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[05/19/2008, 14:14] | Ricetta delle Cr?pes | | La crêpe ? una antica ricetta francese fatta con pochi e semplici ingredienti come farina, uova, latte, sale, zucchero e burro. È un preparato squisito sia salato sia dolce (in questo secondo caso, si aggiunge agli ingredienti anche la vanillina). Vediamo la ricetta per fare le crêpes. In successivi articoli la useremo per alcune delizie. Considerate per? che questa ricetta delle crêpes semplici, senza prevedere alcun ingrediente con il quale farcirle, potrebbe subire qualche lieve modifica in fase di preparazione. La cosa bella ? che, una volta capita la procedura per fare le crêpes, l’unico requisito richiesto ? la fantasia. Ingredienti: 250 gr di farina 500 ml di latte sale q.b. burro q.b. (circa 50 gr dovrebbero bastare) Preparazione: in una coppa ampia e con bordi sufficientemente alti, mettete 250 gr di farina, un pizzico di sale e mezzo litro di latte. Mescolare accuratamente finch? non ottenete un composto assolutamente fluido e privo di grumi. Potete aiutarvi con un frullatore ad immersione o una frusta, se preferite. A parte, sbattete per bene 3 uova e unitele poi all’impasto precedente. Mescolare ancora con cura e lasciar riposare la pastella per almeno mezz’ora. Prendete un padellino antiaderente con bordi molto bassi e mettetelo sul fuoco con fiamma abbastanza bassa. Mettete un po’ di burro a fondere e poi versate un mestolo di pastella (o comunque la quantit? di pastella sufficiente per riuscire giusto a ricoprire tutto il fondo della padella). Distribuitela su tutta la base della padella e lasciate per qualche minuto a cuocere. Quando il lato della crêpe sar? dorato, giratela e fatela cuocere anche sull’altro lato. Ripetete l’operazione per ciascuna crêpe aggiungendo sempre un po’ di burro nel padellino (con le quantit? di ingredienti qui riportate verranno fuori all’incirca una dozzina di crêpes - dipende ovviamente anche dalla dimensione della padella). A questo punto, le crêpes sono pronte. Sul cosa farci di preciso, vediamo nei prossimi giorni di dare alcuni suggerimenti, sia per crêpes salate sia per crêpes dolci. Teniamo qui la ricetta della base per i riferimenti futuri (ultimamente mi sono scatenato con le crêpes, quindi conto di riuscire a fare pi? post con parecchi spunti). | TrackBack> | | | |
[05/22/2014, 05:00] | ?Etna Patrimonio Unesco: ambiente, legalit?, pace?. Convegno il 24 maggio a Nicolosi, Giornata Europea dei Parchi 2014 | | Convegno ?Etna Patrimonio Unesco: ambiente, legalit?, pace?, in programma sabato 24 maggio, Giornata Europea dei Parchi 2014, nella sede del Parco dell?Etna, l?ex Monastero Benedettino di San Nicol? La Rena a Nicolosi (via del Convento 45). | TrackBack> | | | |
[08/16/2024, 05:44] | Ristorante Maxi Chef Emmanuel Scotti ? Hotel Capo La Gala ? Vico Equense (NA) | | Situato a Vico Equense, sulla costa rocciosa che si affaccia sul mare del Golfo di Napoli, proprio all?imbocco della penisola Sorrentino, il Capo La Gala ? un luxury hotel 5 stelle pensato per andare ?incontro a tutte le esigenze di chi sogna una vacanza perfetta?. Ed infatti oltre alle camere e suites, tutte particolarmente luminose ed arredate con uno stile mediterraneo dove sono protagonisti i colori del mare e del sole, l?hotel mette a disposizione dei suoi ospiti un solarium sulla spiaggia rocciosa, una infinity pool, un?area wellness e benessere ed una curata offerta gastronomica che spazia dalla colazione al dopo cena. Fiore all?occhiello della proposta fine dining ? il ristorante Maxi, che completa e valorizza la sosta in albergo ed arricchisce al contempo la scena gastronomica della zona essendo aperto anche ad ospiti esterni all?hotel. La sala, con pavimento in legno e decorazioni che ricordano gli interni di una barca, si affaccia sul Golfo, permettendo agli ospiti di immaginare di cenare cullati dale onde del mare. La cucina, affidata a Emmanuel Scotti, giovane chef di origine ischitana ma con alle spalle molteplici e significative esperienze, ? ?contemporanea e originale, e nello stesso tempo strettamente legata ai prodotti del territorio e ai piatti della tradizione?. Il fulcro dei piatti sono le eccezionali materie prime del territorio, pesce verdure e carni in particolare, sapientemente valorizzate attraverso le tecniche, le spezie e gli altri ingredienti conosciuti dallo chef lungo il suo percorso di crescita professionale. Executive Chef: Emmanuel Scotti Sous Chef: Carlo Carandente Coscia ? Capopartita antipasti: Marianna Ciufo ? Capopartita ai primi: Michele Langella ? Capopartita ai secondi: Valerio Montuori ? Executive Pastry Chef: Carlo Gabbiano Pasticciera: Yesenia Montes Guzman?? Restaurant Manager: Giulia Tavolaro 2? Maitre: Giuseppe Maresca?? Sommelier: Mariano Fiorentino Chef de Rang: Anna De Simone Commis de Rang: Anna Ingenito L’accogliente stanza decorata con i colori del mare. Il piacevole benvenuto a base di frutta e Champagne L’infinity pool al tramonto Il suggestivo panorama da bordo piscina Thomas Perseval – Champagne ” ART TERRE 2020″ Il vino proposto come aperitivo ? uno champagne del Domaine Perseval che sorge a Chamery, graziosa cittadina nel cuore del Parco Naturale della Montagne de Reims, opera in regime biologico dalla fine degli anni ?90 ed ? certificata dal 2012. L?Art Terre ? un Pas Dos? da uve 40% Pinot Noir, 40% Pinot meuni?re e 20% Chardonnay affinato sui lieviti per almeno 24 mesi. Di colore giallo paglierino con perlage fine, al naso offre aromi fruttati, con sentori di brioche. Al palato esprime note sapide e buona struttura. Amouse bouche - Croccante di riso al basilico, tartare di sarago e gel al pompelmo
- Tartelletta di sedano rapa, kumquat e latte di bufala tostato
- Cannolo di pasta brick con tartare di beneventana del Sannio, origano e radicchio croccante
Pane e grissini - Pane di grano arso e noci di Sorrento
- Grissini di semola ?Senatore Cappelli?
- Carta musica al rosmarino
I pani sono accompagnati da un extravergine d’oliva letteralmente a km 0, l?olio ?Eccolo” prodotto proprio a Vico Equense in localit? Montechiaro. Quest?olio nasce da alberi secolari, di oltre 400 anni, della cultivar Itrana Gentile, una variet? molto rara e antica usata principalmente come oliva da tavola e poco per la produzione di olio. Laura De Vito – Fiano di Avellino ” ELLE” 2021 In attesa degli antipasti assaggiamo un vino anch?esso locale, ottenuto da 100% di uve Fiano, prodotto nel piccolo comune di Lapio, da sempre uno dei territori pi? vocati per la produzione di questo vitigno autoctono perch? qui la vite viene coltivata a circa 600 metri di altezza, garantendo cos? un?ottima escursione termica che, insieme alle caratteristiche del suolo, regalano vini ricchi di struttura, acidit? e sapidit?. L?azienda di Laura De Vito, seppure di recente ingresso sul mercato, si ? gi? resa protagonista di un?eccellente produzione di solo Fiano di Avellino declinato in quattro differenti etichette. Il men? degustazione inizia con un biscotto al panko farcito di alici marinate alla colatura, limone bio di Sorrento e caff? Guatemala di Gianni Frasi. Si tratta di un piatto ?dedicato? al posto del cuore dello chef, Ischia Ponte, sua terra di origine, realizzato con ingredienti che fanno parte sia della tradizione Vicana che di quella Ischitana. Didier Dagueneau – Poulliy Fum? ” Silex” 2019 Il vino seguente ci porta nella Loira, con una delle denominazioni pi? conosciute di questa grande area vinicola della Francia, un Pouilly Fume da 100% uve Sauvignon Blanc. Al naso offre aromi di frutta bianca con note sgrumate e leggermente affumicate. In bocca risulta elegante, sapido con finale profondo. Proseguiamo con il secondo antipasto, dove il pesce locale ? preparato con tecnica ispirata al Giappone: un tataki di ricciola, pannocchia arrostita e mandorla tostata Passiamo ai primi piatti con un raviolo ripieno di mantecato di pesce e la sua zuppetta, miso di legumi piccante, pesto di finocchietto marino. Heinrich – Graue Freyheit 2015 In abbinamento al piatto ci viene servito un vino dalla molteplice personalit?, un bianco che ? anche un rosato ma anche un orange, decisamente difficile da categorizzare. Si tratta di un assemblaggio di Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay e Neuburger prodotto dalla cantina austriaca Heinrich, che opera in regime biodinamico, come dimostra anche la bottiglia in terracotta usata come contenitore. Dopo la pigiatura delle uve, la fermentazione avviene in acciaio con le bucce a contatto con il mosto per circa 15 giorni a cui segue un affinamento in anfora e botti di rovere nuovo per 1 anno e mezzo circa. Un vino assolutamente interessante e originale! Quando Arrivi Manda Un Messaggio Passiamo quindi ad un risotto alla pizzaiola di seppie. Si tratta del piatto al quale lo chef ? indubbiamente pi? legato. poich? ? l?unione fra due ricette per lui importantissime: il piatto pi? buono che abbia cucinato per sua madre, un risotto al nero di seppia, unito a quello che immancabilmente sua madre gli prepara quando sa che mangia a casa, le fettine alla pizzaiola. Coppo ?– Chardonnay ” Monteriolo” 2007 Torniamo in Italia, e precisamente in Piemonte, con il prossimo vino, uno Chardonnay in purezza prodotto dalla cantina Coppo, realt? storica nel panoramica vitivinicolo piemontese e italiano in generale, essendo attiva dal 1892. Lo Chardonnay, in Piemonte, non ? come molti credono un?introduzione moderna. La sua presenza ? attestata a partire dalla prima met? dell?Ottocento grazie all?intraprendenza di Filippo Asinari, Conte di san Marzano e Costigliole ed importante figura politica-militare. Al suo rientro dalla Francia, dove aveva collaborato al fianco di Napoleone, port? con s? alcune barbatelle di Chardonnay dalle pi? famose vigne della Borgogna, per metterle a dimora a Costigliole. La loro presenza sul territorio ancora perdura perch? la composizione del suolo e il microclima a loro congeniale ne ha permesso il radicarsi. Giallo paglierino con riflessi oro, al naso sprigiona note di? frutta esotica come mango e banana, fresche sensazioni vegetali di peperone verde. Al palato ? sapido con ottima struttura, equilibrata da una vena acida fresca e netta Ancora un primo piatto, questa volta ispirato ad in ricetta emblematica della cucina napoletana pi? tradizionale, ma integrato con tocchi originali che aggiungono una componente ?marina? e iodata. Bottoni di coda di manzo alla genovese, iodata di ostriche, ostriche marinate al coriandolo, zuppa di prosciutto e basilico. Domaine Xavier Durand – Corton Rognet Grand Cru 2016 Con il secondo di pesce ci viene servito un vino rosso, abbinamento ancora non abbastanza diffuso ma sicuramente valido se correttamente scelto. Come in questo caso che prevede un ottimo Pinot Noir di Borgogna, terra di origine e di elezione di questo fantastico e nobile vitigno. Il Cortona Roget, del Domaine Xavier Durand, ? un Grand Cru prodotto della zona di Ladoix-Serrigny (C?te-d’Or). Di colore rosso rubino, al naso esprime i caratteristici profumi di frutti rossi, che evolvono verso aromi legnosi. In bocca ? intenso e strutturato, con gusto fruttato. Finche? c?e? Verde? c?e? Speranza Passiamo ai secondi con un San Pietro arrostito in foglie di limone, fagiolini, zucchine verdi e salsa di lattuga di mare. Agnello Laticauda in doppia cottura; coscio pressato, carr? alla brace, melanzane al cioccolato e arancia. Questo piatto, oltre alla grande tecnica dello chef, esprime anche la sua meticolosa attenzione alla qualit? e all?origine della materia prima impiegata. La razza Laticauda ? infatti rara e pregiata ed originaria proprio della Campania. Si tratta di un agnello a presidio ?Slow Food?, allevato allo stato semi-brado, caratterizzato dal manto?bianco. Il nome deriva dalla sua caratteristica pi? particolare: la coda grassa e larga (dal latino ?Latis? che significa larga e ?cauda? che significa coda) che funge da riserva di grasso e di acqua. Una foto con la brigata di cucina… …e altre con lo staff al completo! Una foto anche con l’amico Mario Acampora, resident Manager Capo La Gala Hotel. “Cocco bello, cocco di mamma” Bavarese alla vaniglia, cremoso al caff? e gelato al cocco. Una morbida e dolce chiusura finale del degustazione. Chiudiamo con un panettone pesca e cioccolato al latte 35% ed una sfogliatella al limone come cadeau finale. Un ottimo caff?. …ed un rinfrescante gin & tonic finale. Al mattino un CLAMOROSO buffet di torte ci attende nella sala colazione. Grazie alla splendida giornata, andremo a gustare la colazione ?sulla terrazza con vista mare. Spremuta, cappuccino e viennoiserie. Apprezzatissime coccole ESPRESSE dalla cucina!? Per quei risvegli davvero UNICI. ?Coccola dolce… la Graffa! Coccola salata… La Montanarina! ? … pancakes con frutti di bosco. Una colazione decisamente ricca e appagante! La filosofia di cucina del ristorante ? evidentemente basata sulla continua ricerca dell’eccellenza, con una particolare attenzione alle materie prime, in prevalenza del territorio, che vengono valorizzate attraverso ricette che si rifanno alla tradizione campana, interpretate e arricchite con tecniche moderne e ingredienti ?complementari?.? Come dichiarazione d?intenti, chiaramente espressa dallo chef nell?introduzione al men?, c?? la volont? di porre al centro della scena, come su un palcoscenico, i pescatori, gli allevatori e gli agricoltori ?grazie ai quali possiamo assicurarci le protagoniste indiscusse: materie prime di qualit? eccellente?. I nomi dei piatti sono evocativi di luoghi, momenti, esperienze e ricordi, vicini e lontano, dello chef. Il menu cambia con le stagioni e propone solamente formule degustazione per offrire agli ospiti ?un percorso, del volersi sedere a tavola per appagare si il palato, ma anche il cuore e l?anima?. Le opzioni proposte sono quattro, una delle quali lascia completamente mano libera allo chef mentre un?altra, simpatica ed originale, fa scegliere ai commensali un antipasto e un primo piatto dai menu degustazione proposti affidando allo chef il compito di completare il resto del pasto. La gestione della sala ? affidata alla fuoriclasse Giulia Tavolaro che coordina una squadra attenta ed affiatata, unita dallo spirito e dal desiderio comune che alla fine della serata gli ospiti possano anch?essi ?avere? una storia da raccontare?. Una serata al Maxi garantisce certamente un?esperienza enogastronomica di assoluto livello. Ma non si limita a questo: il suono delle onde accompagna la serata, le luci che illuminano il Golfo fanno da scenografia ad una romantica cena sulla riva del mare. E per coloro che lo desiderano l?hotel Capo La Gala che ospita il ristorante, con le sue stanze ed i suoi servizi di eccellenza, offre la possibilit? di trascorrere non solo una serata ma una vacanza da ricordare in uno degli angoli pi? suggestivo della costa italiana. ?Altissimo Ceto per Capo La Gala & Maxi!? Accorrete! Maxi dell’Hotel Capo La Gala Indirizzo: Via Luigi Serio, 8 – Vico Equense (NA) E-mail: info@hotelcapolagala.com Da luned? a sabato:? 19:30-21:45 L'articolo Ristorante Maxi Chef Emmanuel Scotti – Hotel Capo La Gala – Vico Equense (NA) proviene da ViaggiatoreGourmet alias AltissimoCeto!. | TrackBack> | | | |
[04/30/2008, 13:02] | Tenuta Valdipiatta - Adotta una barrique | | Lo scorso Vinitaly ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con Sara Passeri che si sta occupando per Tenuta Valdipiatta del progetto “Adotta una barrique“. Si tratta a mio avviso di un progetto interessante dal punto di vista del marketing sia per quanto riguarda la fidelizzazione del cliente - che sappiamo, nel caso del [...] | TrackBack> | | | |
[04/08/2008, 20:41] | Invecchiare | | C'? un cambiamento climatico in atto, una tendenza all'aumento della temperatura media. Tutti lo sostengono oramai, con dosi pi? o meno elevate di allarmismo. Non si sa ancora esattamente se il fenomeno abbia origine antropica (effetto serra) o dipenda da altri fenomeni geolocici ciclici. Questa cosa devo dire che mi turba; forse sar? che soffro il caldo! Dal punto di vista enologico sono ancora pi? turbato. Se un milesimo come il 2003 diventasse la normalit? e non l'eccezione, cosa occorerrebbe fare per evitare di ripetere i disastrosi risultati espressi dai pi? blasonati vini italiani? Che tipo di gestione della vigna occorrer? mettere in pratica? A queste domande sta pensando un sacco di gente. Nuovi indici pedologici aiuteranno a selezionare nuovi terroir (di questo parleremo pi? avanti); pratiche come la sfogliatura intorno ai grappoli andranno in pensione; le esposizioni dei filari andranno ripensate; anche i vitigni subiranno la loro bella rivoluzione, ed inevitabilmente tutto ci? avr? un riflesso sui disciplinari di produzione. E in cantina cosa occorrer? fare per preservare aromi e fragranze? Esattamente su questo tema ho letto alcuni scritti del Prof. Mario Fregoni pubblicati da VQ, da cui mi sono permesso di estrarre alcune frasi, che riporto letteralmente. | TrackBack> | | | |
[10/09/2008, 16:17] | Chocolando... Chocoday... e solidariet | | Da venerd? 10 a domenica 12 ottobre ritorna a Soave Chocolando in Tour, Festa del Cioccolato Artigianale, quest'anno arricchita da concerti di musica jazz e blues, degustazioni e abbinamenti tra vino e cioccolato. Apertura degli stands dalle ore 12.00 alle... | TrackBack> | | | |
[11/09/2015, 16:51] | A Caldaro, per innamorarsi di una Schiava | | Il Kalterersee o Lago di Caldaro nella magnifica luce autunnale Aristide così scriveva in un post del settembre 2009, “A Merano, per innamorarsi di una Schiava“: “Non fraintendetemi. A casa sua la chiamano Vernatsch. Noi la chiamiamo Schiava dell?Alto Adige. Era il vino ?da battaglia? di quella regione, venduto in tutti gli angoli della regione autonoma, al banco di ogni osteria. Sinonimo per anni di ?vino semplice? e umile. Credo di non offendere nessuno se affermo che non c?era un vino in Alto Adige così integrato con la loro identità . Un vino così tipico, così rurale e rustico, adatto per tutte le occasioni di festa campestre, per accompagnare speck e salumi così come buona parte dei piatti della loro gastronomia. Così disponibile, la Vernatsch, che col tempo non la voleva più nessuno. E giù coi prezzi, e giù con la qualità . Ora c?è un ritorno di interesse per questo vino. Ora i produttori, considerata la disponibilità di vigneti sul loro territorio, hanno cominciato a produrla con più attenzione. Ora si trovano addirittura dei cru di Vernatsch, e spesso con viti molto vecchie”. Ora, immaginate il mio interesse e la curiosità di poter finalmente osservare da vicino dove la Vernatsch viene curata e accudita. L’occasione l’ha fornita una giornata organizzata dalla cantina cooperativa Erste+Neue, con sede a Caldaro (BZ). Il nome un po’ curioso di questa cooperativa risulta da una fusione realizzata nel 1986 tra la ?Erste Kellereigenossenschaft Kaltern? (ovvero la ?Prima Cantina Sociale di Caldaro”, fondata nel 1900) e la ?Neue Kellereigenossenschaft? (o ?Nuova Cantina Sociale?, fondata nel 1925), alle quale poi si aggiungono nel 1991 la cantina sociale Baron Josef di Pauli. Oggi Erste+Neue conta 400 soci, che conferiscono uve da una superficie di 230 ettari (46% bianco, 54% rosso), tutti nell’area del Kalterersee DOC, contribuendo a una produzione di 1.400.000 bottiglie l’anno. Erste+Neue è il principale produttore di uva Vernatsch nell’Alto Adige, dove questa varietà copre 850 ettari dei 5.395 del vigneto complessivo Sudtirolese, quindi quasi il 16%, mentre il Kalterersee rappresenta il 38% della produzione di Vernatsch con 325 ettari. E proprio sulla Vernatsch, con cui produce Santa Maddalena e Kalterersee, si concentrano le maggiori attenzioni con un progetto di ricerca sperimentale. Il team aziendale guidato da Andrea Carpi, General Manager, con Gerhard Sanin, enologo, e Federico Curtaz, agronomo, ci ha condotto nel vigneto ai piedi della Mendola, l’altura principale che domina tutta l’area del Kalterersee, dove si stanno recuperando e riproducendo vecchie viti di Vernatsch. ?Da alcuni anni – racconta Gerhard Sanin – stiamo osservando la presenza sul territorio di vecchi vigneti caratterizzati da una modesta produzione e grappoli non troppo grandi. Si tratta di piante di 80 e anche 100 anni, che portano a vini con un colore più intenso, una maggiore presenza di tannini e buon bouquet. Si tratta del Kalterersee delle origini?. Dalla selezione di 70 ceppi con queste caratteristiche Sanin ha realizzato un vigneto con 4000 viti innestate su una tipologia di portainnesto oggi non più utilizzata, in grado di garantire una maggiore longevità . A partire dal prossimo anno verranno realizzate le micro-vinificazioni per comparare la resa di queste vecchie piante con quelle degli impianti moderni e valutare una selezione massale per la loro riproduzione. Le sette annate in degustazione La giornata ha poi trovato il suo climax durante una bella degustazione verticale di ben sette annate (2014-2007) del Leuchtenburg Kalterersee Classico Superiore DOC, l’etichetta di riferimento per la Vernatsch di Erste+Neue. Chi avrebbe mai pensato che fosse possibile un’occasione simile? Un vino – anzi, ricordate? un vinino – che di solito si definisce di pronta beva e si esaurisce nell’arco dell’annata successiva alla vendemmia, raramente lo si lascia evolvere e degustare fino a 8 anni dalla vendemmia (a meno che non ve lo dimentichiate su qualche scaffale della vostra cantina). Ebbene, il non sorprendente risultato di questa degustazione, è che potete tranquillamente “investire” sulla durata della Vernatsch, specialmente quando proviene da vigneti di una certa età (più vecchi sono, meglio è, perché il vitigno è vigoroso, e solo l’età della vigna insieme a una certa conduzione agronomica ne limita la resa potenzialmente eccessiva) e possibilmente da terreni leggeri e permeabili di origine calcarea e porfirica, come sono quelli del Kalterersee. Mi rimarrà in mente l’annata 2010, annata secca e calda ma poi caratterizzata da un mese di agosto fresco, al punto di limitare al -25% la resa complessiva dei vigneti, uve con gradazioni zuccherine leggermente inferiori e un?acidità leggermente superiore. Una gran bella espressione di delicata frutta rossa con venature balsamiche, forse il campione più tipico del set, ampio e lungo, un po’ carnoso, in definitiva ottimo. Cinque anni sono probabilmente lo stato di maturazione ideale per questo vino (e di chissà quanti altri, se solo i produttori ce li conservassero nelle loro cantine!). E poi, molto bene anche l’annata 2012 e la non scontata 2007, dove il Leuchtenburg si dimostra ancora buonissimo, mantenendo l’eleganza e tutte le altre caratteristiche. Peccato sia introvabile. ________________________ Come argomento strettamente correlato, segnalo questo post del febbraio 2011: “Charta del Lago di Caldaro, la Schiava liberata“. Qui potete scaricare il file PDF della Charta del Kalterersee. The post A Caldaro, per innamorarsi di una Schiava appeared first on Aristide, a wine blog. | TrackBack> | | | |
[05/26/2008, 15:30] | Polvere di Stalle entra nel network | | Ricette facili per tutti da uno chef? Eccole proposte in questo nuovo blog che nasce dall'esperienza ormai consolidata del Bistrot Chez Maurice, quasi una sua costola. Maurice, l'autore di entrambi, mette qui a disposizione la sua esperienza professionale, per neofiti e cuochi casalinghi gi? esperti. Le ricette, complete di foto, sono qui esposte secondo l'esatta cronologia di esecuzione delle preparazioni. Dove necessario l'autore inserisce trucchi, variazioni e commenti per la migliore riuscita del piatto. Un sito da mettere assolutamente nei propri feed. Sheda completa editore su VinoClic | TrackBack> | | | |
[09/16/2008, 18:21] | UnBuonBicchierezine: vademecum | | Eccezionali i report relativi alla giornata di ieri: 2677 visitatori unici e, particolarmente lette, le pagine dedicate al vino. Tutto questo ci ricompensa dei numerosi sforzi fatti pur partendo dalla piattaforma comune di myblog. Alcune precisazioni importanti! I comunicati stampa sono ben accetti, ma devono essere vagliati dal responsabile editoriale e in linea con contenuti food&beverage del foodwineblog. Non saranno pubblicati publiredazionali, comunicati commerciali, richieste di affiliazione, comunicati pubblicitari, politici, di contenuto contrario alla morale e buon costume. I comunicati dovranno essere formattati e corretti in Word. Ogni comunicato rester? in home per 18 ore e poi cancellato. Le campionature food&wine sono gradite e per essere valutate da Stefano Buso inviatemi una mail a mangiaeabbina@gmail.com. Idem per i banner e le pianificazioni pubblicitarie. Il vostro eventuale logolink sar? collocato in evidenza. Agli inserzionisti offriamo inoltre il nostro servizio Di_Logos, in pratica una sorta di report mensili che offrono dati relativi ai flussi del blog. Possiamo fornire gli elaborati in Excel (istogrammi, barre, torte, anello e pivot), su tabelle di MWord e Pdf GRATUITAMENTE! Ricordo agli attenti lettori che le rubriche di Stefano on line confermate per il 2008/09 sono Edamus Vinit.net, La Cucina che non c'? Tigulliovino, Assaporando Il Cronista del Vino e comunicazione e storia della cucina Taccuini Storici. Foto Vinit.net | TrackBack> | | | |
[05/27/2014, 15:02] | Amletiche questioni | | ?Con il roast beef Fassina, Il Musmeci Etna bianco Doc 2012 oppure Valentina Cubi Iperico Valpolicella doc 2012??? We wine better, Trimani Nella Capitale, IL MUSMECI, Etna DOC Bianco Superiore di Tenuta di Fessina, annata 2012, ? distribuito da Trimani Vinai in Roma dal 1821. Trimani_ Via Goito, 20 ? 00185 Roma tel. 06.446.9661 ? email: info@trimani.com _ www.trimani.com | TrackBack> | | | |
[04/22/2008, 00:02] | Bilancio dei risultati VinoClic dopo un anno di attivit | | Dopo solo un anno finalmente vi presento Marco, l'uomo dei conti VinoClic. Intelligente, simpatico, colto, viaggiatore, in una parola "smart", Marco ? un'aspirante - manca poco - pezzo grosso di un'importante multinazionale dell'informatica, uno che lo chiami e potrebbe risponderti da Roma, da Londra o da New York ma che il sabato sera si rifugia volentieri a casa del sottoscritto per stappare insieme una buona bottiglia. Il classico ragazzo da sposare, nonch? caro amico fin dai tempi del liceo che ha deciso fin dall'inizio di affiancarmi in questa avventura chiamata VinoClic, per tutto quello che concerne la parte finanziaria nella quale - me lo spieg? alle superiori la mia insegnante di matematica - ? bene io mi tenga il pi? alla larga possibile. Un anno di VinoClic "Filippo mi aveva chiesto di scrivere questo post al termine dello scorso anno. Ho preferito aspettare per commentare con voi i risultati del network in maniera obiettiva e, come si fa nelle aziende serie (quelle che non vogliono illudere nessuno ma solo parlare chiaro ed in maniera trasparente), farlo confrontando dati omogenei. Ed ? per questo che sono molto contento di condividere con voi il grande (ma non insperato) successo che VinoClic sta riscuotendo. Ognuno di voi avr? sicuramente notato che nel corso del 2007 i guadagni sono cresciuti in maniera costante, trimestre dopo trimestre; ed alla fine il risultato dell'anno ? stato sicuramente importante per questa idea imprenditoriale nata nell'estate del 2006 e sviluppatasi rapidamente. Certamente il confronto con il quarto trimestre 2007 ? improbo, ma come tutti sappiamo, i budget di spesa per l'anno corrente vengono rilasciati sempre dopo la met? di Febbraio e questo rallenta le operazioni del primo trimestre. Da qui la necessit? di confrontare mele con mele: nel primo trimestre 2008 Vinoclic ? cresciuto del 77% rispetto allo stesso periodo del 2007. E' cresciuto mantenendo invariati i prezzi minimi di vendita e spostando il mix di prodotto verso la vendita ad impression (sicuramente pi? redditizie in termini di occupancy del banner). E' cresciuto in un mercato web italiano che continua a stentare restando sotto il dominio dei network generalisti. E il secondo trimestre 2008 si prevede ancora meglio...ma di questo parleremo a Luglio..." [Foto : Heykidscomic.com] | TrackBack> | | | |
[07/25/2008, 13:44] | Famolo strano | | Non fai in tempo a scrivere un paio di post sugli antociani dell'uva, e di come una colorazione blu scura sia pi? gradita di quella rossa, che subito ti prendono in parola e tirano fuori i pomodori neri, i "Sun Black", come strombazzato dalla Stampa e dalla televisione. Le ragioni ufficiali per cui il pomodoro nero ? meglio di quello rosso, sono il maggior contenuto di antiossidanti e di vitamine che, come ? noto, allungano la vita e hanno anche un leggero effetto Viagra. Le ragioni reali, come spiegato dal Reset-Italia e soprattutto dal sito del CNR (stiamo parlando del 2006, altro che novit?!!), sono le seguenti: | TrackBack> | | | |
[10/21/2007, 20:37] | Vino dei Blogger #11 - Coul?e de Serrant 1986 | |
Probabilmente, anzi, togliamo il probabilmente, la migliore bottiglia di bianco della mia vita. E' che non ce n'?, insomma, i Francesi saranno pure superbi, antipatici, spocchiosi, vanitosi, egocentrici e via cos? per? il vino lo sanno fare, mannaggia. E cosa che pi? mi fa andare in bestia, ? che se non avessimo portato noi (cio?, i nostri avi romani) la vite fin lass?, si starebbero ancora ammazzando di birra, 'sti galli. Invece producono nettari divini, come questa Coul?e de Serrant 1986. Un monumento. Bella scelta per il Vino dei Blogger #11, vero? Il tema era "Matrimonio d'amore, il vino del vostro abbinamento del secolo", ospitato da Andrea Gori di Vino da Burde, anche se vorrei cambiare il titolo in "il vino del secolo per il vostro abbinamento", vista la qualit? del vino messo in gioco.Che dire che non sia gi? stato detto della Coul?e, gioiellino di Messieu Joly? Contadino, scrittore, imprenditore, pap? putativo di tutti i biodinamici, sostenitore del completo rispetto della natura e dei suoi ritmi e, diciamolo, responsabile dei fallimenti di quanti nel tentativo di emulare le sue gesta hanno onestamente preferito conferire all'acetaia il proprio vino.Questo giovanotto di 21 anni ? di un'integrit? assurda, a partire dal tappo, perfetto sotto tutti i punti di vista. Aperto circa 6 ore prima di berlo, il vino riempe la cucina dei suoi profumi, gli stessi che ritrovo nel bicchiere, una sinfonia di profumi e note terziare veramente ipnotici. C'? di tutto, dalla cera d'api alle note floreali, liquerizia, salsedine e toni fortemente marini per un vino totalizzante. Che riconosceresti tra mille. In bocca ancora pi? affascinante, con una struttura e una cremosit? spettacolare e una mineralit? veramente spiccata. Cosa abbini a un vino del genere? Io proverei un Brodetto di Pesce in Bianco di Portorecanati. Ci sono delle varianti di questo piatto che richiedono il pomodoro, credo la versione Vastese, ma penso che del rosso sia troppo anche per una Coul?e. Questo piatto unisce il gusto del pesce grasso (triglie, sogliole, merluzzi, cefali, palombo, rospo, pannocchie...) a quello della zafferanella e alle fette di pane abbrustolito. La marinit? della Coul?e si sposa con quella del piatto mentre la sua acidit? compensa il grasso del pesce. L'aromaticit? dello zafferano selvatico invece viene esaltata dalla nota floreale del vino, in un connubio che, se non proprio marcariniano stretto, colpisce i sensi. E dopo aver bevuto e mangiato cos? bene, vi sfido a resistere al declamare l'ode al Brudettu...
El Brudettu Quant'? bbonu el brudettu purtannaru! Che gustu sapuritu, marinaru! E' 'n'arte antiga sempre pi? deffusa; Nun ve so di' pe? fallu cusa s'usa.
De l?arte sua, ve giuru, so? un sumaru; per? quannu lu magnu ? celu e maru! Chi lu ?ssaggia lu ?rv??, nu? lu recusa. Lu sai? El brudettu ? gi? ?rri?tu in USA.
V?l d?? che gira ?ttornu al mappamonnu. Ve pare gne?? Ma ?rmanne ch? el segretu che certamente l?? scu?tu nonnu. E s?el brudettu dienta vagabonnu ? segnu bonu, sc?; per? sta? quetu: quellu che magni ch? te ?rmette al monnu.
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[01/01/1970, 00:00] | Bonilli licenziato per giusta causa e Cernilli nuovo direttore del Gambero Rosso | | Non puoi allontanarti dal web neanche per un attimo che ogni volta accadono cose imprevedibili e inattese. Mi trovavo a Verduno in occasione della Festa del Verduno Pelaverga (?Verduno ??), durante la quale i 12 produttori di questo piacevolissimo vino langarolo hanno gentilmente messo a disposizione mia e di Alessandro Franceschini una sala della Cantina Comunale... | TrackBack> | | | |
[01/01/1970, 00:00] | L'azienda vinicola Baroncini di S.Gimignano devastata da un incendio | | Questa notte, un incendio di probabile origine dolosa ha causato gravi danni alla nota azienda vinicola Baroncini di San Gimignano (Siena). Dalle prime indagini sembrerebbe che l'incendio sia stato appiccato da un membro della famiglia dopo una violenta discussione. Le fiamme si sono sviluppate negli uffici e poi si sono propagate in tutta la tenuta, raggiungendo l'abitazione del custode dove vive anche una famiglia dello Sri Lanka che si ? messa fortunatamente in salvo. Il danno ammonta, secondo le prime stime, a 300 mila euro.La famiglia Baroncini ha una lunga tradizione vitivinicola e olivicola, tramandata di generazione in generazione; oltre a produrre vino sotto il proprio nome, la famiglia ? proprietaria di un gruppo di aziende sotto il marchio "Terre Vitate": Il Faggeto, dove viene prodotto il Nobile di Montepulciano, Aia della Macina, in Maremma, dove nasce il Morellino di Scansano, Poggio Castellare a Montalcino per il Brunello e il Rosso, Fattoria Sovestro e Torre Terza dove vengono prodotti numerosi vini fra cui il Chianti Colli Senesi e la Vernaccia di S.Gimignano, infine la Georgian Vineyard, situata a Kvareli in Georgia, dove si produce il Cabernet Saperavi. | TrackBack> | | | |
[06/19/2018, 04:16] | Tips for Finding and Knowing the Health Status of a Pet | | If you like to own a pet, then there are things that you need to consider so that you get a healthy pet. It is not wise to rush out and buy the first pet you get, buying a pet involves more than just the looks. But for first-time owners, there are simple but essential things that you should inquire from your seller before making the purchase. These necessary inquiries include the pet?s health and treatment record. However, before you start asking about the health of a pet, some people do not know how to find a pet to buy. If you are looking for your dream pet, then written here is how to go about it, and how to know if the pet is healthy. Google If you have been looking for a pet to buy and you have not yet found a seller, then you should try searching on the internet. Many people are not aware of how powerful the internet has become, now in a few seconds you can find information about the different pet sellers available in town. And not only will you find this information on the web, but you will also be able to see in pictures those pets that are available for sale. Reviews If you feel overwhelmed by the information you find from different pet selling websites, then you need to read reviews so that you can know what the previous buyers are saying. There are pet sellers who take pride in their work and always have the best pet breeds in the market, and these people even make follow-ups to ensure you are bonding, treating, and feeding your pet as suggested. Buying a pet from a seller who loves his work is a guaranteed way to find a healthy pet. Treatment Records If you have found your dream pet, then the next thing that you must do is ask for the previous treatment record. The veterinary who treats these pets is supposed to keep the records of each the treatments. If you do not ask for these records, then the chances of buying an unhealthy pet increase significantly. Find a Veterinary If you are not sure about the health of the pet you want to buy, then it is essential that you find a veterinary. An excellent vet will run some test and will inform you of the health status of your new pet.… | TrackBack> | | | |
[04/15/2011, 20:30] | le "bolle" di fuksas per le distillerie nardini | | ?Fare impresa non vuol dire avere solo obiettivi e progetti - ha affermato Giuseppe Nardini, presidente della Societ? - ma anche sogni. E per i 225 anni della nostra distilleria avevamo bisogno di un sogno: l'architetto Fuksas ce lo ha realizzato, dandoci quelle emozioni che solo le opere frutto dell'ingegno al massimo livello sanno dare?. Il brand leader della grappa, con circa il 25% del mercato di qualit?, e una produzione di 4 milioni di bottiglie che prendono la strada dei maggiori paesi del mondo, Australia, Stati Uniti, Cina e Giappone compresi, voleva lasciare un segno qui, sul territorio. Fabbrica e museo, ....perch? qui ci passano 1500 visitatori al mese!!! Sono le ?Bolle? di Massimilano Fuksas, ossia la fabbrica del futuro. Nelle ?bolle? si arriva solo attraverso una passerella in mezzo all'acqua, sembrano fluttuare nell?aria. Come gocce d?acqua sono leggere e rotonde La loro superficie ? completamente trasparente, cattura la luce e permette di focalizzare la vista a 360 gradi sul paesaggio montano del Montegrappa. Ma c?? un altro mondo, sotterraneo, nell?auditorium: cemento, acciaio, putrelle modellano sostegni e contrappesi. ?Due segni: uno raffinato, elegante, tecnologico, immateriale. L?altro brutale, dove la materia, il cemento armato, diventa epifania della forma?, sostiene Fuksas, ?qui stiamo sperimentando il futuro?. Insomma, l'architetto romano ha voluto lasciare il segno...e credo che ci sia riuscito . | TrackBack> | | | |
[05/24/2016, 19:10] | 40 anni fa, cambiava il mondo del vino | | Viene ricordato come il ?Judgement of Paris?: il 24 maggio del 1976, in una degustazione alla cieca presso l?Hotel Intercontinental di Parigi, si confrontavano grandi vini francesi e vini californiani. L?esito di quella degustazione cambiò il mondo del vino. (…) Questa vicenda, da allora ricordata come il ?Judgement of Paris?, ha segnato un cambiamento epocale nella storia del vino non solo per i californiani, ma per tutto il mondo, cambiando la percezione del mercato nei confronti dei vini del Nuovo Mondo. In ogni caso, e comprensibilmente, gli americani la ricordano come la più importante degustazione della storia. Così, 10 anni fa, Aristide ricordava lo storico evento. Nel frattempo, il mondo del vino è lentamente cambiato. Ora, siamo in attesa di una sorta di Judgement of Beijing, il giorno nel quale uno o più vini prodotti in Cina surclasseranno prodotti Europei e Americani? _______________________ Sempre 10 anni fa, si tenne la degustazione commemorativa The Tasting that Changed the Wine World: ?The Judgment of Paris? 30th Anniversary. E gli Americani vinsero ancora. Qui il post. The post 40 anni fa, cambiava il mondo del vino appeared first on Aristide, a wine blog. | TrackBack> | | | |
[01/01/1970, 00:00] | Il ministro Zaia "sale" a Montalcino per chiudere la questione Brunello | | Il ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia si incontrer? gioved? 3 luglio con l'ambasciatore USA Ronald Spogli (nella foto) e la stampa. Ordine del giorno "il decreto che ci consentir? di superare una volta per tutte il problema del paventato blocco delle importazioni negli Stati Uniti e di rilanciare l'immagine di questo straordinario prodotto del nostro territorio. Si tratter? di soluzioni assolutamente innovative, che probabilmente saranno assunte come format per il futuro".L'appuntamento con i giornalisti ? fissato per le ore 11.45 presso l'azienda Costanti, Colle al Matrichese, Montalcino.Si aprir? un dibattito con la stampa, durante il quale il ministro e l'ambasciatore illustreranno le loro posizioni e soluzioni su questo tema che ha, ovviamente, non poco impensierito i produttori ilcinesi, che destinano gran parte del loro Brunello proprio agli Stati Uniti.Difficile valutare quali saranno le soluzioni a breve e lungo termine, soprattutto per quanto riguarda la pi? volte annunciata disponibilit? a rivedere il disciplinare del Brunello di Montalcino, ipotesi avvalorata anche dal recente intervento di Piero Antinori, che ha appena ricevuto l'ok per riprendere la vendita del suo Brunello Pian delle Vigne 2003 in quanto dalle analisi risulta assolutamente in regola. Antinori afferma che, al fine di evitare possibili problemi in futuro, inerenti alla presenza o meno di altre uve oltre al sangiovese nel Brunello di Montalcino, sarebbe auspicabile una tolleranza dal 3 al 5%, massimo 7% (allora perch? non dire subito dal 3 al 7?), che ? il margine d'errore previsto nel regolamento dei vivaisti. Il noto produttore toscano ha comunque puntualizzato che toccare il disciplinare ora sarebbe una mossa del tutto fuori luogo.E' un fatto che ci sono molti, troppi interessi da parte delle pi? importanti (quantitativamente) aziende produttrici di Montalcino, cosa che non lascia certo ben sperare in una soluzione che miri a tutelare l'immagine di questo grande vino, garantendo semmai l'assoluto rispetto delle regole e un miglioramento delle stesse al fine di evitare possibili furberie. | TrackBack> | | | |
[08/26/2008, 09:49] | Amarone a Coppie: le migliori annate di San Briccio | | Sabato 6 settembre presso la straordinaria cornice di Villa Verit? Fraccaroli, sita in via Boschetto 6 a Lavagno (VR), sede dell?Azienda Grotta del Ninfeo-Fraccaroli, si terr? un evento degustazione di Amaroni della Valpolicella tutti provenienti dai prestigiosi vigneti del territorio di San Briccio, una collina vulcanica storica della Valle di Mezzane. Sar? l?occasione per valorizzare un territorio di grande potenziale enologico che produce grandi vini di prestigio internazionale. Si tratta di una degustazione in verticale a partire dall?annata 1997 fino all?ultima messa in commercio delle 4 aziende che posseggono i loro vigneti sull?altura di San Briccio. Ed ecco quindi il Roccolo Grassi grande parcella di vigneto su tufi basaltici di Marco Sartori, il Campo dei Gigli storico vigneto su calcare purissimo nella parte pi? a nord della collina, della Tenuta Sant?Antonio, il Grotta del Ninfeo dell?Azienda Fraccaroli posizionato su un bellissimo vigneto a ridosso dell?imponente villa veneta di propriet?. Infine l?Amarone Basaltico di uno straordinario artigiano del vino Ernesto Ruffo che sorprender? per il valore dei suoi vini e la grande passione che trasmettono. La degustazione si terr? alle ore 10.30 e sar? guidata da Bernardo Pasquali, giornalista e Coordinatore Regionale del Veneto per la Guida Vini Buoni d?Italia del Touring Club. Ad ogni azienda ? stata lasciata facolt? di scelta di due annate tra le pi? rappresentative della loro storia produttiva. Ecco la successione dei vini in degustazione: - Amarone della Valpolicella DOC 2004 Grotta del Ninfeo
- Amarone della Valpolicella DOC 2003 Roccolo Grassi
- Amarone della Valpolicella DOC 2002 Grotta del Ninfeo
- Amarone della Valpolicella DOC 2001 Ernesto Ruffo
- Amarone della Valpolicella DOC 2000 Campo dei Gigli Tenuta Sant?Antonio
- Amarone della Valpolicella DOC 1999 Campo dei Gigli Tenuta Sant?Antonio
- Amarone della valpolicella DOC 1998 Roccolo Grassi
- Amarone della Valpolicella DOC 1997 Ernesto Ruffo
Alla degustazione parteciperanno i produttori Marco Sartori, Luca Fraccaroli, Ernesto Ruffo e Tiziano Castagnedi. Al termine della degustazione Le tavole del Soave offriranno un buffet a tutti i partecipanti a base di prodotti tipici della Lessinia veronese nel giardino romano - rinascimentale della villa. Per partecipare all?evento prenotare telefonando al seguente numero 3315782675, oppure cliccate qui per inviare una mail. | TrackBack> | | | |
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