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Mondo Di Vino
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[07/13/2008, 22:08] Tavel Ch?teau de Manissy, quando i rosati durano 4 anni, non solo quattro mesi?

La Sorgente del VinoHo molto riflettuto sulla ?chiamata di correo?, pronunciata da Mattia Vezzola enologo in Franciacorta ma anche produttore gardesano, verso troppi Chiaretto del Garda ?fatti per vivere pochi mesi?, concettualmente pensati per cantare una sola estate, e magari nemmeno a voce tanto sicura.
Sono persuaso che anche se il rosato ? una particolare tipologia di vino che offre il suo meglio da giovane, con la freschezza e l?esuberanza aromatica della sua giovent?, il suo variegato bouquet di profumi, il nerbo sapido del gusto, molti rosati italiani possano benissimo, grazie alle uve utilizzate, essere tranquillamente bevuti e apprezzati, forse addirittura con pi? gusto, nel secondo anno d?et?? e addirittura oltre.
Per fare un grande rosato, e so bene che sto per pronunciare una lapalissiana ovviet?, ci vogliono grandi uve, dei terroir importanti, un attento savoir faire ed un pizzico di coraggio e di ?ardimento? da parte del produttore, che abbia l?ambizione di ottenere non un prodotto qualsiasi, ?alla moda?, ma un vino vero, di grande carattere e personalit?.
Insomma, quando si ? in possesso di tutti questi elementi e la fortuna ed il caso aiutano, si possono produrre vini che non durino, quando va bene, quattro mesi, ma addirittura quattro anni.
Non ho detto casualmente quattro anni piuttosto che tre o cinque, perch? una bottiglia di rosato, pardon, di ros?, ritrovata in cantina sabato pomeriggio e aperta la sera stessa mi ha confermato questa evidenza e fatto tornare in mente una bella esperienza dell?estate 2004.
La Sorgente del VinoEra agosto e con la famiglia (fu ultimo anno che nostra figlia Valentina, classe 1985, accett? di venire in vacanza con noi) eravamo andati in Francia, in Provence, nella zona tra Avignon, Carpentras, il mitico Mont Ventoux e le Dentelles de Montmirail.
La meta era una table d?h?te, l?Aube Safran, nella deliziosa localit? di Le Barroux, un piccolo paradiso, poche camere arredate con gusto, una piscina, intorno i profumi della garrigue, della lavanda, degli alberi da frutto e la scoperta che i proprietari, Marie e Fran?ois, parigini, avevano scelto questo posto da sogno per ricreare un?antica tradizione che si era persa nel tempo, la coltura del crocus sativus per la produzione di zafferano.
Talmente bello quel posto e affascinante la scommessa da tornarci poi a fine ottobre, con Fredi Marcarini, geniale fotografo, per la raccolta dei fiori e le fasi di produzione di safran destinate ad un articolo poi pubblicato su Spirito di vino.
Bene, nel corso della nostra settimana ? l?Aube, tra succulente colazioni a base di succo d?albicocca e confetture varie, arance, pere, ovviamente con zafferano, cenette preparate da Marie e giuste bottiglie, scelte con expertise da Fran?ois, oltre ai consueti giri turistici in questa zona meravigliosa il sottoscritto, che anche in vacanza non si dimentica di essere un cronista del vino, non manc?, con immaginabile ?gioia? di moglie e figlia, di fare qualche puntata a vinose localit?.
Cos? me ne andai nell’amatissima
Ch?teauneuf-du-Pape a fare una ricca degustazione un paio di giorni dopo che analoga cosa aveva fatto Robert Parker, e quindi rimandando a fine ottobre due visite con degustazioni nei territori delle AOC C?tes du Ventoux e Vacqueyras, trascorsi una bellissima mattina proprio nella capitale dei rosati francesi, Tavel, dove grazie alla preziosa collaborazione del Syndicat dell?unica A.O.C. interamente in ros? di Francia, il 23 agosto ebbi modo di fare una fantastica degustazione di una trentina di Tavel documentata in questo articolo pubblicato su WineReport.
La Sorgente del VinoPer me che ero e sono un rosatista ?antemarcia? (ne ho scritto sin dai primissimi anni Novanta), non come certi ?colleghi? che si sono buttati e hanno ?scoperto? il rosato ora che ? diventato trendy e di moda, fu un?autentica goduria, la scoperta di un terroir, quasi mille ettari con tre diverse composizioni del terreno a determinare almeno tre micro-terroir, d?eccezione, di una cultura, di una consapevolezza e di un orgoglio del ros? di cui non trovo ancora traccia in Italia.
Se si fa eccezione per il progetto, cui si sta lavorando sottotraccia e di cui si parla poco, di arrivare in Abruzzo, una delle due capitali riconosciute del rosato italiano, ad una Doc Cerasuolo d?Abruzzo scorporata dall?attuale Doc Montepulciano d?Abruzzo di cui il Cerasuolo ? una particolare, splendida modalit?.
Bene, questa ?goduria?, abbinata alla gioia di trovare confermate quelle sensazioni e convinzioni che avevo maturato a Tavel, l?ho avuta sabato sera quando dopo aver avvistato in cantina, in uno spazio particolare dove conservo delle bottiglie ?cavia? che dimentico apposta per verificare come si evolvano nel tempo, una bottiglia del Tavel 2004 dello Ch?teau de Manissy (uvaggio molto variegato dove accanto a Grenache e Carignan figurano quote minori di Clairette de Cinsault, di Bourboulenc, di Picpoul provenienti da un vigneto di almeno 40 anni d?et?, e averla portata a casa la sera l?abbiamo (mia moglie ed io) testata e messa alla prova.
Chapeau Messieurs!, quattro anni ed il vino non solo si ? mostrato in perfetta forma, ma si ? mostrato godibilissimo, pieno di quel carattere, che ? sintesi di frutto-terra-pietra-sole, che rende i ros? di Tavel ?I? rosati di riferimento per chiunque ami le vin en ros?.
La Sorgente del VinoColore cerasuolo corallo vivo con una leggera unghia rubino granata luminosissima, naso succoso, compatto, avvolgente profumato di frutta (cassis, lampone, fragola), ma fresco e vivo, con le sue note leggermente dolci di confetto e mandorla ed una nitida vena salata.
Grande polpa carnosa in bocca, vino che si dispone largo e goloso sul palato, pieno di sapore, energia, consistenza, vinosit? molto pronunciata eppure quanta sapidit?, quanta vita, che bella acidit? a temperare i 13 gradi e mezzo di alcol e a rendere il vino, con la sua veneranda et?, ancora bilanciatissimo, piacevole, tr?s agr?able.
C?? poco da dire: quando i rosati hanno attributi, personalit? e storia durano quattro anni, non solo quattro mesi?

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[01/01/1970, 00:00] ?Sapori di Primavera? 9/10/11 maggio alla Fabbrica della Ruota a Pray Biellese

?Sapori biellesi?, in collaborazione con il sistema ecomuseale della provincia di Biella organizza la settima edizione di ?sapori di primavera? mostra mercato dei prodotti di qualità dell?enogastronomia biellese, con il supporto della Regio Piemonte, della Provincia di Biella, della Comunità Montana Valsessera, della C.C.I.A.A. di Biella, e dell?ATL.
Parteciperanno i produttori del territorio selezionati da ?Sapori Biellesi?, che offriranno in vendita e in degustazione i loro prodotti più pregiati, alcuni dei quali difficili da reperire sul mercato in quanto di produzione limitata.
La sede è la Fabbrica della Ruota a Pray Biellese (Regione Vallefredda 1 strada provinciale biella- valsesia).
Orario: Venerdì ore 20.30 22; Sabato 15-22 / Domenica 10-19.
Ingresso 3 euro, ridotti 2,50.
Per avere il programma completo della manifestazione si può andare direttamente nel sito www.saporibiellesi.it.
Questa è una manifestazione nata per mettere a disposizione del consumatore una selezione dei prodotti biellesi presentati direttamente dai produttori.
Le aziende collaboratrici di terradeivini presenti alla manifestazione e di cui vi invitiamo a provare i prodotti sono:
Azienda Agricola Pastoris con i prodotti: Erbaluce di Caluso, passito e Rosso Canavese.
Azienda Agricola Ca? d?Andrei con i formaggi.
Azienda Agricola Aurum con i prodotti: miele, bugella e le nocciole biellesi.
Non mancate a questo appuntamento perché il prossimo è stato fissato per il 2010.

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[08/16/2024, 05:44] Ristorante Maxi Chef Emmanuel Scotti ? Hotel Capo La Gala ? Vico Equense (NA)

La Sorgente del Vino

Situato a Vico Equense, sulla costa rocciosa che si affaccia sul mare del Golfo di Napoli, proprio all?imbocco della penisola Sorrentino, il Capo La Gala ? un luxury hotel 5 stelle pensato per andare ?incontro a tutte le esigenze di chi sogna una vacanza perfetta?. Ed infatti oltre alle camere e suites, tutte particolarmente luminose ed arredate con uno stile mediterraneo dove sono protagonisti i colori del mare e del sole, l?hotel mette a disposizione dei suoi ospiti un solarium sulla spiaggia rocciosa, una infinity pool, un?area wellness e benessere ed una curata offerta gastronomica che spazia dalla colazione al dopo cena. Fiore all?occhiello della proposta fine dining ? il ristorante Maxi, che completa e valorizza la sosta in albergo ed arricchisce al contempo la scena gastronomica della zona essendo aperto anche ad ospiti esterni all?hotel.

La sala, con pavimento in legno e decorazioni che ricordano gli interni di una barca, si affaccia sul Golfo, permettendo agli ospiti di immaginare di cenare cullati dale onde del mare.

La cucina, affidata a Emmanuel Scotti, giovane chef di origine ischitana ma con alle spalle molteplici e significative esperienze, ? ?contemporanea e originale, e nello stesso tempo strettamente legata ai prodotti del territorio e ai piatti della tradizione?. Il fulcro dei piatti sono le eccezionali materie prime del territorio, pesce verdure e carni in particolare, sapientemente valorizzate attraverso le tecniche, le spezie e gli altri ingredienti conosciuti dallo chef lungo il suo percorso di crescita professionale.

 

La brigata di cucina

Executive Chef: Emmanuel Scotti

Sous Chef: Carlo Carandente Coscia ?

Capopartita antipasti: Marianna Ciufo ?

Capopartita ai primi: Michele Langella ?

Capopartita ai secondi: Valerio Montuori ?

Executive Pastry Chef: Carlo Gabbiano

Pasticciera: Yesenia Montes Guzman??

Lo staff di sala

Restaurant Manager: Giulia Tavolaro

2? Maitre: Giuseppe Maresca??

Sommelier: Mariano Fiorentino

Chef de Rang: Anna De Simone

Commis de Rang: Anna Ingenito

La Sorgente del Vino

L’accogliente stanza decorata con i colori del mare.

La Sorgente del Vino

Il piacevole benvenuto a base di frutta e Champagne

La Sorgente del Vino

L’infinity pool al tramonto

La Sorgente del Vino

Il suggestivo panorama da bordo piscina

La Sorgente del Vino

La Sorgente del Vino

Thomas Perseval – Champagne ” ART TERRE 2020″

Il vino proposto come aperitivo ? uno champagne del Domaine Perseval che sorge a Chamery, graziosa cittadina nel cuore del Parco Naturale della Montagne de Reims, opera in regime biologico dalla fine degli anni ?90 ed ? certificata dal 2012.

L?Art Terre ? un Pas Dos? da uve 40% Pinot Noir, 40% Pinot meuni?re e 20% Chardonnay affinato sui lieviti per almeno 24 mesi. Di colore giallo paglierino con perlage fine, al naso offre aromi fruttati, con sentori di brioche. Al palato esprime note sapide e buona struttura.

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Amouse bouche

  • Croccante di riso al basilico, tartare di sarago e gel al pompelmo
  • Tartelletta di sedano rapa, kumquat e latte di bufala tostato
  • Cannolo di pasta brick con tartare di beneventana del Sannio, origano e radicchio croccante

La Sorgente del Vino

Pane e grissini

  • Pane di grano arso e noci di Sorrento
  • Grissini di semola ?Senatore Cappelli?
  • Carta musica al rosmarino

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I pani sono accompagnati da un extravergine d’oliva letteralmente a km 0, l?olio ?Eccolo” prodotto proprio a Vico Equense in localit? Montechiaro. Quest?olio nasce da alberi secolari, di oltre 400 anni, della cultivar Itrana Gentile, una variet? molto rara e antica usata principalmente come oliva da tavola e poco per la produzione di olio.

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La Sorgente del Vino

Laura De Vito – Fiano di Avellino ” ELLE” 2021

In attesa degli antipasti assaggiamo un vino anch?esso locale, ottenuto da 100% di uve Fiano, prodotto nel piccolo comune di Lapio, da sempre uno dei territori pi? vocati per la produzione di questo vitigno autoctono perch? qui la vite viene coltivata a circa 600 metri di altezza, garantendo cos? un?ottima escursione termica che, insieme alle caratteristiche del suolo, regalano vini ricchi di struttura, acidit? e sapidit?. L?azienda di Laura De Vito, seppure di recente ingresso sul mercato, si ? gi? resa protagonista di un?eccellente produzione di solo Fiano di Avellino declinato in quattro differenti etichette.

La Sorgente del Vino

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Il Ponte

Il men? degustazione inizia con un biscotto al panko farcito di alici marinate alla colatura, limone bio di Sorrento e caff? Guatemala di Gianni Frasi.

Si tratta di un piatto ?dedicato? al posto del cuore dello chef, Ischia Ponte, sua terra di origine, realizzato con ingredienti che fanno parte sia della tradizione Vicana che di quella Ischitana.

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Didier Dagueneau – Poulliy Fum? ” Silex” 2019

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Il vino seguente ci porta nella Loira, con una delle denominazioni pi? conosciute di questa grande area vinicola della Francia, un Pouilly Fume da 100% uve Sauvignon Blanc. Al naso offre aromi di frutta bianca con note sgrumate e leggermente affumicate. In bocca risulta elegante, sapido con finale profondo.

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Braciami Ancora

Proseguiamo con il secondo antipasto, dove il pesce locale ? preparato con tecnica ispirata al Giappone: un tataki di ricciola, pannocchia arrostita e mandorla tostata

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Brezza Marina

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Passiamo ai primi piatti con un raviolo ripieno di mantecato di pesce e la sua zuppetta, miso di legumi piccante, pesto di finocchietto marino.

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Heinrich – Graue Freyheit 2015

In abbinamento al piatto ci viene servito un vino dalla molteplice personalit?, un bianco che ? anche un rosato ma anche un orange, decisamente difficile da categorizzare.

Si tratta di un assemblaggio di Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay e Neuburger prodotto dalla cantina austriaca Heinrich, che opera in regime biodinamico, come dimostra anche la bottiglia in terracotta usata come contenitore. Dopo la pigiatura delle uve, la fermentazione avviene in acciaio con le bucce a contatto con il mosto per circa 15 giorni a cui segue un affinamento in anfora e botti di rovere nuovo per 1 anno e mezzo circa. Un vino assolutamente interessante e originale!

La Sorgente del Vino

Quando Arrivi Manda Un Messaggio

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Passiamo quindi ad un risotto alla pizzaiola di seppie.

Si tratta del piatto al quale lo chef ? indubbiamente pi? legato. poich? ? l?unione fra due ricette per lui importantissime: il piatto pi? buono che abbia cucinato per sua madre, un risotto al nero di seppia, unito a quello che immancabilmente sua madre gli prepara quando sa che mangia a casa, le fettine alla pizzaiola.

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Coppo ?– Chardonnay ” Monteriolo” 2007

Torniamo in Italia, e precisamente in Piemonte, con il prossimo vino, uno Chardonnay in purezza prodotto dalla cantina Coppo, realt? storica nel panoramica vitivinicolo piemontese e italiano in generale, essendo attiva dal 1892. Lo Chardonnay, in Piemonte, non ? come molti credono un?introduzione moderna. La sua presenza ? attestata a partire dalla prima met? dell?Ottocento grazie all?intraprendenza di Filippo Asinari, Conte di san Marzano e Costigliole ed importante figura politica-militare. Al suo rientro dalla Francia, dove aveva collaborato al fianco di Napoleone, port? con s? alcune barbatelle di Chardonnay dalle pi? famose vigne della Borgogna, per metterle a dimora a Costigliole. La loro presenza sul territorio ancora perdura perch? la composizione del suolo e il microclima a loro congeniale ne ha permesso il radicarsi.

Giallo paglierino con riflessi oro, al naso sprigiona note di? frutta esotica come mango e banana, fresche sensazioni vegetali di peperone verde. Al palato ? sapido con ottima struttura, equilibrata da una vena acida fresca e netta

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Intramontabile

Ancora un primo piatto, questa volta ispirato ad in ricetta emblematica della cucina napoletana pi? tradizionale, ma integrato con tocchi originali che aggiungono una componente ?marina? e iodata. Bottoni di coda di manzo alla genovese, iodata di ostriche, ostriche marinate al coriandolo, zuppa di prosciutto e basilico.

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Domaine Xavier Durand – Corton Rognet Grand Cru 2016

Con il secondo di pesce ci viene servito un vino rosso, abbinamento ancora non abbastanza diffuso ma sicuramente valido se correttamente scelto. Come in questo caso che prevede un ottimo Pinot Noir di Borgogna, terra di origine e di elezione di questo fantastico e nobile vitigno. Il Cortona Roget, del Domaine Xavier Durand, ? un Grand Cru prodotto della zona di Ladoix-Serrigny (C?te-d’Or). Di colore rosso rubino, al naso esprime i caratteristici profumi di frutti rossi, che evolvono verso aromi legnosi. In bocca ? intenso e strutturato, con gusto fruttato.

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Finche? c?e? Verde? c?e? Speranza

Passiamo ai secondi con un San Pietro arrostito in foglie di limone, fagiolini, zucchine verdi e salsa di lattuga di mare.

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La Grande Bellezza

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Agnello Laticauda in doppia cottura; coscio pressato, carr? alla brace, melanzane al cioccolato e arancia. Questo piatto, oltre alla grande tecnica dello chef, esprime anche la sua meticolosa attenzione alla qualit? e all?origine della materia prima impiegata. La razza Laticauda ? infatti rara e pregiata ed originaria proprio della Campania. Si tratta di un agnello a presidio ?Slow Food?, allevato allo stato semi-brado, caratterizzato dal manto?bianco. Il nome deriva dalla sua caratteristica pi? particolare: la coda grassa e larga (dal latino ?Latis? che significa larga e ?cauda? che significa coda) che funge da riserva di grasso e di acqua.

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Una foto con la brigata di cucina…

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…e altre con lo staff al completo!

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Una foto anche con l’amico Mario Acampora, resident Manager Capo La Gala Hotel.

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“Cocco bello, cocco di mamma”

Bavarese alla vaniglia, cremoso al caff? e gelato al cocco.

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Una morbida e dolce chiusura finale del degustazione.

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Chiudiamo con un panettone pesca e cioccolato al latte 35% ed una sfogliatella al limone come cadeau finale.

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Un ottimo caff?.

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…ed un rinfrescante gin & tonic finale.

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Al mattino un CLAMOROSO buffet di torte ci attende nella sala colazione.

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Grazie alla splendida giornata, andremo a gustare la colazione ?sulla terrazza con vista mare.

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Spremuta, cappuccino e viennoiserie.

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Apprezzatissime coccole ESPRESSE dalla cucina!? Per quei risvegli davvero UNICI.

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?Coccola dolce… la Graffa!

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Coccola salata… La Montanarina!

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pancakes con frutti di bosco.

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Una colazione decisamente ricca e appagante!

La cucina

La filosofia di cucina del ristorante ? evidentemente basata sulla continua ricerca dell’eccellenza, con una particolare attenzione alle materie prime, in prevalenza del territorio, che vengono valorizzate attraverso ricette che si rifanno alla tradizione campana, interpretate e arricchite con tecniche moderne e ingredienti ?complementari?.? Come dichiarazione d?intenti, chiaramente espressa dallo chef nell?introduzione al men?, c?? la volont? di porre al centro della scena, come su un palcoscenico, i pescatori, gli allevatori e gli agricoltori ?grazie ai quali possiamo assicurarci le protagoniste indiscusse: materie prime di qualit? eccellente?.

I nomi dei piatti sono evocativi di luoghi, momenti, esperienze e ricordi, vicini e lontano, dello chef. Il menu cambia con le stagioni e propone solamente formule degustazione per offrire agli ospiti ?un percorso, del volersi sedere a tavola per appagare si il palato, ma anche il cuore e l?anima?. Le opzioni proposte sono quattro, una delle quali lascia completamente mano libera allo chef mentre un?altra, simpatica ed originale, fa scegliere ai commensali un antipasto e un primo piatto dai menu degustazione proposti affidando allo chef il compito di completare il resto del pasto.

Accoglienza e servizio

La gestione della sala ? affidata alla fuoriclasse Giulia Tavolaro che coordina una squadra attenta ed affiatata, unita dallo spirito e dal desiderio comune che alla fine della serata gli ospiti possano anch?essi ?avere? una storia da raccontare?.

Conclusioni

Una serata al Maxi garantisce certamente un?esperienza enogastronomica di assoluto livello. Ma non si limita a questo: il suono delle onde accompagna la serata, le luci che illuminano il Golfo fanno da scenografia ad una romantica cena sulla riva del mare. E per coloro che lo desiderano l?hotel Capo La Gala che ospita il ristorante, con le sue stanze ed i suoi servizi di eccellenza, offre la possibilit? di trascorrere non solo una serata ma una vacanza da ricordare in uno degli angoli pi? suggestivo della costa italiana.

?Altissimo Ceto per Capo La Gala & Maxi!? Accorrete!

Informazioni:

Maxi dell’Hotel Capo La Gala

Indirizzo: Via Luigi Serio, 8 – Vico Equense (NA)

Tel: +39 0818015758

E-mail: info@hotelcapolagala.com

Orari

Da luned? a sabato:? 19:30-21:45

Domenica Chiuso

L'articolo Ristorante Maxi Chef Emmanuel Scotti – Hotel Capo La Gala – Vico Equense (NA) proviene da ViaggiatoreGourmet alias AltissimoCeto!.

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[04/07/2008, 10:23] Ricominciare
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[06/14/2008, 07:45] Enchiladas

L’enchilada ? un tipico piatto della cucina messicana e tex-mex.

Enchilada significa “in chili”. Ed infatti, ingrediente fondamentale ? una salsa (chiamata, guarda un po’, salsa enchilada) che pu? essere preparata in modi leggermente differenti. In sostanza, ? comunque una salsa fatta con peperoncino secco macinato e salsa di pomodoro (oltre che altri ingredienti come aglio, cipolle etc).

Vediamo velocemente una ricetta per la salsa enchilada che useremo poi per un paio di varianti di enchiladas.

Pelare e tritare finemente due piccole cipolle e due spicchi d’aglio.
In un apposito contenitore, unire 250 gr di polpa di pomodoro, due cucchiai di farina bianca, 20 gr di paprica dolce macinata, 1 cucchiaino di cumino macinato, un po’ di pepe nero e frullare fino ad ottenere una salsa omogenea.
In una casseruola, scaldare qualche cucchiaio d’olio extravergine d’oliva, unire il trito di cipolla e aglio e fare rosolare. Aggiungere poi il composto freullato, aggiungere un litro di brodo di pollo e cuocere a fuoco lento per circa tre quarti d’ora.

Preparata la salsa, vediamo come usarla partendo dalle enchiladas de queso (ovvero, con il formaggio).

Preparare le tortillas di mais. In una ciotola mescolare 200 gr di formaggio fresco (a vostra scelta) con 50 gr di formaggio tipo edamer.
Pulire 4 cipollotti e tagliarli finemente. Unirli al formaggio e condire con sale e pepe.
Accendere il forno a 180 gradi. Intanto scaldare qualche cucchiaio d’olio extravergine d’oliva in una padella e passarci velocemente le tortillas da entrambi i lati.
Prendere le tortillas, spalmarci sopra la salsa enchilada e cospargere con met? del formaggio aromatizzato in precedenza. Arrotolare le tortillas e sistemarle in una teglia unta d’olio. Ricoprire con salsa enchilada e il resto del formaggio.
Cuocere in forno per circa venti minuti, finch? il formaggio non sar? ben fuso e facendo attenzione che le enchiladas non si secchino troppo.

Vediamo infine una variante famosa: le enchiladas con pollo.
Lessare due petti di pollo e tagliarli molto finemente. Tritare due cipollotti ed unirli al pollo. Condire con sale, pepe e coriandolo tritato. Riempire le tortillas con il ripieno ed arrotolarle. Coprire poi con salsa enchilada e con formaggi tipo edamer tagliato a fettine. Mettere in forno per circa venti minuti.

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[05/26/2014, 22:42] Principi d?accoglienza a Tenuta di Fessina
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_Con la nostra Debora, l?amico Luigi Parrinello e il suo splendido gruppo in visita a Fessina. Paolo Trimarchi ph._ Poich? la qualit? intima di un vino dipende dalla personalit? di chi lo ha prodotto, per noi ? determinante che a condurre i wine-tour in azienda sia il produttore o chi vive l?azienda in prima persona giornalmente. E? l?emozione che fa la differenza oggi, non pi? solo la destinazione. E questa emozione la donano la cura dei particolari, la capacit? di coinvolgimento, l?espressione della nostra identit?, unica ed irripetibile come lo sono le singole persone. Spesso l?assuefazione percettiva ci induce a perdere a poco a poco lo ?sguardo altro? sulle nostre meraviglie, in mezzo alle quali viviamo quotidianamente: questo occhio vivo e vivace possiamo recuperarlo attraverso una comunicazione fortemente personale e la condivisione di ci? che gli altri dicono di noi. Una rete circolare, sviluppata soprattutto on line ? con la pubblicazione dei video delle nostre visite e degustazioni in azienda ? che permetta a chiunque di accedere al valore di un?esperienza. L?impegno nel mondo dell?enoturismo ? oggi anche quello mirato a creare un marketing dei servizi per costruire proposte sempre pi? articolate e personalizzabili, per nicchie di mercato alla ricerca di un valore aggiunto, la valorizzazione dell?intera filiera aziendale, di cui comunichiamo costantemente storia, stile e filosofia di lavoro. Cerchiamo di far partecipare in prima persona al ?rito del vino? i nostri ospiti con proposte quanto pi? possibile differenziate, che esprimano tutte le sfaccettature di Tenuta di Fessina.
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?La nobilt? del vino ? proprio questa: che non ? mai un oggetto staccato e astratto, che possa essere giudicato bevendo un bicchiere, o due o tre, di una bottiglia che viene da un luogo dove non siamo mai stati. Che cosa ci dice l?odorato, e il palato, quando sorseggiamo un vino prodotto in un luogo, in un paesaggio che non abbiamo mai visto, da una terra in cui non abbiamo mai affondato il piede, e da gente che non abbiamo mai guardato negli occhi, e alla quale non abbiamo mai stretto la mano? Poco, molto poco?. (Da vino al vino di Mario Soldati)
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[06/03/2008, 14:55] Cr?pes salate

Trovo che il bello delle crêpes sia il fatto che ci si pu? sbizzarrire in un numero impressionante di ricette (come con la pizza, per intenderci). Per questo motivo, voglio proporre una serie di spunti per farcire le crêpes, fermo restando che l’unico limite ? la fantasia (suvvia, un altro ce lo imponiamo: oggi parliamo solo di crêpes salate).

Per seguire questi suggerimenti, tengo sempre presente questa ricetta per fare le crêpes, ma quando ci sono ingredienti che devono avere il tempo di fondere ? necessario assicurarsi di cuocere per bene la crêpe su un lato, e appena viene girata sull’altro lato va disposto l’ingrediente.

Crêpes con cotto e scamorza affumicata
Questo abbinamento ? davvero tanto banale quanto delizioso. Assicuratevi di tagliare la scamorza in fettine molto sottili e disponetele sul lato della crêpe appena la girate sull’altro lato. Prima di piegare la crêpe in due, aggiungete anche il prosciutto cotto.

Crêpes con speck, gorgonzola e rucola
Il gorgonzola si ammorbidisce abbastanza velocemente. Siccome speck e rucola non vanno cotti, aggiungete gli ingredienti quando manca poco alla fine della preparazione. In alternativa, potete anche preparare le crêpe completamente e, dopo averle riempite con gorgonzola, speck e rucola, disporle in una pirofila e scaldarle in forno, con un po’ di burro fuso sopra.

Crêpes con prosciutto crudo e mozzarella
Il prosciutto crudo deve restare crudo e la mozzarella deve avere il tempo di fondere, quindi o tagliate la mozzarella in fette molto sottili o addirittura la sminuzzate/sbriciolate.

Crêpes ricotta e spinaci
Per questo abbinamento, ovviamente gli spinaci vanno prima lessati e poi ben mischiati con la ricotta.

Crêpes ai formaggi
Qui sbizzarritevi con un bel mix di formaggi come fontina, gorgonzola, emmentaler. Ma dato che il formaggio deve avere il tempo di fondere per bene, anche qui ? preferibile passare in forno le crêpes disposte in una pirofila.

Altre idee per crêpes salate?

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[07/03/2008, 21:44] Caldo squallore
Girando per il centro di Roma una sera. Fa caldo, la gente vuole stare all'aperto e allora come nelle indimenticabili sequenze del film Roma di Fellini ecco che strade, vicoli e piazze si riempono di ristoranti infiniti, uno dietro l'altro,...
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[09/16/2008, 18:21] UnBuonBicchierezine: vademecum

La Sorgente del VinoEccezionali i report relativi alla giornata di ieri: 2677 visitatori unici e, particolarmente lette, le pagine dedicate al vino. Tutto questo ci ricompensa dei numerosi sforzi fatti pur partendo dalla piattaforma comune di myblog. Alcune precisazioni importanti! I comunicati stampa sono ben accetti, ma devono essere vagliati dal responsabile editoriale e in linea con contenuti food&beverage del foodwineblog. Non saranno pubblicati publiredazionali, comunicati commerciali, richieste di affiliazione, comunicati pubblicitari, politici, di contenuto contrario alla morale e buon costume. I comunicati dovranno essere formattati e corretti in Word. Ogni comunicato rester? in home per 18 ore e poi cancellato. Le campionature food&wine sono gradite e per essere valutate da Stefano Buso inviatemi una mail a mangiaeabbina@gmail.com. Idem per i banner e le pianificazioni pubblicitarie. Il vostro eventuale logolink sar? collocato in evidenza. Agli inserzionisti offriamo inoltre il nostro servizio Di_Logos, in pratica una sorta di report mensili che offrono dati relativi ai flussi del blog. Possiamo fornire gli elaborati in Excel (istogrammi, barre, torte, anello e pivot), su tabelle di MWord e Pdf GRATUITAMENTE! Ricordo agli attenti lettori che le rubriche di Stefano on line confermate per il 2008/09 sono Edamus Vinit.net, La Cucina che non c'? Tigulliovino, Assaporando Il Cronista del Vino e comunicazione e storia della cucina Taccuini Storici. Foto Vinit.net

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[04/01/2023, 09:27] Aspettati l'inaspettato

La Sorgente del Vino

In questi giorni ho scaricato tra le altre cose il Dolcetto d'Alba 2022 di Francesco Principiano. Produttore di formidabili nebbiolo e Barolo in Monforte, Principiano riesce a stupire pure con cose solo apparentemente piccole, come questo dolcetto.

La denominazione del dolcetto ? vasta e varia: Ovada, Alba, Dogliani, Acqui, Asti, e altre che dimentico perch? sono troppissime. Io sono un fan di Ovada, per molteplici motivi che hanno a che fare col chilometro zero (praticamente Ovada ? entroterra di Genova) e col fatto che l? la mia famiglia aveva vigneti, lo scorso millennio, e io facevo vendemmie e lavori connessi. Senza dire che molti Dolcetto di Ovada sono buoni come il pane - e a questo proposito ultimamente da un ovadese fatto assaggi molto interessanti, ma questo ? un altro discorso, e un altro post.

Il Dolcetto d'Alba di Principiano, dicevo. Si conosce bene, nel nostro giro, la triste storia del dolcetto albese: volentieri espiantato per far posto al nebbiolo che ? pi? figo e, ops, remunerativo, sta diventando raro (quello buono). Anche per questo ho preso al volo l'occasione di aggiungere il dolcetto agli altri rossi del produttore. E adesso scusate, mi faccio i complimenti da solo, ho fatto proprio bene: che meraviglia nel bicchiere. Floreale di violetta come da accademia dell'assaggio, frutti neri fitti, bocca succosissima e viva, tannini e un po' di agrume rosso su quel finale cos? langarolo, ruvido con simpatia. Un po' non te lo aspetti, ma vedi? Bisogna aspettarsi l'inaspettato. 

A voler dare punteggi io direi 87/100, in enoteca circa 11 euro, roba da prenderne a casse, ecco.

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[04/28/2008, 09:16] Il blog di Don Sebastiani & Sons?

La Sorgente del Vino

Pochi giorni fa avevo scritto una bozza a proposito del blog di Don Sebastiani & Sons che tuttavia devo modificare. Inizialmente, andando sul sito dell’azienda si poteva leggere nel menu in alto la parola Blog. Oggi, per?, quella parola ? stata modificata in Press.

Inutile dire che la recensione che avevo fatto di quel blog era molto negativa: tutto poteva apparire tranne un blog! E’ una semplice pagina in cui vengono visualizzati tutti i comunicati stampa in ordine cronologico. In sostanza: il termine Blog non era per nulla pertinente.

Un blog non ? il contenitore dei comunicati stampa: ? conversazione.

La notizia l’avevo scoperta su The winery web site report, ottimo blog che ogni tanto fornisce alcuni spunti interessanti sui movimenti dei siti delle cantine. Lo stesso sito diceva:

Sorry, Don, but that is *not* a blog

A parte il fatto che si tratta di comunicati stampa, da segnalare l’altro punto negativo: “Both comments and pings are currently closed. Comments are closed”. Naturalmente: chi commenterebbe un comunicato stampa asettico, promozionale e via discorrendo?

Oggi, poi, mentre ricontrollavo la bozza mi sono imbattutto di nuovo nel post di The winery web site report scoprendo che la parola Blog ? stata sostituita con la pi? pertinente Press. Nello stesso post potete leggere un commento molto interessante, fatto dalla stessa azienda ad opera di Tyson Caly:

I just replaced the word Blog with the word Press. It’s certainly more accurate in describing what that part of the website is. Funny you should post about this very thing as it’s something we just talked about fixing last week. We had thought of writing a Blog long long ago, and sadly it never happened. In any case, thanks for bringing it up! Next up is to work out the Feed issue.

Qualche considerazione ? d’obbligo:
1. L’azienda ha fatto uno sbaglio e lo ha corretto. Sar? perch? The winery web site report ha fatto una recensione cos? negativa ma giusta? Non ha caso la stessa azienda ha risposto lasciando un commento e correggendo.
2. Stanno lavorando all’implementazione dei Feed: ottimo esempio di utilizzo di questa tecnologia mettendola a disposizione di chiunque voglia seguire i comunicati stampa aziendali.

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[02/28/2013, 08:00] Vernaccia di San Gimignano e Rebula Slovena Brda, vitigni, stile e territori a confronto

Per quest’anno Giancarlo Gariglio, curatore della guida dei vini Slow Wine, decide di abbandonare la gettonatissima Francia e di portare nella citt? delle torri la Ribolla, anzi la Rebula dalla vicina Slovenia, della denominazione Goriska Brda. Due vitigni accumunati dal territorio integro puro e molto bio e soprattutto due vitigni assolutamente non aromatici il cui mosto fiore rischia ? neutro senza una accurata gestione delle bucce. E soprattutto due vitigni che giocano le proprie chance nei confronti di consumatori con la loro mineralit?, sapidit? e capacit? di rimanere lievi ma utili alla tavola pur non disdegnando interpretazioni pi? importanti grazie alla loro duttilit?.

A rappresentare la Vernaccia di San Gimignano presenti le aziende Cesani, Fontaleoni, Il Colombaio di Santa Chiara, Il Palagione, Montenidoli e Poderi del Paradiso, mentre a parlare delle loro Goriska Brda Rebula, saranno i produttori delle aziende Blazic, Kristancic, Cantina Goriska Brda, Jakoncic, e Valter Sirk con le loro Rebula da uve fresche e non macerate (massimo un giorno).

La Sorgente del Vino
Introduce Fabio Giavedoni e ci parla del Brda:

Fabio Giavedoni e la Ribolla
In pratica Brda ? una parte del Collio Friulano, in realt? non sono separabili, un unicum geografico geologico e anche in parte climatica, una sacca (30%) di Brda che entra in Italia e diviene Collio che ? molto pi? piccola appunto della Brda slovena. 4 generazioni e 4 nazionalit?, ma divisione solo sulla carta, non nel terroir. Zona di Malvasia ma ? pi? istriana, friulano troppo italiano quindi legame pi? stretto ? ribolla, rebula e da uve fresche, non macerate che pure sono molto diffuse. Vitigno molto duttile che da’ rese limitate o grandissime, vini da battaglia e da pregio, sapidi e fini o grassi e opulenti. Succo in realt? ? piuttosto neutro quindi la tentazione di usare le bucce ? capibile.
Zona contadina molto bella e ricca, agricoltura non ? stata sopraffatta da industrie e cementificazione, grande integrit? storica . Terreno caratterizzato da ponca, suolo povero in sostanza organica.
Giancarlo Gariglio ribadisce somiglianza con Rebula nel fatto che anche la Vernaccia di per s? ? neutra come vitigno quindi limite a produttivit? ? fondamentale anche qui. Poi si tratta di vini economici e dal bel rapporto qualit? prezzo. Differenza ? acidit? maggiore di ribolla e buccia ? molto diversa, molto pi? spessa in ribolla. Come clima non ? pi? freddo di San Gimignano anche se sembra, mare molto vicino in Brda (40 km).

Goriska Brda Rebula 2011 BlazicLa Sorgente del Vino
Sul vecchio confine italo-sloveno, un giorno di macerazione su questo vino ma snniente eccessi. Giallo dorato e sontuoso, naso dolce e carnoso, pesca e canfora, bocca gessosa e solare, fine e sapida 84
La Sorgente del VinoGoriska Brda Rebula 2011 Kristancic
Floreale bianco tiglio e gelsomino squillanti, note iodate e ferrose, bocca molto rocciosa, sfaccettata con agrumi che prendono la scena, vino tagliente ed elegantissimo con poche concessioni all’idea di ribolla grassa e fruttatissima che va per la maggiore 87
Goriska Brda Rebula 2011 Quercus Cantina Goriska BrdaLa Sorgente del Vino
Delicata ma insistente, agrumata, traccia sapida che rimane a lungo nel palato, mela golden e ginestra, bocca dal notevole equilibro con un bell’estratto ben bilanciato da freschezza e sapidit?. 83
Goriska Brda Renula 2011 Jakoncic
Frutto e passionalit?, ricca , limone e sale, carcad? e note quasi rosse di ribes, bocca molto decisa dalla sapidit? importante che copre quasi l’acidit?, dura ma calda, bel contrasto che appassiona, finale di mandarino 86

La Sorgente del VinoGoriska Brda Rebula 2011 Valter Sirk
Naso delicato e floreale con note anche molto belle di pesca gialla e albicocca, note ferrose e sapide poi anche senape e zafferano, bocca molto ricca e penetrante, pesca bianca e note quasi rosse di fragola non matura, finale sapido e agrumato di arancio giallo. 88

 

Vernaccia di San Gimignano Biscondola Poderi del Paradiso 2011La Sorgente del Vino
Da vigna molto elevata, un cru aziendale separato per raccolto e vinificazione. Camomilla e tiglio, lieve rafano e erbe aromatiche, bocca molto fresca e allegra, mandarino tardivo e menta, sapida e ricca con nota evoluta intrigante 86

La Sorgente del VinoVernaccia di San Gimignano Vigna Casanuova 2010 Fontaleoni
Molto vicini a Certaldo, vigneti su tre corpi principali, 5 ettari sotto le mura in pratica ad Est, 10 ettari a Sud e altri 15 a Ovest, si pu? avere mix in annate estreme. Casanuova ? a Nord e guarda Certaldo a 320 metri, medio impasto leggero sabbioso e anche molto tufo e argilla sparsa, buona presenza di calcare. Vigneto ha 23 anni, sesto d’impianto vecchio stile. Note di gelsomino e fior di pesco, ribes bianco, bocca molto sapida e fresca quasi pungente, di sicuro in evoluzione ma che si allarga bene tra arancio ed erbe aromatiche. 84

Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2010 Colombaio di Santa Chiara?La Sorgente del Vino
Dal 2002, con Alessio studente di enologia che affianca padre in campo, in zona verso Volterra, sud ovest, vigneti tra 320 e 400 mt, questo viene da zona molto alta, vigneto a parte con tanta escursione termica, espressione semplici ma un anno e mezzo sui lieviti, cerchiamo sempre di raccogliere vicino a Ottobre. Stuzzicante d’incenso, zafferano e fiori di robinia, nota calda tropicaleggiante con not? fum? quasi da riesling appena evolute. bocca compatta e sapida, divertente e di grande soddisfazione ci immaginiamo a tavola 91

La Sorgente del VinoVernaccia di San Gimignano Riserva Ori 2010 Il Palagione
Vendemmia dal 15 al 20 settembre, biologico quasi sempre, dal territorio pi? meridionale quasi ai confini con PisaRicca e sfaccettata, molto sapida gi? al naso, menta e arancio giallo, bocca aromatica leggera ma larghissima che abbraccia e tonifica, chiude lieve ma elegantissima 90

Vernaccia di San Gimignano Fiore 2009 MontenidoliLa Sorgente del Vino
Dai 300 fino ai 550, monte dei nidi di uccelli, grande ricchezza di fossili molluschi e crostacei che hanno poi dato questa terra cos? particolare. La Vernaccia ? rosso dei bianchi, fa quello c he vuole, basta vinificarla in maniera diversa. Fiore ? mosto fiore appunto in acciaio fino ad agosto anno successivo. Fine agosto per imbottigliare, momento in cui tutto finisce e si blocca con calore. Vino naturale se ce n’? uno, abbandonato quindi niente chimica mai stata in questo terreno. Intenso e aromatico di anice e finocchio e agrumi, spezia orientale e pesca gialla, in bocca ha nerbo e spessore e tanta succulenta, finale sapido e di arancio giallo. 88

La Sorgente del VinoVernaccia di San Gimignano Sanice 2009 Cesani
Vendemmia sempre tardiva su questo vino, cerchiamo concentrazione e finezza sopra ogni altro aspetto, idea di vernaccia alternativa che cerca proprio questa idea di vino staccandosi di proposito dall’idea di vino sapido sassoso e magro che in genere ? la Vernaccia. Il naso cupo e dark con pepe nero , arancio quasi rosso, bocca con tanta materia e struttura, dolce e sassoso, ritorni di ginestra pesca e frutto della passione. Finale molto persistente e carnoso 93

 

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[05/10/2008, 13:10] Commenti sospesi
Mi scuso con tutti quelli che hanno inviato commenti in questi giorni. Purtroppo si ? creato un errore permanente nella parte del database dedicata ai commenti. Sto cercando di ripristinarla ma per il momento ogni commento ? sospeso - e purtroppo anche quelli passati sono scomparsi… Speriamo bene!
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[02/22/2024, 12:23] Report, quello di adesso, 2024

Perch? scrivere l'ennesimo wall of text quando c'? gi? chi se la sbriga meglio, e pure velocemente? Allora tanto vale linkare Ernesto Gentili, che dice tutto quel che va detto sulla nuova puntata di Report dedicata, con modi sommari, alla nostra bevanda del cuore. Giusto una citazione:

"Dopo aver sentito definire WineandSiena come uno degli eventi pi? importanti del panorama nazionale e aver scoperto, bont? loro, che ci sono perfino due produttori (uno scovato in Abruzzo e uno in Veneto) dall?animo puro, qualche dubbio che ci stiano prendendo in giro pu? anche sorgere".

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[05/18/2025, 05:30] Is Your Favorite Italian Wine ?Coded??

La Sorgente del Vino
It seems "things being coded" is all the rage these days. My preferred AI overview posits coded thusly:

In the context of social media slang, ?coded? means that someone, something, or a behavior embodies or resembles a specific character, stereotype, or archetype. It's a way of using recognizable traits to make quick, playful connections and associations, often without explicitly naming the reference.

Jumping off from that point, it got me wondering if Italian wine is coded in these days of disruption. Almost anything can be, especially when one trawls the eddies of social media. Here?s what I have surmised from my brief but spectacular subterranean foray into the dark world of the coded.

For this exercise I?ve compiled a set of interactions that I have had this year at my local Italian store which sells Italian wine. I have been tasked with providing information on little cards (shelf-talkers) for them, and while I am there servicing the racks, people come up to me with questions. They might think I work there. In any case, I?m glad to provide direction, as I no longer represent any brands and am able to speak about any or all Italian wines on the shelf regardless of who imports or distributes them.

An elderly gentleman came up to me. He wanted a ?Big red wine? to go with his frozen lasagna. ?I don?t want to wimp out when it comes to my love for red,? he exclaimed. Mind you, it was 85?F outside, and it was only the month of May. I took him over to the Amarone section and set him up with the ?bigliest? red we had. Now, how would we code the Amarone? I?d lean in the Boyardee direction. Amarone can be so many things to different people, but to this red wine zealot, I?d imagine he was much more comfortable watching ?Leave it to Beaver? when he was a kid back in those glorious days of the 1950?s. He?s still looking for his ?Rosebud,? and in the meantime has to settle for a big red and a slab of lasagne.

La Sorgente del Vino
A young woman came up to me with a question. ?Do you know where the orange wines are?? I did, but first I had a few questions. ?Quaffing or with food?? I asked. ?Oh, definitely with food. I?m making a vegan lasagne.? (Everyone these days with the lasagne.) So, I handed her a nice Trebbiano, organic, bio-dynamic, indigenous yeasts and no sulfites. Also, a good amount of skin contact.

How to code that? She was Gen-Z, looked like part of her heritage originated somewhere in Asia. Very neat, maybe a musician. She had G clef earrings. I?d venture a guess and code that Trebbiano as Free-Range in the key of G.

Another woman, she was in her 50?s, but if I were to guess, I would have put her in her early 40?s. I know so because she was having a special event (a birthday, hers) and she was proud to have been born in the late 1960?s (she told me she was a fan of the Allman Brothers). In any case, she needed bubbles. I took her over to the sparkling section, dominated by Prosecco but augmented with Trentino DOC, various Lambruschi and Franciacorta.

Her first words were ?I?m not crazy about Prosecco, I don?t like the bubbles they make, and the wine seems too sweet for my taste.? I knew exactly which wine to hand her - Ca' del Bosco Cuv?e Prestige Brut Franciacorta with that pretty gold cellophane gift wrap it comes in. She beamed when I handed it to her. ?Give me three bottles please.? Bingo!

What?s the code here? Someone who knows her mind, who takes care of herself, who is assertive, yet not afraid to ask for advice. My code word, there is only one word I can imagine: Empowered.

La Sorgente del Vino
So, these two guys are in the store, shopping. They look like they know their way around the place. In fact, they told me they often spend the month of August ?somewhere fabulous? in Italy. Money is no object. They want six bottles of a red and six of a white. They love Tuscany and the Amalfi Coast.

For the red I handed them one of my favorite Brunellos, one with a lot of history (for the cognoscenti). It was a bit pricey, but they didn?t flinch. One of them squealed, but I think it was involuntary. In any case, I was looking away at the time and it helped to diminish his embarrassment.

For the white, I handed them a Greco di Tufo, for the simple reason that I love the wine and it has Campanian roots. So, in effect both wines could act as an homage to the two regions the gents loved so much. The wines could also act as jumping off points when entertaining their guests to talk about the wonderful villas and palazzos they?ve rented while ?on holiday? in Bella Italia.

So, what?s the code? Well, for the red, an elegant Brunello from an historic property, I?d have to go with Legacy.

For the white, I think a proper word for it might be Moonstruck. I say that because one of the fellows told me about a night they once had drinking Greco on the beach (in all white clothes) under the full moon near Positano.

Oh, I know, I?ve made up my own rules. No left, no right. No mention of independent or moderate. The closest I?ve gotten was to the elderly gent who, just more than anything, wants to run the clock back to a time when he was younger and healthier. Who wouldn?t want that?

Actually, I wouldn?t. I?m happy to be here in the present, relatively healthy and although no longer young, also not decrepit. Or so my trainer at the gym tells me.

Must be all that Lambrusco di Sorbara I drank in the last 20 years when I was part of the Zeitgeist.

La Sorgente del Vino

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[11/25/2008, 15:02] Due Chiaretti "premio qualit?-prezzo" su Bollicine d'Italia
La Sorgente del Vino? in edicola "Bollicine d'Italia '09" del Gambero Rosso, la sedicesima edizione della guida agli spumanti italiani curata da Marco Sabellico e Giuseppe Carrus.
Oltre duemila i vini degustati, 350 quelli selezionati, 146 quelli premiati per il lor rapporto qualit?-prezzo. E fra i premiati, anche due Bardolino Chiaretto Spumante: il metodo classico di Monte Saline e lo charmat di Villabella.
"Tra i migliori Bardolino Chiaretto assaggiati c'? sicuramente questo eccellente ros? metodo classico" scrive la guida a proposito dello spumante di Monte Saline. Aggiungendo che questo Chiaretto ? "davvero irresistibile" e che "mostra una struttura solida ed equilibrata, polpa fruttata, fresco nerbo acido che sorregge la ricchezza estrattiva".
"Segnaliamo con entusiasmo questo Bardolino Chiaretto Spumante" scrive invece la guida del vino di Villabella. Ed aggiunge: "Al palato ? carezzevole nell'effervescenza, presenta un accenno di tannino e persistono i toni fruttati. Chiude lungo all'insegna del frutto. Eccellente".
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[07/16/2008, 12:07] In ricordo di Sergio Zenato, grande imprenditore del vino gardesano e veronese

La Sorgente del VinoHo appreso solo ieri, trovandomi nella zona del Bardolino per un?ampia degustazione (di cui parler? presto) della scomparsa, avvenuta qualche giorno orsono, di Sergio Zenato, patron dell?omonima azienda vinicola di San Benedetto di Lugana.
E? una notizia che mi ha colpito e molto rattristato, perch? conoscevo Zenato, inconfondibile con la sua chioma di capelli ormai bianchi, la sua ?ciacola? veneta ed il suo modo schietto e diretto di fare, da tanto tempo, direi almeno una quindicina d?anni e ho sempre apprezzato, in lui, la tempra dell?imprenditore vinicolo di razza, quello che crea un?azienda vinicola, cosa che lui fece nel lontano 1960, e la fa crescere progressivamente sino a diventare una realt? importante e di riferimento nel variegato universo vinicolo del Garda e per estensione della provincia di Verona.
Dire Zenato, oggi, significa indicare una grande azienda con voce in capitolo nel mondo del Lugana, di cui ? stato uno dei pionieri e uno dei grandi interpreti, ma anche della Valpolicella, grazie ai suoi Amarone e Valpolicella, oltre al celebre ?Ripassa?, di stile sapientemente moderno. Grande selezionatore di uve e commerciante di quelli tosti, ma anche proprietario di vigneti propri e di un?azienda agricola come la Santa Cristina, 40 ettari di vigneti da cui ricavava i suoi Lugana top e altri vini. Ho diversi ricordi di Sergio Zenato, dovuti a visite e degustazioni fatte nella sua cantina e ad incontri fatti in giro per l?Italia.
La Sorgente del VinoUno particolarmente intenso mi riporta all?agosto del 1999, quando ci trovammo entrambi in Salento, a Guagnano, a porgere l?ultimo saluto ad un amico comune e grande uomo del vino, pugliese e italiano, Cosimo Taurino (il pap? del Patriglione e del Notarpanaro ed il re del Salice Salentino) che se n?era andato all?improvviso, lasciandoci sgomenti, il 23 agosto, alla vigilia della vendemmia.
Ricordo la sua e la mia emozione, il nostro essere senza parole, come lo sono ora che so che questo grande personaggio del vino del Garda e di tutto il Veneto, non ? pi? con noi.
Alla Signora Carla, ai suoi figli Nadia e Alberto, gi? da tempo attivi in azienda, le mie pi? sentite condoglianze e l?augurio di proseguire, con pari energia e successo, il lavoro avviato e cos? brillantemente proseguito da Sergio. ?

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[01/01/1970, 00:00] Roma, 25 novembre. Festa dei premi Veronelli 2008
Una serata a Gustolab di Emiddio Trotta a via dei Filippini. Con la cucina di Casa del Nonno 13 di Mercato San Severino, la mozzarella di bufala, il pane cafone, il babà, la zuppa di fagioli a formella e torzelle del Vesuvio, i paccheri Rummo con il San Marzano (Smec 20), la cioccolata dei Curti. Così abbiamo festeggiato con Luigi Cremona e Antonio Paolini insieme ad Alessandro Scorsone e, ...
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[01/01/1970, 00:00] Mondovino: La C?tes du Rh?ne
Passata la mondana Costa Azzurra, con i suoi sfarzi e con i suoi affezionatissimi milionari e superstar, si apre, andando verso ovest, una delle aree vinicole Francesi pi? interessanti, sicuramente la pi? importante del sud della Francia, stiamo parlando dell'area del fiume Rh?ne, che taglia verticalmente questa bellissima valle...
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[07/13/2008, 18:00] I mercati del vino in Europa e nel mondo secondo Constellation Brands

[English translation at the end of the document]
Riprendiamo il discorso di Constellation Brands per analizzare la sua strategia fuori dal mercato USA. In due parole, CB si propone di entrare in quei mercati dove il consumo si e? evoluto verso i vini di qualita?, mentre sono ancora considerati marginali quei mercati (come per esempio l?Italia o anche la Francia) dove il prezzo al dettaglio per bottiglia resta sotto una soglia minima, che viaggia intorno agli $8 per bottiglia (corrispondente come abbiamo visto all?inizio della categoria superpremium). Ecco quindi che i suoi mercati critici sono USA, UK, Australia, Canada e Nuova Zelanda. Restano fuori, anche se con le giuste caratteristiche, India, Giappone e Irlanda, che pero? hanno una dimensione ancora irrisoria per il mercato del vino.


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(more…)

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[01/31/2012, 09:25] 
Vi aspettiamo a ProWein, Dusseldorf, dal 4 al 6 Marzo 2012
See you at Hall 3 stand G 70!

www.prowein.de
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[07/13/2008, 11:40] La Ducati, il Papero e Forrester Research
Sul Sole24Ore.com l'11 luglio è uscito un articolo di Gianni Rusconi intitolato I corporate blog? Sono ancora troppo noiosi.La società indipendente Forrester Research ha analizzato i blog aziendali e ha rilevato come il 70% dei blog campionati si limiti ad...
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[10/21/2007, 20:37] Vino dei Blogger #11 - Coul?e de Serrant 1986
La Sorgente del Vino
Probabilmente, anzi, togliamo il probabilmente, la migliore bottiglia di bianco della mia vita. E' che non ce n'?, insomma, i Francesi saranno pure superbi, antipatici, spocchiosi, vanitosi, egocentrici e via cos? per? il vino lo sanno fare, mannaggia. E cosa che pi? mi fa andare in bestia, ? che se non avessimo portato noi (cio?, i nostri avi romani) la vite fin lass?, si starebbero ancora ammazzando di birra, 'sti galli. Invece producono nettari divini, come questa Coul?e de Serrant 1986. Un monumento.

Bella scelta per il Vino dei Blogger #11, vero? Il tema era "Matrimonio d'amore, il vino del vostro abbinamento del secolo", ospitato da Andrea Gori di Vino da Burde, anche se vorrei cambiare il titolo in "il vino del secolo per il vostro abbinamento", vista la qualit? del vino messo in gioco.

Che dire che non sia gi? stato detto della Coul?e, gioiellino di Messieu Joly? Contadino, scrittore, imprenditore, pap? putativo di tutti i biodinamici, sostenitore del completo rispetto della natura e dei suoi ritmi e, diciamolo, responsabile dei fallimenti di quanti nel tentativo di emulare le sue gesta hanno onestamente preferito conferire all'acetaia il proprio vino.

Questo giovanotto di 21 anni ? di un'integrit? assurda, a partire dal tappo, perfetto sotto tutti i punti di vista. Aperto circa 6 ore prima di berlo, il vino riempe la cucina dei suoi profumi, gli stessi che ritrovo nel bicchiere, una sinfonia di profumi e note terziare veramente ipnotici. C'? di tutto, dalla cera d'api alle note floreali, liquerizia, salsedine e toni fortemente marini per un vino totalizzante. Che riconosceresti tra mille. In bocca ancora pi? affascinante, con una struttura e una cremosit? spettacolare e una mineralit? veramente spiccata.

Cosa abbini a un vino del genere? Io proverei un Brodetto di Pesce in Bianco di Portorecanati.
Ci sono delle varianti di questo piatto che richiedono il pomodoro, credo la versione Vastese, ma penso che del rosso sia troppo anche per una Coul?e. Questo piatto unisce il gusto del pesce grasso (triglie, sogliole, merluzzi, cefali, palombo, rospo, pannocchie...) a quello della zafferanella e alle fette di pane abbrustolito. La marinit? della Coul?e si sposa con quella del piatto mentre la sua acidit? compensa il grasso del pesce. L'aromaticit? dello zafferano selvatico invece viene esaltata dalla nota floreale del vino, in un connubio che, se non proprio marcariniano stretto, colpisce i sensi.

E dopo aver bevuto e mangiato cos? bene, vi sfido a resistere al declamare l'ode al Brudettu...

El Brudettu

Quant'? bbonu el brudettu purtannaru!

Che gustu sapuritu, marinaru!

E' 'n'arte antiga sempre pi? deffusa;

Nun ve so di' pe? fallu cusa s'usa.


De l?arte sua, ve giuru, so? un sumaru;

per? quannu lu magnu ? celu e maru!

Chi lu ?ssaggia lu ?rv??, nu? lu recusa.

Lu sai? El brudettu ? gi? ?rri?tu in USA.


V?l d?? che gira ?ttornu al mappamonnu.

Ve pare gne?? Ma ?rmanne ch? el segretu

che certamente l?? scu?tu nonnu.

E s?el brudettu dienta vagabonnu
? segnu bonu, sc?; per? sta? quetu:
quellu che magni ch? te ?rmette al monnu.


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[10/10/2023, 10:05] Brut Tradition Vorin-Jumel. Le basi, proprio

Qualche considerazione dopo l'assaggio del nuovo Champagne Brut Tradition di Voirin-Jumel. Nuovo in quanto c'? stato un piccolo cambiamento nelle percentuali delle uve dell'assemblaggio, ora predomina il pinot nero col 61%, il restante ? chardonnay. Fino a un paio d'anni fa era cinquanta-e-cinquanta. Essendo arrivato fresco fresco, potevo esimermi dall'assaggiare subito, curioso come sono? Non potevo. 

La Sorgente del Vino
Direttamente dalla mia galleria personale

Quindi ecco: il pinot nero prevale quanto basta, senza strafare, cio? non esagera in potenza ma fa il suo bel lavoro, conferisce una certa fierezza. Lo chardonnay segue a ruota, in secondo piano ma certo non dimesso, col suo corredo di crema pasticcera, insomma un po' di delicatesse che serve a completare il quadro. La retro etichetta ? del genere parecchio esplicativo, ci tiene a dire tra l'altro che la cuv?e in questione ? essenzialmente figlia della vendemmia 2020, e fa bene siccome ? una bellissima annata, col tradizionale saldo di vini di riserva.

Questo ? il genere di Champagne-base che praticamente ogni maison ha nel suo listino, in un certo senso ? il vino che rappresenta lo stile e le capacit? appunto basiche di chi produce. Per me i brut tradition (spesso si chiamano tutti cos?) sono assai significativi, perch? definiscono la champagnitudine (esiste 'sta parola? Boh) in maniera essenziale: eccolo qui, lo Champagne. Un po' come quando metti alla prova lo chef chiedendogli di fare la pasta al burro: vediamo un po' quanto sei bravo. E succede che quello ti stupisce tirando fuori un gran piatto, fatto di semplici materie prime di alto livello, e classe nell'esecuzione.

La Sorgente del Vino
La retro in tutta la sua dettagliata spiegazione

Ma questo brut tradition, si diceva: bello e godevole, profuma di agrume e pan brioche, in bocca ha la vena salata tipica del genere, con quel dosaggio zuccherino che non ? n? poco n? tanto, ma ? in grado di sedurre le masse. Nuovamente, questa ? la missione delle cuv?e basiche, essere facili senza tradire la verve della tipologia. E farsi bere con volutt?. Il tradition di Voirin non mi delude nemmeno stavolta col piccolo cambiamento nel dosaggio. Ce ne sono tanti come lui, ma questo ? il mio. In quanto scelto da me.

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[09/10/2008, 09:45] Primi esperimenti di restyling

La Sorgente del Vino

Ricordate questo post dove parlavo della necessit? di rifare TigullioVino.it ? Alla fine, ho optato per la conservazione del brand e l'unica via possibile che ? la dinamizzazione a pezzi del sito a partire dal nuovo con un lavoro in gran parte mio e di mia moglie e in parte di tecnici qualificati per il riassetto della parte tecnologica e di cms ma al risparmio, cos? come fa il calzolaio con le sue scarpe. Il "vecchio" rester? online ma solo parte di esso verr? reinserito nel nuovo cms che ancora comunque non esiste perch? si fa tutto a manina, ancora per un po'.

Al momento ho solo cominciato a giochicchiare con la homepage per vedere l'effetto di un nuovo layout pi? ampio, con meno link, l'eliminazione di alcune parti poco utilizzate e un focus specifico su quello di cui tigulliovino si occupa pi? da vicino: i test delle campionature olio e vino, le news, gli eventi, l'informazione enogastronomica atteaverso la sua nutrita ciurma di collaboratori. Soprattutto scompare del tutto la parte legata ai servizi (totalmente demandata alla nuova struttura VinoClic).

Il resto del sito ? per il momento tutto uguale a prima e probabilmente rester? tale ancora per un pezzo, almeno finch? non riuscir? a concentrare parte degli investimenti sulla dinamizzazione delle aree principali, quindi ancora un po' di pazienza.

Per?..
Mi piacerebbe avere un feedback sul nuovo assetto e sull'idea di concentrare le energie sulla parte dei contenuti e dei test aziende (anche in funzione del meeting annuale). Tutta la roba che vedete ora in homepage ? ancora messa a manina, ma se tutto questo funzionasse dinamicamente e le rubriche attuali diventassero luoghi di conversazione allora forse il tutto diventerebbe pi? interessante no ?

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[04/02/2013, 15:07] OLARRA'S WINERY Logro?o, La Rioja, Spagna
La Sorgente del Vino

OLARRA'S WINERY Logro?o, La Rioja, Spagna, costruita all?interno della struttura di un edificio industriale. 
L?obiettivo del progetto si pone nel definire un coinvolgimento con la struttura esistente e allo stesso tempo di relazionare il visitatore agli odori e ai sapori degli ottimi vini di OLARRA. L?atmosfera che si ? voluta creare richiama, con una particolare attenzione all?uso del colore, il vino, rilassa il visitatore che ha quasi l?illusione di trovarsi in un altro ?ambiente?. La struttura industriale che ospita l?istallazione per? non viene mai dimenticata, perch? riflessa dai vetri degli stand colorati.
La Sorgente del Vino
L?atrio ha una forma esagonale, al piano terra invece, vi ? una zona commerciale, uno spazio degustazione, e uno spazio espositivo, ed una scala, situata in corrispondenza dell?asse del volume dell?edificio preesistente che assume un valore di ?connessione? dei due ambienti. 
Al livello superiore vi sono ancora zone degustazione, una sala conferenze e spazi per uffici che si affacciano sulle superfici vetrate degli spazi sottostanti. 
L'impressione sar? quella di immergersi in un calice di vino....ad ogni modo l'effetto scenografico ? assicurato.



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