_L?accoglienza a Tenuta di Fessina, shabby chic. By Debora_ ??ascoltarne il profumo, anche diverso, al naso, poi in bocca. Il che dovrebbe avvenire per ogni cosa e fatto ? sia della vita materiale, sia di quella spirituale (la scuola, i rapporti d?amore, le amicizie, le discussioni dialettiche, quant?altro) ? che onorino la vita; anche ? contro i ricchi pi? ricchi ? la festeggino. Se fossi credente e visitassi ogni chiesa del mio percorso, prima che all?altare maggiore mi soffermerei alle opere d?arte ? pitture, affreschi, maioliche, arredi, sculture ? e cercherei di trarne il maggiore piacere, materiale e no. Per chi, come noi, crede nella terra (e in Lucrezio), ? imperativo porre l?attenzione ad ogni gesto, cos? da farci, in poco tempo, capaci di ogni scelta? Da Le parole della terra di Luigi Veronelli e Pablo Echaurren
?Ges?, gli arancini di Adelina! Li aveva assaggiati solo una volta: un ricordo che sicuramente gli era tras?to nel Dna, nel patrimonio genetico. Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria, la ricetta. Il giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in parti uguali che deve c?ciri a foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro, sedano, prezzemolo e basilico. Il giorno appresso si pripara un risotto, quello che chiamano alla milan?sa (senza zaffirano, pi carit?!), lo si versa sopra a una tavola, ci si impastano le ova e lo si fa rifridd?re. Intanto si c?cino i pisellini, si fa una besciamella, si riducono a pezzettini ?na poco di fette di salame e si fa tutta una composta con la carne sgrassata, triturata a mano con la mezzaluna (nenti frullatore, pi carit? di Dio!). Il suco della carne s?ammisca col risotto. A questo punto si piglia tanticchia di risotto, s?assistema nel palmo d?una mano fatta a conca, ci si mette dentro quanto un cucchiaio di composta e copre con dell?altro riso a formare una bella palla. Ogni palla la si fa rotolare nella farina, poi si passa nel bianco d?ovo e nel pane grattato. Doppo, tutti gli arancini s?infilano in una padeddra d?oglio bollente e si fanno friggere fino a quando pigliano un colore d?oro vecchio. Si lasciano scolare sulla carta. E alla fine, ringrazziannu u Signiruzzu, si mangiano!? Da ?Gli arancini di Montalbano? di Andrea Camilleri, Oscar Mondadori, 2001
No, non ? paura e neppure vilt?. ? stanchezza. Mi sono stancato. E chiudo. Chiudo questo blog (senza cancellare nulla, ci mancherebbe!) Come dice il mio amico Nick Tambone chi scrive su un blog lo fa per passione, senza...
Sul Sole24Ore.com l'11 luglio è uscito un articolo di Gianni Rusconi intitolato I corporate blog? Sono ancora troppo noiosi.La società indipendente Forrester Research ha analizzato i blog aziendali e ha rilevato come il 70% dei blog campionati si limiti ad...
di Federico Valicenti* “La madre terra, privata dei suoi diritti di concimazione, è in rivolta: la terra scende in sciopero; la fertilità del suolo decresce e aumentano le malattie” questo è quello che scriveva Sir Albert Howard ( agronomo (1873-1947) nel suo libro - Diritti della terra – alle radici dell’agricoltura naturale –Slow Food editore. Howard con questo saggio scritto cento anni fa riafferma la necessità di ripartire dalla terra ...
Your teeth are very important, taking care of the teeth is beyond brushing and eating the required diet. For complete health teeth caring you need to see a professional dentist for the check up. You need to do this for at least once in every three to six months. The dentist will do a professional cleaning to your teeth to make them last longer in a healthy condition.
However, the problem comes up when you are deciding the dentist you want to visit. Currently, there are many dentists available, choosing the right dentist will require you to spend much time.
Location
Choose a dentist that you can access easily, near your home or place of work. This will help you save time when you want to check your teeth. It is important for the case where you may have dental emergencies; the dentist will access your place easily.
If you are the doctor?s client, it will be easy to visit you and check on your healing process. You should also choose a dentist whose working hours does not match with your working hours. The doctor should not have a tight schedule. You should have to invest precious time with your dentist.
Cost
The doctor you choose should not be too expensive for you to afford. In cases where you need to spend a lot of money on your check up, you need to know if the dentist accepts your insurance. The dentist should also accept multiple methods of payment such as credit cards or personal checks.
The cost varies with the practice of the dentist. Make sure the charges are reasonable. The dentist you choose should not be overcharging you. Agree on the cost of the operation before you allow the doctor to check your teeth.
Personal comfort
This another crucial factor you need to consider when searching for a dentist to check your teeth. You must find a dentist that you can talk to comfortably. When you are explaining your problem, the dentist should be concerned and willing to help.
Ensure that the doctor you choose is humble and concerned with your problem. He or she should help in making you courageous in asking whatever question you have in case you do not understand some terms.
Professional qualifications
The dentist you choose should be willing to give you a history of his or her qualifications when you need them. Do not assume that the dentist is qualified if you have not confirmed. If you feel uncomfortable with the answer the dentist is giving to your questions, you need to find a different dentist. You can also check the information of the dentist at the medical board where you find out the kind of training the dentist has gone through.
Emergency care
Can the dentist you choose attend immediately to any of your emergency? Find out the contact lines of the dentist if they are working all the time. Also, check out for a doctor who can attend to you even out of working hours to attend your emergency.…
In an Autogrill, one of the good ones that stretches over the autostrada. I'm content. I'm reunited with my wandering suitcase at last. Getting the thing at the Florence airport (a dump) was like a sitcom. I go as instructed to the Lost + Fouind window. A young woman takes my info, fills out a foem and tells mw to go to the end of the building and go left through the blue door. I gg. I'm told to go to the window at the end of this room, a...
Air France e Matthias Giroud: la collezione esclusiva di cocktail per La Premi?re
Eleganza in alta quota. Air France sigla una raffinata collaborazione con lo chef mixologist di fama mondiale Matthias Giroud, dando vita a una nuova collezione di cocktail ? alcolici, low alcol e analcolici ? serviti in esclusiva nella cabina La Premi?re.
Un omaggio all?arte della mixology francese, pensato per conquistare i palati pi? esigenti e raccontare l?eccellenza tricolore attraverso un linguaggio liquido, contemporaneo e sensoriale. Le nuove creazioni incarnano i valori fondanti di Air France: eleganza, piacere e rispetto.
I tre Signature Cocktails a bordo di La Premi?re:
Belle ?poque: un cocktail amaro e agrumato, rivisitazione del Negroni con idrosol di arancia.
Parfum de France: dolce e fruttato, a bassa gradazione alcolica, ispirato al mondo del vino (Chardonnay e Moscato), con liquore al lampone e verbena.
L??veil: analcolico, speziato e rinfrescante, a base di succo di cranberry, lime, menta, zenzero e bouquet aromatico.
I cocktail sono serviti a bordo in calici su misura dal design esclusivo, all?interno di un cofanetto elegante che esalta l?esperienza di degustazione.
La gastronomia stellata in volo
La nuova cocktail experience arricchisce ulteriormente l?offerta gourmet della cabina La Premi?re, dove i passeggeri possono contare su una cucina firmata dallo chef Arnaud Lallement (3 stelle MICHELIN) e dessert curati dal MOF e World Pastry Champion Angelo Musa.
A completare l?esperienza, la cantina di bordo ? selezionata da Xavier Thuizat, Meilleur Sommelier de France 2022 e Head Sommelier dell?H?tel de Crillon.
Durante l?estate, La Premi?re ? disponibile in partenza da Parigi Charles-de-Gaulle verso le seguenti destinazioni: Abidjan, Dubai, Los Angeles, Miami, New York JFK, San Francisco, San Paolo, Singapore, Tokyo Haneda e Washington DC.
La Suite La Premi?re: il massimo del lusso in volo
La nuova suite La Premi?re, progressivamente introdotta a bordo di alcuni Boeing 777-300, rappresenta il vertice del comfort e del design.
Dotata di cinque finestrini privati, include:
una poltrona ergonomica con imbottitura memory foam,
una chaise longue trasformabile in vero letto matrimoniale da 2 metri,
tendaggi oscuranti a tutta altezza per una privacy totale.
Ogni elemento ? pensato per offrire un’esperienza su misura, che accompagni il passeggero in ogni fase del volo: dal relax alla cena, dal riposo alla contemplazione del cielo.
Chi ? Matthias Giroud?
Conosciuto come L?Alchimista, Matthias Giroud ? uno dei pi? influenti mixologist a livello internazionale. Dopo gli esordi nei cocktail bar del gruppo Buddha Bar, ha fondato il laboratorio creativo L?Alchimiste.
Oggi firma esperienze uniche per hotel di lusso e chef stellati, combinando ingredienti da tutto il mondo (ha oltre 150 aromi nella sua collezione personale) e seguendo una filosofia eco-responsabile e zero-waste.
?Non creo per me stesso, ma per chi deguster?? ? il suo mantra.
www.altissimoceto.com – il tuo punto di riferimento per l’eccellenza nel viaggio e nella gastronomia di lusso. #LaPremiere #AirFrance #AltissimoCeto #LuxuryCocktails #MatthiasGiroud #HauteMixology #TravelInStyle
Quando l?arte della mixology incontra l?eccellenza dell?h?tellerie aerea, nasce un?esperienza sensoriale che ridefinisce il concetto di volo di lusso. Air France presenta una nuova collezione di cocktail esclusivi, creata dal visionario mixologist Matthias Giroud, riservata ai passeggeri di La Premi?re, la sua cabina di prima classe simbolo di raffinatezza e savoir-faire francese. Un viaggio nel gusto ad alta quota, tra infusioni esotiche, botaniche rare e tecniche d?avanguardia, pensato per trasformare ogni sorso in un ricordo indelebile.
Quando le cose si mettono male, le vecchie tradizioni ritornano ?
I rapporti dell?uomo con il vino avevano avuto alti e bassi durante la lunga storia della civiltà. Bevanda degli dei concessa anche al popolo con grande magnanimità, era poi diventata alla portata di tutti nel periodo romano: erano sorte taverne e botteghe di mescita dove, ovviamente, la qualità era piuttosto scarsa. Ma tanto bastava per dare ebbrezza e far dimenticare la dura vita di quei tempi. I commerci fiorivano e le navi lo trasportavano in giro per il Mediterraneo e successivamente nei paesi del nord. Il vino aveva superato egregiamente i cosiddetti periodi bui del medioevo, lo splendore del rinascimento, lo sfarzo delle regge barocche ed era giunto senza tentennamenti fino ai tempi moderni. Ovviamente anche la sua qualità era cambiata. Le tecniche di vinificazione avevano permesso di eliminare tutti gli additivi, quali spezie, miele, resine, che avevano cercato di rendere piacevole un liquido piuttosto aspro, il cui solo scopo era quello di inserire alcol nel corpo umano e fargli abbandonare per un poco le miserie quotidiane. Poco alla volta era diventata anche bevanda raffinata, le cui migliori espressioni erano privilegio di nobili e di potenti. Nel ventesimo secolo la base di chi poteva permettersi anche le migliori produzioni s?allargò sensibilmente ed il vino ?buono? divenne alla portata di tutti o quasi. In realtà però restava profondamente diverso l?approccio che i differenti strati sociali davano al nettare degli dei. Ma non vi era una corrispondenza banale tra ricchezza e qualità. Chi se lo poteva permettere a volte beveva vini di dubbio valore, magari solo perché il prezzo era alto e forniva un segno chiaro del livello sociale raggiunto. Spesso non capiva neanche cosa trangugiava e la sua capacità gustativa era veramente misera. Chi riusciva invece a penetrare veramente nelle innumerevoli sfumature di una bevanda estremamente complessa, non aveva i mezzi per procacciarsela ed era costretto ad accettare compromessi più o meno onorevoli. In poche parole, difficilmente chi apprezzava il ?grande? vino poteva berlo, mentre normalmente chi ne aveva abbondantemente le possibilità si trovava a tracannare o a centellinare prodotti molto cari, che poco o nulla riuscivano a trasmettergli. La stragrande maggioranza della gente beveva invece quello che trovava e ben poco si curava della qualità. Vino, sempre e dovunque, ma basta che fosse a basso prezzo. Poi, lentamente, le divisioni sociali diminuirono la forbice tra ricchi e poveri, ed anche il vino più prezioso divenne teoricamente una bevanda che chiunque, con maggiore o minore sacrificio, poteva permettersi almeno qualche volta all?anno. Tuttavia, restava ancora ben difficile da superare l?approccio culturale che durante i secoli ne aveva scandito il rapporto con il consumatore abituale. Il vino buono si poteva trovare anche facilmente, ma ben pochi erano in grado di riconoscerlo. Le vere sensazioni che un prodotto di alto livello sapeva elargire, rimanevano privilegio di pochi, senza alcun diretto rapporto con la loro possibilità economica. In questo caos qualitativo e quantitativo emerse finalmente una delle figure più importanti nella storia enoica del nostro pianeta: l?esperto di vino. Più che un mestiere era un vera missione: egli doveva sacrificarsi a degustare di tutto e di più per definire finalmente in modo oggettivo una scala di qualità per gli innumerevoli prodotti che uscivano sul mercato. Alla fine, la sua titanica opera di ricerca, di confronto, di valutazione, sarebbe stata offerta a tutti i miseri mortali, che finalmente avrebbero potuto conoscere esattamente cosa stavano per bere. Il modo migliore per allargare a tutti le conclusioni di quei pochi illuminati era senz?altro un libro che riassumesse sinteticamente lo sforzo compiuto in mesi e mesi di sacrificio. Nacque così la ?guida dei vini?. Anzi ne nacquero molte, in quanto ogni nuovo benefattore era convinto di essere più oggettivo degli altri e di aver eseguito con maggiore serietà ed attenzione la valutazione finale. A lato di queste vere e proprie ?Bibbie? comparvero innumerevoli discepoli che iniziarono a portare il Verbo enoico in giro per il mondo.
Le degustazioni pubbliche crebbero a dismisura così come le tavole rotonde, le lezioni, i congressi, ecc. Fortunatamente, si allargò anche il numero dei veri esperti, in grado di valutare le migliaia di profumi nascosti ai comuni mortali: non solo frutta, fiori e verdure, ma anche petrolio, animali, liquidi organici e così via. Finalmente chiunque avrebbe saputo cogliere quello splendido sentore di pollaio o di muffa, di radice amara o di pelo bagnato, che gli sarebbe stato precluso per sempre senza la sapiente guida degli eletti. Inoltre, non solo i consumatori avevano ormai degli angeli custodi pronti a guidare le loro scelte, ma anche gli stessi produttori potevano approfittare di chi avrebbe in poche e sintetiche parole osannato o distrutto il loro lavoro di vigna e cantina. Avrebbero capito velocemente se l?annata era stata buona o cattiva, se meritava o no mettere in vendita ciò che avevano costruito in un anno di dura fatica. Bastava seguire le prediche pubbliche dei ?santoni? e tutto sarebbe stato chiaro. E poco importava se ciò accadeva normalmente a vendemmia conclusa. Il consumatore era comunque felice: aspettava con trepidazione spasmodica l?uscita delle ?Guide? e si scatenava nella caccia delle bottiglie più osannate. Il vino, benché spesso prodotto in grandi quantità, finiva quasi subito. Tutto era già venduto ben prima di uscire. Recuperare una sola bottiglia diventava un?opera di persuasione e di preghiera. I più fortunati riuscivano a commuovere il produttore e potevano portarsi a casa il gioiello tanto ambito anche se avevano dovuto pagare una cifra ben più alta del previsto. D?altra parte i prezzi erano per forza destinati a crescere. Gli ?esperti? benefattori dovevano sopravvivere e le guide dovevano essere pubblicate. Malgrado per loro fosse solo una missione culturale, i giornalisti, i curatori, gli esperti, i collaboratori ed i portaborse erano costretti gioco forza a mangiare, dormire, viaggiare, mantenere una famiglia. Dovevano, anche se controvoglia, chiedere una parte dei guadagni ai vignaioli che grazie a loro erano saliti nell?Olimpo della celebrità. La situazione continuò così per molti anni tra la soddisfazioni di tutti: il vino era diventata una realtà ?popolare? e la sua comprensione era saldamente nelle mani di chi lo sapeva analizzare con sapiente lucidità ed oggettività. Ma i sobillatori ed i rivoluzionari sono sempre esistiti nella storia dell?umanità. E così qualcuno, sicuramente in malafede, cominciò ad inserire qualche dubbio: perché lo stesso vino aveva giudizi così diversi da guida a guida? Perché le aziende più facoltose conquistavano sempre le migliori valutazioni? Perché si osannavano i vini più veri e tipici e poi si premiavano quelli più monotoni e ripetitivi? Furono subito accusati di eresia, ma la calunnia iniziò ad infiltrasi e ad ottenere i suoi primi frutti. Alcuni consumatori osarono addirittura degustare da soli, senza alcun appoggio esterno. In altre parole, si vollero sostituire agli esperti, dopo tutto i sacrifici che questi avevano fatto per loro. Qualcuno arrivò perfino a comprare bottiglie non recensite da nessuno dei portatori di verità. Il mondo del vino stava per crollare per colpa di pochi facinorosi. Si sarebbe tornati alla barbarie ed alle scelte individuali. Si sarebbe bevuto un Sauvignon anche senza apprezzare compiutamente e profondamente quello splendido profumo che solo il gatto di casa riusciva così bene e inconsciamente a riprodurre. Ci furono anni di caos e di sgomento, finché non comparve sulla scena enoica la poderosa e illuminata figura del ?Grande Estimatore?. Nessuno seppe mai quale fosse veramente il suo nome né come riuscì ad imporsi su tutto e su tutti. La sua scalata fu imperiosa e senza ostacoli. Cancellò facilmente ogni tipo di guida e ridusse all?anonimato il nutrito gruppo di portatori delle verità vinicole. E pensare che non dava classifiche e nemmeno consigli od ordini da seguire come atti di fede. Tutto ciò che faceva era di mostrarsi in qualche cantina e discorrere allegramente con i produttori davanti ad un bicchiere. Poi ringraziava ed usciva contento, tallonato dai Mass Media che lo seguivano ovunque, ma che non riuscivano mai ad ottenere il benché minimo commento. Le cantine visitate erano sempre più numerose ed i vignaioli facevano di tutto per migliorare i prodotti, sperando di accoglierlo un giorno o l?altro nelle loro abitazioni. Non chiedeva mai niente: assaggiava e parlava, parlava ed assaggiava. Sorrideva sempre, anche quando magari il vino non era stato di suo completo gradimento. Riusciva a non fare trasparire alcuna emozione.
I consumatori iniziarono a seguire il suo esempio ed a decidere con il proprio naso e palato. Costretti a provare in prima persona, iniziarono essi stessi a valutare ed a confrontare, sempre più coinvolti non solo dalle caratteristiche del vino, ma anche dalla simpatia del produttore, dalla bellezza del territorio circostante e da tutte quelle sfumature difficilmente esprimibili con aridi punteggi. Scomparve in una giornata di autunno. Fu visto l?ultima volta su una collina delle Langhe, seminascosta da una fitta ed umida nebbiolina. C?è chi giura che non era solo, ma circondato da un gruppo di giovani festanti e giocosi che suonavano e ballavano. Poi più nulla, ma il vino ormai veniva apprezzato per quello che riusciva a trasmettere: praticamente tutti erano in grado di decidere da soli. Nessuno volle mai credere a quel vecchio ?maestro di vigna? che in mezzo all?umida foschia di quel giorno, con il mozzicone di sigaro in bocca, si stava godendo solitario il languido panorama delle sue vigne di Nebbiolo. Eppure lui era proprio convinto di aver udito il gruppo festante chiamare il ?Grande Estimatore? con quello strano nome mai sentito prima ?Διονύσος, Διονύσος !!? (Dioniso, Dioniso !!)
Uno dei motivi per cui a mio avviso bisogna essere felici che esistano anche nel mondo del vino i grandi gruppi, ? che questi hanno, a differenza delle piccole e medie aziende, capitali a sufficienza per poter investire anche in vere ricerche di mercato. Due anni fa, ad esempio Constellation Brands aveva condotto il [...]
_ERSE Bianco, Etna DOC, blend di Carricante, Minnella e Catarratto_ ??si mostrano sorridenti, scaltri, vivaci, si schiudono a poco a poco, si danno senza reticenze ed ? un?esplosione di sapori in bocca. Fanno la ruota come pavoni, hanno mille aromi. Sono vini gradevoli, spiritosi, vini che si divertono, che sono fatti per la felicit??. Jean- Luc Hennig, ?Eros e vino?, Sonzogno Editore
La nuova vendemmia dell?Etna DOC Bianco ERSE, il 2013, sar? imbottigliata a Fessina a breve. Proveniente da vecchi vigneti, allevati interamente ad alberello, di Milo e Santa Maria di Licod?a, nel versante sud del vulcano, ERSE Bianco 2013 uscir? sul mercato a luglio 2014. Necessario un po? di riposo in bottiglia, e il nuovo Bianco d?entrata di Fessina sar? a disposizione di tutti i winelovers. Auguriamo in sorte al nuovo nato lo stesso luminoso destino del cru di Carricante A? Puddara, il quale, negli anni, si ? guadagnato l?apprezzamento di un pubblico sempre pi? ampio di appassionati che, nell?Etna, ricercano uno stile neoclassico, come quello di Tenuta di Fessina, fondato sull?eleganza e la levit?.
L?Etna DOC Bianco ERSE ? prodotto, tra la vetta dell?Etna e il mare, da Carricante degli alberelli centenari di Milo e Santa Maria di Licod?a. Con aggiunta di uve indigene etnee Minnella e Catarratto, ? vinificato in acciaio e rappresenta la nostra introduzione alle potenzialit? di questo vitigno da sempre considerato ?gregario di lusso? del Nerello Mascalese nell?uvaggio tradizionale dell?Etna DOC per le notevoli doti di freschezza e longevit?.
PRESS: ?(?) Tra le novit? di quest?anno c?? l?Etna Bianco ERSE, un blend di Carricante e Catarratto coltivati a Santa Maria di Licod?a e Milo, dove si estendono vecchi vigneti tra i quaranta e cento anni. Etna DOC Bianco ERSE, Tipologia: Bianco DOC, Uve: Carricante (80%), Catarratto e Minnella 20%, gr: 13?, ? 16, bott. 4.500, vendemmia tardiva, vinificazione in acciaio e maturazione nel medesimo per 9 mesi, 6 mesi in bottiglia, Carpaccio di pesce bianco con bacche di ginepro? (Guida ai migliori vini d?Italia 2014, BIBENDA, AIS). ?L?ERSE Bianco, ultimo nato, da Carricante e Catarratto, si caratterizza per note floreali e di piccoli frutti chiari? (Guida ViniBuoni d?Italia 2014, Touring Editore) ?Quest?anno l?ETNA ROSSO ERSE 2011 (12.000 bottiglie, 15 ?) ? anche nella versione ETNA BIANCO ERSE 2012 (Carricante, 6.000 bottiglie, 15 ?). Entrambi vini puliti, immediati, specchio del territorio. Il primo esalta i profumi tipici del nerello, unendoli a una struttura agile ma con un tannino ben levigato; il secondo ? caratterizzato da sobriet? olfattiva e grande piacevolezza gustativa? (Guida SLOW WINE 2014, Slow Food Editore). ?Silvia Maestrelli e Federico Curtaz hanno contribuito non poco al rinascimento della viticoltura etnea. Significativo il loro apporto nel far conoscere e apprezzare i vini di Santa Maria di Licod?a, sul versante sud occidentale del vulcano, zona tra le meno battute, dove nasce l?Etna DOC Bianco A? Puddara. Nuove acquisizioni riguardano adesso Milo, sul versante orientale, dove il terroir ? vocato per la coltivazione del carricante. Pertanto attualmente i vini aziendali sono prodotti su tre diversi versanti: a nord i rossi, a sud e a est i bianchi che si segnalano per la particolare eleganza e l?aderenza al territorio e alle caratteristiche varietali dei vitigni d?origine? (Guida ai vini d?Italia 2014, Gambero Rosso) . ?ETNA BIANCO ERSE 2012_16/20 BT 6500 ?14/17? (Guida I vini d?Italia 2014, L?Espresso) ?(?) Ottimi vini di pregevole fattura, ma le nostre tasche in profonda crisi economica reclamano ossigeno e in nostro soccorso giunge l? Etna Bianco Erse 2012. Anch?esso a prevalenza Carricante ma con contaminazioni autoctone di Minnella e Catarratto da vigne centenarie, affinato in acciaio per amplificare le doti di agilit? e immediatezza. Riesce benissimo nell?intento grazie a un olfatto di bella espressivit? e mutevolezza coinvolgente: l?agrumato del cedro e del limone prende possesso della scena, poi le nuance esotiche del frutto della passione lasciano spazio all?ingresso trionfale delle bianche sensazioni della pesca e del melone invernale. Finito? E le sensazioni minerali? Ci sono, nettissime, con addirittura echi salmastri, accompagnati da sentori freschi, mentolati e infine vegetali di erba falciata. Al sorso c?? tutto quello che ci si aspetta da un vino cos? leggibile: succo ma anche nerbo acido a sostegno, grande componente fruttata, freschezza, facilit? di beva e quella salinit? che non abbandona il palato e invoglia il sorso successivo. Da iscrivere di diritto alla categoria dei vini pericolosi, poich? finisce talmente in fretta da far sembrare bucata la bottiglia. Per 15 euro circa in enoteca ? un gran bel bere: abbinatelo a delle polpette di baccal? in salsa verde? (AGRODOLCE, 16 01 2014, ?Vini anticrisi: ERSE Bianco 2012 di Tenuta di Fessina? di Alessio Pietrobattista) ?Ecco un percorso guidato fra quelle variet? che negli ultimissimi anni hanno segnato una crescita qualitativa sorprendente e hanno mostrato, nella loro naturale diversit?, un registro stilistico comune, una bevibilit?, una freschezza e un?originalit? aromatica che piace sempre di pi?. (?) La spiccata acidit? e i profumi di stampo minerale costituiscono infine anche i dati salienti dei vini a base di Carricante, uva bianca tradizionalmente coltivata sulle pendici dell?Etna: un luogo di straordinaria vocazione vinicola, giusto per ricordare che i buoni vini nascono dalla magica fusione tra uva e territorio. (?) Carricante. Vitigno a bacca bianca diffuso in Sicilia, prevalentemente nella provincia di Catania; ? presente nella DOC Etna e nella DOC Sicilia. Aziende di riferimento: Benanti, Fessina, Graci? (LE GUIDE DI REPUBBLICA, 1? aprile 2014_L?Italia dei mille vini, di Ernesto Gentili) ?Un intreccio di storie hanno portato nel 2007 sull?Etna Silvia Maestrelli, wine lady gi? famosa in toscana, e suo marito l?industriale milanese Roberto Silva. Subito innamoratisi della splendida zona decidono di acquistare le vecchie tenute della famiglia Musumeci, composte da vigne centenarie a 600 mt. sul livello del mare. Negli anni la propriet? ha poi acquistato altri appezzamenti sulle diverse sponde del vulcano. In poco tempo si sono imposti nel panorama nazionale per la qualit? e la schiettezza dei loro vini, non avendo mutato nulla ne in vigna ne in cantina e rispettando rigorosamente il territorio che li ospita. ERSE Bianco 2012. Esempio di una ricerca costante di qualit?, dopo vini bianchi complessi e elaborati, Tenute di Fessina decide di stupire con un bianco fresco e di annata, ma non banale. Un assaggio intenso di Etna, minerale e fruttato. A maggioranza carricante da piante centenarie sprigiona tutta la sua completezza fin da subito? (Tannico, aprile 2014) ?(?) L?Erse Bianco 2012 ? l?ultimo nato, e porta il nome della Dea greca della Rugiada, lasciando intuire il suo bagaglio di freschezza. E? ottenuto in gran parte dai medesimi vigneti dell?A?Puddara, quindi dai vecchi ceppi ad alberello di Carricante (80%), Minnella e Catarratto siatuati nelle contrade di Santa Maria di Licod?a e Milo, rispettivamente a Sud.Ovest e a Sud-Est del cratere vulcanico. Erse Bianco si mostra sorprendente, con impatto intenso e fine al naso, ricco di aromi minerali, citrici ma anche fiore e note di frutti tropicali. Scalfisce il palato con freschezza intensa, e chiude lungo su fini ricordi minerali, di salvia, albicocche fresche e fiori bianchi. Ti conquista subito? (Di Matteo Carlucci, Il TaccuVino, appunti di enogastronomia, ?Tenuta di Fessina, conoscere un?azienda al Vinitaly?, aprile 2014) Erse Bianco 2012 ? stato selezionato da Luca Gardini, sommelier Campione del Mondo 2010, tra i cinquanta migliori vini italiani sotto i 15 euro (Best price, #popwine, #vinitaly2014, La gazza golosa e Luca Gardini).
Io non avr? la possibilit? di esserci, mannaggia a me!, impegnato come sar?, sempre in terra di rosati, anzi di Chiaretto, in un confronto tavola rotonda con i produttori di Bardolino. Invito per? chiunque si trovi nella Campania felix e abbia la possibilit? di raggiungere Battipaglia nel Salernitano, a non mancare oggi, dalle 21 all?alba, allo stuzzicante appuntamento denominato ?La grande notte del rosato: il meglio delle Due Sicilie?, ospitato marted? 15 luglio 2008 presso ?La Fabbrica dei Sapori?? antica fabbrica conserviera restaurata e trasformata in centro polifunzionale, con spazi dedicati alla valorizzazione e all?utilizzo dei prodotti tipici. L?evento, In diretta tv su Telecolore e sul canale satellitare 849 di SKY, coordinato dal giornalista del Mattino di Napoli ?Luciano Pignataro, recente Premio Veronelli, vedr? la partecipazione di un sacco di personaggi che sui rosati del Sud, nelle loro diverse espressioni, hanno parecchie cose interessanti da dire, ovvero
Silvia Imparato: il vino ? donna
Antonello Del Vecchio, segreteria nazionale Slow Food
Rita Abbagnale, Slow Food Campania
gli enologi Severino Garofano, Sebastiano Fortunato, Vincenzo Mercurio, Angelo Pizzi, Nicola Venditti: lezioni di rosato
Piernicola De Castris: il Five Roses e la leggenda del rosato
Marco Gallone, amministratore della Feudi di San Gregorio: le bollicine del rosato
Gerardo Giuratrabocchetti, Cantine del Notaio e Roberto Ceraudo, Dattilo: il legno del rosato
Andrea De Palma, Slow Food Castel Del Monte: l’Adriatico in rosa
Francesco Muci, Slow Food Neretum: Rosalento rosato show
e giornalisti, sommelier, operatori, i produttori presenti
Ci sar? anche, verso le 22, un collegamento audio dalla zona del Bardolino, con l?autore di questo blog
Nel corso della serata ? poi prevista la presentazione della favola ?Sorrisi di Latte? con Rosanna Marziale, chef Giovanni? Lamanna, direttore editoriale Edizioni Spartaco.
In diretta dentro la Fabbrica, a partire dalle ore 20, ci saranno seminari, degustazioni guidate, banchi d?assaggio. Si parte alle 20, con La filosofia francese, conversazione tenuta dal bravissimo Giovanni Ascione, relatore Ais sulla Francia, che presenter? un seminario sui vini rosati francesi: C?tes de Provence R?serve 2006 Domaine Saint Jean de Villecroze (cuv?e di Cinsault e Grenache) Touraine Pineau d?Aunis La Ros? 2007 Jean Fran?ois M?rieau (il Pineau d?Aunis ? un vecchio autoctono della Loira molto adatto a ros? speziati) Vin de Pays des C?tes de Thonghue Les Oliviers 2007 Domaine de MontMarin (cuv?e di Syrah e Cinsault) Champagne Brut Rose Premier Cru Aubry. E? necessaria la prenotazione telefonando allo 0828/630021. A seguire, dalle 21, ?Aspettando l’alba?, banco di assaggio? dei rosati delle seguenti aziende campane, pugliesi, calabresi, abruzzesi e lucane:
Antica Masseria Venditti
Armando Martino
Azienda Monaci
Azienda Vitivinicola Francesco Candido
Cantina del Taburno
Cantina di Venosa
Cantina Tollo
Cantine Barone
Cantine del Notaio
Colli di Castelfranci
Conti Zecca
Dattilo
Feudi di San Gregorio
Fontanavecchia
Il Poggio
Ippolito
I Vini del Cavaliere ? Casa Vinicola Cuomo
Leone De Castris Vini
Librandi
Masseria Frattasi
Mille Una
Mustilli
Polito?
Reale
Santi Dimitri
Terra di Vento??????????
Terredora
Terre Longobarde
Terre Nobili di Calabria
Torre a Oriente
Torre dei Beati
Torre Gaia
Valle dell?Asso?
Vestini Campagnano
Villa Matilde
Viticoltori del Casavecchia
C?? anche una parte gastronomica in programma, ovvero Fornelli solo Rosa per gli abbinamenti con i piatti di:
Rosanna Marziale delle Colonne di Caserta
Maria Mone dell?Ex Libris di Capua
Maria Rina del Ghiottone?di Policastro, Cilento
Irene Muccilli de La Pignata di Pontelandolfo, Sannio
Franca de Filippis de La Pergola di Gesualdo, Irpinia?
Carmela Bruno dell?Osteria La Piazzetta di Valle dell’Angelo, Cilento
Valentina Martone del Megaron di Paternopoli, Irpinia
Antonella Iandolo della Maschera di Avellino
Antonella Principe di Luna Galante di Nocera Superiore
La mania del blog sta contagiando anche anche il nostro settore del vino, persino Vinexpo, la fiera del vino internazionale che si tiene a Bordeaux, che ha da poco aperto il Vinexpo Blog. Perch? dico mania? Perch? c’? modo e modo di aprire un blog. Vediamo cosa dice la stessa fiera:
Vinexpo is the internazional wine and spirits exhibition, which is also the venue for people to meet and exchange ideas. It constitutes a focus point where all knowledge and expertise in the sector converges. We seek to use this international recognition that has been built up over the years here for your benefit. We have created the Vinexpo blog to share information on this constantly evolving world with you.
Le premesse sembrano buone, ma: ? davvero un blog quello di Vinexpo? Per avere un’idea di blog vi rimando qui. Se si va alla homepage del sito istituzionale della fiera noterete il grande spazio destinato al blog.
Tuttavia, come sottotitolo riporta: news about wines & spirit business. Non a caso il blog ? il luogo in cui vengono pubblicate notizie categorizzate in cinque aree: - market developments - business news - new products and market trends - responsible drinking issues - news about the exhibition, naturalmente
L’aggiornamento sembra essere costante, lo sto monitorando da diverse settimane e negli ultimi giorni sembra stia aumentando il numero di notizie pubblicate. Ci si pu? abbonare via RSS o via Newsletter, il che ? positivo. Inoltre, ? disponibile sia in lingua francese che in lingua inglese.
Ma, a mio avviso, ci sono dei punti per i quali il blog non potrebbe essere chiamato con questo nome: manca la possibilit? di lasciare commenti e, soprattutto, non crea nessuna discussione ne condivisione di idee nonostante il suo intento. Infatti, i post non sono altro che agenzie prese da altri o di Vinexpo, agenzie pubblicate senza alcuna interperetazione n? possibilit? di conversazione.
The blog today resembles a logbook chronicling events and is already a useful monitoring tool for market trends and industry news, but this is only a first step towards what Vinexpo intends it to become ? a fully fledged industry forum.
Vedremo se per il momento si tratta di una fase beta di test, aspettiamo i prossimi mesi per vedere gli sviluppi futuri. Ci? che ? significativo ? come ormai il termine blog abbia fatto breccia ovunque.
?A glass of Sicily? , il video tutto siciliano che sta facendo il giro del web, ci invoglia a scoprire cosa vuol dire assaporare un bicchiere di Sicilia.
Il video, infatti, sotto forma di un ?manuale d?uso emozionale?, ci mostra le diverse fasi che precedono la degustazione di un bicchiere di vino attraverso suggestive immagini e metafore, in un incantevole alternarsi di forme e cromatismi, profumi e sapori, suoni e sensazioni.
Firmato Tasca D?Almerita, storica azienda vinicola siciliana, e realizzato dalla viral media company Mosaicoon, rappresenta l'isola come un vero e proprio continente al centro del Mediterraneo: un territorio dotato di un immenso patrimonio artistico, paesaggistico e culturale, in un perfetto connubio tra uomo e natura. Una descrizione approfondita e, al tempo stesso, sorprendente della Sicilia, che scorre attraverso i suoi luoghi e personaggi pi? caratteristici frutto di questo profondo intrecciarsi di arte, cultura, tradizione e natura, che da sempre contraddistingue l?isola. In questo video il messaggio ? che non si tratta semplicemente di un vino siciliano, ma un di vino fatto di Sicilia.
Stamani ho visto in vetrina nel negozio di alimentari in piazza a Cavoretto delle pesche di strana fattura, mai viste prima, piccole e schiacciate nella forma; incuriosito ho chiesto all'amico Mario...
Questa foto rappresenta una importante realtà vinicola dell'Emilia Romagna, l'azienda Tre Monti di Imola (BO), che ho avuto l'onore di incontrare qualche sera fa durante una cena organizzata...
Acciperbacco che straordinaria emozione degustare grandi Ch?teau bordolesi anni Venti, vini di annate memorabili come 1923, 1924, 1926 e 1928, che ho avuto modo di ?intercettare? in occasione del WineDay che i fratelli Balan hanno ideato e organizzato magistralmente il 9 giugno a Mogliano Veneto vicino Treviso nell?accogliente cornice di Villa Braida! Sto parlando di roba fine come il Saint-Emilion Ch?teau Cap de Mourlin 1928, il Margaux 1928 Ch?teau Siran, quindi due 1926, il Pauillac Ch?teau Pichon Longueville Comtesse de Lalande ed il Saint-Julien Ch?teau Lagrange, e poi il Saint-Julien Ch?teau Gruaud Larose 1923 ed infine il Sauternes Ch?teau Doisy Da?ne annata 1924. Bene, il fascino speciale di questi vini che hanno il magico potere di bloccare il tempo, di essere quasi ?eterni? e di durare, se ben conservati in condizioni ottimali in cantina per decenni per poi presentarsi alla prova assaggio in condizioni smaglianti, lo racconto in questo ampio articolo, dove spero di aver reso l?emozione di un?esperienza indimenticabile, pubblicato nello spazio delle news del sito Internet dell?A.I.S. Buona lettura!
Ci sono luoghi in cui il tempo sembra sospeso, dove la natura parla sottovoce e il mare sussurra storie antiche. B?tu ? uno di questi. Incastonato tra i profumi della macchia mediterranea e la vista struggente sul blu del mare siciliano, nasce il ristorante gourmet del Grand Hotel San Pietro, un?esperienza pensata per chi, nel gusto, cerca ancora un?emozione autentica, primordiale, liberatoria.
Il nome ? B?tu?? ha il suono di una parola antica, misteriosa. Viene dal greco e attraversa i secoli per evocare il fiore dell?ulivo: discreto, delicato, profumato, come la cucina di Luca Miuccio, Executive Chef profondamente legato alla sua terra, ai ricordi dell?infanzia, ai sapori della Sicilia pi? vera. La sua ? una cucina sensoriale e colta, che affonda le radici nella tradizione ma sa parlare il linguaggio contemporaneo delle consistenze, della materia prima eccellente, dell?estetica del gusto.
Con lui, una squadra d?eccellenza: Luigi Bonomo alla guida del servizio, Carmelo Fam? in sala, Angela Fresta in cantina e Luca Cammaroto a firmare i dolci finali. Insieme costruiscono un racconto che non ? solo gastronomico, ma profondamente umano. Signature dish? Una ricciola alla brace con umami di pomodori che racchiude, in un gesto semplice, l?essenza stessa del Mediterraneo.
La squadra
Head Chef: Luca Miuccio Sous Chef: Gabriele Sciacca? Pastry Chef: Mattia Aleo? Food & Beverage manager: Luigi Bonomo Ma?tre: Carmelo Fam?? Sommelier: Fresta Angela? Chef de Rang: Giulia Meli
Il Grand Hotel San Pietro ? il gioiello del gruppo Lindbergh Hotels, un esclusivo 5 stelle lusso sospeso tra il blu profondo del Mar Ionio e il fascino senza tempo della storica Taormina. Nato all?interno di una nobile villa dei primi del Novecento, finemente restaurata nel rispetto della sua eleganza originaria, l?hotel conserva intatta la sua anima aristocratica, fatta di dettagli preziosi, atmosfere d?altri tempi e uno charme inconfondibile. Immerso in un rigoglioso giardino mediterraneo, il Grand Hotel San Pietro regala agli ospiti viste spettacolari: da un lato, l?incantevole Isola Bella incorniciata dalle infinite sfumature del mare; dall?altro, la maestosit? dell?Etna, il vulcano attivo pi? alto d?Europa, che domina l?orizzonte con la sua presenza imponente. Un luogo in cui il tempo sembra sospeso, dove ogni soggiorno si trasforma in un?esperienza di autentico lusso siciliano.
Il benvenuto in camera…
Ogni camera ? un piccolo omaggio al territorio: sfumature vibranti di giallo, rosso e blu si intrecciano in un?armonia cromatica che richiama i fiorimediterranei, il mare cristallino e il sole della Sicilia. Le maioliche, le ceramiche artigianali e i dettagli coloniali impreziosiscono gli spazi con richiami alla tradizione e alla cultura locale, creando un dialogo visivo continuo con il paesaggio circostante.
Dettagli:? La doppia doccia ? sempre un plus.
Scendiamo per l’aperitivo…
E un pranzo light con golosa pizza gourmet sulla terrazza panoramica vista mare. Qui nella Ulivum Terrace, dove la cucina si muove tra influenze internazionali e piatti della tradizione isolana, come gli arancini, lo spaghetto al pomodoro datterino o il pesce alla griglia, il forno a legna arricchisce l?esperienza con una selezione di pizze d?autore, ciascuna abbinata a cocktail e drink pensati ad hoc da una drink list dedicata.
Ce n’? per tutti i gusti…pi? uno!
Ogni spicchio un’esplosione di sapori, come i bocconcini fritti adornati di crudit?…
Come prima cena del nostro soggiorno, proviamo Il Giardino degli Ulivi con una proposta che omaggia la cucina classica mediterranea e le tradizioni siciliane.
Calice di benvenuto niente meno di uno Aoc Champagne Extra Brut Blanc de Noirs Les Vignes Blanches 2019 – Alexandre Bonnet
Dal perlage stuzzicante, profuma di frutta a polpa bianca, agrumi e spezie con tocchi iodati a rifinitura. Il sorso ? bencalibrato, sapido e dalla carbonicacarezzevole, chiudendosi con un finale lungo con richiami mentolati.
Pane homemade e burro montato.
Ci facciamo viziare con qualche bocconcino che parla la lingua locale…
Spaziamo poi dalle ostriche al mosaico di crudi del Mediterraneo…
Battuto di crudi del Mediterraneo…
Il servizio si distingue per le preparazioni ?live? in sala, come i piatti flamb?, tra cui la celebre pasta con le sarde o il pesce all?eoliana, che trasformano la cena in uno spettacolo per i sensi.
L’incredibile linguina all?astice flamb?…
Servito al tavolo trancio di cernia al limone con bottarga di tonno e morbido di patate
Concludiamo con una delicata crepes suzette con gelato.
Ogni angolo di questo Hotel lascia stupefatti per la sua bellezza e meticolosit? dei dettagli…come l’ammirevole Rotonda sul mare!
Uno spazio privato (per le cene di sera c’? una importante lista di attesa) , con affaccio sul mare, in cui si pu? godere di una delle colazioni pi? sbalorditive di tutti i tempi…
Volendo godere ancora di qualche sfizio di pu? proseguire nella sala colazioni, per una scelta veramente vasta.
Nella zona piscina si trova Rizza, il pool bar dell?hotel, con una proposta leggera e fresca: insalate gourmet, baguette artigianali, panini siciliani e centrifughe salutari, serviti in packaging sostenibili e riciclabili. A completare l?offerta, una carta di cocktail freschi e low-alcohol, perfetti per le giornate di relax al sole.
Una?grande vasca all?aperto, a picco sul luccicante mare blu della Sicilia, circondata da comodi lettini e bianchi ombrelloni.
Si avvicina l’ora di cena, e finalmente ci avviamo al ristorante B?tu! Iniziando dall’aperitivo…
Sala e mise en place…
Il men? “Luca, ago e filo”
Partiamo con Canap?: lo chef vuole creare un gioco di illusione, con piatti di verdure che ricordano piatti di pesce:
Lenticchia nera ?beluga? di ustica con miso e lime
Spuma di topinambur e umami di pomodoro
Barbabietola – trattata come se fosse un tonno – cotta, marinata, affumicata, marinata con dello yuzu. Accompagnata da estratto di prezzamolo e polvere di barbabietola
Crostino di pane con maionese di asparago, composta di peperone anice e finocchietto – Da completare con: Peperone sott?olio
Finta seppia – Cipolla fermentata in ossidazione per 60 giorni
Proseguiamo con l’amuse-bouche: asparago crudo, pan di zucchero, foglia di quercia, due tipologie di carota (rossa e gialla), cicoria, radicchio, piselli (12 erbe in base alla stagionalit?) e 2 baccelli. Alla base: patata e estratto di olive. Adornato con una cialda di patata.
La leggenda racconta che San Pietro viene chiamato a Taormina per proclamare primo vescovo di sicilia San Pancrazio. Alcuni anticlericali cercarono di ucciderlo per impedire la proclamazione. Fu quindi invitato a cena, in un?orto, durante la quale venne servito un piatto avvelenato. Si dice che fu guidato dallo spirito santo verso un?albero di ulivo, stacc? un ramo dalla pianta e lo avvicin? al piatto. A quel punto il piatto si illumin? e si ruppe. L?evento determin? la salvezza di San pietro. In questo piatto hanno voluto ricreare l?evento fortunato, creando una cialda di patata che v? spezzata con il cucchiaio, al di sotto della quale si trovano dei vegetali che richiamano l?orto.
Come prima portata arriva PESCE ROSSO, il signature dish di Luca: un tripudio di pomodoro con 7 lavorazioni differenti. All?esterno troviamo un pomodoro arrosto, all?interno un’estrazione pura di pomodoro ed un?estratto di prezzemolo. Nella ciotola: pomodoro fermentato alla base, aglio nero e 4 tipologie di pomodoro in gelatina (rosso, giallo,verde e datterino). Da completare con la panzanella.
Proseguiamo con Cipolla: cipolla fermentata con foglia d?argento edibile e latticello con olio al basilico. Incredibile viaggio, dalla vista al gusto!
Segue il Radicchio: radicchio fermentato per 3 settimane con miele lacto fermentato servito con crema al miso e olio al prezzemolo. Un piatto che racconta una visione audace e consapevole della cucina contemporanea. Il radicchio, sottoposto a tre settimane di fermentazione, perde l?amaro pi? ruvido e guadagna profondit?, mineralit? e una vena acidula che stuzzica. Il miele lacto-fermentato aggiunge una dolcezza complessa, mai banale, che danza con la sapidit? decisa della crema al miso. L?olio al prezzemolo chiude il cerchio con una nota verde, fresca, quasi balsamica. Un piatto che parla di tecnica, di terra, di tempo e di equilibrio.
CAROTA si compone di un flan di pastinaca bianca fermentata a forma di coniglietto, una carota scottata con burro chiarificato ed aromi, estratto di foglie di carote e glassa di carota acidificata con passion fruit ed umami di carota e, infine, lo scampo maturato con aglio nero ed erba cipollina.
In abbinamento Passobianco 2022 – Passopisciaro
Il vino si presenta al calice di colore giallo paglierino intenso. Il profilo olfattivo ? elegante, con note di frutta gialla, frutta tropicale, sfumature di miele, pasticceria e sensazioni delicatamente tostate. Al palato ha un buon corpo, con aromi complessi, frutto molto espressivo e una piacevole chiusura fresca su note sapide e minerali tipiche del terroir vulcanico.
Proviamo ora il Bottone ripienocon zucca in agrodolce, accompagnato da lamelle di zucca, caviale e delicata capasanta in lamelle. Un piatto che unisce eleganza e memoria, in cui la zucca in agrodolce evoca suggestioni domestiche e mediterranee, racchiusa in un bottone dalla sfoglia precisa, una composizione armonica, raffinata, dove dolcezza e sapidit? si rincorrono con misura.
Sapientemente abbinato a Etna Rosato 2024 – Girolamo Russo
Questo vino nasce da uve Nerello Mascalese. Il bouquet richiama note di melograno e fragoline che si alternano a richiami di ginestra; il sorso ? sorretto da una grande spinta sapida e minerale, con un finale persistente e di grande freschezza.
La tensione gustativa sale con PEPERONE ?AMMUTTUNATU?: un peperone abbottonato con mollica di pane, olive, capperi, mandorle, cipolla. Il tutto viene fermentato per due settimane e accompagnato con estratto di olive e salsa di umami di peperone e piccione.
Accompagnandoci verso il gran finale, sgrassiamo con il pre-dessert: sorbetto al frutto della passione con cialda alla mandorla e cipolla rossa caramellata.
Ed ecco la chiusura di questo spettacolo! La raccolta delle olive: souffle? alla nocciola e sorbetto alle more.?Un dolce che racconta la terra con eleganza e misura. Un finale di pasto che riesce a essere insieme confortevole e raffinato, giocando sulla stagionalit? con grande sensibilit?.
Coccole finali con caff? e piccola pasticceria:
Cioccolatino al caramello mou e miso
Cioccolatino al limone fermentato e praline al pistacchio
Iris con crema di banana -Cialda alla mandorla con gel? alla cannella
Cannolo alla ricotta con cialda alla carruba
Scorzetta d?arancia
Gel? alla fragola ed ibiscus
Marshmallow al bergamotto
Torroncino alla mandorla e pistacchio
Caff? Morora 34 bio, torrefazione Pascucci, Origine Colombia, Guatemala e India, Blend.
Uno scatto finale con questo incredibile team!
Un grazie immenso a tutto lo staff e..alla prossima!!
Cucina
Per un?esperienza pi? intima e sofisticata, B?tu?? un indirizzo imperdibile. Firmato dallo chef Luca Miuccio, il ristorante propone cinque menu degustazione ispirati alla terra, con una cucina creativa e contemporanea che valorizza ingredienti vegetali e prodotti locali di eccellenza.
La sua ? una cucina identitaria, che guarda al mare e alla terra con rispetto, lavorando solo materie prime stagionali di altissima qualit?, scelte con cura quasi maniacale. Il suo stile si riconosce in una sottile tensione tra tradizione e innovazione: ogni piatto custodisce una storia antica, ma viene tradotta con codici moderni, spesso sorprendenti. Le consistenze giocano tra il croccante e il vellutato, i sapori si bilanciano con precisione millimetrica, gli umami naturali sono esaltati con intelligenza.
Servizio e accoglienza
Il servizio al ristorante B?tu?riflette con eleganza la filosofia dell?intera struttura: sobria raffinatezza, cura dei dettagli e una profonda attenzione alla persona. Fin dal primo istante, l?accoglienza ? calda ma mai invadente ? un equilibrio raro, che fa sentire l?ospite immediatamente al centro di un?esperienza pensata su misura. Il personale di sala, guidato dal Ma?tre Carmelo Fam?, si distingue per professionalit? e discrezione: ogni gesto ? misurato, ogni intervento preciso, ogni spiegazione dei piatti carica di passione e competenza, senza mai sfociare nell?eccesso. La sommelier Angela Fresta accompagna il percorso gastronomico con proposte mai scontate, capaci di esaltare la cucina dello chef Luca Miuccio con accostamenti intelligenti e talvolta audaci. L?atmosfera, complice la vista mozzafiato sul mare e i profumi della macchia mediterranea, ? rilassata e rarefatta. Tutto, dalla disposizione dei tavoli all?illuminazione serale, sembra progettato per favorire un?immersione profonda nel gusto e nell?emozione del momento. Batu non ? solo un ristorante, ma un luogo dove il tempo rallenta e l?ospitalit? diventa parte integrante della narrazione culinaria.
Conclusioni
Il ristorante B?tu, fiore all?occhiello del Grand Hotel San Pietro, ? dedicato a chi dal gusto cerca ancora un?emozione autentica, primordiale, liberatoria. La sua cucina esalta la cultura siciliana, impiega materie prime di qualit? elevatissima, gioca con le consistenze, mixa i migliori prodotti stagionali. Offre?un vero?spettacolo di sapori,?assaggi di grande valore e un bellissimo ricordo da custodire nel tempo.
B?tu al San Pietro
Via Luigi Pirandello, 50 – 98039 – Taormina (Messina)
Poi non venitemi a dire che non mi preoccupo che abbiate tutte le informazioni necessarie per non rimanere a bocca asciutta, ovvero senza vino e cibo! Avete in progetto di andare in Cina, in California, in India e non sapete se e quando fanno eventi enogastronomici che vale la pena andare a vedere? Detto fatto, con una certa fatica vi ho preparato uno schema con tutti i loghi e gli indirizzi delle principali manifestazioni internazionali e italiane. Non sono tutti, questo ? certo, sia perch? non tutti hanno il sito, sia perch? non tutti sono gi? pronti con data e luogo. Ma direi che come assortimento non ? male no? A proposito, le stesse cose le potete trovare nella sezione "Mostre e fiere" di laVINIum, ovviamente con i relativi aggiornamenti.Buona visione! Expovina PrimaveraZ?rich, 15-18 lug. 2008 Finger Lakes Wine FestivalWatkins Glen, 18-20 lug. 2008 26?me F?te du Vin et de l'Artisanat d'ArtSaint R?my de Provence, 25-27 lug. 2008 10? Salon des Vins d'AnianeAniane, 26-27 lug. 2008 Vintage OhioKirtland, 1-2 ago. 2008 Foire aux Vins d'AlsaceColmar, 08-17 ago. 2008 Rambling Ros?San Antonio, 16 ago. 2008 Supermarket ExpoCairo, 28-31 ago. 2008 Sonoma Wine Country WeekendSonoma Valley, 29-31 ago. 2008 International Exhibition and Conferencefor the Food & Beverage IndustryShanghai, 3-5 set. 2008 International Food Industry ExhibitionAlmaty, 4-7 set. 2008 Wine, Food & Music FestivalChicago, 5-6 set. 2008 The 24th Annual WinesongFort Bragg, 5-6 set. 2008 March? des Vins de SaumurSaumur, 6-7 set. 2008 VineaSierre, 6-7 set. 2008 Speciality & Fine Food FairsLondon, 7-9 set. 2008 Rassegna del Vino Pigato edegli altri Vini Doc LiguriAlbenga, 9-14 set. 2008 Salone Professionale dei Prodotti AlimentariKortrijk, 10-11 set. 2008 20? Salone Internazionale del NaturaleBologna, 11-14 set. 2008 Wine, Food & Music FestivalNaperville, 12-13 set. 2008 Festival of the VineGeneva, 12-14 set. 2008 International Food Ingredients ShowPolagra, 15-17 set. 2008 6th Foodstuffs, Drinks, Packagingand Equipment ExhibitionAtyrau, 17-19 set. 2008 16th International Exhibtion of Food & DrinkBangkok, 17-20 set. 2008 Wine & Spirits AustraliaMelbourne, 22-25 set. 2008 Fine Food AustraliaMelbourne, 22-25 set. 2008 Cape Wine 2008Cape Town, 23-25 set. 2008 X Festival Nazionale dei Primi PiattiFoligno, 25-28 set. 2008 Salon de l'AlimentationBrussels, 4-19 ott. 2008 The Restaurant ShowLondon, 6-8 ott. 2008 Wine for AsiaSingapore, 16-18 ott. 2008 Rocky Mountain Wine & Food FestivalCalgary, 16-18 ott. 2008 Food & Wine FestivalAtlantic City, 17-19 ott. 2008 Mostra dei Merlot d'ItaliaAldeno, 17-19 ott. 2008 Foire du VinRoeselare, 17-19 ott. 2008 5? Forum dei vini autoctoniBolzano, 20-21 ott. 2008 Rocky Mountain Wine & Food FestivalEdmonton, 23-25 ott. 2008 Wine, Food & Good LivingHelsinki, 23-26 ott. 2008 The Wine ShowLondon, 23-26 ott. 2008 Pinot On The River FestivalForestville, 24-26 ott. 2008 The Wine Exhibition of The Iberian WorldMiami, 25-27 ott. 2008 International Wine FairMiami, 25-27 ott. 2008 Salon du VinB?le, 25 ott.-2 nov. 2008 Fiera Campionaria RegionaleArtigianato, Gastronomia, EnologiaBiella, 25 ott.-2 nov. 2008 World Food UkraineKiev, 28-31 ott. 2008 International Wine FestivalDenver, 29 ott.-1 nov. 2008 National Barbecue FestivalDouglas, 31 ott.-1 nov. 2008 Salon GourmetSinne, 31 ott.-1 nov. 2008 Salon du Vin et du FromageFloreffe, 31 ott. - 2 nov. 2008 BBC Good Food ShowGlasgow, 31 ott. - 2 nov. 2008 Giornate del Riesling Alto AdigeNaturno, 4-9 nov. 2008 6th International ConferenceAgriculture and Food IndustryAlmaty, 5 nov. 2008 Wine & Gourmet AsiaMacau, 5-7 nov. 2008 New World Wine & Food FestivalSan Antonio, 5-9 nov. 2008 Salone Professionale Tecnica edEquipaggiamenti per Viticoltura ed EnologiaLisbona, 6-8 nov. 2008 23rd Annual Wine Food & ShowOttawa, 7-9 nov. 2008 Good Food & Wine ShowBrisbane, 7-9 nov. 2008 International Wine FairMonaco, 7-9 nov. 2008 Salon Normand du Vin &de Produits de TerroirRouen, 7-11 nov. 2008 International ExhibitionFoodstuffs, Drinks, Packagingand Equipment for Food Industry Dushanbe, 11-13 nov. 2008 48? European Trade Fairfor the Beverage IndustryDushanbe, 11-13 nov. 2008 International Exhibition and Conferencefor the Food & Beverage IndustryMumbai, 13-15 nov. 2008 BBC Good Food ShowLondon, 14-16 nov. 2008 The Northwest Food and Wine FestivalLos Angeles, 15 nov. 2008 Gourmet Food & Wine ExpoToronto, 20-23 nov. 2008 International Exhibition forPackaging & Processing of RawMaterials for the Food Industry Moscow, 25-28 nov. 2008 World Food MarketLondon, 26-27 nov. 2008 BBC Good Food ShowBirmingham, 26-30 nov. 2008 Ein PrositTarvisio-Malborghetto, 29 nov.-3 dic. 2008 VinitechBordeaux, 2-4 dic. 2008 India's Food, Drink &Hospitality Professional MeetNew Delhi, 2-4 dic. 2008 Food & HospitalityShanghai, 4-6 dic. 2008 Food & LiveMonaco, 4-7 dic. 2008 Mostra Mercato dell'Artigianatoe dell'EnogastronomiaRoma, 11-14 dic. 2008 Salone Internazionale Svizzero del GustoLugano, 12-14 dic. 2008 India InternationalFood & Wine ShowNew Delhi, 15-17 gen. 2009 Salone Internazionale Gelateria,Pasticceria e Panificazione ArtigianaliRimini, 17-21 gen. 2009 Salon des Vins de LoireAngers, 2-4 feb. 2009 Marlborough Wine FestivalMarlborough, 13-15 feb. 2009 XVIII International Wines& Spirits ContestChisinau, 14-15 feb. 2009 Wines & Spirits ExhibitionChisinau, 18-21 feb. 2009 Boca Bacchanal Celebrating Wine & FoodBoca Raton, 27 feb.-1 mar. 2009 Montecarlo Wine FestivalMontecarlo, 28 feb.-2 mar. 2009 International Exhibitionfor Food & IngredientsS. Pietroburgo, 1-3 apr. 2009 Scottsdale Culinary FestivalScottsdale, 14-19 apr. 2009 19th Annual FloridaWinefest & AuctionSarasota, 23-26 apr. 2009 Food & Hotel VietnamHo Chi Minh City, 1-3 ott, 2009 Salon d'affaires internationalpour les acteurs des fili?resVin et Fruit et L?gumesMontpellier, 1-3 dic. 2009 Salone dell'AgricolturaTulln, 2-6 dic. 2009
La Dalmazia costituisce una regione geografica del tutto particolare, in quanto rappresenta il connubio di numerosi elementi che in quest'area si intersecano in maniera mirabolante.
Il territorio dalmata ? caratterizzato da catene montuose importanti che si sviluppano in prossimit? dell'Adriatico e dalla estrema insularit? della costa, che arriva a superare il numero di mille isole. Il clima ? prettamente mediterraneo, la cui alternanza ? condizionata dai due venti che interessano i versanti delle isole e delle coste: lo "jug" (da sud) e la bora (da nord-est). I versanti delle isole, le cui orografie presentano quasi senza eccezioni rilievi collinari aspri, vengono diversificati nell'aspetto e nella flora, caratterizzandosi dall'essere brulli nelle zone esposte a bora e rigogliosamente verdi nelle parti esposte allo "jug" ed allo scirocco.
In Dalmazia assumono una piacevole peculiarit? anche gli aspetti antropici e culturali, essendoci una naturale presenza multietnica, legata alle passate dominazioni ed alla limitata vastit? del Mare Adriatico, da sempre attraversato da scambi commerciali e creativi, tanto da renderlo una realt? unica. Roma (a Salona ? nato l'imperatore Diocleziano), Costantinopoli, l'antica Grecia, Venezia, l'Austria, l'Ungheria, gli ottomani ed altri ancora, fondendosi con la cultura croata, hanno contribuito alla variet? culturale di questo bell'angolo di Europa. Una realt? perfettamente fotografata dallo scrittore Predrag Matvejevi? il quale, facendo paragoni tra i vari bacini del mondo, definiva gli oceani come mari delle distanze, il Mediterraneo come mare della vicinanza e l'Adriatico come mare dell'intimit?. Anche lo scrittore Fernand Braudel afferma che, per le sue caratteristiche, l'Adriatico riassume in se tutto il Mediterraneo.
Tutte queste vicissitudini hanno condizionato anche la viticoltura, rendendo oggi disponibili numerosissime cultivar viticole, alcune delle quali diffuse in una sola isola. Come accade per la variet? oggetto del mio post, la Bogdanu?a, coltivata nell'isola di Hvar (Lesina), in Dalmazia centrale.
Questo vitigno si caratterizza dall'avere racemi di dimensioni medio-piccole raramente alati, acini di buone dimensioni e dal colore tendente all'ambrato. La sua diffusione ? di fatto limitata alla sola isola di Hvar ed in particolare nelle localit? di Svir?e, Jelsa e Vrboska, i cui terreni sono caratterizzati dall'abbondanza di scheletro nella tessitura e da alte percentuali di ferro nella frazione argillosa. Tali caratteristiche, unite al clima caldo secco ed al sistema di allevamento ad alberello, costituiscono fattori che consentono l'ottenimento di prodotti dalla qualit? eccellente.
Il Bogdanu?a da me assaggiato ? quello prodotto dalla Vinarija Plan?i? (una delle primissime cantine private in Croazia), la cui sede ? situata nel territorio di Vrbanj. La vendemmia avviene a settembre inoltrato e la vinificazione si effettua in vasi di acciaio inox, dopo aver svolto una breve criomacerazione. Il prodotto che se ne ottiene va bevuto giovane, al fine di cogliere tutta la suadenza del vitigno.
Questo vino ? caratterizzato dall'avere un colore giallo paglierino con riflessi tendenti all'oro, profumo floreale che ricorda lievemente la fioritura del tiglio, un gusto armonico, sapido ed avvolgente che, nel finale, rivela una acidit? importante, tale da conferire una straordinaria freschezza al prodotto. Il moderato tasso alcolico (12% vol.) lo rende ideale per il consumo estivo.
Si abbina perfettamente con piatti a base di pesce e frutti di mare. Penso per? che il suo meglio lo possa esprimere con un buon piatto di scampi alla buzarra.
Il prezzo??? E' possibile trovarlo ad un costo di circa 8 euri in enoteca. un prezzo sicuramente onesto per un prodotto fantastico come il Bogdanu?a, dal nome cos? musicale che, tradotto in italiano, significa "dono del Signore".
Allora cosa dire??? Buona Salute a Tutti!!!! Pierluigi Salvatore.
NEL VIDEO: FILMATO PROMOZIONALE DELLA DALMAZIA. NELLE FOTO: VEDUTA DELLA CITTA' E DEL PORTO ANTICO DI SPALATO, AREA ARCHEOLOGICA DI SALONA (SOLIN), VIGNETO A HVAR, BOTTIGLIA DI BOGDANU?A PLAN?I?. maptalks_motif={"background":"#f7f0e9","top_background":"#c5b4b9","top_text_color":"#a3234e","comment_background":"#f5e4e9","text_color":"#632035","blurred_text_color":"#632035","anchor_color":"#bf277e","border_color":"#ab8d9c","separators_color":"#ebbdcc"};maptalks_widget={"api":{"apiKey":"UxA8aXamtD9NgD6y47ZCYVancrFq0Wf5","type":"post","version":"0.1","id":"726","features":{"photos_box":"on","linked_resource":"on","comments_brief":"on","comments":"on"}},"iframe":{"width":"100%","height":"240px"}};
Ho molto riflettuto sulla ?chiamata di correo?, pronunciata da Mattia Vezzola enologo in Franciacorta ma anche produttore gardesano, verso troppi Chiaretto del Garda ?fatti per vivere pochi mesi?, concettualmente pensati per cantare una sola estate, e magari nemmeno a voce tanto sicura. Sono persuaso che anche se il rosato ? una particolare tipologia di vino che offre il suo meglio da giovane, con la freschezza e l?esuberanza aromatica della sua giovent?, il suo variegato bouquet di profumi, il nerbo sapido del gusto, molti rosati italiani possano benissimo, grazie alle uve utilizzate, essere tranquillamente bevuti e apprezzati, forse addirittura con pi? gusto, nel secondo anno d?et?? e addirittura oltre. Per fare un grande rosato, e so bene che sto per pronunciare una lapalissiana ovviet?, ci vogliono grandi uve, dei terroir importanti, un attento savoir faire ed un pizzico di coraggio e di ?ardimento? da parte del produttore, che abbia l?ambizione di ottenere non un prodotto qualsiasi, ?alla moda?, ma un vino vero, di grande carattere e personalit?. Insomma, quando si ? in possesso di tutti questi elementi e la fortuna ed il caso aiutano, si possono produrre vini che non durino, quando va bene, quattro mesi, ma addirittura quattro anni. Non ho detto casualmente quattro anni piuttosto che tre o cinque, perch? una bottiglia di rosato, pardon, di ros?, ritrovata in cantina sabato pomeriggio e aperta la sera stessa mi ha confermato questa evidenza e fatto tornare in mente una bella esperienza dell?estate 2004. Era agosto e con la famiglia (fu ultimo anno che nostra figlia Valentina, classe 1985, accett? di venire in vacanza con noi) eravamo andati in Francia, in Provence, nella zona tra Avignon, Carpentras, il mitico Mont Ventoux e le Dentelles de Montmirail. La meta era una table d?h?te, l?Aube Safran, nella deliziosa localit? di Le Barroux, un piccolo paradiso, poche camere arredate con gusto, una piscina, intorno i profumi della garrigue, della lavanda, degli alberi da frutto e la scoperta che i proprietari, Marie e Fran?ois, parigini, avevano scelto questo posto da sogno per ricreare un?antica tradizione che si era persa nel tempo, la coltura del crocus sativus per la produzione di zafferano. Talmente bello quel posto e affascinante la scommessa da tornarci poi a fine ottobre, con Fredi Marcarini, geniale fotografo, per la raccolta dei fiori e le fasi di produzione di safran destinate ad un articolo poi pubblicato su Spirito di vino. Bene, nel corso della nostra settimana ? l?Aube, tra succulente colazioni a base di succo d?albicocca e confetture varie, arance, pere, ovviamente con zafferano, cenette preparate da Marie e giuste bottiglie, scelte con expertise da Fran?ois, oltre ai consueti giri turistici in questa zona meravigliosa il sottoscritto, che anche in vacanza non si dimentica di essere un cronista del vino, non manc?, con immaginabile ?gioia? di moglie e figlia, di fare qualche puntata a vinose localit?. Cos? me ne andai nell’amatissima Ch?teauneuf-du-Pape a fare una ricca degustazione un paio di giorni dopo che analoga cosa aveva fatto Robert Parker, e quindi rimandando a fine ottobre due visite con degustazioni nei territori delle AOC C?tes du Ventoux e Vacqueyras, trascorsi una bellissima mattina proprio nella capitale dei rosati francesi, Tavel, dove grazie alla preziosa collaborazione del Syndicat dell?unica A.O.C. interamente in ros? di Francia, il 23 agosto ebbi modo di fare una fantastica degustazione di una trentina di Tavel documentata in questo articolo pubblicato su WineReport. Per me che ero e sono un rosatista ?antemarcia? (ne ho scritto sin dai primissimi anni Novanta), non come certi ?colleghi? che si sono buttati e hanno ?scoperto? il rosato ora che ? diventato trendy e di moda, fu un?autentica goduria, la scoperta di un terroir, quasi mille ettari con tre diverse composizioni del terreno a determinare almeno tre micro-terroir, d?eccezione, di una cultura, di una consapevolezza e di un orgoglio del ros? di cui non trovo ancora traccia in Italia. Se si fa eccezione per il progetto, cui si sta lavorando sottotraccia e di cui si parla poco, di arrivare in Abruzzo, una delle due capitali riconosciute del rosato italiano, ad una Doc Cerasuolo d?Abruzzo scorporata dall?attuale Doc Montepulciano d?Abruzzo di cui il Cerasuolo ? una particolare, splendida modalit?. Bene, questa ?goduria?, abbinata alla gioia di trovare confermate quelle sensazioni e convinzioni che avevo maturato a Tavel, l?ho avuta sabato sera quando dopo aver avvistato in cantina, in uno spazio particolare dove conservo delle bottiglie ?cavia? che dimentico apposta per verificare come si evolvano nel tempo, una bottiglia del Tavel 2004 dello Ch?teau de Manissy (uvaggio molto variegato dove accanto a Grenache e Carignan figurano quote minori di Clairette de Cinsault, di Bourboulenc, di Picpoul provenienti da un vigneto di almeno 40 anni d?et?, e averla portata a casa la sera l?abbiamo (mia moglie ed io) testata e messa alla prova. Chapeau Messieurs!, quattro anni ed il vino non solo si ? mostrato in perfetta forma, ma si ? mostrato godibilissimo, pieno di quel carattere, che ? sintesi di frutto-terra-pietra-sole, che rende i ros? di Tavel ?I? rosati di riferimento per chiunque ami le vin en ros?. Colore cerasuolo corallo vivo con una leggera unghia rubino granata luminosissima, naso succoso, compatto, avvolgente profumato di frutta (cassis, lampone, fragola), ma fresco e vivo, con le sue note leggermente dolci di confetto e mandorla ed una nitida vena salata. Grande polpa carnosa in bocca, vino che si dispone largo e goloso sul palato, pieno di sapore, energia, consistenza, vinosit? molto pronunciata eppure quanta sapidit?, quanta vita, che bella acidit? a temperare i 13 gradi e mezzo di alcol e a rendere il vino, con la sua veneranda et?, ancora bilanciatissimo, piacevole, tr?s agr?able. C?? poco da dire: quando i rosati hanno attributi, personalit? e storia durano quattro anni, non solo quattro mesi?
Dal 20 al 22 settembre torna il Festival del Franciacorta, la maggiore manifestazione dedicata alle Bollicine pi? famose d’Italia.
Nella splendida cornice di Villa Lechi ad Erbusco (BS), si potranno degustare tutte le tipologie della DOCG, e soprattutto valutare la sboccatura 2008. Proprio quest’anno si celebra il sorpasso della Franciacorta come zona di maggiore produttrice di bollicine rifermentate in bottiglia in Italia, ai danni della Doc Trento, ma mi raccomando, non citate ad un Franciacortino i suoi vini come Spumanti Metodo Classico, altrimenti con un calcio vi spedisce direttamente dalle Torbiere di Iseo alla cima di Montisola, sempre sul Lago d’Iseo: il Franciacorta ? Franciacorta e basta, e il suo metodo di produzione ? il Metodo Franciacorta. Sul sito della Manifestazione troverete tutte le informazioni necessarie sugli eventi, Cantine partecipanti, il programma e tante altre notizie.
"Dopo il d? di Sant' Urbano, pi? non gelano tralci e grano"
La prima volta che vidi quest'etichetta rimasi inorridito, anzi, se ricordo bene, la mia prima esclamazione fu qualcosa simile a "ma cos'? quest'orrore kitsch?"
Poi, come spesso succede con le cose estreme -musica, arte, design, persone- inizi ad esserne incuriosito, poi attratto, poi affascinato per finire ad esserne il primo supporter, cercando di far capire agli altri, quelli che come te, all'inizio, storcevano la bocca, che questa ? arte allo stato puro. Forse, anzi no, sicuramente la pi? bella etichetta mai vista su una bottiglia di vino.
Grazie, Sant'Urbano, per esserti fatto martirizzare in una vigna nel II secolo. Grazie, Weingut Knoll, per aver pescato nella tradizione e per aver disegnato un'etichetta cos? deliziosamente kitsch!
Un rosato particolarmente delicato e suadente, dal colore pallido ma sereno e appagante. Ottenuto con quasi il 20% di vin de Reserve (di cui 6% vino rosso) ha naso che stuzzica tra ribes rosso melograno cipria e floreale delicato, note balsamiche e anche tanta pasticceria tra crema, vaniglia e pan briosciato. Bocca che non tradisce gli zuccheri presenti e che si rivela equilibrata e leggiadra con un finale non scontato e di lunga persistenza.
Grandissimo su salumi profumati e tartine al cinghiale, non solo sui crostacei!