving.
The Evidence: Ancient terroir meeting the future head-on.
Cir? is considered one of the oldest wines in the world?allegedly served to Olympic champions in ancient Greece. The Librandi family brought it to international attention in the 1990?s, proving that Calabria's indigenous Gaglioppo grape, grown on calcareous marl soils near the Ionian Sea, could make world-class wine.12
Gaglioppo has thick skins and thrives in hot, dry conditions.12 Sea breezes moderate the intense summer heat. Many vineyards still use alberello?traditional bush-vine training that's naturally drought-resistant. "Duca Sanfelice" is Librandi's top Cir? Riserva, aged two years before release, made from old alberello vines. It's structured, complex, and built for the long haul.
Calabria faces "harsh climate, persistent drought and high temperatures"12?but Gaglioppo was born for this. While northern Italy scrambles to adapt, Cir? just keeps doing what it's done for ages.
The Evidence: Drought-tolerant indigenous variety as climate solution.
Nero d'Avola is Sicily's most important red grape, and for good reason: it thrives in scorching heat, retains refreshing acidity at high sugar levels, and requires minimal irrigation thanks to deep root systems.13 In a region receiving under 550mm of rain annually, these aren't luxuries?they're survival traits.
Planeta's "Santa Cecilia" comes from the Noto hills in southeastern Sicily, where Nero d'Avola originated. Dry-farmed, grown on sandy soils in extreme heat, this is wine made exactly as the climate crisis would design it. The 2024 InnoNDA research project is exploring how to reduce alcohol levels by up to 4% without sacrificing flavor13?direct response to both consumer and climate pressures.
Nero d'Avola isn't adapting to climate change. Climate change is proving that Nero d'Avola was right all along.
What They Share
Every wine on this list is responding to the same pressure: a world that's getting hotter, drier, more extreme. But they're not responding by adapting?they're responding by being exactly what they've always been. Southern volcanic terroir. Indigenous late-ripening varieties. Drought-resistant root systems. Traditional bush-vine training. These aren't innovations. They're inheritances.
But none of them is pretending the climate isn't changing.
The great irony is that southern Italy?historically dismissed as too hot, too rustic, too far from the action?is suddenly the part of Italy with structural advantages. Volcanic soils retain water. High altitude creates cooling.14 Indigenous varieties already know how to handle stress. These aren't adaptations. They're inherent in the legacy of Southern Italy.
Northern Italy will adapt?it's already happening. But the momentum, the resilience, the built-in advantages? For the first time in modern history, they belong to the south.
Twenty years from now, when someone asks what defined Italian wine in the 2020s and 2030s, will the answer be Super Tuscans or cult Barolos? Or will it be the moment Italy remembered that the grapes that thrived before air conditioning, before irrigation, before chemical interventions? ?the ones that inherently knew how to survive?
The future was always there. It just had to get as hot as a volcano to be noticed.
Notes
1. Van Leeuwen, C., et al. "Climate change impacts and adaptations of wine production." Nature Reviews Earth & Environment, March 26, 2024. Study projects that "about 90% of traditional wine regions in coastal and lowland regions of Spain, Italy, Greece and southern California could be at risk of disappearing by the end of the century because of excessive drought and more frequent heatwaves."
2. Guado al Melo, "Climate change and viticulture: appropriate or irresponsible choices?" The analysis notes: "It may sound absurd, but in recent summers there have been more stress problems in certain parts of the north of Italy than in the center and south, albeit that it has rained even less here." The explanation: northern vines evolved for cool conditions with shallow root systems on steep hillsides designed for drainage, while southern varieties and growers are already adapted to semi-arid conditions.
3. Decanter, "Beating the heat: How Italy's winemakers are responding to climate change," January 19, 2023. - by Aldo Fiorelli. Consultant Antonini: "The most resistant varieties are usually the indigenous ones in specific regions, for example Carricante in Sicily."
4. VinePair, "Italian Winemakers Are Finding Creative Ways to Battle Climate Change," - by Rebecca Van Hughes. January 6, 2022. Expert Bordini notes that "many wine producers in the region he lives in, Emilia-Romagna, began favoring Chardonnay over native varieties like Albana around 30 years ago. Now, however, they are returning to the indigenous varieties."
5. Ibid. Bordini states: "I think soon, it will not be possible to cultivate Chardonnay anywhere in Italy."
6. James Suckling, "Top 100 Wines of Italy 2025." The Tenuta delle Terre Nere Etna Rosso San Lorenzo 2023 was named Italian Wine of the Year with a 98/100 score. Available at jamessuckling.com.
7. Eric Guido, "Getting in on the Ground Floor: Aglianico del Vulture." Vinous, May 2024. Comprehensive report on the region's producers, including Elena Fucci, Basilisco, Grifalco, and Cantine del Notaio.
8. WineNews, "Vulture is 'Citt? Italiana del Vino' 2026," September 23, 2025. The Vulture region was selected for the prestigious 2026 designation, recognizing its "strategic vision and inter-municipal cooperation" in wine tourism and territorial development.
9. Gambero Rosso, "Italy wine guide 2025: the special awards," October 17, 2024. Maugeri was recognized with a special award: "In just three harvests, the winery of Renato Maugeri and his daughters Carla, Michela, and Paola has established itself as one of the denomination's most significant."
10. Wine Spectator, "The Volcano's Third Wave: What's New in Etna Wine?" February 23, 2024. By Robert Camuto. Feature on Benedetto Alessandro and other young Sicilian winemakers representing Etna's new generation.
11. Vinissimus, "Susumaniello." The grape is described as "vigorous, resistant to extreme climate, excellent for blending." Tenute Rubino's website notes: "Despite its notorious hardiness and resistance to pathogens, for many years Susumaniello was on the verge of falling into oblivion, until Tenute Rubino recovered it, enhancing its versatility and making it the emblem of its production philosophy."
12. Concours Mondial de Bruxelles, "Cir? ? Calabria's flagship wine." Raffaele Librandi, head of the Consortium of Doc Cir?: "In addition to our unique terroir, a great tradition of winemaking is reflected in the quality of our wines." Gaglioppo has thick skins and is genetically linked to Sangiovese. VinoVoss notes that Calabria's "harsh climate, with its persistent drought and high temperatures" has shaped the region's viticulture.
13. Vinerra, "Nero d'Avola: An In-Depth Grape Profile." The grape "retains a lively acidity even at high sugar levels, producing fresh, balanced wines in extreme heat." It excels under dry-farmed conditions thanks to "its deep root system and drought resistance." The 2024 InnoNDA Project is "aiming to reduce alcohol levels by up to 4% without sacrificing flavour or intensity?a direct response to consumer and climate pressures."
14. Gambero Rosso International, - by Donato Notarachille. "Above 1,000 meters: wine moves to higher altitudes to face climate change," October 17, 2024. Winemaker Michele Lorenzetti: "There are areas where high-altitude winemaking has been practiced successfully for a long time, like Valtellina, Valle d'Aosta, and Mount Etna, where excellent wines are made around 1,000 meters."