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| [10/21/2007, 20:37] | Vino dei Blogger #11 - Coul?e de Serrant 1986 |  | 
Probabilmente, anzi, togliamo il probabilmente, la migliore bottiglia di bianco della mia vita. E' che non ce n'?, insomma, i Francesi saranno pure superbi, antipatici, spocchiosi, vanitosi, egocentrici e via cos? per? il vino lo sanno fare, mannaggia. E cosa che pi? mi fa andare in bestia, ? che se non avessimo portato noi (cio?, i nostri avi romani) la vite fin lass?, si starebbero ancora ammazzando di birra, 'sti galli. Invece producono nettari divini, come questa Coul?e de Serrant 1986. Un monumento. Bella scelta per il Vino dei Blogger #11, vero? Il tema era "Matrimonio d'amore, il vino del vostro abbinamento del secolo", ospitato da Andrea Gori di Vino da Burde, anche se vorrei cambiare il titolo in "il vino del secolo per il vostro abbinamento", vista la qualit? del vino messo in gioco.Che dire che non sia gi? stato detto della Coul?e, gioiellino di Messieu Joly? Contadino, scrittore, imprenditore, pap? putativo di tutti i biodinamici, sostenitore del completo rispetto della natura e dei suoi ritmi e, diciamolo, responsabile dei fallimenti di quanti nel tentativo di emulare le sue gesta hanno onestamente preferito conferire all'acetaia il proprio vino.Questo giovanotto di 21 anni ? di un'integrit? assurda, a partire dal tappo, perfetto sotto tutti i punti di vista. Aperto circa 6 ore prima di berlo, il vino riempe la cucina dei suoi profumi, gli stessi che ritrovo nel bicchiere, una sinfonia di profumi e note terziare veramente ipnotici. C'? di tutto, dalla cera d'api alle note floreali, liquerizia, salsedine e toni fortemente marini per un vino totalizzante. Che riconosceresti tra mille. In bocca ancora pi? affascinante, con una struttura e una cremosit? spettacolare e una mineralit? veramente spiccata. Cosa abbini a un vino del genere? Io proverei un Brodetto di Pesce in Bianco di Portorecanati. Ci sono delle varianti di questo piatto che richiedono il pomodoro, credo la versione Vastese, ma penso che del rosso sia troppo anche per una Coul?e. Questo piatto unisce il gusto del pesce grasso (triglie, sogliole, merluzzi, cefali, palombo, rospo, pannocchie...) a quello della zafferanella e alle fette di pane abbrustolito. La marinit? della Coul?e si sposa con quella del piatto mentre la sua acidit? compensa il grasso del pesce. L'aromaticit? dello zafferano selvatico invece viene esaltata dalla nota floreale del vino, in un connubio che, se non proprio marcariniano stretto, colpisce i sensi. E dopo aver bevuto e mangiato cos? bene, vi sfido a resistere al declamare l'ode al Brudettu...
El Brudettu Quant'? bbonu el brudettu purtannaru! Che gustu sapuritu, marinaru! E' 'n'arte antiga sempre pi? deffusa; Nun ve so di' pe? fallu cusa s'usa.
De l?arte sua, ve giuru, so? un sumaru; per? quannu lu magnu ? celu e maru! Chi lu ?ssaggia lu ?rv??, nu? lu recusa. Lu sai? El brudettu ? gi? ?rri?tu in USA.
V?l d?? che gira ?ttornu al mappamonnu. Ve pare gne?? Ma ?rmanne ch? el segretu che certamente l?? scu?tu nonnu. E s?el brudettu dienta vagabonnu ? segnu bonu, sc?; per? sta? quetu: quellu che magni ch? te ?rmette al monnu.
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| [09/18/2008, 17:10] | CSS Guida Completa |  | | Il libro illustra come attraverso i CSS (Cascading Style Sheets, Fogli Stile a Cascata) sia possibile sviluppare siti web usabili, accessibili, belli e, non meno importante, economici da gestire. La specifica di riferimento ? CSS2 che viene analizzata da un punto di vista sia teorico sia pratico. La prima parte ? dedicata all'introduzione dei concetti che stanno alla base dei CSS illustrandone la sintassi e le regole di formattazione. Nella parte centrale l'autore si dilunga invece nell'esposizione di diverse tecniche di sviluppo per impaginare e definire i vari elementi di una pagina web Non manca una parte su filtri e hack, ma quello che emerge con forza ? come i CSS, oltre a essere un potente strumento di sviluppo, permettano di esaltare la creativit? dei web designer. L'ultimo capitolo presenta infine alcuni progetti completi, una proposta di metodologia di lavoro insieme a una sintesi di quanto precedentemente esposto. Tutto il libro ? impostato nell'ottica ''HOWTO" e ogni spiegazione ? accompagnata da esempi di codice e immagini che ne facilitano la comprensione. -
Gianluca Troiani, studi di ingegneria elettronica, ? un esperto utilizzatore di CSS. Webmaster per professione, si ? avvicinato agli standard W3C per sperimentare tecnologie e metodi di lavoro pi? efficaci, in grado di creare siti Web usabili ma anche accessibili, oltre che economici da gestire. Nei CSS ha trovato un potente strumento per definire l?aspetto delle pagine Web, semplificando il lavoro dei webmaster e migliorando l?esperienza di navigazione degli utenti. Dalla sua esperienza ? nato il sito www.constile.org, oggi uno dei punti di riferimento per chi in Italia si interessa dei Fogli Stile a Cascata (Cascading Style Sheets). Info: libri@apogeonline.com | | TrackBack> |  |  |  |
| [06/10/2008, 12:04] | Il consumatore del vino nel 2008 |  | | Uno dei motivi per cui a mio avviso bisogna essere felici che esistano anche nel mondo del vino i grandi gruppi, ? che questi hanno, a differenza delle piccole e medie aziende, capitali a sufficienza per poter investire anche in vere ricerche di mercato. Due anni fa, ad esempio Constellation Brands aveva condotto il [...] | | TrackBack> |  |  |  |
| [04/08/2008, 20:41] | Invecchiare |  | | C'? un cambiamento climatico in atto, una tendenza all'aumento della temperatura media. Tutti lo sostengono oramai, con dosi pi? o meno elevate di allarmismo. Non si sa ancora esattamente se il fenomeno abbia origine antropica (effetto serra) o dipenda da altri fenomeni geolocici ciclici. Questa cosa devo dire che mi turba; forse sar? che soffro il caldo! Dal punto di vista enologico sono ancora pi? turbato. Se un milesimo come il 2003 diventasse la normalit? e non l'eccezione, cosa occorerrebbe fare per evitare di ripetere i disastrosi risultati espressi dai pi? blasonati vini italiani? Che tipo di gestione della vigna occorrer? mettere in pratica? A queste domande sta pensando un sacco di gente. Nuovi indici pedologici aiuteranno a selezionare nuovi terroir (di questo parleremo pi? avanti); pratiche come la sfogliatura intorno ai grappoli andranno in pensione; le esposizioni dei filari andranno ripensate; anche i vitigni subiranno la loro bella rivoluzione, ed inevitabilmente tutto ci? avr? un riflesso sui disciplinari di produzione. E in cantina cosa occorrer? fare per preservare aromi e fragranze? Esattamente su questo tema ho letto alcuni scritti del Prof. Mario Fregoni pubblicati da VQ, da cui mi sono permesso di estrarre alcune frasi, che riporto letteralmente. | | TrackBack> |  |  |  |
| [01/01/1970, 00:00] | Il ministro Zaia "sale" a Montalcino per chiudere la questione Brunello |  | | Il ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia si incontrer? gioved? 3 luglio con l'ambasciatore USA Ronald Spogli (nella foto) e la stampa. Ordine del giorno "il decreto che ci consentir? di superare una volta per tutte il problema del paventato blocco delle importazioni negli Stati Uniti e di rilanciare l'immagine di questo straordinario prodotto del nostro territorio. Si tratter? di soluzioni assolutamente innovative, che probabilmente saranno assunte come format per il futuro".L'appuntamento con i giornalisti ? fissato per le ore 11.45 presso l'azienda Costanti, Colle al Matrichese, Montalcino.Si aprir? un dibattito con la stampa, durante il quale il ministro e l'ambasciatore illustreranno le loro posizioni e soluzioni su questo tema che ha, ovviamente, non poco impensierito i produttori ilcinesi, che destinano gran parte del loro Brunello proprio agli Stati Uniti.Difficile valutare quali saranno le soluzioni a breve e lungo termine, soprattutto per quanto riguarda la pi? volte annunciata disponibilit? a rivedere il disciplinare del Brunello di Montalcino, ipotesi avvalorata anche dal recente intervento di Piero Antinori, che ha appena ricevuto l'ok per riprendere la vendita del suo Brunello Pian delle Vigne 2003 in quanto dalle analisi risulta assolutamente in regola. Antinori afferma che, al fine di evitare possibili problemi in futuro, inerenti alla presenza o meno di altre uve oltre al sangiovese nel Brunello di Montalcino, sarebbe auspicabile una tolleranza dal 3 al 5%, massimo 7% (allora perch? non dire subito dal 3 al 7?), che ? il margine d'errore previsto nel regolamento dei vivaisti. Il noto produttore toscano ha comunque puntualizzato che toccare il disciplinare ora sarebbe una mossa del tutto fuori luogo.E' un fatto che ci sono molti, troppi interessi da parte delle pi? importanti (quantitativamente) aziende produttrici di Montalcino, cosa che non lascia certo ben sperare in una soluzione che miri a tutelare l'immagine di questo grande vino, garantendo semmai l'assoluto rispetto delle regole e un miglioramento delle stesse al fine di evitare possibili furberie. | | TrackBack> |  |  |  |
| [07/15/2008, 11:08] | La grande notte del rosato: il meglio del Regno delle Due Sicilie |  | Io non avr? la possibilit? di esserci, mannaggia a me!, impegnato come sar?, sempre in terra di rosati, anzi di Chiaretto, in un confronto tavola rotonda con i produttori di Bardolino. Invito per? chiunque si trovi nella Campania felix e abbia la possibilit? di raggiungere Battipaglia nel Salernitano, a non mancare oggi, dalle 21 all?alba, allo stuzzicante appuntamento denominato ?La grande notte del rosato: il meglio delle Due Sicilie?, ospitato marted? 15 luglio 2008 presso ?La Fabbrica dei Sapori?? antica fabbrica conserviera restaurata e trasformata in centro polifunzionale, con spazi dedicati alla valorizzazione e all?utilizzo dei prodotti tipici. L?evento, In diretta tv su Telecolore e sul canale satellitare 849 di SKY, coordinato dal giornalista del Mattino di Napoli ?Luciano Pignataro, recente Premio Veronelli, vedr? la partecipazione di un sacco di personaggi che sui rosati del Sud, nelle loro diverse espressioni, hanno parecchie cose interessanti da dire, ovvero Silvia Imparato: il vino ? donna Antonello Del Vecchio, segreteria nazionale Slow Food Rita Abbagnale, Slow Food Campania gli enologi Severino Garofano, Sebastiano Fortunato, Vincenzo Mercurio, Angelo Pizzi, Nicola Venditti: lezioni di rosato Piernicola De Castris: il Five Roses e la leggenda del rosato Marco Gallone, amministratore della Feudi di San Gregorio: le bollicine del rosato Gerardo Giuratrabocchetti, Cantine del Notaio e Roberto Ceraudo, Dattilo: il legno del rosato Andrea De Palma, Slow Food Castel Del Monte: l’Adriatico in rosa Francesco Muci, Slow Food Neretum: Rosalento rosato show e giornalisti, sommelier, operatori, i produttori presenti Ci sar? anche, verso le 22, un collegamento audio dalla zona del Bardolino, con l?autore di questo blog Nel corso della serata ? poi prevista la presentazione della favola ?Sorrisi di Latte? con Rosanna Marziale, chef Giovanni? Lamanna, direttore editoriale Edizioni Spartaco. In diretta dentro la Fabbrica, a partire dalle ore 20, ci saranno seminari, degustazioni guidate, banchi d?assaggio. Si parte alle 20, con La filosofia francese, conversazione tenuta dal bravissimo Giovanni Ascione, relatore Ais sulla Francia, che presenter? un seminario sui vini rosati francesi: C?tes de Provence R?serve 2006 Domaine Saint Jean de Villecroze (cuv?e di Cinsault e Grenache) Touraine Pineau d?Aunis La Ros? 2007 Jean Fran?ois M?rieau (il Pineau d?Aunis ? un vecchio autoctono della Loira molto adatto a ros? speziati) Vin de Pays des C?tes de Thonghue Les Oliviers 2007 Domaine de MontMarin (cuv?e di Syrah e Cinsault) Champagne Brut Rose Premier Cru Aubry. E? necessaria la prenotazione telefonando allo 0828/630021. A seguire, dalle 21, ?Aspettando l’alba?, banco di assaggio? dei rosati delle seguenti aziende campane, pugliesi, calabresi, abruzzesi e lucane: Antica Masseria Venditti Armando Martino Azienda Monaci Azienda Vitivinicola Francesco Candido Cantina del Taburno Cantina di Venosa Cantina Tollo Cantine Barone Cantine del Notaio Colli di Castelfranci Conti Zecca Dattilo Feudi di San Gregorio Fontanavecchia Il Poggio Ippolito I Vini del Cavaliere ? Casa Vinicola Cuomo Leone De Castris Vini Librandi Masseria Frattasi Mille Una Mustilli Polito? Reale Santi Dimitri Terra di Vento?????????? Terredora Terre Longobarde Terre Nobili di Calabria Torre a Oriente Torre dei Beati Torre Gaia Valle dell?Asso? Vestini Campagnano Villa Matilde Viticoltori del Casavecchia C?? anche una parte gastronomica in programma, ovvero Fornelli solo Rosa per gli abbinamenti con i piatti di: Rosanna Marziale delle Colonne di Caserta Maria Mone dell?Ex Libris di Capua Maria Rina del Ghiottone?di Policastro, Cilento Irene Muccilli de La Pignata di Pontelandolfo, Sannio Franca de Filippis de La Pergola di Gesualdo, Irpinia? Carmela Bruno dell?Osteria La Piazzetta di Valle dell’Angelo, Cilento Valentina Martone del Megaron di Paternopoli, Irpinia Antonella Iandolo della Maschera di Avellino Antonella Principe di Luna Galante di Nocera Superiore Giovanna Voria dell?Agriturismo Corbella?di Cicerale Donatella Lanza dell?Agriturismo Chiusulelle di Ogliastro Cilento Rosa Rocco della Tavernola di Battipaglia, Piana del Sele L?ingresso ai banchi di assaggio ? libero. L?accesso alle degustazioni guidate degli chef per gli abbinamenti piatti-vini ? su prenotazione (40 persone/ora). Prenotazioni allo 0828/630021 | | TrackBack> |  |  |  |
| [03/17/2016, 07:42] | Al Vinitaly 2016 arriva il World Wine Web. Ripeto: 2016 |  | 
Vinitaly 2016, ecco l’annuncio tanto atteso: (…) Per questo il ministro Martina ha organizzato proprio al Vinitaly dieci incontri, dal titolo ?World wine web?, dedicati proprio alla sfida digitale che le aziende del comparto italiano non devono sottovalutare e che devono affrontare nel migliore dei modi. ?E? una delle sfide che abbiamo davanti ? dice Martina ? si tratta di un programma di appuntamenti finalizzato alla comprensione di alcuni fenomeni che stanno avvenendo nel mondo digitale. Ci saranno colossi come Amazon, Google, E-Bay, Facebook, Twitter. Ognuno spiegherĂ come migliorare i propri strumenti social e come utilizzarli al meglio, perchĂ© e ne sono certo, abbiamo ancora tanta strada da fare in questo settore?. Tratto da Cronache di Gusto. Era il Vinitaly del 2006 quando organizzai il primo convegno nel quale si parlava di Internet per le cantine e il settore del vino: “Blog & Vino: Business, Storie, OpportunitĂ ” (qui e qui il report di allora). Dopo soli 10 anni sta a vedere che qualcosa si muove… The post Al Vinitaly 2016 arriva il World Wine Web. Ripeto: 2016 appeared first on Aristide, a wine blog.  | | TrackBack> |  |  |  |
| [06/05/2008, 16:10] | La reciprocit? dei polifenoli |  | | La lettura sul sempre interessante Winesurf di questo e di questo articolo sull'uso dei tannini in enologia, mi ha ispirato una considerazione paradossale. L'uso di questi preparati di origine talvolta totalmente estranea all'uva, ? oramai un fatto diffuso e accettato senza tanti problemi. I motivi sono ampiamente spiegati dai due articoli citati. Tra le altre cose i tannini sono apprezzati come stabilizzatori del colore dei vini rossi, in quanto si legano con gli antociani formando composti colorati pi? scuri e pi? resistenti all'ossidazione. Orbene, vediamo se invece io riesco a essere chiaro nello spiegare questo paradosso. Tannini e antociani sono entrambi polifenoli, e hanno come costituente della loro molecola lo ione flavilio (che bel nome) rappresentato in figura. Sono due molecole "moralmente" equivalenti, se mi si passa il temine. Si legano e si stabilizzano a vicenda. Ma allora perch? ? accettato l'uso di tannini esogeni alla propria uva per stabilizzare il colore del vino, e invece respinto l'uso di antociani esogeni per stabilizzare i tannini? Perch? posso usare tannini per dare al barolo un colore pi? stabile, e non posso usare, chess?, la malvina estratta da una melanzana per smussarne e stabilizzare i tannini, ottenendo anche un bel blu profondo? Mistero! Luk | | TrackBack> |  |  |  |
| [01/01/1970, 00:00] | Youssou N'Dour: la musica nel sangue |  | | Il primo ottobre di 49 anni fa nasce a Dakar Youssou N'Dour, in Senegal, un Paese al quale ? sempre stato profondamente legato, tanto da spingerlo a fare un percorso di vita e musicale assai diverso dalla maggior parte degli altri musicisti connazionali. Qui non sono mancati mai, purtroppo, tutti i problemi che assillano non pochi popoli africani, come la siccit?, le enormi difficolt? economiche, l'apartheid, la schiavit?, l'emigrazione, l'Aids.Fin da bambino era straordinariamente portato per la musica, tanto da essere diventata parte naturale della sua esistenza. Discendente da parte di madre di un'antica famiglia di "griots", poeti e cantori che hanno lo scopo di conservare e diffondere la tradizione orale degli antenati, ma anche il ruolo di interpreti e ambasciatori della propria cultura, Youssou ? diventato con il tempo una figura di spicco non solo in campo musicale, ma per il suo impegno nelle lotte sociali per il popolo senegalese e africano.Musicalmente ? un autentico trascinatore, il suo stile si ? evoluto negli anni fondendo ritmi africani al pop e alla musica caraibica; voce straordinaria e di ampissima estensione, riesce ad incantare con il suo entusiasmo e la sua profondit? espressiva, sia nella lingua originale, il wolof, che in francese e inglese. Vanta collaborazioni con musicisti del calibro di Peter Gabriel, Paul Simon, Sting, Nene Cherry, Johnny Dollar. Il 1994 segna la sua consacrazione come artista grazie al bellissimo album The Guide (Wommat), contenente il singolo 7 Seconds cantato con Nene Cherry, che vende quasi 2 milioni di copie e con cui viene nominato ai Grammy Awards nella sezione World Music.La sua discografia vanta numerose pietre miliari, fra cui amo ricordare lo splendido Egypt del 2004. Bellissimo anche il suo ultimo lavoro, Rokku mi Rokka (Give and Take), del quale ha presentato numerosi brani sabato sera alla Cavea dell'Auditorium di Roma.Una serata straordinaria, anche per la mumerosa presenza di senegalesi e africani fra il pubblico, che hanno ballato e coinvolto anche i pi? pigri e restii "uomini bianchi". La straordinaria umanit? e sensibilit? di questo musicista lo pone sul gradino pi? alto della comunicazione, al di l? di mode e commercializzazioni, il suo contributo all'Africa ? un elemento prezioso che va ben oltre la semplice diffusione di un linguaggio musicale, toccando temi fondamentali che fanno riflettere e mettono in discussione il nostro sistema sociopolitico sin nelle sue pi? profonde contraddizioni. | | TrackBack> |  |  |  |
| [04/06/2008, 12:42] | Velenitaly - quando il veleno nel vino lo inietta l?Espresso |  | | Siccome i giornali e le riviste non li compra pi? nessuno, all’Espresso si sono inventati di creare lo scandalo in occasione del Vinitaly, per giunta utilizzando in gran parte inchieste vecchie - e chiss? a quanto avranno venduto gli spazi pubblicitari nel numero uscito gioved? scorso e andato subito a ruba - e non solo [...] | | TrackBack> |  |  |  |
| [05/30/2014, 15:13] | Press Tour Sicilia en Primeur 2014 a Tenuta di Fessina. La grande bellezza dell?Italia del vino |  | | Reduci dall?edizione 2014 di Sicilia en Primeur, svoltasi quest?anno nella suggestiva Isola di Vulcano e che ha portato anche a Tenuta di Fessina i pi? importanti giornalisti del mondo del vino, ecco i dieci motivi per cui amare la Sicilia. ?I 10 motivi perch? la Sicilia Mi piace: Che la Sicilia, un ?continente?, per le sue tante ?anime?, le sue storie antiche e la continua voglia di innovare, le realt? consolidate e quelle emergenti, dove vecchie e nuove generazioni ancora convivono, con tutti i suoi pregi e contraddizioni, sia una delle Regioni rampanti del vino italiano, i cui nettari sono sempre pi? apprezzati in tutto il mondo, ? ormai un fatto. Una nuova ed ultima conferma, ma solo in ordine di tempo perch? di certo altre ce ne saranno, ? arrivata quando, freschi di entusiasmo per il trionfo agli Oscar del capolavoro di Paolo Sorrentino ?La grande bellezza?, e dell?Italia in generale, WineNews ha pensato subito al vino italiano, al successo che ha nel mondo, e a quale fosse la sua ?grande bellezza?. E lo ha chiesto, di recente, alle firme pi? prestigiose della stampa enoica internazionale (da The Wine Advocate a Wine Enthusiast, da JancisRobinson.com a Master of Wine e famosi wine writer ?). Il risultato? La Sicilia ? una delle Regioni del vino italiano che, con Toscana e Piemonte, racconta meglio ?La grande bellezza? dell?Italia del vino. Ma non ? questo l?unico motivo, per cui quest?isola affascinante, complicata e divertente, mi piace. 1 ? Perch? guardando nel passato, vede sempre il suo futuro, in un ?laboratorio? di soggetti privati e pubblici, studiosi ed importanti universit?, in cui si riscoprono antichi vitigni e si fanno rinascere con successo interi territori. 2 ? Per la contaminazione che si riflette anche nei vini, tra autoctoni e internazionali che nel ?continente siciliano (con le sue isole)? si incontrano per la gioia di chi ama i grandi vini. 3 ? Per la stratificazione storica, dalla colonie greche all?abusivismo edilizio, passando per Bizantini, Arabi, Normanni, spagnoli, francesi ? 4 ? Perch? le ?grandi? cantine si alleano con le pi? piccole, grazie ad aziende ?pioniere? che hanno fatto e fanno ancora oggi da apripista a tante altre realt?, non solo del vino, diventate di eccellenza. 5 ? Per le tavolate con i prodotti che si prendono dal campo e si portano direttamente in tavola, preparati sul momento, dai pomodori ai capperi, dai pistacchi alle nocciole, ma anche per i ?trionfi? di crudit? e dolci siciliani. 7 ? Perch? vecchie e nuove generazioni fanno ancora le cose insieme, e i pi? anziani non si tirano mai indietro, ma anzi sostengono, le idee che partono da figli e nipoti (dall?attenzione alla sostenibilit? al mondo della rete, solo per fare un esempio). 8 ? Perch? c?? il feudo antico ma anche il resort pi? moderno, conservati, restaurati, in entrambi i casi alla base del rilancio, insieme a molto altro, della Sicilia come una delle mete turistiche pi? importanti al mondo. 9 ? Perch? ci sono il mare ed il vulcano, sintesi estrema delle tante anime di questo ?continente?, meglio ancora, dal punto di vista enologico, di quelle nuove, capaci in poco tempo di raggiungere un grande successo. 10 ? Perch? senza i suoi ?mali? che, purtroppo, l?affliggono non sarebbe la Sicilia che ?Mi piace? raccontare. (Credit Alessandro Regoli, direttore WineNews) | | TrackBack> |  |  |  |
| [08/25/2008, 14:11] | Quel brighella di Robin Goldstein |  |  Se ne ? gi? parlato a sufficienza dello scandalino winespectator. Quel brighella di Robin Goldstein potr? forse appendere il cappello dopo questo botto che ha ormai fatto il giro del mondo. Vorrei solo provare a vedere la cosa anche da un'angolazione diversa. Se qualcuno mette in atto dei comportamenti e delle azioni volte ad indurti in errore attraverso artifici e raggiri, posto che non si tratta di truffa perch? manca la parte relativa al "guadagno del truffatore" che - per ora - non si ? attuata, ? ben facile che tu, ingannato, cada nel tranello. Alla luce di questo e soprattutto considerato il fatto che la competizione a quanto ? dato apprendere dalla replica di WS ? basata esclusivamente sulle carte dei vini, un pizzico di malizia nel gesto di Goldstein ce la si pu? anche vedere. A fin di bene, per carit?. Giusto perch? sono sempre stato uno a cui piace sentire le due campane, ecco la replica di Thomas Matthew, Executive Editor di Wine Spectator : 1. Wine Spectator's Restaurant Awards Our Awards program was founded in 1981 to encourage restaurants to improve their wine programs, and to aid readers in finding restaurants that take wine seriously. The program evaluates the content, accuracy and presentation of restaurant wine lists. It does not purport to review the restaurant as a whole. In the program's 27 years, we have evaluated more than 45,000 wine lists. There is no doubt that more restaurants offer good wine lists today than back in 1981. We would like to think that this program has contributed to that development. Further, our Dining Guide is a widely used resource by our subscribers. (View more information on the program here.) 2. How could a restaurant that doesn't exist earn an award for its wine list? We do not claim to visit every restaurant in our Awards program. We do promise to evaluate their wine lists fairly. (Nearly one-third of new entries each year do not win awards.) We assume that if we receive a wine list, the restaurant that created it does in fact exist. In the application, the restaurant owner warrants that all statements and information provided are truthful and accurate. Of course, we make significant efforts to verify the facts. In the case of Osteria L'Intrepido: a. We called the restaurant multiple times; each time, we reached an answering machine and a message from a person purporting to be from the restaurant claiming that it was closed at the moment. b. Googling the restaurant turned up an actual address and located it on a map of Milan c. The restaurant sent us a link to a Web site that listed its menu d. On the Web site Chowhound, diners (now apparently fictitious) discussed their experiences at the non-existent restaurant in entries dated January 2008, to August 2008. 3. How could this wine list earn an award? On his blog, Goldstein posted a small selection of the wines on this list, along with their poor ratings from Wine Spectator. This was his effort to prove that the list - even if real - did not deserve an award. However, this selection was not representative of the quality of the complete list that he submitted to our program. Goldstein posted reviews for 15 wines. But the submitted list contained a total of 256 wines. Only 15 wines scored below 80 points. Fifty-three wines earned ratings of 90 points or higher (outstanding on Wine Spectator's 100-point scale) and a total of 102 earned ratings of 80 points (good) or better. (139 wines were not rated.) Overall, the wines came from many of Italy's top producers, in a clear, accurate presentation. Here is our description of an Award of Excellence: Our basic award, for lists that offer a well-chosen selection of quality producers, along with a thematic match to the menu in both price and style. The list from L'Intrepido clearly falls within these parameters. 4. What did Goldstein achieve? It has now been demonstrated that an elaborate hoax can deceive Wine Spectator. This act of malicious duplicity reminds us that no one is completely immune to fraud. It is sad that an unscrupulous person can attack a publication that has earned its reputation for integrity over the past 32 years. Wine Spectator will clearly have to be more vigilant in the future. Most importantly, however, this scam does not tarnish the legitimate accomplishments of the thousands of real restaurants who currently hold Wine Spectator awards, a result of their skill, hard work and passion for wine." [Foto credit : Thewinetrials.com]
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| [01/01/1970, 00:00] | Mondovino: La C?tes du Rh?ne |  | | Passata la mondana Costa Azzurra, con i suoi sfarzi e con i suoi affezionatissimi milionari e superstar, si apre, andando verso ovest, una delle aree vinicole Francesi pi? interessanti, sicuramente la pi? importante del sud della Francia, stiamo parlando dell'area del fiume Rh?ne, che taglia verticalmente questa bellissima valle... | | TrackBack> |  |  |  |
| [08/22/2025, 15:16] | BKK Social Club ? The World?s 50 Best Bars ? Philip Bischoff ? Four Seasons Hotel Bangkok |  | BKK Social Club, Four Seasons Hotel Bangkok Tra i migliori bar d?Asia: #19 in Asia?s 50 Best Bars 2025 Signature cocktail, location clamorosa e uno storytelling audace: cos? il BKK Social Club del Four Seasons Hotel Bangkok at Chao Phraya River si conferma tra le esperienze di mixology pi? straordinarie della regione, al #19 di Asia?s 50 Best Bars 2025. Un traguardo che consolida il suo peso specifico sulla scena internazionale, dopo il #12 ai The World?s 50 Best Bars 2024.  ?Siamo profondamente grati di essere ancora una volta in compagnia di bar cos? ispiranti,? commenta Philip Bischoff, Beverage Manager. ?Questo riconoscimento celebra la dedizione del nostro team e la crescente centralit? di Bangkok nella cultura del cocktail globale. Alla fine, facciamo ci? che amiamo: creare momenti indimenticabili, un drink alla volta.? L?esperienza: calore, racconto, tecnica Dal debutto, BKK Social Club ha conquistato critica e pubblico con un?ospitalit? di rara eleganza, un racconto coerente e drink che uniscono sapori decisi a una tecnica impeccabile. L?attuale menu, ispirato alla vibrante Citt? del Messico, trasmette senso del luogo in ogni pour?seducendo tanto i local quanto i traveller di passaggio sul Chao Phraya.  Dream Team:? - Philip Bischoff, Beverage Manager Beverage Ambassador APAC
- Chunyanuch Yodsuwan, Head Bartender
- Francesco Acquaviva, Executive Sous Chef
        Bancone e bottigliera.  Details.  Mini hamburger di chorizo & Wagyu Senape ? l?ancienne, champignon rosolati, Comt?, marmellata di cipolle, chipotle, cavolo rosso Il piatto (in tre mosse) -
Attacco: Wagyu succulento + chorizo affumicato ? morsa piena, speziatura elegante. -
Cuore: Comt? fuso e champignon bruniti ? umami netto, scivola senza appesantire. -
Chiusura: senape antica e cavolo rosso croccante ? acidit? e freschezza che puliscono; chipotle in scia, caldo ma composto. Perch? funziona Equilibrio grasso/sapido/speziato tenuto insieme da una lama acida e da una dolcezza controllata (marmellata di cipolle). Texture a strati: crosta di Maillard, cremosit? del formaggio, crunch vegetale.  Il piatto (in tre mosse) -
Attacco: Wagyu succulento + chorizo affumicato ? morsa piena, speziatura elegante. -
Cuore: Comt? fuso e champignon bruniti ? umami netto, scivola senza appesantire. -
Chiusura: senape antica e cavolo rosso croccante ? acidit? e freschezza che puliscono; chipotle in scia, caldo ma composto.  Perch? funziona Equilibrio grasso/sapido/speziato tenuto insieme da una lama acida e da una dolcezza controllata (marmellata di cipolle). Texture a strati: crosta di Maillard, cremosit? del formaggio, crunch vegetale.  Nota di cucina (tecnica, essenziale) Blend Wagyu+chorizo lavorato al momento; piastra calda, cottura breve. Comt? media stagionatura, fusione dolce. Champignon rosolati al burro nocciola. Senape a grana grossa. Cipolle in confit fino a glassa. Chipotle emulsionato (dosaggio misurato). Cavolo rosso affettato fine, condito all?istante.        Philip Bischoff Beverage Manager ? Four Seasons Hotel Bangkok at Chao Phraya River Berlino nel DNA, visione internazionale nel bicchiere. Philip Bischoff scopre la mixology a 23 anni tra special event e nightlife, affinando una tecnica che in pochi anni lo porta dietro i banconi premiati d?Europa. Entra nel mondo Four Seasons a Singapore come bar manager del Manhattan, uno dei bar pi? celebrati del continente. Oggi, a Bangkok, firma un approccio a 360?: cocktail di carattere, dialogo con la cucina, atmosfera pensata al millimetro e un servizio che scolpisce la memoria. Il risultato? Un?esperienza di bevuta autoriale, dove gusto, ritmo e senso estetico trovano un equilibrio impeccabile.  La costellazione Four Seasons (Asia) in classifica: 50 Best 2025 ha celebrato anche altri indirizzi del gruppo nella regione, a conferma di una leadership costante nell?arte del bere bene: -
ARGO ? Four Seasons Hotel Hong Kong (#11) -
VIRT? ? Four Seasons Hotel Tokyo at Otemachi (#18) -
Bar Trigona ? Four Seasons Hotel Kuala Lumpur (#39) -
Charles H. ? Four Seasons Hotel Seoul (#96) Perch? andarci ora - Riconoscimento costante nelle classifiche internazionali: tra i migliori bar d?Asia e del mondo.
- Menu attuale ispirato alla cultura di Citt? del Messico: energia urbana, colori, ingredienti e spiriti d?agave.
- Un?esperienza che unisce ricercatezza tecnica e ospitalit??in puro stile Four Seasons.
L?esperienza Sedute low-light, verde sospeso, corti semi?en plein air e un banco misurato: il teatro ? la sala, ma la regia ? tutta nel bicchiere. Il servizio scorre con naturalezza, tra spiegazioni puntuali e un?attenzione discreta che rende l?esperienza colta ma mai ingessata. Informazioni utili: - Orari: tutti i giorni 17:00 ? 00:00
- Dress code: smart casual (no beachwear/sportswear)
- Et? minima: 20+
- Dove: Four Seasons Hotel Bangkok at Chao Phraya River
- Prenotazioni: via sito ufficiale o +66 (0)2 032 0885
- Instagram: @bkksocialclub
Proudly part of the Altissimo Ceto Collection. L'articolo BKK Social Club – The World?s 50 Best Bars – Philip Bischoff – Four Seasons Hotel Bangkok proviene da ViaggiatoreGourmet alias AltissimoCeto!. | | TrackBack> |  |  |  |
| [01/31/2012, 09:25] | |  | Vi aspettiamo a ProWein, Dusseldorf, dal 4 al 6 Marzo 2012 See you at Hall 3 stand G 70! www.prowein.de | | TrackBack> |  |  |  |
| [06/07/2007, 16:43] | Vino dei Blogger #7: Tabula Rasa - Molinelli |  | 
Avrete capito leggendomi che ho una particolare predisposizione per i vini dei Colli Piacentini. Perch? le mie radici affondano in quella terra, che non ? pi? Lombardia ma non ? ancora Emilia piena, terra di mezzo per eccellenza. Un non luogo geografico, potrei dire, terra di confine da sempre un po' combattuta tra l'essere di "qua" o di "la". E come tutte le terre di confine, foriera di eccellenze in tutti i campi. Nelle persone, nel cibo (Piacenza ? l'unica provincia Italiana ad avere tre DOP nei salumi: pancetta, salame e coppa) e nel vino.
Perch? il terroir dei Colli Piacentini non ha nulla da invidiare ad altre zone. Il substrato ? bene o male lo stesso che dalle Langhe scende gi? verso i colli Tortonesi, attraversa l'Oltrepo', percorre la provincia di Piacenza e si butta verso Parma e Bologna. Terreni di marne argillose e calcaree, del periodo tortioniano e elveziano, fondi marini emersi (e lo si pu? capire camminando nelle campagne intorno a Castell'Arquato, dove si trovano pi? conchiglie che a Rimini) dove solo questioni storico-culturali e climatologiche hanno "sviluppato diversamente" la viticultura rispetto a zone pi? blasonate.
Se a questa predisposizione naturale aggiungiamo anche un attento lavoro sia sui vitigni tradizionali -i due del taglio piacentino in primis e la malvasia- che su quelli meno conosciuti, raggiungiamo punte di eccellenza.
E' il caso del vino in questione, il Tabula Rasa dell'azienda Agricola Molinelli di Ziano Piacentino, che va oltre all'essere autoctono. E' di fatto l'uva di famiglia. Vitigno riscoperto in maniera casuale nei vigneti di famiglia negli anni '60, ? stato fatto analizzare da varie universit? alla ricerca delle sue origini ampelografiche, senza risultato. Si ? quindi provveduto a stilare una nuova scheda, a cura del Prof. Fregoni dell'Universit? di Piacenza, "brevettando" cos? una nuova tipologia, l'uva Molinelli, appunto, forse frutto di un incrocio tra Sauvignon e uva americana, e coltivata franca di piede.
Imbottigliato come Vino da Tavola per ovvie ragioni, il vino si presenta con un colore giallo paglierino tendente al dorato, molto acceso e vicino a quello di alcuni Riesling alsaziani. Il naso di prima battuta ? un po' monocorde ed eccessivamente piacione, ma con un po' di pazienza esce la complessit? del vino fatta di note fum?e, di mostarda e di ghiaia bagnata ma non eccessive e austere, anzi, al naso persiste una rotondit? sorprendente, quasi da vino con un certo residuo zuccherino. In bocca una sopresa, lama di acidit? a tenerlo vivo, sparisce il dolce apparente che si avvertiva al sostituito da una grande sapidit?, quasi salina. Finale sauvignoneggiante, forse un po' amaro e non lunghissimo, ma penso di pi? non si possa proprio chiedere a questo campione anche nel rapporto qualit? prezzo. E il 2006, assaggiato dalla botte, ? ancora pi? strutturato e sorprendente. Lasciamolo in cantina qualche anno, e vediamo cosa ne viene fuori.
E se avete tempo, fate un giro in cantina: l'incontro con Ginetto Molinelli, una forza d'uomo con un'energia e una determinazione che hanno in pochi, vale da solo il viaggio! | | TrackBack> |  |  |  |
| [11/02/2025, 10:30] | The Great Inversion: How Italian Wine's Future Moved South |  | Here's the thing nobody's saying out loud: northern Italy is dying faster than the south. Not literally. Not yet. But the vines are telling a story that contradicts oodles of years of wine history. Barolo is sweating. Chianti is scrambling. Prosecco is looking nervously at the thermometer. Meanwhile, on a volcano in Sicily and in the forgotten hills of Basilicata, indigenous grapes that have spent millennia dealing with heat and drought are suddenly looking like the smartest bet in Italy. For the first time in modern wine history, the center of gravity is shifting. Not because of fashion or critics or investment. Because of physics. Because southern Italy?the part that was always too hot, too rustic, too other?turns out to be the part that already knows how to survive what's coming. This isn't about eight random wines from across Italy. It's about eight wines from the south?Sicily, Basilicata, Puglia, Calabria?that show what the next twenty years might look like. The Counterintuitive Reality In 2024, climate scientists published projections that should terrify anyone who loves Italian wine: 90% of traditional wine regions in coastal and lowland areas could be at risk by century's end.1 Not "might struggle." At risk of disappearing. But here's the twist. Northern vineyards?Nebbiolo in Piedmont, Sangiovese in Tuscany, even Chardonnay in Emilia-Romagna?are showing more heat stress than vineyards in Sicily and Basilicata, despite getting more rain.2 Why? Because northern vines evolved for cool, damp conditions. They're planted on steep hillsides with shallow soils designed to shed water. When extreme heat arrives, they have no defense. They're climate refugees on their own land. Southern indigenous varieties?Aglianico, Nero d'Avola, Carricante, Nerello Mascalese?have been coping with drought and sun for eons. Deep roots. Late ripening. Thick skins. They're not adapting to climate change. They were built for it.3 Winemakers in Emilia-Romagna are already ripping out Chardonnay they planted thirty years ago and replanting indigenous varieties.4 Some experts now predict Chardonnay won't be viable anywhere in Italy within a generation.5 Meanwhile, on Mount Etna and in Vulture, production is expanding. The wines that will define the next twenty years aren't the ones fighting the future. They're the ones that already live there. The Evidence: High-altitude volcanic viticulture as the blueprint. James Suckling named this Italian Wine of the Year for 2025.6 Not as a trend pick?as a model. Made from Nerello Mascalese planted in the 1950s at 600-900 meters on volcanic ash, it captures everything the future demands: late ripening, natural acidity, minerality, freshness despite warmth. Etna isn't just making great wine. It's showing other regions what survival looks like. Ungrafted vines on porous volcanic soil. Elevation that creates natural cooling. Indigenous varieties that ripen slowly even when the mercury climbs. This isn't innovation?it's validation of what southern Italy knew all along. The next twenty years will see this model replicated: higher, cooler, volcanic, indigenous. Etna got there first. Elena Fucci "Titolo" (Aglianico del Vulture, Basilicata) The Evidence: Southern volcanic terroir competing with the North?and winning. Aglianico has always been Italy's secret weapon. Planted on the slopes of an extinct volcano in Basilicata, it makes wines with the structure of Barolo, the aging potential of Brunello, and the effortless ability to handle heat.7 Elena Fucci's "Titolo" is single-vineyard, ungrafted, aged in large oak?proof that southern Italy doesn't need to imitate Piedmont. It already has the goods. Basilicata is positioned to become what Etna was fifteen years ago: the overlooked southern region that suddenly everyone realizes has been making world-class wine all along. Volcanic soils, high altitude (600-800m), late-ripening indigenous grapes. All the climate advantages, none of the hype. When collectors discover Vulture?and they will8?Elena Fucci will be one of the reasons. Cantine del Notaio "L'Atto" (Aglianico del Vulture, Basilicata) The Evidence: Biodynamic viticulture + research = understanding what actually works. Gerardo Giuratrabocchetti isn't just making wine?he's running experiments. Testing how altitude affects ripening. Studying ancient cave-aging systems carved into volcanic tuff in the 1600?s. Documenting which biodynamic practices actually build resilience in a warming climate. "L'Atto" is the estate's research-driven single vineyard bottling. It's structured, mineral, built to age for decades. But more importantly, it represents southern Italy doing the unglamorous work of figuring out why these vineyards work?so the knowledge can travel. If Basilicata emerges as a serious global player, it'll be because producers like Cantine del Notaio did the science. Maugeri "Carricante" (Etna) The Evidence: Volcanic whites rivaling the world's great expressions?and just getting started. While the world fell for Etna Rosso, Carricante was quietly evolving into one of Italy's most compelling white grapes. Electric acidity, volcanic minerality, precision that draws comparisons to Chablis and Mosel Riesling. High-altitude (eastern slopes, 700-900m), cool microclimate, built to age. Carla Maugeri's family estate is making some of the most profound whites in Italy9?proof that Etna's potential goes far beyond red wine. In twenty years, this could be the white wine sommeliers obsess over. The architecture is already there. The Evidence: The next generation claiming the volcano?on their own terms. Benedetto Alessandro represents the third wave.10 He grew up making wine in western Sicily, studied the pioneers (de Grazia, Foti), then convinced his cousins to buy land on Etna's northeastern slopes in 2016. His wines are modern, fruit-forward, precise?intentionally different from the brooding traditional style. Some will call them too clean. Others will call them the future. What matters: young Sicilian winemakers are taking over Etna, and they're not interested in imitating anyone. That creative tension?between reverence and rebellion?is where the next twenty years will be written. Tenute Rubino "Torre Testa" (Susumaniello, Puglia) The Evidence: Rescued indigenous varieties that thrive in drought. Susumaniello nearly went extinct in the 1990s. The grape's production drops dramatically after a decade?less than a kilogram per plant?which made it economically unviable when Puglia focused on volume. But Luigi Rubino understood something others missed: those few bunches that remain produce wines of extraordinary concentration and elegance.11 The grape is naturally hardy and resistant to extreme climate.11 Bush-trained vines with deep root systems, grown in Salento's arid soils with minimal water, Susumaniello is precisely what climate resilience looks like. Tenute Rubino's "Torre Testa" is their flagship single-vineyard bottling?intense, structured, built for aging?proof that Puglia's forgotten grapes are actually its future. When the Mediterranean gets too hot for irrigation-dependent varieties, Susumaniello will still be thriving. Librandi "Duca Sanfelice" (Cir? Riserva, Calabria) The Evidence: Ancient terroir meeting the future head-on. Cir? is considered one of the oldest wines in the world?allegedly served to Olympic champions in ancient Greece. The Librandi family brought it to international attention in the 1990?s, proving that Calabria's indigenous Gaglioppo grape, grown on calcareous marl soils near the Ionian Sea, could make world-class wine.12 Gaglioppo has thick skins and thrives in hot, dry conditions.12 Sea breezes moderate the intense summer heat. Many vineyards still use alberello?traditional bush-vine training that's naturally drought-resistant. "Duca Sanfelice" is Librandi's top Cir? Riserva, aged two years before release, made from old alberello vines. It's structured, complex, and built for the long haul. Calabria faces "harsh climate, persistent drought and high temperatures"12?but Gaglioppo was born for this. While northern Italy scrambles to adapt, Cir? just keeps doing what it's done for ages. Planeta"Santa Cecilia" (Nero d'Avola, Sicily) The Evidence: Drought-tolerant indigenous variety as climate solution. Nero d'Avola is Sicily's most important red grape, and for good reason: it thrives in scorching heat, retains refreshing acidity at high sugar levels, and requires minimal irrigation thanks to deep root systems.13 In a region receiving under 550mm of rain annually, these aren't luxuries?they're survival traits. Planeta's "Santa Cecilia" comes from the Noto hills in southeastern Sicily, where Nero d'Avola originated. Dry-farmed, grown on sandy soils in extreme heat, this is wine made exactly as the climate crisis would design it. The 2024 InnoNDA research project is exploring how to reduce alcohol levels by up to 4% without sacrificing flavor13?direct response to both consumer and climate pressures. Nero d'Avola isn't adapting to climate change. Climate change is proving that Nero d'Avola was right all along. What They Share Every wine on this list is responding to the same pressure: a world that's getting hotter, drier, more extreme. But they're not responding by adapting?they're responding by being exactly what they've always been. Southern volcanic terroir. Indigenous late-ripening varieties. Drought-resistant root systems. Traditional bush-vine training. These aren't innovations. They're inheritances. But none of them is pretending the climate isn't changing. The great irony is that southern Italy?historically dismissed as too hot, too rustic, too far from the action?is suddenly the part of Italy with structural advantages. Volcanic soils retain water. High altitude creates cooling.14 Indigenous varieties already know how to handle stress. These aren't adaptations. They're inherent in the legacy of Southern Italy. Northern Italy will adapt?it's already happening. But the momentum, the resilience, the built-in advantages? For the first time in modern history, they belong to the south. Twenty years from now, when someone asks what defined Italian wine in the 2020s and 2030s, will the answer be Super Tuscans or cult Barolos? Or will it be the moment Italy remembered that the grapes that thrived before air conditioning, before irrigation, before chemical interventions? ?the ones that inherently knew how to survive? The future was always there. It just had to get as hot as a volcano to be noticed. Notes 1. Van Leeuwen, C., et al. "Climate change impacts and adaptations of wine production." Nature Reviews Earth & Environment, March 26, 2024. Study projects that "about 90% of traditional wine regions in coastal and lowland regions of Spain, Italy, Greece and southern California could be at risk of disappearing by the end of the century because of excessive drought and more frequent heatwaves." 2. Guado al Melo, "Climate change and viticulture: appropriate or irresponsible choices?" The analysis notes: "It may sound absurd, but in recent summers there have been more stress problems in certain parts of the north of Italy than in the center and south, albeit that it has rained even less here." The explanation: northern vines evolved for cool conditions with shallow root systems on steep hillsides designed for drainage, while southern varieties and growers are already adapted to semi-arid conditions. 3. Decanter, "Beating the heat: How Italy's winemakers are responding to climate change," January 19, 2023. - by Aldo Fiorelli. Consultant Antonini: "The most resistant varieties are usually the indigenous ones in specific regions, for example Carricante in Sicily." 4. VinePair, "Italian Winemakers Are Finding Creative Ways to Battle Climate Change," - by Rebecca Van Hughes. January 6, 2022. Expert Bordini notes that "many wine producers in the region he lives in, Emilia-Romagna, began favoring Chardonnay over native varieties like Albana around 30 years ago. Now, however, they are returning to the indigenous varieties." 5. Ibid. Bordini states: "I think soon, it will not be possible to cultivate Chardonnay anywhere in Italy." 6. James Suckling, "Top 100 Wines of Italy 2025." The Tenuta delle Terre Nere Etna Rosso San Lorenzo 2023 was named Italian Wine of the Year with a 98/100 score. Available at jamessuckling.com. 7. Eric Guido, "Getting in on the Ground Floor: Aglianico del Vulture." Vinous, May 2024. Comprehensive report on the region's producers, including Elena Fucci, Basilisco, Grifalco, and Cantine del Notaio. 8. WineNews, "Vulture is 'Citt? Italiana del Vino' 2026," September 23, 2025. The Vulture region was selected for the prestigious 2026 designation, recognizing its "strategic vision and inter-municipal cooperation" in wine tourism and territorial development. 9. Gambero Rosso, "Italy wine guide 2025: the special awards," October 17, 2024. Maugeri was recognized with a special award: "In just three harvests, the winery of Renato Maugeri and his daughters Carla, Michela, and Paola has established itself as one of the denomination's most significant." 10. Wine Spectator, "The Volcano's Third Wave: What's New in Etna Wine?" February 23, 2024. By Robert Camuto. Feature on Benedetto Alessandro and other young Sicilian winemakers representing Etna's new generation. 11. Vinissimus, "Susumaniello." The grape is described as "vigorous, resistant to extreme climate, excellent for blending." Tenute Rubino's website notes: "Despite its notorious hardiness and resistance to pathogens, for many years Susumaniello was on the verge of falling into oblivion, until Tenute Rubino recovered it, enhancing its versatility and making it the emblem of its production philosophy." 12. Concours Mondial de Bruxelles, "Cir? ? Calabria's flagship wine." Raffaele Librandi, head of the Consortium of Doc Cir?: "In addition to our unique terroir, a great tradition of winemaking is reflected in the quality of our wines." Gaglioppo has thick skins and is genetically linked to Sangiovese. VinoVoss notes that Calabria's "harsh climate, with its persistent drought and high temperatures" has shaped the region's viticulture. 13. Vinerra, "Nero d'Avola: An In-Depth Grape Profile." The grape "retains a lively acidity even at high sugar levels, producing fresh, balanced wines in extreme heat." It excels under dry-farmed conditions thanks to "its deep root system and drought resistance." The 2024 InnoNDA Project is "aiming to reduce alcohol levels by up to 4% without sacrificing flavour or intensity?a direct response to consumer and climate pressures." 14. Gambero Rosso International, - by Donato Notarachille. "Above 1,000 meters: wine moves to higher altitudes to face climate change," October 17, 2024. Winemaker Michele Lorenzetti: "There are areas where high-altitude winemaking has been practiced successfully for a long time, like Valtellina, Valle d'Aosta, and Mount Etna, where excellent wines are made around 1,000 meters." wine blog + Italian wine blog + Italy W | | TrackBack> |  |  |  |
| [05/19/2008, 14:14] | Ricetta delle Cr?pes |  | La crêpe ? una antica ricetta francese fatta con pochi e semplici ingredienti come farina, uova, latte, sale, zucchero e burro. È un preparato squisito sia salato sia dolce (in questo secondo caso, si aggiunge agli ingredienti anche la vanillina). Vediamo la ricetta per fare le crêpes. In successivi articoli la useremo per alcune delizie. Considerate per? che questa ricetta delle crêpes semplici, senza prevedere alcun ingrediente con il quale farcirle, potrebbe subire qualche lieve modifica in fase di preparazione. La cosa bella ? che, una volta capita la procedura per fare le crêpes, l’unico requisito richiesto ? la fantasia. Ingredienti: 250 gr di farina 500 ml di latte sale q.b. burro q.b. (circa 50 gr dovrebbero bastare) Preparazione: in una coppa ampia e con bordi sufficientemente alti, mettete 250 gr di farina, un pizzico di sale e mezzo litro di latte. Mescolare accuratamente finch? non ottenete un composto assolutamente fluido e privo di grumi. Potete aiutarvi con un frullatore ad immersione o una frusta, se preferite. A parte, sbattete per bene 3 uova e unitele poi all’impasto precedente. Mescolare ancora con cura e lasciar riposare la pastella per almeno mezz’ora. Prendete un padellino antiaderente con bordi molto bassi e mettetelo sul fuoco con fiamma abbastanza bassa. Mettete un po’ di burro a fondere e poi versate un mestolo di pastella (o comunque la quantit? di pastella sufficiente per riuscire giusto a ricoprire tutto il fondo della padella). Distribuitela su tutta la base della padella e lasciate per qualche minuto a cuocere. Quando il lato della crêpe sar? dorato, giratela e fatela cuocere anche sull’altro lato. Ripetete l’operazione per ciascuna crêpe aggiungendo sempre un po’ di burro nel padellino (con le quantit? di ingredienti qui riportate verranno fuori all’incirca una dozzina di crêpes - dipende ovviamente anche dalla dimensione della padella). A questo punto, le crêpes sono pronte. Sul cosa farci di preciso, vediamo nei prossimi giorni di dare alcuni suggerimenti, sia per crêpes salate sia per crêpes dolci. Teniamo qui la ricetta della base per i riferimenti futuri (ultimamente mi sono scatenato con le crêpes, quindi conto di riuscire a fare pi? post con parecchi spunti). | | TrackBack> |  |  |  |
| [05/04/2007, 00:00] | ARRIVA L'ESTATE. VOGLIA DI FRESCHI ROSATI. DALL'ABRUZZO, SUA MAESTA' IL CERASUOLO. |  | Alcune settimane fa un famoso blogger italiano ( Aristide) ha lanciato una interessante iniziativa, invitando tutti gli appassionati a parlare di vini rosati. Ho raccolto  entusiasticamente la "sfida" ed ho deciso di descrivere in breve le caratteristiche di quello che si pu? considerare uno dei rosati di maggiore riguardo a livello mondiale. Parliamo quindi del " Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo". La produzione del Cerasuolo rappresenta una variante del Montepulciano d'Abruzzo, dal quale si differenzia, basilarmente, per l'utilizzo di tecniche di vinificazione diverse che, per la tipologia principale avviene " in rosso", mentre per il Cerasuolo viene attuata, con molte varianti, la cosidetta " vinificazione in bianco". Le uve del vitigno montepulciano sono notoriamente molto ricche di antociani, tanto che, anche dopo un contatto assente o poco prolungato delle bucce con il mosto avviene una buona cessione di pigmenti, con un risultato che ristora il cuore alla sola vista. Il colore rosato brillante, splendido nei riflessi, accompagnato da profumi che dietro le note delicate tipiche del frutto lasciano trasparire la potenza tipica del vitigno. Un connubio che da sempre ha affascinato i viticoltori abruzzesi che ne hanno fatto un figlio prediletto, adatto alla tavola di tutti i giorni ed all'ospite di riguardo. La tradizionale produzione dei vini rosati ? molto radicata nella regione, sia nella fascia costiera che in quella del subappennino. Una consuetudine oramai consolidata che ci regala profumi e sapori ineguagliabili, al riverbero dell'incantevole colore. Sensazioni che stanno conquistando una fascia sempre crescente di semplici consumatori e di esperti qualificati. Un successo che si concretizza negli ottimi risultati che il Cerasuolo riscuote sulle guide e nei concorsi specializzati ( si vedano ad esempio le sezioni dedicate ai rosati a denominazione d'origine del Concorso Enologico Internazionale del Vinitaly o della Selezione Nazionale dei Vini da Pesce). Molto ampia e qualificata ? la scelta offerta dai produttori regionali, che si differenzia per aree e modalit? produttive. Senza volont? di sminuire gli altri bravi vitivinicoltori, ho deciso di parlare di un Cerasuolo di grande carattere, il " Pi? delle Vigne", prodotto dall' Azienda Agricola Luigi Cataldi Madonna di Ofena ( AQ). TERRITORIOIl comprensorio agricolo di Ofena ? situato nel versante occidentale del  massiccio del Gran Sasso d'Italia, all'interno di un anfiteatro naturale circondato da montagne. Una orografia che influisce in maniera molto audace sui fenomeni climatici, rendendoli aspri e tipici delle aree genuinamente continentali, con fenomeni meteorici improvvisi ed andamenti termici incostanti, con escursioni giornaliere e stagionali molto rilevanti. L'altitudine di circa 600 metri s.l.m. favorisce una insolazione poco  schermata e ad ampio spettro luminoso, che arriva agli apparati fotosintetici delle viti in sinergia con elevate temperature estive diurne. Tali condizioni influiscono molto sulla formazione degli antociani e degli altri polifenoli, le cui quantit? e qualit? permettono alla pianta di adattarsi ai peculiari attributi fotoclimatici, al fine di sfruttarli al meglio dal punto di vista energetico e di difendersi dalle radiazioni solari. Il risultato si evidenzia con mosti e vini dal colore intenso e dalle sfumature originali, con ampie e piacevoli conseguenze organolettiche. Il bellissimo fiume Tirino completa il quadro di quello che viene definito il "forno d'Abruzzo". IL PRODUTTOREL'Azienda Agraria Luigi Cataldi Madonna ? stata fondata nel 1920 ed ha sempre rappresentato una realt? produttiva importante. Ma la svolta ? avvenuta da quando ? gestita dal prof. Luigi, Ordinario di Filosofia e nipote del fondatore. La sua attivit? imprenditoriale ha assunto una connotazione esclusiva, improntata alla salvaguardia del paesaggio, dell'ambiente agrario e della biodiversit? variatale. A lui, ad esempio, dobbiamo la riscoperta del vitigno pecorino. L'attivit? antropica in armonia con la natura. La chiave indispensabile per prodotti dal fascino senza tempo. IL PRODOTTO: la tecnica della "svacata"Il Cerasuolo "Pi? delle vigne" ? realizzato con una particolare digressione da quella che ? la vinificazione in bianco standard: la "svacata". Il nome di questa tecnica, tradizionale del territorio, deriva dalla parola " vach" (che nel dialetto di gran parte  dell'Abruzzo significa acino) e consiste in una vinificazione che avviene in fasi diverse. Dopo le operazioni di pigiatura e sgrondatura, il corpo principale del mosto viene avviato alla fermentazione, mentre le bucce vengono messe a fermentare a parte con una piccola frazione di mosto per un periodo variabile, passato il quale la fase liquida viene separata da quella solida ed aggiunta alla massa fermentante. Questa metodica consente di solubilizzare dalle bucce, in maniera condizionata, una quantit? superiore di polifenoli, di componenti della frazione olfattiva e di alcuni composti della pruina che coadiuvano le fasi della fermentazione. Tale maggiore estrazione avviene per?, dato il maggiore rapporto tra bucce e fase liquida, in condizioni vicine o pari alla saturazione, tanto da permettere un discioglimento molto bilanciato delle componenti chimiche. Il vino che si ottiene presenta un colore rubino brillante, molto vivace, con riflessi sul granato. Il profumo ? quello tipico del frutto della cultivar, con notazioni vinose ed alcoliche caratteristiche. All'assaggio si presenta fresco ed avvolgente, con un retrogusto che ricorda la mandorla e l'amarena, persistente e piacevole. Si accompagna con i primi piatti della cucina abruzzese (ottimi i primi a base di pasta fatta in casa con i legumi), ma si sposa perfettamente con piatti di pesce complessi e strutturati. Una buona idea potrebbe essere quella di accostarlo ad un ottimo risotto alle seppie. La temperatura di servizio ideale ? di circa 14?C. Il costo?? Possiamo acquistarlo in enoteca ad un prezzo che si aggira sui 13 euri. Allora cosa dire?? Buona Salute a Tutti!!!! Pierluigi Salvatore. NELLE FOTO: GUERRIERO DI CAPESTRANO, CORSO DEL FIUME TIRINO, PANORAMA DEL "FORNO D'ABRUZZO" (FONTE: OFENA.ABRUZZO.IT), BOTTIGLIA DI CERASUOLO "PIE' DELLE VIGNE".maptalks_motif={"background":"#f7f0e9","top_background":"#c5b4b9","top_text_color":"#a3234e","comment_background":"#f5e4e9","text_color":"#632035","blurred_text_color":"#632035","anchor_color":"#bf277e","border_color":"#ab8d9c","separators_color":"#ebbdcc"};maptalks_widget={"api":{"apiKey":"UxA8aXamtD9NgD6y47ZCYVancrFq0Wf5","type":"post","version":"0.1","id":"487","features":{"photos_box":"on","linked_resource":"on","comments_brief":"on","comments":"on"}},"iframe":{"width":"100%","height":"240px"}}; | | TrackBack> |  |  |  |
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