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[05/26/2014, 22:42] | Principi d?accoglienza a Tenuta di Fessina |  | _Con la nostra Debora, l?amico Luigi Parrinello e il suo splendido gruppo in visita a Fessina. Paolo Trimarchi ph._ Poich? la qualit? intima di un vino dipende dalla personalit? di chi lo ha prodotto, per noi ? determinante che a condurre i wine-tour in azienda sia il produttore o chi vive l?azienda in prima persona giornalmente. E? l?emozione che fa la differenza oggi, non pi? solo la destinazione. E questa emozione la donano la cura dei particolari, la capacit? di coinvolgimento, l?espressione della nostra identit?, unica ed irripetibile come lo sono le singole persone. Spesso l?assuefazione percettiva ci induce a perdere a poco a poco lo ?sguardo altro? sulle nostre meraviglie, in mezzo alle quali viviamo quotidianamente: questo occhio vivo e vivace possiamo recuperarlo attraverso una comunicazione fortemente personale e la condivisione di ci? che gli altri dicono di noi. Una rete circolare, sviluppata soprattutto on line ? con la pubblicazione dei video delle nostre visite e degustazioni in azienda ? che permetta a chiunque di accedere al valore di un?esperienza. L?impegno nel mondo dell?enoturismo ? oggi anche quello mirato a creare un marketing dei servizi per costruire proposte sempre pi? articolate e personalizzabili, per nicchie di mercato alla ricerca di un valore aggiunto, la valorizzazione dell?intera filiera aziendale, di cui comunichiamo costantemente storia, stile e filosofia di lavoro. Cerchiamo di far partecipare in prima persona al ?rito del vino? i nostri ospiti con proposte quanto pi? possibile differenziate, che esprimano tutte le sfaccettature di Tenuta di Fessina. ?La nobilt? del vino ? proprio questa: che non ? mai un oggetto staccato e astratto, che possa essere giudicato bevendo un bicchiere, o due o tre, di una bottiglia che viene da un luogo dove non siamo mai stati. Che cosa ci dice l?odorato, e il palato, quando sorseggiamo un vino prodotto in un luogo, in un paesaggio che non abbiamo mai visto, da una terra in cui non abbiamo mai affondato il piede, e da gente che non abbiamo mai guardato negli occhi, e alla quale non abbiamo mai stretto la mano? Poco, molto poco?. (Da vino al vino di Mario Soldati) | TrackBack> |  |  |  |
[07/01/2008, 09:18] | Aspettando Adri |  | La crisi economica più grave dal 1945 sta incidendo profondamente sui consumi individuali.In un blog come questo, dove si segnalano anche luoghi del mangiare, dare molto rilievo a ristoranti, trattorie, bar, wine bar ecc... a prezzo contenuto è un servizio... | TrackBack> |  |  |  |
[05/25/2008, 16:24] | Formati pubblicitari speciali: peel adv |  | L'effetto peeling (in italiano qualcosa di simile a "sbucciatura"), consiste nell'apporre sull'homepage del sito ospitante un particolare effetto che in assenza di azione da parte dell'utente si presenta in questo modo : In presenza di uno spostamento del mouse dell'utente sulla piccola "sbucciatura" della pagina, si apre invece una pubblicit? sottostante con un effetto simile a quello che si ha quando si sfogliano le pagine di un libro. Questa immagine ? ovviamente collegata alla pagina di destinazione dello spot. Ecco un esempio di quel che accade quando un utente posiziona il proprio mouse sul piccolo spazio in alto a destra dell'immagine precedente : Si tratta sicuramente di un effetto piacevole e discreto che non disturba l'utente in fase di navigazione come fanno per esempio le fastidiosissime e ormai desuete pop up, bloccate ormai da quasi qualsiasi browser. L'effetto peeling si fa notare solo nel momento in cui ? l'utente ad incuriosirsi e a puntare il mouse sopra lo spazio pubblicitario in piccolo e non viceversa. Il peel advertising ? uno strumento che VinoClic vende sui siti dei propri editori come sponsorizzazione fissa su base mensile. Per informazioni, clicca qui. | TrackBack> |  |  |  |
[06/23/2008, 17:33] | Golosi 2.0 |  | E allora proviamo a immaginare concretamente un'idea che è nell'aria, che qua e là compare in Rete in modo rachitico, troppo spesso in modo furbo e strumentale, di cui c'è domanda ma a cui fino ad oggi non è stata... | TrackBack> |  |  |  |
[05/08/2008, 16:37] | Il Comm. Ensale entra nel network |  | Vincenzo D'Antonio entra in VinoClic con il suo "Il Comm. Ensale", blog dedicato a quelle soste gastronomica che dopo cena consentono il pernottamento a km zero. Ecco come si presenta Vincenzo : "Ci si pu? definire oggi, nel XXI secolo, patrioti ? Io ritengo di s? e molto degnamente, allorquando diamo al termine la sua valenza dolce e giammai patriottarda. Ecco, allora, come definirei lo starter di questo blog: il patriottismo dolce che mi pervade, la sana voglia che ho di arrecare il mio piccolo contributo a chi, negli USA, si accinge a pianificare il suo trip to Italy. Il mio target, sia chiaro, non ? costituito dai neofiti. E' doveroso e normale che costoro, in viaggio di prima volta, optino per le mete imperdibili e magari, scotto di noviziato, si affidino all'ombrello rassicurante di un tour operator." La presentazione completa su VinoClic | TrackBack> |  |  |  |
[09/18/2008, 12:46] | Dieci rossi, dieci emozioni... |  | La domanda mi viene posta nel corso di un incontro gastronomico, qualche settimana prima di agosto. A farmela una bella donna sotto la trentina; impossibile tergiversare! Quando la stessa domanda riappare nel corso della cena dinnanzi ad una schiera di persone che ascoltano in cerca di novit?, sei costretto a svelare le tue preferenze. Poich? mi occupo da anni di queste cose, la mia personal list era gi? pronta, conservata nel mio cuore. M'intriga esporre queste mie considerazioni prima della vendemmia, proprio come sorta d'auspicio. Il rosso ? un colore che stuzzica, che seduce. Tra i dieci rossi che mi hanno fatto battere il cuore scelgo due Barolo Oddero, il Bussia Soprana Vigna Mondoca e il Barolo Rocche di Castiglione. Di Oddero ho parlato spesso, mi piace la loro produzione, il vino, l'immagine di questa Azienda che palesa professionalit? e amore per il vino. Restando in Piemonte non poche soddisfazioni mi sono state donate dal Barbaresco Ripa Sorita La Contea, delizioso. Korem Argiolas ? un altro rosso che conquista, da provare. Anche di Argiolas troverete la mia recensione e note. Lasciamo la Sardegna, magnifica terra, per approdare in Sicilia. Benanti, casa che ho spesso magnificato. Per Benanti mi esprimo con due vini Rovittello Etna DOC Rosso e il Serra della Contessa. Il ricordo mi emoziona. L'Aglianico non poteva mancare nel mio umile bagaglio e annovero L'Atto delle Cantine del Notaio. Anche di questo vino troverete cronaca attenta e curata nel wineblog. Una citazione speciale per il Pathos Marche Rosso Santa Barbara di Stefano Antonucci, un vino notevole. Concludo con il Sagrantino Il Medievale di Col Sant Angelo, particolare, totalizzante e una rivelazione, L'Azob? di Albino Piona realizzato con uvaggio corvina e merlot un rosso di cui val la pena far la giusta conoscenza. Dieci magnfici rossi, cos? diversi, dal nord e al sud della Penisola ma, ognuno con personali carattterstiche cos? piacevoli, cos? intense... vini degustati e valutati da Stefano Buso*** | TrackBack> |  |  |  |
[08/26/2008, 09:49] | Amarone a Coppie: le migliori annate di San Briccio |  | Sabato 6 settembre presso la straordinaria cornice di Villa Verit? Fraccaroli, sita in via Boschetto 6 a Lavagno (VR), sede dell?Azienda Grotta del Ninfeo-Fraccaroli, si terr? un evento degustazione di Amaroni della Valpolicella tutti provenienti dai prestigiosi vigneti del territorio di San Briccio, una collina vulcanica storica della Valle di Mezzane. Sar? l?occasione per valorizzare un territorio di grande potenziale enologico che produce grandi vini di prestigio internazionale. Si tratta di una degustazione in verticale a partire dall?annata 1997 fino all?ultima messa in commercio delle 4 aziende che posseggono i loro vigneti sull?altura di San Briccio. Ed ecco quindi il Roccolo Grassi grande parcella di vigneto su tufi basaltici di Marco Sartori, il Campo dei Gigli storico vigneto su calcare purissimo nella parte pi? a nord della collina, della Tenuta Sant?Antonio, il Grotta del Ninfeo dell?Azienda Fraccaroli posizionato su un bellissimo vigneto a ridosso dell?imponente villa veneta di propriet?. Infine l?Amarone Basaltico di uno straordinario artigiano del vino Ernesto Ruffo che sorprender? per il valore dei suoi vini e la grande passione che trasmettono. La degustazione si terr? alle ore 10.30 e sar? guidata da Bernardo Pasquali, giornalista e Coordinatore Regionale del Veneto per la Guida Vini Buoni d?Italia del Touring Club. Ad ogni azienda ? stata lasciata facolt? di scelta di due annate tra le pi? rappresentative della loro storia produttiva. Ecco la successione dei vini in degustazione: - Amarone della Valpolicella DOC 2004 Grotta del Ninfeo
- Amarone della Valpolicella DOC 2003 Roccolo Grassi
- Amarone della Valpolicella DOC 2002 Grotta del Ninfeo
- Amarone della Valpolicella DOC 2001 Ernesto Ruffo
- Amarone della Valpolicella DOC 2000 Campo dei Gigli Tenuta Sant?Antonio
- Amarone della Valpolicella DOC 1999 Campo dei Gigli Tenuta Sant?Antonio
- Amarone della valpolicella DOC 1998 Roccolo Grassi
- Amarone della Valpolicella DOC 1997 Ernesto Ruffo
Alla degustazione parteciperanno i produttori Marco Sartori, Luca Fraccaroli, Ernesto Ruffo e Tiziano Castagnedi. Al termine della degustazione Le tavole del Soave offriranno un buffet a tutti i partecipanti a base di prodotti tipici della Lessinia veronese nel giardino romano - rinascimentale della villa. Per partecipare all?evento prenotare telefonando al seguente numero 3315782675, oppure cliccate qui per inviare una mail. | TrackBack> |  |  |  |
[02/23/2025, 15:01] | The Bullshit-ification of the Italian Wine and Food Experience in America |  | Inspired by Jon Lovitz of Saturday Night Live fame...
I had an epiphany recently. And it was, the new reality in America is that the old maxim ? Money talks, Bullshit walks ? has been hacked. It appears that bullshit also talks, and man, oh man, are we wading in it, up to our eyeballs these days. That said, I walked into a new Italian-themed restaurant. The ?chef? greets me with a ?Ciao y?all.? Boy, I must be in a real genuine, authentic Eyetalian restaurant. He comes over to the table and first thing he shows me a Facebook reel which has this heading: ?Not to be a drama king, but we?ve opened the most genuine, authentic Italian deli-market and Pizzaria this part of the world has seen.? He then goes on to tell me his recipes are all from his Neapolitan grandfather. ?Things like Volcano Roasted Mushroom Fettuccine,? he exclaims. I ask him how it came to be.
 ?My grandfather loved to hunt and forage. So, he?d climb up to Mt. Vesuvius and gather wild mushrooms. While there, he would find some lava and place the mushrooms on top so they would not only be fire roasted, they?d be volcano curated! Very bespoke don?t you think? Then he would take the trip down to Naples. On his way down, he?d stop off at a latteria and get some fresh cream for the sauce. Back home, he had truffles sitting in olive oil, truffles he?d foraged from nearby Abruzzo and Umbria on one of his long-trips on his scooter. They?d last forever that way. He had a Spanish friend who sent him some special sherry for the cream sauce, it was delizioso! And then he would go about making his famous Fettuccine with eggs from his back yard.? I interrupted him? ?Fettuccine, not Paccheri?? He looked dumbfounded. ?What?? he asked. ?I?m talking authentic Neapolitan, not some transplanted oversized rigatoni that you can get anywhere. No, real, genuine Neapolitan!? OK ? he apparently wanted to take me down a peg or two. I was the student ? he is the Master. So, I asked him another question. ?What about this Wild-Foraged Herb Chicken Alfredo? How did your nonno come to devise that delicious dish in post-WWII Naples?? I queried. He could barely contain himself. ?Well, my nonno, as you called him, already had his famous Fettuccine, and when the chickens were past their egg-laying stage, he would harvest the chicken and grill it with fresh herbs from one of his many walks through Nature. He also picked fresh asparagus and added it to the dish, when he found them on his walks. He once took a trip to Rome and was working in a restaurant there, where he invented a dish with butter, cream and cheese. His little dog was with him, named Alfredo, so he named it Alfredo sauce. True story. Then the owner of the restaurant sent my grandfather back to Naples and stole the idea and took credit for it. But my grandfather was the inventor of the sauce. And even though it isn?t Neapolitan, it is ?his? recipe. So, it has Neapolitan roots. He finished it off with Parmesan and parsley, as that is a classic Neapolitan adornment. He was also the inventor of the Caesar salad dressing, but that?s another story.? At this point I thanked him for his input and excused myself to go to the restroom to wash my hands. I was looking for a rear exit that wouldn?t sound an alarm. But to no avail, I feared I was stuck on this ride for the duration. Back at the table he met up with me again. ?Any questions?? he asked. ?Yes? I replied, ?Two. One: Do you ever serve Pasta alla Genovese, did you grandfather have a recipe for that? And two: What white wine do you have by the glass??
 | Pasta alla Genovese - Slow Cooked Meat and Onion Ragu with Paccheri Pasta. Despite its name, Pasta alla Genovese hails from Naples. |
?Genovese? No, my grandfather never made it that far north. We do a pesto sauce but only because we have to. Customer demand.? [ed. note: I figured that was also the reason why he served chicken tenders, spicy adobo wings and Philly cheesesteak ? customer demand.] Back to Chef. ? Funny you would ask about Genovese. A couple of other folks have asked about it. But I tell them, no, my recipes are the real genuine article from Naples. No transplants. No exceptions.? [ed. note: even though he already said he served pesto because some of his better customers requested it. Oh well?] ?What was the second question? Oh yeah, white wine. Well, we only serve Italian wine. And we have a very nice Chardonnay by the glass. It?s not from Campania, but nearby in Puglia. It?s very rich and buttery. It?s like an Italian version of Rombauer chardonnay. All the ladies love it up here.? I bet. A rich buttery chardonnay, just the thing to go with a truffled pasta or an Alfredo sauce.
I didn?t know how I was going to get out of there, so I went to my tried-and-true excuse for extricating myself from a social situation that I was stuck in. The good ?ol emergency call. ?Oh, God, Chef, I?m so sorry, my uncle has fallen and he can?t get up. He?s just a few miles away and his family is on vacation, skiing in Colorado. I?m sorry, but I?m going to have to excuse myself and come back at another time.? Chef was gracious, ?Sure, family first. I understand. But let me send you back with a couple of my famous Tiramisu. My grandfather's wife, my nonna, was the original creator of that recipe in Naples, but we spiced it up a little bit with a South-of-the-border kick, with Kahlua. Is OK?? ?Sure,? I said ?Very kind of you. And when my uncle gets back on his feet, I?ll make sure and bring him by and we?ll celebrate and try all kinds of wonderful things on your menu. As soon as he is able.? I concluded. ?I look forward to it. Give him my best.? chef replied. As I got into my car and headed away, I didn?t know how I?d explain - God forbid I ever saw that chef again - that my uncle died 10 years ago. Lucky him. Or, as my zio might say, "Nemmeno per sogno!"
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[05/20/2008, 11:40] | La noce moscata |  | Quanti di voi usano la noce moscata? Io spesso, o almeno ogni volta penso possa starci bene. Questa adorabile spezia mi sembra che spesso sia utilizzata solo nelle solite ricette: quando si fa la besciamella, in alcuni dolci oppure quando si fanno le polpette o i tortellini. Questa spezia originaria dell’Indonesia, con il suo inebriante profumo dovuto alla presenza di un olio aromatico, può donare ai cibi delle note veramente particolari. Una ricettina veloce, in cui la noce moscata dà un notevole contributo in termini di esperienza olfattiva è il mango nello stagno. Si taglia il mango a pezzi non troppo piccoli, lo si mette in una ciotola e gli si versa sopra una parte di aperol, una di ginger ed infine si grattuccia a piacere (io tendo ad abbondare) la noce moscata. Se mentre preparate questa simpatica e voloce, oltre che gustosissima, ricetta avete degli amici con voi, farete una magnifica figura se macinerete la noce moscata con un macinino professionale molto carino. Penseranno che siete dei veri cuochi :p Provare per credere! Sto parlando del macina noce moscata della Ad Hoc, che potete acquistare su Granshop.it. | TrackBack> |  |  |  |
[01/01/1970, 00:00] | asteroidi e vino a volont |  | Un evento eccezionale il 7 giugno a Belgirate, sul Lago Maggiore
Cari lettori e appassionati di vino, il 7 giugno, a Belgirate, sul Lago Maggiore, ci sarà una giornata veramente speciale. Il titolo della manifestazione è "gli Asteroidi ci guardano" e ricorderà il quindicesimo anniversario di uno "storico" Congresso astronomico internazionale che vide nel 1993 la presenza di quasi 400 studiosi provenienti da 39 nazioni. Fu un momento memorabile. Per l'occasione si terrà un piccolo congresso, aperto a tutti, sulla colonizzazione della Luna e dello Spazio vicino. Informazioni sul sito : www.astronomia.com/evento-colonizzare-la-luna-e-gli-asteroidi.
Nel pomeriggio, si inizierà a osservare il Sole al telescopio, con le sue macchie e le sue protuberanze. Alla sera grande festa a partire dalle 19 con una breve celebrazione del Congresso del 1993 e degli asteroidi Belgirate, Candelo e Tirso (il vecchio circolo VEGA che ha cambiato nome per entrare nel firmamento in modo indelebile), poi fantastica selezione di baroli, barbaresco, roero,gattinara, ghemme,boca,fara,bramaterra, ecc., ecc. in libera degustazione. In concomitanza a questa parata di vini eccezionali e di assaggi delle prelibatezze della gastronomia locale, inizierà la visione del cielo notturno al telescopio, nella splendida cornice della terrazza dell'Hotel Villa Carlotta. Un evento da non perdere, che Terra dei Vini ed il circolo TIRSO stanno cercando di organizzare al meglio. Vi aspettiamo numerosi...ed è solo l'inizio !!! | TrackBack> |  |  |  |
[11/18/2008, 22:54] | La riscossa del Bardolino: in finale per i tre bicchieri |  | Il titolo ? quello dell'articolo comparso luned? sulla Pagina del Gusto, curata da Morello Pecchioli sul quotidiano L'Arena di Verona. Il pezzo lo riporto qui sotto. "La stampa che si occupa di vino sta riscoprendo il Bardolino: lo testimoniano le guide appena arrivate in libreria. Non era mai successo che un Bardolino approdasse alle ambitissime finali dei Tre Bicchieri della guida "Vini d'Italia 2009" edita da Gambero Rosso e Slow Food. Tre i Bardolino finalisti quest?anno, segnalati sulla guida con due bicchieri rossi: il Superiore 2006 di Corte Gardoni, Valeggio sul Mincio; il Superiore Munus 2006 di Guerrieri Rizzardi, Bardolino, e il 2007 dell'azienda agricola Le Fraghe di Matilde Poggi, Cavaion Veronese. La guida evidenzia come ?il Bardolino possa essere un vino di grande attualit? e valore; interpretare la corvina, protagonista assoluta dei rossi veronesi, come fosse un pinot nero, trasmette al vino una splendida espressivit? aromatica di frutti di bosco e pepe, leggerezza gustativa, sapidit? e tensione acida?. Segnalazione di prestigio anche per l'azienda agricola Cavalchina di Luciano e Franco Piona, Custoza: il loro Bardolino Superiore Santa Lucia 2006 ha ricevuto la "menzione ad honorem" nella guida "Vini Buoni d'Italia" del Touring Club". | TrackBack> |  |  |  |
[11/09/2015, 16:51] | A Caldaro, per innamorarsi di una Schiava |  | 
 Il Kalterersee o Lago di Caldaro nella magnifica luce autunnale Aristide così scriveva in un post del settembre 2009, “A Merano, per innamorarsi di una Schiava“: “Non fraintendetemi. A casa sua la chiamano Vernatsch. Noi la chiamiamo Schiava dell?Alto Adige. Era il vino ?da battaglia? di quella regione, venduto in tutti gli angoli della regione autonoma, al banco di ogni osteria. Sinonimo per anni di ?vino semplice? e umile. Credo di non offendere nessuno se affermo che non c?era un vino in Alto Adige così integrato con la loro identità . Un vino così tipico, così rurale e rustico, adatto per tutte le occasioni di festa campestre, per accompagnare speck e salumi così come buona parte dei piatti della loro gastronomia. Così disponibile, la Vernatsch, che col tempo non la voleva più nessuno. E giù coi prezzi, e giù con la qualità . Ora c?è un ritorno di interesse per questo vino. Ora i produttori, considerata la disponibilità di vigneti sul loro territorio, hanno cominciato a produrla con più attenzione. Ora si trovano addirittura dei cru di Vernatsch, e spesso con viti molto vecchie”. Ora, immaginate il mio interesse e la curiosità di poter finalmente osservare da vicino dove la Vernatsch viene curata e accudita. L’occasione l’ha fornita una giornata organizzata dalla cantina cooperativa Erste+Neue, con sede a Caldaro (BZ). Il nome un po’ curioso di questa cooperativa risulta da una fusione realizzata nel 1986 tra la ?Erste Kellereigenossenschaft Kaltern? (ovvero la ?Prima Cantina Sociale di Caldaro”, fondata nel 1900) e la ?Neue Kellereigenossenschaft? (o ?Nuova Cantina Sociale?, fondata nel 1925), alle quale poi si aggiungono nel 1991 la cantina sociale Baron Josef di Pauli.  Oggi Erste+Neue conta 400 soci, che conferiscono uve da una superficie di 230 ettari (46% bianco, 54% rosso), tutti nell’area del Kalterersee DOC, contribuendo a una produzione di 1.400.000 bottiglie l’anno. Erste+Neue è il principale produttore di uva Vernatsch nell’Alto Adige, dove questa varietà copre 850 ettari dei 5.395 del vigneto complessivo Sudtirolese, quindi quasi il 16%, mentre il Kalterersee rappresenta il 38% della produzione di Vernatsch con 325 ettari. E proprio sulla Vernatsch, con cui produce Santa Maddalena e Kalterersee, si concentrano le maggiori attenzioni con un progetto di ricerca sperimentale. Il team aziendale guidato da Andrea Carpi, General Manager, con Gerhard Sanin, enologo, e Federico Curtaz, agronomo, ci ha condotto nel vigneto ai piedi della Mendola, l’altura principale che domina tutta l’area del Kalterersee, dove si stanno recuperando e riproducendo vecchie viti di Vernatsch. ?Da alcuni anni – racconta Gerhard Sanin – stiamo osservando la presenza sul territorio di vecchi vigneti caratterizzati da una modesta produzione e grappoli non troppo grandi. Si tratta di piante di 80 e anche 100 anni, che portano a vini con un colore più intenso, una maggiore presenza di tannini e buon bouquet. Si tratta del Kalterersee delle origini?. Dalla selezione di 70 ceppi con queste caratteristiche Sanin ha realizzato un vigneto con 4000 viti innestate su una tipologia di portainnesto oggi non più utilizzata, in grado di garantire una maggiore longevità . A partire dal prossimo anno verranno realizzate le micro-vinificazioni per comparare la resa di queste vecchie piante con quelle degli impianti moderni e valutare una selezione massale per la loro riproduzione.  Le sette annate in degustazione La giornata ha poi trovato il suo climax durante una bella degustazione verticale di ben sette annate (2014-2007) del Leuchtenburg Kalterersee Classico Superiore DOC, l’etichetta di riferimento per la Vernatsch di Erste+Neue. Chi avrebbe mai pensato che fosse possibile un’occasione simile? Un vino – anzi, ricordate? un vinino – che di solito si definisce di pronta beva e si esaurisce nell’arco dell’annata successiva alla vendemmia, raramente lo si lascia evolvere e degustare fino a 8 anni dalla vendemmia (a meno che non ve lo dimentichiate su qualche scaffale della vostra cantina). Ebbene, il non sorprendente risultato di questa degustazione, è che potete tranquillamente “investire” sulla durata della Vernatsch, specialmente quando proviene da vigneti di una certa età (più vecchi sono, meglio è, perché il vitigno è vigoroso, e solo l’età della vigna insieme a una certa conduzione agronomica ne limita la resa potenzialmente eccessiva) e possibilmente da terreni leggeri e permeabili di origine calcarea e porfirica, come sono quelli del Kalterersee. Mi rimarrà in mente l’annata 2010, annata secca e calda ma poi caratterizzata da un mese di agosto fresco, al punto di limitare al -25% la resa complessiva dei vigneti, uve con gradazioni zuccherine leggermente inferiori e un?acidità leggermente superiore. Una gran bella espressione di delicata frutta rossa con venature balsamiche, forse il campione più tipico del set, ampio e lungo, un po’ carnoso, in definitiva ottimo. Cinque anni sono probabilmente lo stato di maturazione ideale per questo vino (e di chissà quanti altri, se solo i produttori ce li conservassero nelle loro cantine!). E poi, molto bene anche l’annata 2012 e la non scontata 2007, dove il Leuchtenburg si dimostra ancora buonissimo, mantenendo l’eleganza e tutte le altre caratteristiche. Peccato sia introvabile. ________________________ Come argomento strettamente correlato, segnalo questo post del febbraio 2011: “Charta del Lago di Caldaro, la Schiava liberata“. Qui potete scaricare il file PDF della Charta del Kalterersee. The post A Caldaro, per innamorarsi di una Schiava appeared first on Aristide, a wine blog.  | TrackBack> |  |  |  |
[09/04/2007, 16:05] | Bah ! |  | 
Fuori piove, e cos? mi sono seduto un attimo davanti alla scatola catodica: su Raitre, a GeoMagazine, parlavano di biodinamica ! Rispetto chi lavora seguendo la biodinamica perch? ? un lavoratore come gli altri, ma non accetto che si diano per fondate, talvolta miracolose o rivoluzionarie (!) cose di cui non c'? alcuna dimostrazione scientifica, cose che a volte sono ai limiti della semplice creduloneria. Pur apprezzando qualche principio di fondo, che tuttavia rientrano nel semplice buon senso, per me l'agricoltura biodinamica rimane essenzialmente un atto di fede. Non mi pare un'evoluzione del pensiero, piuttosto un'involuzione. | TrackBack> |  |  |  |
[04/02/2013, 15:07] | OLARRA'S WINERY Logro?o, La Rioja, Spagna |  |
OLARRA'S WINERY Logro?o, La Rioja, Spagna, costruita all?interno della struttura di un edificio industriale. L?obiettivo del progetto si pone nel definire un coinvolgimento con la struttura esistente e allo stesso tempo di relazionare il visitatore agli odori e ai sapori degli ottimi vini di OLARRA. L?atmosfera che si ? voluta creare richiama, con una particolare attenzione all?uso del colore, il vino, rilassa il visitatore che ha quasi l?illusione di trovarsi in un altro ?ambiente?. La struttura industriale che ospita l?istallazione per? non viene mai dimenticata, perch? riflessa dai vetri degli stand colorati.  L?atrio ha una forma esagonale, al piano terra invece, vi ? una zona commerciale, uno spazio degustazione, e uno spazio espositivo, ed una scala, situata in corrispondenza dell?asse del volume dell?edificio preesistente che assume un valore di ?connessione? dei due ambienti. Al livello superiore vi sono ancora zone degustazione, una sala conferenze e spazi per uffici che si affacciano sulle superfici vetrate degli spazi sottostanti. L'impressione sar? quella di immergersi in un calice di vino....ad ogni modo l'effetto scenografico ? assicurato.
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[07/10/2008, 17:33] | Gutenberg addio? |  | Me ne vado a Rimini al Bookcamp per ascoltare. Ci vado per cominciare a ragionare sul futuro dell'editoria. Certo, il buon Mario Guaraldi c'è andato giù leggere mettendo come sottotitolo "Grazie Gutenberg. E addio" ma anche se l'addio alla carta... | TrackBack> |  |  |  |
[07/22/2008, 11:00] | Vendemmia 2008 - previsioni di produzione di vino - Italia e Francia |  | Fonte: ISMEA/Agreste Stravolgo un pochino il calendario del blog per dare la precedenza alle prime previsione relative alla vendemmia 2008 che sono state emesse questa mattina da ISMEA-UIV e qualche giorno fa da Agreste in Francia. Diciamo subito che sono stime soggette a forti revisioni (la stima dello scorso anno di Agreste aveva sbagliato di un buon 4-5m/hl), ma che danno la sensazione di una vendemmia in recupero sul 2007 (soprattutto in Italia), ma comunque sotto le medie degli ultimi 5 anni. I am shifting the calendar of blog post to promptly report the first estimates of 2008 wine production in Italy and France, issued today by ISMEA-UIV (for Italy) and a couple of weeks ago for France by Agreste. These are very rough forecasts, with a potentially large forecasting error (last year Agreste in July was overestimating by 4-5m/hl the actual level of production), but they give a first flavour of what might happen: both expects are slight recovery (mainly in Italy), but production will anyway fall below the average of the last 5 years.  Passiamo ai numeri brutali: (1) 46.8m/hl in Italia, il 10% sopra il 2007 e il 3% sotto la media quinquennale; (2) 47.1m/hl in Francia, 1% sopra lo scorso anno ma 8% sotto la media quinquennale. Per farla breve, sembrerebbe una vendemmia piu’ positiva in Italia che in Francia, per quanto nel 2007 si era verificato esattamente l’opposto. (1) 46.8m/hl production seen in Italy, +10% vs. 2007 and about 3% below the historical level; (2) 47.1m/hl seen in France, 1% better than in 2007 but 8% below the 5-year average. Shortly said, it seems a better vintage in Italy than in France in terms of volumes, although in 2007 the exact contrary was happening.  (more…) 
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