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| [06/14/2008, 07:45] | Enchiladas |  | L’enchilada ? un tipico piatto della cucina messicana e tex-mex. Enchilada significa “in chili”. Ed infatti, ingrediente fondamentale ? una salsa (chiamata, guarda un po’, salsa enchilada) che pu? essere preparata in modi leggermente differenti. In sostanza, ? comunque una salsa fatta con peperoncino secco macinato e salsa di pomodoro (oltre che altri ingredienti come aglio, cipolle etc). Vediamo velocemente una ricetta per la salsa enchilada che useremo poi per un paio di varianti di enchiladas. Pelare e tritare finemente due piccole cipolle e due spicchi d’aglio. In un apposito contenitore, unire 250 gr di polpa di pomodoro, due cucchiai di farina bianca, 20 gr di paprica dolce macinata, 1 cucchiaino di cumino macinato, un po’ di pepe nero e frullare fino ad ottenere una salsa omogenea. In una casseruola, scaldare qualche cucchiaio d’olio extravergine d’oliva, unire il trito di cipolla e aglio e fare rosolare. Aggiungere poi il composto freullato, aggiungere un litro di brodo di pollo e cuocere a fuoco lento per circa tre quarti d’ora. Preparata la salsa, vediamo come usarla partendo dalle enchiladas de queso (ovvero, con il formaggio). Preparare le tortillas di mais. In una ciotola mescolare 200 gr di formaggio fresco (a vostra scelta) con 50 gr di formaggio tipo edamer. Pulire 4 cipollotti e tagliarli finemente. Unirli al formaggio e condire con sale e pepe. Accendere il forno a 180 gradi. Intanto scaldare qualche cucchiaio d’olio extravergine d’oliva in una padella e passarci velocemente le tortillas da entrambi i lati. Prendere le tortillas, spalmarci sopra la salsa enchilada e cospargere con met? del formaggio aromatizzato in precedenza. Arrotolare le tortillas e sistemarle in una teglia unta d’olio. Ricoprire con salsa enchilada e il resto del formaggio. Cuocere in forno per circa venti minuti, finch? il formaggio non sar? ben fuso e facendo attenzione che le enchiladas non si secchino troppo. Vediamo infine una variante famosa: le enchiladas con pollo. Lessare due petti di pollo e tagliarli molto finemente. Tritare due cipollotti ed unirli al pollo. Condire con sale, pepe e coriandolo tritato. Riempire le tortillas con il ripieno ed arrotolarle. Coprire poi con salsa enchilada e con formaggi tipo edamer tagliato a fettine. Mettere in forno per circa venti minuti. | | TrackBack> |  |  |  |
| [05/06/2007, 13:52] | Vino dei blogger #6. Riepilogo dei partecipanti. |  | Prendo il testimone dell'iniziativa da Aristide facendo un breve compendio dell'iniziativa dedicata ai rosati. I blogger che hanno partecipato all'ultima edizione del " Vino dei Blogger#6" con un post dedicato sono i seguenti: - J. G?mez Pallar?s, De VinisCibisque
Cantina Produttori Termeno, Lagrein Ros? 2006 Qui il post. - Maria Grazia M., Soavemente...
Azienda Agricola Costadoro, Bardolino DOC Chiaretto Brut 2006 Qui il post - Angelo Peretti, InternetGourmet.it
- Le Vigne di San Pietro, CorDeRosa IGT Rosato Veneto 2006 - La Prendina, Feniletto IGT Rosato Alto Mincio 2006 - Guerrieri Rizzardi, Rosa Rosae IGT Rosato Veronese 2006 Qui l'articolo. - Elisabetta Tosi (Lizzy), VinoPigro
Le Salette, Molinara del Veneto IGT 2006 Qui il post. - Luciano Pignataro, Luciano Pignataro WineBlog
Cantine del Notaio, Rogito IGT Basilicata 2005 Qui il post. - Pierluigi Salvatore, Vini dal mondo. Sapori di tradizioni da scoprire, Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo "Pi? delle Vigne" Az. Agricola Luigi Cataldi Madonna Qui il post.
- Massimiliano Perbellini, Wineplanet.it
Commendator G.B. Burlotto, Teres Vino da Tavola Qui il post. - Marco Grossi, Imbottigliato all'Origine
Leone de Castris, Five Roses Salento IGT 2005 Qui il post. - Pier Francesco Lisi, Il vino biologico
Il Duchesco, Alcione 2006 Qui il post. - Giacinto Chirichella, Il maiale ubriaco
Luigi Maffini, Denazzano Aglianico Rosato Paestum IGT 2006 Qui il post. - Filippo Ronco, TigullioVino.it Weblog
Domaine de Terrebrune di Georges et Reynald Delille di Ollioules Bandol AOC Ros? 2005 Qui il post. - Massimiliano (Max) Cocchetti, Wino, ovvero Marketing di vino
Librandi, Cir? Rosato DOC 2006 Qui il post. - Luca Risso, TheWineBlog.net
Luca Ferraris Vineyard, Grignolino d'Asti Vigna del Casot 2006 Qui il post. - Stefano Franceschi, enofilo ospite di Aristide
Michele Cal? & Figli, Mjere Alezio Rosato DOC 2005 Qui il post. - Giampiero Nadali, Aristide
Raymond Boulard, Champagne Cuv?e Ros? ?Ros? de Saign?e? Brut Nature Qui il post. - Michele Marziani, Appunti di Viaggio
Antichi Vigneti di Cantalupo, Il Mimo Colline Novaresi DOC Nebbiolo 2002
Complimenti a tutti questi bravissimi appassionati dell'arte enologica. Appuntamento alla prossima tornata del vino dei blogger..la numero 7.
Allora cosa dire??? Buona Salute a Tutti!!! Pierluigi Salvatore.
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| [01/01/1970, 00:00] | Fate Brunello di Montalcino con sangiovese 100%? Dichiaratelo su Vino al Vino |  | | Qualcuno penser? ?a che serve un?iniziativa del genere? Figuriamoci se i produttori rispondono!?. Ebbene vi sbagliate, Franco Ziliani, giornalista autore del blog Vino al Vino, sta riscuotendo un forte interesse con la sua iniziativa; io stesso ero perplesso, ma ora devo ricredermi, ci sono produttori che hanno capito l?importanza... | | TrackBack> |  |  |  |
| [10/29/2016, 14:52] | I vini toscani |  |
Quali sono i vitigni in Toscana? La Toscana ? una zona famosa nel mondo per la sua produzione di vino, e di vini rossi in particolare con il 70% della produzione. Il vitigno principale ? il Sangiovese con le sue varianti come il Canaiolo nero ed il Ciliegiolo. I vini classificati come supertuscans hanno portato l'integrazione ad altri vitigni a bacca nera internazionali, come il Pinot Nero, il Cabernet sauvignon, il Merlot e lo Syrah. Per quanto riguarda le uve bianche, la pi? diffusa ? il Trebbiano Toscano, seguito dalla Malvasia Bianca Lunga, la Vernaccia di San Gimignano e l?Ansonica. Anche lo Chardonnay, con cui producono vini bianchi spesso maturati in Barrique, ha una buona diffusione. Zone di produzione in Toscana Il Chianti e Chianti Classico Comprende in tutto o in parte le province di: Firenze, Siena, Arezzo, Pisa, Pistoia, Prato Vi sono diverse tipologie di Chianti, sette delle quali ricadono come sottozone all?interno della Chianti DOCG e sono i Colli Aretini, i Colli Senesi, i Colli Fiorentini, le Colline Pisane, Rufina, Montalbano e Montespertoli, alla quali si aggiunge la DOCG Chianti Classico, prodotto nella zona pi? antica e tradizionale, dalla quale provengono i Chianti pi? celebri. Il Vino Nobile di Montepulciano Il Nobile di Montepulciano era noto gi? nel 1500 per la sua qualit?, ma fu negli anni '60 che si inizi? a riscoprire questo vino del territorio di Montepulciano, splendido borgo in provincia di Siena, ed inizi? un processo di recupero dell?immagine che ebbe il suo compimento nel 1980, quando al Vino Nobile di Montepulciano venne riconosciuta la certificazione di DOCG. Il Brunello di Montalcino Il Brunello di Montalcino ? sicuramente il vino Toscano pi? famoso, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Il nome deriva dal nome dell'uva Sangiovese Grosso chiamata appunto Brunello, con cui viene prodotto. Fu ad opera di Ferruccio Biondi Santi, che avvenne la rinascita di questo vino ed il relativo successo e fama internazionale. Il Brunello di Montalcino, oggi riconosciuto come DOCG, viene prodotto con Sangiovese grosso in purezza e pu? essere immesso al consumo solo dopo 5 anni dalla vendemmia (6 per la riserva), con un periodo minimo di maturazione in botte di due anni. Oggi sono circa 250 le cantine che propongono il vino Brunello per una produzione di 6,5 milioni di bottiglie. Le altre zone vinicole della Toscana La Vernaccia di San Gimignano DOCG ? un vino bianco prodotto prodotto appunto con l?omonima uva. Il Morellino di Scansano, prodotto prevalentemente con uva Sangiovese, localmente detto Morellino. Il Vin Santo, prodotto anche in altre regioni d?Italia, in Toscana ? riconosciuto come DOC nelle denominazioni del Vin Santo del Chianti, Vin Santo del Chianti Classico e Vin Santo di Montepulciano. Il Vin Santo Toscano viene prodotto con uve Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca, ma esiste anche una versione rossa da uve Sangiovese, che prende il nome di Occhio di Pernice. La Carmignano DOCG si trova in provincia di Prato e produce esclusivamente vini rossi da uve Sangiovese, Canaiolo Nero, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Cosa sono i Supertuscans? I Supertuscans, appartengono generalmente alla categoria IGT. I Supertuscans sono vini robusti e complessi prodotti in prevalenza con uve ?internazionali? quali Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Nero, alle quali in alcuni si unisce il Sangiovese.
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| [10/19/2011, 15:57] | ?A glass of Sicily? |  | ?A glass of Sicily? , il video tutto siciliano che sta facendo il giro del web, ci invoglia a scoprire cosa vuol dire assaporare un bicchiere di Sicilia. Il video, infatti, sotto forma di un ?manuale d?uso emozionale?, ci mostra le diverse fasi che precedono la degustazione di un bicchiere di vino attraverso suggestive immagini e metafore, in un incantevole alternarsi di forme e cromatismi, profumi e sapori, suoni e sensazioni. Firmato Tasca D?Almerita, storica azienda vinicola siciliana, e realizzato dalla viral media company Mosaicoon, rappresenta l'isola come un vero e proprio continente al centro del Mediterraneo: un territorio dotato di un immenso patrimonio artistico, paesaggistico e culturale, in un perfetto connubio tra uomo e natura. Una descrizione approfondita e, al tempo stesso, sorprendente della Sicilia, che scorre attraverso i suoi luoghi e personaggi pi? caratteristici frutto di questo profondo intrecciarsi di arte, cultura, tradizione e natura, che da sempre contraddistingue l?isola. In questo video il messaggio ? che non si tratta semplicemente di un vino siciliano, ma un di vino fatto di Sicilia. | | TrackBack> |  |  |  |
| [05/26/2014, 22:42] | Principi d?accoglienza a Tenuta di Fessina |  | | _Con la nostra Debora, l?amico Luigi Parrinello e il suo splendido gruppo in visita a Fessina. Paolo Trimarchi ph._ Poich? la qualit? intima di un vino dipende dalla personalit? di chi lo ha prodotto, per noi ? determinante che a condurre i wine-tour in azienda sia il produttore o chi vive l?azienda in prima persona giornalmente. E? l?emozione che fa la differenza oggi, non pi? solo la destinazione. E questa emozione la donano la cura dei particolari, la capacit? di coinvolgimento, l?espressione della nostra identit?, unica ed irripetibile come lo sono le singole persone. Spesso l?assuefazione percettiva ci induce a perdere a poco a poco lo ?sguardo altro? sulle nostre meraviglie, in mezzo alle quali viviamo quotidianamente: questo occhio vivo e vivace possiamo recuperarlo attraverso una comunicazione fortemente personale e la condivisione di ci? che gli altri dicono di noi. Una rete circolare, sviluppata soprattutto on line ? con la pubblicazione dei video delle nostre visite e degustazioni in azienda ? che permetta a chiunque di accedere al valore di un?esperienza. L?impegno nel mondo dell?enoturismo ? oggi anche quello mirato a creare un marketing dei servizi per costruire proposte sempre pi? articolate e personalizzabili, per nicchie di mercato alla ricerca di un valore aggiunto, la valorizzazione dell?intera filiera aziendale, di cui comunichiamo costantemente storia, stile e filosofia di lavoro. Cerchiamo di far partecipare in prima persona al ?rito del vino? i nostri ospiti con proposte quanto pi? possibile differenziate, che esprimano tutte le sfaccettature di Tenuta di Fessina. ?La nobilt? del vino ? proprio questa: che non ? mai un oggetto staccato e astratto, che possa essere giudicato bevendo un bicchiere, o due o tre, di una bottiglia che viene da un luogo dove non siamo mai stati. Che cosa ci dice l?odorato, e il palato, quando sorseggiamo un vino prodotto in un luogo, in un paesaggio che non abbiamo mai visto, da una terra in cui non abbiamo mai affondato il piede, e da gente che non abbiamo mai guardato negli occhi, e alla quale non abbiamo mai stretto la mano? Poco, molto poco?. (Da vino al vino di Mario Soldati) | | TrackBack> |  |  |  |
| [01/01/1970, 00:00] | Youssou N'Dour: la musica nel sangue |  | | Il primo ottobre di 49 anni fa nasce a Dakar Youssou N'Dour, in Senegal, un Paese al quale ? sempre stato profondamente legato, tanto da spingerlo a fare un percorso di vita e musicale assai diverso dalla maggior parte degli altri musicisti connazionali. Qui non sono mancati mai, purtroppo, tutti i problemi che assillano non pochi popoli africani, come la siccit?, le enormi difficolt? economiche, l'apartheid, la schiavit?, l'emigrazione, l'Aids.Fin da bambino era straordinariamente portato per la musica, tanto da essere diventata parte naturale della sua esistenza. Discendente da parte di madre di un'antica famiglia di "griots", poeti e cantori che hanno lo scopo di conservare e diffondere la tradizione orale degli antenati, ma anche il ruolo di interpreti e ambasciatori della propria cultura, Youssou ? diventato con il tempo una figura di spicco non solo in campo musicale, ma per il suo impegno nelle lotte sociali per il popolo senegalese e africano.Musicalmente ? un autentico trascinatore, il suo stile si ? evoluto negli anni fondendo ritmi africani al pop e alla musica caraibica; voce straordinaria e di ampissima estensione, riesce ad incantare con il suo entusiasmo e la sua profondit? espressiva, sia nella lingua originale, il wolof, che in francese e inglese. Vanta collaborazioni con musicisti del calibro di Peter Gabriel, Paul Simon, Sting, Nene Cherry, Johnny Dollar. Il 1994 segna la sua consacrazione come artista grazie al bellissimo album The Guide (Wommat), contenente il singolo 7 Seconds cantato con Nene Cherry, che vende quasi 2 milioni di copie e con cui viene nominato ai Grammy Awards nella sezione World Music.La sua discografia vanta numerose pietre miliari, fra cui amo ricordare lo splendido Egypt del 2004. Bellissimo anche il suo ultimo lavoro, Rokku mi Rokka (Give and Take), del quale ha presentato numerosi brani sabato sera alla Cavea dell'Auditorium di Roma.Una serata straordinaria, anche per la mumerosa presenza di senegalesi e africani fra il pubblico, che hanno ballato e coinvolto anche i pi? pigri e restii "uomini bianchi". La straordinaria umanit? e sensibilit? di questo musicista lo pone sul gradino pi? alto della comunicazione, al di l? di mode e commercializzazioni, il suo contributo all'Africa ? un elemento prezioso che va ben oltre la semplice diffusione di un linguaggio musicale, toccando temi fondamentali che fanno riflettere e mettono in discussione il nostro sistema sociopolitico sin nelle sue pi? profonde contraddizioni. | | TrackBack> |  |  |  |
| [03/02/2013, 09:00] | Chardonnay Toscana IGT 2010 Capannelle |  | Difficile parlare di uno Chardonnay toscano importante e costoso come questo senza farsi influenzare dalla retorica del momento che vede variet? come questa, perdipi? affinate in legno, come il male assoluto. Se invece si riesce a bere senza paraocchi ? un vero godimento fatto di note tropicali agrumate e di frutta gialla piene decise ma mai surmature il tutto bilanciato sia al naso che al palato da note sapide, minerali e ferrose classiche del territorio chiantigiano. Un vino completo, equlibrato e bevibilissimo che si trova a suo agio su tante preparazioni e salumi. Da noi ? un must sulla ribollita profumata e intensa di stagione ma anche su carne bianca al forno sa dir la sua eccome. | | TrackBack> |  |  |  |
| [09/09/2008, 04:05] | My week in review |  | | Strappo's had a hell of a week. May I vent? Posso sfogarmi? (It means "may I vent"). 1. He went out to dinner 26 times. He enjoyed one. 2. He vowed to drink less. He has, a tad. His life is not redeemed regardless. 3. He came down with shingles. I believe this is the modern name for one of the afflictions with which Yahweh smote Job. Well forgive him for being a Gay-American for Obama. Job is the one on the ground being covered in angelic effluents . .... | | TrackBack> |  |  |  |
| [04/22/2008, 00:02] | Bilancio dei risultati VinoClic dopo un anno di attivit |  | Dopo solo un anno finalmente vi presento Marco, l'uomo dei conti VinoClic. Intelligente, simpatico, colto, viaggiatore, in una parola "smart", Marco ? un'aspirante - manca poco - pezzo grosso di un'importante multinazionale dell'informatica, uno che lo chiami e potrebbe risponderti da Roma, da Londra o da New York ma che il sabato sera si rifugia volentieri a casa del sottoscritto per stappare insieme una buona bottiglia. Il classico ragazzo da sposare, nonch? caro amico fin dai tempi del liceo che ha deciso fin dall'inizio di affiancarmi in questa avventura chiamata VinoClic, per tutto quello che concerne la parte finanziaria nella quale - me lo spieg? alle superiori la mia insegnante di matematica - ? bene io mi tenga il pi? alla larga possibile. Un anno di VinoClic "Filippo mi aveva chiesto di scrivere questo post al termine dello scorso anno. Ho preferito aspettare per commentare con voi i risultati del network in maniera obiettiva e, come si fa nelle aziende serie (quelle che non vogliono illudere nessuno ma solo parlare chiaro ed in maniera trasparente), farlo confrontando dati omogenei. Ed ? per questo che sono molto contento di condividere con voi il grande (ma non insperato) successo che VinoClic sta riscuotendo. Ognuno di voi avr? sicuramente notato che nel corso del 2007 i guadagni sono cresciuti in maniera costante, trimestre dopo trimestre; ed alla fine il risultato dell'anno ? stato sicuramente importante per questa idea imprenditoriale nata nell'estate del 2006 e sviluppatasi rapidamente. Certamente il confronto con il quarto trimestre 2007 ? improbo, ma come tutti sappiamo, i budget di spesa per l'anno corrente vengono rilasciati sempre dopo la met? di Febbraio e questo rallenta le operazioni del primo trimestre. Da qui la necessit? di confrontare mele con mele: nel primo trimestre 2008 Vinoclic ? cresciuto del 77% rispetto allo stesso periodo del 2007. E' cresciuto mantenendo invariati i prezzi minimi di vendita e spostando il mix di prodotto verso la vendita ad impression (sicuramente pi? redditizie in termini di occupancy del banner). E' cresciuto in un mercato web italiano che continua a stentare restando sotto il dominio dei network generalisti. E il secondo trimestre 2008 si prevede ancora meglio...ma di questo parleremo a Luglio..." [Foto : Heykidscomic.com] | | TrackBack> |  |  |  |
| [01/01/1970, 00:00] | Blog chiuso |  | | Questo blog ha chiuso definitivamente il 20 novembre 2007. Tutti i post pubblicati fino a quel giorno rimangono on line.... | | TrackBack> |  |  |  |
| [05/30/2014, 15:13] | Press Tour Sicilia en Primeur 2014 a Tenuta di Fessina. La grande bellezza dell?Italia del vino |  | | Reduci dall?edizione 2014 di Sicilia en Primeur, svoltasi quest?anno nella suggestiva Isola di Vulcano e che ha portato anche a Tenuta di Fessina i pi? importanti giornalisti del mondo del vino, ecco i dieci motivi per cui amare la Sicilia. ?I 10 motivi perch? la Sicilia Mi piace: Che la Sicilia, un ?continente?, per le sue tante ?anime?, le sue storie antiche e la continua voglia di innovare, le realt? consolidate e quelle emergenti, dove vecchie e nuove generazioni ancora convivono, con tutti i suoi pregi e contraddizioni, sia una delle Regioni rampanti del vino italiano, i cui nettari sono sempre pi? apprezzati in tutto il mondo, ? ormai un fatto. Una nuova ed ultima conferma, ma solo in ordine di tempo perch? di certo altre ce ne saranno, ? arrivata quando, freschi di entusiasmo per il trionfo agli Oscar del capolavoro di Paolo Sorrentino ?La grande bellezza?, e dell?Italia in generale, WineNews ha pensato subito al vino italiano, al successo che ha nel mondo, e a quale fosse la sua ?grande bellezza?. E lo ha chiesto, di recente, alle firme pi? prestigiose della stampa enoica internazionale (da The Wine Advocate a Wine Enthusiast, da JancisRobinson.com a Master of Wine e famosi wine writer ?). Il risultato? La Sicilia ? una delle Regioni del vino italiano che, con Toscana e Piemonte, racconta meglio ?La grande bellezza? dell?Italia del vino. Ma non ? questo l?unico motivo, per cui quest?isola affascinante, complicata e divertente, mi piace. 1 ? Perch? guardando nel passato, vede sempre il suo futuro, in un ?laboratorio? di soggetti privati e pubblici, studiosi ed importanti universit?, in cui si riscoprono antichi vitigni e si fanno rinascere con successo interi territori. 2 ? Per la contaminazione che si riflette anche nei vini, tra autoctoni e internazionali che nel ?continente siciliano (con le sue isole)? si incontrano per la gioia di chi ama i grandi vini. 3 ? Per la stratificazione storica, dalla colonie greche all?abusivismo edilizio, passando per Bizantini, Arabi, Normanni, spagnoli, francesi ? 4 ? Perch? le ?grandi? cantine si alleano con le pi? piccole, grazie ad aziende ?pioniere? che hanno fatto e fanno ancora oggi da apripista a tante altre realt?, non solo del vino, diventate di eccellenza. 5 ? Per le tavolate con i prodotti che si prendono dal campo e si portano direttamente in tavola, preparati sul momento, dai pomodori ai capperi, dai pistacchi alle nocciole, ma anche per i ?trionfi? di crudit? e dolci siciliani. 7 ? Perch? vecchie e nuove generazioni fanno ancora le cose insieme, e i pi? anziani non si tirano mai indietro, ma anzi sostengono, le idee che partono da figli e nipoti (dall?attenzione alla sostenibilit? al mondo della rete, solo per fare un esempio). 8 ? Perch? c?? il feudo antico ma anche il resort pi? moderno, conservati, restaurati, in entrambi i casi alla base del rilancio, insieme a molto altro, della Sicilia come una delle mete turistiche pi? importanti al mondo. 9 ? Perch? ci sono il mare ed il vulcano, sintesi estrema delle tante anime di questo ?continente?, meglio ancora, dal punto di vista enologico, di quelle nuove, capaci in poco tempo di raggiungere un grande successo. 10 ? Perch? senza i suoi ?mali? che, purtroppo, l?affliggono non sarebbe la Sicilia che ?Mi piace? raccontare. (Credit Alessandro Regoli, direttore WineNews) | | TrackBack> |  |  |  |
| [09/18/2008, 20:11] | Gli Amaroni Di San Briccio, impressioni di settembre |  | Come promesso nel mio precedente articolo in cui annunciavo l’evento degli Amaroni a Coppie di San Briccio, ecco le mie impressioni di questa mitica degustazione fatta in una caldissima giornata di inizio settembre. Nella splendida cornice di Villa Verit?-Fraccaroli a Lavagno (VR), si ? svolta questa splendida verticale di Amaroni prodotti da quattro aziende di San Briccio, in annate che partivano dal 2004 per arrivare al 1997. San Briccio, paese posto nella Valle di Mezzane, fa parte di quella zona vinicola detta, con una bruttissima parola “Valpolicella Allargata”. Per spiegare questa brutta parola torniamo alla recente storia della Valpolicella e del suo vino pi? famoso: l’Amarone, per l’appunto. Tanto si ? discusso sulla nascita dell’Amarone, soprattutto a livello di date, visto che ormai ? assodato che ? nato da un’evoluzione di quello che ? sempre stato (e sempre sar? per molti appassionati, tra cui il sottoscritto) il Re dei Vini della Valpolcella, Sua Maest? il Recioto, ovvero il vino dolce ottenuto vinificando le uve rosse appassite tipiche della Valpolicella, dolcezza ottenuta bloccandone la fermentazione per ottenere un buon residuo zuccherino: dolcezza che, completando la fermentazione ed esaurendo tutti gli zuccheri, sparir? e come risultato otterremo l’Amarone. Solo che il “Recioto Evoluto”, nominato in un editto del ‘700 citato dal padrone di casa, Sig. Fraccaroli, ha s? storia antica, ma solo recente notoriet?: si parla di Amarone, anzi, di Recioto tipo Amarone, solo dai primi anni ‘60, e il successivo successo di pubblico degli ultimi anni, ne ha fatto diventare uno dei quattro vini pi? famosi dell’Italia enologica, assieme alle tre B, ovvero Barbaresco, Barolo e Brunello. Tale successo, per motivi, diciamo “politici”, ha “costretto” ad allargare, megli anni ‘90, la zona di produzione della Valpolicella e dell’Amarone anche alle valli all’Est della zona storica o Classica: la Valpantena e le valli di Mezzane ed Illasi. Qui le uve tipiche della Valpolicella sono da sempre coltivate, ma il bello ? che quella che doveva essere solo una “zona politica”, alla fine si ? rivelata una vera e propria miniera di Cru ed ottime piccole cantine: da Cenerentola la Zona Est (ormai guai a chiamarla Allargata, vi guarderanno male come quando date dello Spumante al Franciacorta..) ormai esprime dei veri e propri riferimenti nel campo degli Amaroni. Le caratteristiche marne e rocce basaltiche della Zona Est, assieme alla pratica di tecniche di coltivazione viticole diverse dalla classica Pergola Veronese, stanno esprimendo riferimenti assoluti nel campo dell’Amarone. Due di questi riferimenti li abbiamo degutati ad Amarone a Coppie, e senza dubbio alcuno sia Roccolo Grassi che la Tenuta Sant’Antonio (il sito) lo sono diventati, e nonostante siano di storia recente, nella realt? sono le nuove forze di due aziende storiche della zona. Poi erano in degustazione l’azienda Grotta del Ninfeo (il sito), altra storica azienda, che per? si ? affacciata nel mondo dell’Amarone solo da poco, ovvero il primo millesimo in commercio ? stato il 2002, e infine Ernesto Ruffo (il sito), che si definisce l’Artigiano del Vino, ma qualcuno pi? che un’ artigiano lo ha paragonato ad un artista del calibro di Benvenuto Cellini, comunque un viticoltore per passione. Veniamo alla fredda cronaca delle mie brevi impressioni di degustazione: Amarone della Valpolicella DOC 2004 Grotta del Ninfeo Al naso principalmente la marasca e varie spezie come pepe verde e cannella, e anche una leggera liquirizia. Discreta acidit?, tannini rotondi ma non molto lungo, manca in bocca quanto promesso al naso, ma si presenta comunque elegante e beverino. Essendo giovane ? ancora slegato, ma rispetto alle precedenti degustazioni di qualche mese f?, col tempo ? migliorato e ancora migliorer?. Amarone della Valpolicella DOC 2003 Roccolo Grassi Al naso ciliegia matura, speziatura, tabacco e mineralit?.In bocca buona acidit?, la mineralit? si ripresenta, buona alcolicit?, e alcune aromaticit? da legno un pelo invadenti per i miei gusti, ma che a molti risultaranno perfette. Da un annata difficile come il ‘03 si viene colpiti dalla sua freschezza: allo stato attuale non ? Amarone da meditazione, ma pi? da abbinamento, e ci? sia considerato un complimento. Amarone della Valpolicella DOC 2002 Grotta del Ninfeo Al naso sia marasca che ciliegia, spezie, pepe e leggero tabacco. Buona acidit? e mineralit?, liquirizia e alcol leggermente prevalente, ma rotondo e beverino. Nell’altra annata difficile degli anni 2000, la zona est ha comunque dato buoni risultati, ? questo il primo Amarone messo in commercio dall’Azienda. Amarone della Valpolicella DOC 2001 Ernesto Ruffo Vinoso, ciliegia fresca, leggero tabacco e spezie come pepe bianco e chiodo di garofano, minerali. Buona acidit?, tannino elevato ma da uva e non da legno, vinoso anche in bocca e soprattutto buono e beverino e con ancora molta molta vita davanti, in cui non potr? che affinarsi e migliorare. Amarone della Valpolicella DOC 2000 Campo dei Gigli Tenuta Sant’Antonio Minerale e quasi leggermente floreale e salino, mentolato e marasca. Buona acidit? e mineralit?, ancora fresco e addirittura leggermente slegato, nel senso che ? ancora fin troppo giovane. Amarone della Valpolicella DOC 1999 Campo dei Gigli Tenuta Sant’Antonio Le caratteristiche del fratellino del 2000 le ritrovo tutte, ma ? leggermente pi? acido, minerale e tannico: in parole povere lo diresti addirittuta pi? giovane. Amarone della Valpolicella DOC 1998 Roccolo Grassi Subito balsamico al naso, confettura di prugne, leggera speziatura, tabacco e liquirizia. In bocca buona acidit?, rotondo, tannini morbidi e non si sente quasi l’alcool, liquirizia e cacao e ottima bevibilit?: da meditazione. Amarone della Valpolicella DOC 1997 Ernesto Ruffo Che spettacolo: al naso menta, china, agrumi canditi, erbe officinali. In bocca china, erbe officinali, rotondo, caldo e non dimostra affatto i suoi 17 gradi alcolici: ad ogni riassaggio spunta qualcosa di nuovo. Mai mi sarei aspettato una simile evoluzione, con sentori balsamici quasi da Barolo Chinato: il Ruffo ha detto che questo Amarone gli ? costato molto tempo, nel senso che lo ha dovuto affinare in botte e in vasca fino al 2004 per fargli perdere un residuo zuccherino che non voleva andarsene e finalmente imbottigliarlo! Per quanto mi riguarda su questo Amarone tarer? le mie papille per i futuri assaggi. Quali sono le mie impressioni di Settembre? Che l’Amarone deve affinare, ancora affinare e solo affinare, alla faccia di quelli che i vini li vogliono giovani: la mia esperienza di Amaroni ? poca cosa, prima di questa verticale ero arrivato ad assaggiare il 2000 e in cantina ho un ‘98, e a sentire tutti i produttori presenti, l’Amarone ha un affinamento nel tempo diverso dagli altri grandi vini rossi: mediamente questi dopo anni raggiungono il loro apice, e subito dopo una costante decadenza, mentre l’Amarone il suo apice lo pu? mantenere per moltissimi anni, il problema rimane sempre il scoprire quando, ma lo imparer?. Per un commento agli Amaroni di San Briccio posso solo dire che sono lunghi, ovvero hanno bisogno di un lungo affinamento, sinonimo di lunga vita, vedi il caso del Campo dei Gigli, che infatti ? difficile da capire per chi non cerca la longevit? in un vino: ma lo stesso vale anche per gli altri. Quindi, cari amici, se comprate un Amarone, abbiate il coraggio di tenerlo in cantina, non ve ne pentirete e ringrazierete Dio Bacco. Max Pigiamino Perbellini | | TrackBack> |  |  |  |
| [06/16/2008, 12:34] | Sangria |  | La sangria ? una bevanda alcolica a base di vino e frutta di origine spagnola e portoghese. Inoltre, va servita fredda. Per il resto, non esiste una ricetta unica. La sangria ? un drink che viene fatto molto con l’ispirazione, mettendo un po’ di questo e un po’ di quello. Una versione base (che quindi lascia ampio spazio all’improvvisazione) pu? essere quella che segue. Ingredienti: - 1 bottiglia di vino rosso (di qualit?, se volete una sangria all’altezza delle aspettative!) - 2 arance - 2 limoni - 2 pesche - 1 cucchiaino di zucchero - soda (o gassosa), circa 25 cl Procedimento: spremete una arancia ed un limone e versate il succo in una grossa coppa o un’ampia caraffa. Tagliate invece a fettine sottili l’altra arancia e l’altro limone. Mettete anche queste fettine nella coppa. Tagliate le pesche a pezzetti e mettete anche questi nella coppa. Versate anche il vino e aggiungete lo zucchero. A questo punto, mescolate un po’ il tutto e mettete in frigo per diverse ore (la sangria deve essere fredda!). Prima di servire, aggiungete la soda e del ghiaccio. Come detto, questa ? una versione base (molto base) della sangria. Spesso nella sangria si trovano anche altri ingredienti, come chiodi di garofano, cannella, vaniglia, qualche superalcolico (gin, cointreau, rhum, brandy, vodka, etc…), altra frutta (mele, pere, etc.). Inoltre, in alcune zone della Spagna esiste anche una versione fatta con vino bianco anzich? rosso e prende il nome di sangria blanca. Non esistendo una ricetta ufficiale, ? chiaro che un ingrediente chiave diventa l’ispirazione del momento. L’unica cosa davvero importante da tenere a mente ? che tutti gli ingredienti (a partire dal vino, ovviamente) devono essere di qualit?. Con questo non dico che vada usato del Barolo, ovviamente. Per? evitate vini da 1€ al litro, ecco In particolare, vi consiglio un rosso abbastanza corposo: aglianico, cannonau, primitivo, etc. | | TrackBack> |  |  |  |
| [07/14/2008, 08:27] | Sovversivi del gusto: tutto perfetto, mancavano solo bagoss e risotto |  | Che dire, mancavano solo il mitico bagoss e magari un bel risotto, fatto ovviamente con un riso ?corsaro?, un supremo Carnaroli che resta eccellente e straordinario anche se il suo produttore ? umanamente un po? complicato, per rendere perfetto al 100% anche se lo ? stato al 99, il terzo raduno dei Sovversivi del gusto, che si ? svolto ieri, con grande successo, presso quel bellissimo posto che ? l?agriturismo Trevisani in quel di Soprazocco di Gavardo, un balcone naturale (vedi foto di apertura: accontentatevi, non sono mica quelli di quel fenomeno di Marco Salzotto,? supremo fotografo ufficiale dei Sdg) dove si gode una vista sul lago mozzafiato. Giornata bellissima, con un caldo giusto, ma non soffocante (e una simpatica pioggerellina rinfrescante di breve durata) sotto il tendone vagamente circense che accoglieva le postazioni dei gustosi sovversivi accorsi all?appello: artigiani alimentari (virtuosi del formaggio, delle norcinerie, delle confetture, dei mieli), sopraffini oliandoli, cultori dell?aceto balsamico, ma anche fior di piccoli produttori, di quelli talmente piccoli che a cercarli sulle varie guide (che questi piccoli solitamente ignorano, troppo impegnate a blandire i soliti potenti) non ne trovereste traccia, ma che invece costituiscano un?altra bella idea del vino. Una ricchezza d?espressione, una purezza, una genuinit? e un entusiasmo che in tante aziende collaudate non esiste pi?. Cosa ha abbondantemente giustificato il fatto che ieri sia stato, come tanti altri, al raduno? Una qualit? umana, innanzitutto, dell?evento, una dimensione, colloquiale, simpatica, autoironica, divertente e divertita, dove si degustava, si assaggiava, si mangiava, si provavano cose ma sempre non dimenticandosi mai che si trattava di vino, di oli, di salumi e formaggi, non della formula magica che salver? l?umanit?, e che eravamo l? per il piacere, di pancia e non solo di testa, di mangiare, bere e poi parlarne in allegria. Detto questo, valeva gi? la pena arrivare in quel di Gavardo e ritrovare vecchi amici che non vedevo da tempo come il giornalista, scrittore e blogger Michele Marziani, alias Appunti di viaggio, Lino Cantaluppi da Como, grand gourmet e un cuore grande cos?, Emilia e Giorgio del Segreto di Milia a Savigliano, Giovanni Arcari, intelligente promoter di piccole cantine brescian-franciacortine come Colline della Stella e Cantrina e appassionato di vini gardesani. Poi ho potuto conoscere di persona (sinora ci eravamo parlati solo al telefono) Tommaso Farina, che non chiamer? pi?, ? impossibile, Farina jr, al quale ho simpaticamente intimato di levarsi la cravatta quand?? arrivato azzimato e elegante come se fossimo ad un matrimonio, e sigillata pubblicamente la pax, dopo le nostre beghe di qualche mese fa, con Adriano Liloni, tornato saldamente, se mai qualche minus habens avesse mai pensato di scalzarlo da questo ruolo che tutti quelli che hanno buon senso e buon gusto gli riconoscono, ho potuto dedicarmi all?incontro, spontaneo, festoso, con Sovversivi del gusto di cui conoscevo gi? la bravura e altri scoperti nell?occasione. Come sempre all?altezza, chiantigiano e schietto quanto basta, il Salvino 2005 di un Filippo Cintolesi trovato in gran forma e sereno, e assolutamente rivelatorio il suo olio extravergine, con un 2004 (oh yes, un olio di quattro anni) incredibile per freschezza, rotondit? e dolcezza, avvicinato da un altro olio, stupendo per solarit? ed equilibrio, come quello proposto da un vecchio amico, Giulio Cantatore dell?Enoteca L?Angolo di Vino di Ruvo di Puglia. Buono come sempre e senza nulla da invidiare ad un Soave togato la Garganega Camporengo proposta da quella bravissima produttrice e donna di classe che ? Matilde Poggi delle Fraghe, con tanto di moderno e ragionato tappo a vite, intrigante, beverino, sapido, nervoso, molto articolato al gusto il Franciacorta Brut, secco e deciso, delle Cantine Donna Lucia di Clusane, sorprendente per essenzialit?, sapido, elegante, con un bel tannino ben rilevato il Nero d?Avola della Masseria del Feudo, pi? che piacevoli, direi molto ben fatti e intriganti, schietti, assolutamente beverini l?Altea bianco della cantina sarda Altea Illotto ed il Morellino di Scansano (Cabernet free!) dei Botri di Ghiaccioforte, entrambi proposti da quella particolare selezione di piccole aziende di qualit? che ? la Sorgente del Vino. Una sorpresa assoluta, beccato ad un banco d?assaggio, dove era presente Filippo Filippi con la complicit? di un?amica, Paola Giagulli, addetta comunicazione del Monte Veronese, ma grande appassionata di vini veronesi e non, il Colli Scaligeri Vigna della Br? 2006 della Cantina Filippi di Castelcerino (uno dei grandi cru del Soave), di cui credo che parler? presto, dopo aver regolarmente visitato ? nonch? assaggiato gli altri vini ? l?azienda. Un vino di grande personalit?, mineralit?, nerbo, uve provenienti da vigneti posti su terreni calcarei e vulcanici, pieno, compatto, pieno di sapore, eppure di grande equilibrio e piacevolezza. Il tempo non mi ha consentito di assaggiare i vini di Elena Parona, alias La Basia, di Puegnago sul Garda, ma parlare con lei e con i suoi figli d? sempre l?idea di trovarsi di fronte a persone perbene e solo en passant ho ritrovato buono, come l?avevo gi? giudicato, e quanto mai adatto alla cucina bresciana (spiedo e grigliate), il Marzemino gardesano di Emilio Di Martino. Altri incontri mi hanno poi entusiasmato sotto il tendone, quello con Daniele Segala, animatore della Fucina dei Sapori, enoteca, formaggeria, salumeria di Prevalle nell?entroterra di Sal?, barbetta bionda occhi chiari come il mare, e una filosofia, quello dello scopritore, dell?affinatore di formaggi (da urlo una sua cremosissima gorgonzola novarese che ha stupito anche Marziani, che del novarese e dintorni sa tutto) dell?ambasciatore di cose buone, del divulgatore, non pedante, ma appassionato, attento, dalla parte del cliente, considerato come un amico da non tradire, che mi ha colpito. E mi indurr? ad andarlo presto a trovare, per una lunga chiacchierata e tanti assaggi. Infine, anche se di tanti altri personaggi incontrati o solo sfiorati, Francesco Travaglini, ovvero supremo olio e pecorino molisano raccontati, insieme a tante altre cose, sul blog Parco dei buoi, Flavio Calabria, grande norcino della Valtenesi in quel di Muscoline, con salumi come sempre all?altezza, saporiti ma non salati, Lionello Esti dell?Acetaia Terre del Tuono vicino a Reggio Emilia, i padroni di casa, i fratelli Trevisani, posso solo accennare per sommi capi, non posso che concludere con l?incontro che pi? mi ha emozionato. Emozionato per i vini, che hanno una purezza, una verit?, una forza che mi hanno lasciato senza parole, soprattutto lo splendente, gioioso, succoso Montepulciano Cerasuolo 2007, corallo cerasuolo salmone splendido, naso compatto e fragrante profumato di piccoli frutti rossi, polputo, vivo, rotondo, croccante, goloso, e poi il Montepulciano d?Abruzzo 2005, ovvero tutto quello che vorreste chiedere ? e vi verr? dato ? ad un Montepulciano, ed il Lama bianca 2007, e ancora quel Trebbiano 2005 cui ho gi? accennato qui. Tutti vini che chiunque abbia assaggiato e confesso di essermi adoperato perch? fossero in molti ad assaggiarli, ha trovato di un nitore, di una piacevolezza, di una personalit? rara. Ma emozionato, soprattutto, per l?incontro con quella vignaiola autentica e ragazza dolcissima, timida e schiva che ? Cristiana Galasso, alias Feudo d?Ugni, una di quelle persone che con le sue poche parole, i suoi silenzi, la sua tenerezza (e sono complimenti di cui sono stato felice di rendere partecipe la mamma di Cristiana ed un amico abruzzese che l?accompagnava, aiutante in vigna e cantina), il suo testardo rigore e la voglia di fare bene, anche se i numeri sono piccolissimi e l?avventura nel mondo del vino ? solo all?inizio, riconciliano con il vivere e non solo con questo strano mestiere di cronista. Guardare questa giovane ragazza, quasi confusa dalle attenzioni e dai complimenti dei tanti che le dicevano brava e manifestavano pieno consenso e sorpresa per il suo operare enoico, e poi assaggiarne contestualmente i vini, ? stata la riprova che c?? ancora salvezza in questo mondo del vino furbetto, taroccatore, opportunista, se le idee cardine sono ancora il lavoro, il rispetto della terra e della vigna, l?umanit? ed un pizzico di poesia e di sogno in chi vi opera. Meravigliosa esperienza, di quelle che ti fanno bene dentro, al cuore e ti fanno tornare a casa, a sera, felice e pi? leggero, persuaso, una volta di pi?, che gli assenti, chi non ha voluto, per motivi vari, pi? o meno reali o capziosi, partecipare a questa festa, che festa vera ? stata, abbia sbagliato, perch? non ? assolutamente vero che ? gli assenti hann sempre ragione?. Hanno torto e non sanno cosa si sono persi? | | TrackBack> |  |  |  |
| [05/25/2014, 22:16] | Si pu? guarire! |  | | Il vino apre in pressoch? tutti gli uomini un?ironica allegria e vivacizza la creativit? e l?intelligenza, cos? che, ogni volta che mi capita di incontrare un astemio, lo guardo negli occhi e cerco di consolarlo: ?Da ogni malattia si pu? guarire!?. (Gino Veronelli) | | TrackBack> |  |  |  |
| [01/01/1970, 00:00] | Mercato San severino, 29-30 novembre. Grappa che passione |  | | Campania Acquaviti si mostra al pubblico con “Grappa, che passione!” Una due giorni per accogliere esperti ed appassionati Sarà il distillato italiano per antonomasia ad essere il protagonista del prossimo week-end. Sabato 29 novembre e domenica 30 novembre dalle ore 11 alle ore 17, difatti, Campania Acquaviti apre al pubblico la distilleria e lo show room “Quindiciuomini”. Si potranno così scoprire i segreti della raffinazione ed i piaceri ... | | TrackBack> |  |  |  |
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