Iniziamo con due puntualizzazioni (che puzzano di scusa...). La prima ? che questo blog potrebbe cambiare... denominazione. Da Imbottigliato all'Origine a Vino dei Blogger Blog. Per vari motivi (soprattutto di lavoro ma anche di pigrizia, sono io il vero Vinopigro!) lo aggiorno molto di rado, praticamente solo quando esce il VdB. Chiedo venia, in questo momento trovo pi? rapido (per il poco tempo che ho) farneticare su un paio di forum. La seconda ? che non ho fatto un volo di fantasia nello scegliere il mio rosato. Sono andato sul sicuro degustando per voi quello che ?, di fatto, la storia dei rosati Italiani: il Five Roses di Leone de Castris, nel millesimo '05. Cosa mi ha fatto scegliere questo vino? Prima di tutto la regione di provenienza, la Puglia, culla insieme alla Calabria dei migliori ros? sulla piazza (ok, anche i Cerasuoli abruzzesi non sono male!). In seconda battuta il ruolo che questo vino ha nella tipologia. Prima annata di produzione, il 1943, quando in Italia per la maggior parte della popolazione era difficile bere qualcosa di diverso dall'acqua (si era in piena guerra). Curiosa la storia del nome anglofono: deriva dalla contrada Cinque Rose, a Salice Salentino, chiamata cos? perch? ogni de Castris per generazioni aveva avuto cinque figli, appunto cinque rose. Il generale Charles Poletti, che era il responsabile degli approvigionamenti per le forze alleate, sul finire della guerra si innamor? di questo vino, e chiese all'azienda un grosso numero di bottiglie. Ma il nome cos? "italiano" non andava bene, e lo cambi? in Five Roses. Ecco spiegata l'origine del nome, primo caso di globalizzazione casus belli. Poi venne anche Were dreams, now it is just wine, ma questa ? un altra storia...
Venendo al vino, finalmente, ci si trova davanti a un buon prodotto. 90% Negroamaro con un saldo di Malvasia Nera, una decina di ore di macerazione pellicolare per ottenere il suo colore caratteristico. Un cerasuolo bellissimo, molto intenso, brillante e accattivante. Al naso la fragola, i lamponi e in generale i piccoli frutti rossi ci danno dentro alla grande, inseguiti da belle nuance di rosa canina. Naso piacevole e complesso, nulla da dire. In bocca il vino ha corpo, i tannini leggeri ma presenti, la bocca si riempie per bene facendo capire che dietro c'? un vitigno importante e molto buon lavoro. Peccato per il finale, che ? a mio avviso un po' amaro e non lunghissimo, ma di pi? non si pu? pretendere proprio. Diciamo che gli 80 punti se li porta via in scioltezza. E devo confessare che ho peccato, molto. Dopo averlo assaggiato a 13 gradi, l'ho ficcato in frigo e me lo sono sparato a 7. Una vera goduria!
Mister Padania ? un simpatico ed innocuo appellativo con il quale indico Luigi Moncalvo, detto Gigi, che della Padania, intesa come giornale quotidiano, fu direttore. Bene, il signore in questione mi avrebbe querelato. Uso il condizionale per cautela, perch?...
Di Argiolas ho avuto modo e piacere di parlare in altre sedi e momenti. Rammento il Korem che ho premiato tra i dieci rossi pi? emozionanti di questo 2008. Va da s? che per parlare di vino si deve instaurare un momento empatico particolare, dove tempo e spazio, per un istante, si fermano. Costera ? un Cannonau di Sardegna D.O.C che proviene da vigneti di propriet? nella Costera di Siurgus Donigola, zona di Sarais e di Angialis a 220 metri s.l.m. Uvaggio: Cannonau per circa il 92% con modeste percentuali di Carignano, Muristellu e Pascale. Il Costera si presente di un classico rosso rubino, il profumo ? quello tipico del Cannonau. Leggermente fruttato con note vegetali appena in rilievo e dal sapore pieno, rotondo, avvolgente. Consiglio di abbinare il Costera a carni di selvaggina o a formaggi piccanti. Servitelo a 22? per godere di una degustazione indimenticabile. [Giudizio buono]
In an Autogrill, one of the good ones that stretches over the autostrada. I'm content. I'm reunited with my wandering suitcase at last. Getting the thing at the Florence airport (a dump) was like a sitcom. I go as instructed to the Lost + Fouind window. A young woman takes my info, fills out a foem and tells mw to go to the end of the building and go left through the blue door. I gg. I'm told to go to the window at the end of this room, a...
Il ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia si incontrer? gioved? 3 luglio con l'ambasciatore USA Ronald Spogli (nella foto) e la stampa. Ordine del giorno "il decreto che ci consentir? di superare una volta per tutte il problema del paventato blocco delle importazioni negli Stati Uniti e di rilanciare l'immagine di questo straordinario prodotto del nostro territorio. Si tratter? di soluzioni assolutamente innovative, che probabilmente saranno assunte come format per il futuro".L'appuntamento con i giornalisti ? fissato per le ore 11.45 presso l'azienda Costanti, Colle al Matrichese, Montalcino.Si aprir? un dibattito con la stampa, durante il quale il ministro e l'ambasciatore illustreranno le loro posizioni e soluzioni su questo tema che ha, ovviamente, non poco impensierito i produttori ilcinesi, che destinano gran parte del loro Brunello proprio agli Stati Uniti.Difficile valutare quali saranno le soluzioni a breve e lungo termine, soprattutto per quanto riguarda la pi? volte annunciata disponibilit? a rivedere il disciplinare del Brunello di Montalcino, ipotesi avvalorata anche dal recente intervento di Piero Antinori, che ha appena ricevuto l'ok per riprendere la vendita del suo Brunello Pian delle Vigne 2003 in quanto dalle analisi risulta assolutamente in regola. Antinori afferma che, al fine di evitare possibili problemi in futuro, inerenti alla presenza o meno di altre uve oltre al sangiovese nel Brunello di Montalcino, sarebbe auspicabile una tolleranza dal 3 al 5%, massimo 7% (allora perch? non dire subito dal 3 al 7?), che ? il margine d'errore previsto nel regolamento dei vivaisti. Il noto produttore toscano ha comunque puntualizzato che toccare il disciplinare ora sarebbe una mossa del tutto fuori luogo.E' un fatto che ci sono molti, troppi interessi da parte delle pi? importanti (quantitativamente) aziende produttrici di Montalcino, cosa che non lascia certo ben sperare in una soluzione che miri a tutelare l'immagine di questo grande vino, garantendo semmai l'assoluto rispetto delle regole e un miglioramento delle stesse al fine di evitare possibili furberie.
Non fai in tempo a scrivere un paio di post sugli antociani dell'uva, e di come una colorazione blu scura sia pi? gradita di quella rossa, che subito ti prendono in parola e tirano fuori i pomodori neri, i "Sun Black", come strombazzato dalla Stampa e dalla televisione. Le ragioni ufficiali per cui il pomodoro nero ? meglio di quello rosso, sono il maggior contenuto di antiossidanti e di vitamine che, come ? noto, allungano la vita e hanno anche un leggero effetto Viagra. Le ragioni reali, come spiegato dal Reset-Italia e soprattutto dal sito del CNR (stiamo parlando del 2006, altro che novit?!!), sono le seguenti:
Grande notizia: dalla bella e lontana perla di Conversano (BA) arriva a Torino la carovana del Pashà, celeberrimo ristorante di Puglia; farà tappa a Eataly il 30 di maggio per...
Gee, I haven't been to Italy in so long. I'm not used to being at home for 6 whole weeks at a stretch. Well, that's about to change. We leave in 20 minutes for JFK, will be landing in Venice tomorrow. Our sprint from North to South begins on Monday morning. I don't know how often I'll be able to get Wi-Fi access, but thank Bacchus for my BlackBerry. Now I can only hope that being out of intimate touch with American political insanity will be salutary for my mental...
La mania del blog sta contagiando anche anche il nostro settore del vino, persino Vinexpo, la fiera del vino internazionale che si tiene a Bordeaux, che ha da poco aperto il Vinexpo Blog. Perch? dico mania? Perch? c’? modo e modo di aprire un blog. Vediamo cosa dice la stessa fiera:
Vinexpo is the internazional wine and spirits exhibition, which is also the venue for people to meet and exchange ideas. It constitutes a focus point where all knowledge and expertise in the sector converges. We seek to use this international recognition that has been built up over the years here for your benefit. We have created the Vinexpo blog to share information on this constantly evolving world with you.
Le premesse sembrano buone, ma: ? davvero un blog quello di Vinexpo? Per avere un’idea di blog vi rimando qui. Se si va alla homepage del sito istituzionale della fiera noterete il grande spazio destinato al blog.
Tuttavia, come sottotitolo riporta: news about wines & spirit business. Non a caso il blog ? il luogo in cui vengono pubblicate notizie categorizzate in cinque aree: - market developments - business news - new products and market trends - responsible drinking issues - news about the exhibition, naturalmente
L’aggiornamento sembra essere costante, lo sto monitorando da diverse settimane e negli ultimi giorni sembra stia aumentando il numero di notizie pubblicate. Ci si pu? abbonare via RSS o via Newsletter, il che ? positivo. Inoltre, ? disponibile sia in lingua francese che in lingua inglese.
Ma, a mio avviso, ci sono dei punti per i quali il blog non potrebbe essere chiamato con questo nome: manca la possibilit? di lasciare commenti e, soprattutto, non crea nessuna discussione ne condivisione di idee nonostante il suo intento. Infatti, i post non sono altro che agenzie prese da altri o di Vinexpo, agenzie pubblicate senza alcuna interperetazione n? possibilit? di conversazione.
The blog today resembles a logbook chronicling events and is already a useful monitoring tool for market trends and industry news, but this is only a first step towards what Vinexpo intends it to become ? a fully fledged industry forum.
Vedremo se per il momento si tratta di una fase beta di test, aspettiamo i prossimi mesi per vedere gli sviluppi futuri. Ci? che ? significativo ? come ormai il termine blog abbia fatto breccia ovunque.
Non volevo scomodare la libert? di espressione, ma mi tocca. Perch? scopro che la rete ? piena di persone querelate da Luigi Moncalvo e perch? la querela ? ormai un atto politico, un esercizio di potere basato su una...
Ove si vendemmian Grappoli (meglio se 5!) , Bicchieri (meglio se 3), Bottiglie (meglio se 5), Corone e Superstelle. Quel che penso delle Guide del Vino, che stanno riempiendo gli scaffali delle librerie e le varie "Location" del vino (Aziende,...
Il bravo Luca Bonci, che non si limita a fare la parte del gaudente assaggiatore di vino e di cibo, come i suoi colleghi, ma ? l'elemento determinante, il tecnico, che consente al lavoro effettuato dai numerosi collaboratori della testata "in rete dal 1999 per amor di terra", come recita il sottotitolo, di venire pubblicato e letto dai numerosi enogastronauti.Era un po' che ci lavorava, sapeva che la versione precedente de L'Acquabuona non era proprio affascinante e conteneva davvero troppi link, ma era stata fatta in velocit? perch? il tempo ? tiranno, si sa, soprattutto quando si hanno mille altri impegni, da quello familiare a quello professionale. Cos? Luca, in una situazione di difficolt? che lo ha visto spesso occupato fino a tardi, a rischio di divorzio (voci di corridoio...), si ? impegnato fino allo sfinimento per far s? che L'Acquabuona non fosse una testata giornalistica solo nei contenuti ma anche nell'aspetto.E il risultato ? senz'altro positivo. Molto pi? piacevole, con largo spazio alle immagini (queste risentono ancora della mancanza di un vero fotografo...) e un'organizzazione dei contenuti pi? snella e facile da individuare. Molto utile e intelligente lo spazio inserito nelle pagine interne con la lista dei collaboratori e reletivo feed RSS che consente di individuare subito i pi? recenti articoli scritti da ciascuno.Peccato solo per lo spazio pubblicitario posizionato a destra che occupa un settore della home page troppo evidente, al quale avrei preferito l'indice per rubrica, posizionato in modo da essere visto solo scorrendo la pagina. Ma la pubblicit?, lo sappiamo bene, ? l'unica entrata di una testata internet e a volte costringe a fare scelte non proprio ottimali.Bravo Luca, uno stimolo in pi? ad andarsi a leggere una delle riviste enogastronomiche online pi? interessanti del settore, che gode anche di una sobria versione inglese. Anche l'occhio vuole la sua parte...
Piccolo avviso natalizio, spero un regalo per le persone che mi leggono. Anche se ? ancora un cantiere, anche se la grafica ? in costruzione e si sta tra gli scatoloni e le impalcature da un po' ho ripreso a...
Invitiamo tutti gli editori, gli inserzionisti e le agenzie media a partecipare a Terroir Vino, la quarta edizione del meeting nazionale organizzato da TigullioVino.it, momento d'incontro tra operatori e appassionati del vino e mondo della comunicazione online nel settore wine & food. L'appuntamento ? per luned? 16 giugno a Palazzo Ducale a Genova e in tale occasione VinoClic avr? un proprio spazio espositivo tramite il quale sar? possibile approfondire le attivit? del network. Chiunque desiderasse fissare un appuntamento tra le ore 11.00 e le ore 22.00 di luned? 16 giugno, potr? farlo scrivendo a : info@vinoclic.it o telefonando al 347 2119450.
Riconosco che non ha nulla a che vedere con il mondo del vino, ma questa mattina sono rimasto fortemente sconvolto da questa assurda, inaccetabile, notizia. Non c?? alcun rispetto per nessuno, neanche per l?essere pi? indifeso al mondo, il neonato. Gli interessi commerciali non hanno etica e non si curano neanche lontanamente della vita umana...
La Dalmazia costituisce una regione geografica del tutto particolare, in quanto rappresenta il connubio di numerosi elementi che in quest'area si intersecano in maniera mirabolante.
Il territorio dalmata ? caratterizzato da catene montuose importanti che si sviluppano in prossimit? dell'Adriatico e dalla estrema insularit? della costa, che arriva a superare il numero di mille isole. Il clima ? prettamente mediterraneo, la cui alternanza ? condizionata dai due venti che interessano i versanti delle isole e delle coste: lo "jug" (da sud) e la bora (da nord-est). I versanti delle isole, le cui orografie presentano quasi senza eccezioni rilievi collinari aspri, vengono diversificati nell'aspetto e nella flora, caratterizzandosi dall'essere brulli nelle zone esposte a bora e rigogliosamente verdi nelle parti esposte allo "jug" ed allo scirocco.
In Dalmazia assumono una piacevole peculiarit? anche gli aspetti antropici e culturali, essendoci una naturale presenza multietnica, legata alle passate dominazioni ed alla limitata vastit? del Mare Adriatico, da sempre attraversato da scambi commerciali e creativi, tanto da renderlo una realt? unica. Roma (a Salona ? nato l'imperatore Diocleziano), Costantinopoli, l'antica Grecia, Venezia, l'Austria, l'Ungheria, gli ottomani ed altri ancora, fondendosi con la cultura croata, hanno contribuito alla variet? culturale di questo bell'angolo di Europa. Una realt? perfettamente fotografata dallo scrittore Predrag Matvejevi? il quale, facendo paragoni tra i vari bacini del mondo, definiva gli oceani come mari delle distanze, il Mediterraneo come mare della vicinanza e l'Adriatico come mare dell'intimit?. Anche lo scrittore Fernand Braudel afferma che, per le sue caratteristiche, l'Adriatico riassume in se tutto il Mediterraneo.
Tutte queste vicissitudini hanno condizionato anche la viticoltura, rendendo oggi disponibili numerosissime cultivar viticole, alcune delle quali diffuse in una sola isola. Come accade per la variet? oggetto del mio post, la Bogdanu?a, coltivata nell'isola di Hvar (Lesina), in Dalmazia centrale.
Questo vitigno si caratterizza dall'avere racemi di dimensioni medio-piccole raramente alati, acini di buone dimensioni e dal colore tendente all'ambrato. La sua diffusione ? di fatto limitata alla sola isola di Hvar ed in particolare nelle localit? di Svir?e, Jelsa e Vrboska, i cui terreni sono caratterizzati dall'abbondanza di scheletro nella tessitura e da alte percentuali di ferro nella frazione argillosa. Tali caratteristiche, unite al clima caldo secco ed al sistema di allevamento ad alberello, costituiscono fattori che consentono l'ottenimento di prodotti dalla qualit? eccellente.
Il Bogdanu?a da me assaggiato ? quello prodotto dalla Vinarija Plan?i? (una delle primissime cantine private in Croazia), la cui sede ? situata nel territorio di Vrbanj. La vendemmia avviene a settembre inoltrato e la vinificazione si effettua in vasi di acciaio inox, dopo aver svolto una breve criomacerazione. Il prodotto che se ne ottiene va bevuto giovane, al fine di cogliere tutta la suadenza del vitigno.
Questo vino ? caratterizzato dall'avere un colore giallo paglierino con riflessi tendenti all'oro, profumo floreale che ricorda lievemente la fioritura del tiglio, un gusto armonico, sapido ed avvolgente che, nel finale, rivela una acidit? importante, tale da conferire una straordinaria freschezza al prodotto. Il moderato tasso alcolico (12% vol.) lo rende ideale per il consumo estivo.
Si abbina perfettamente con piatti a base di pesce e frutti di mare. Penso per? che il suo meglio lo possa esprimere con un buon piatto di scampi alla buzarra.
Il prezzo??? E' possibile trovarlo ad un costo di circa 8 euri in enoteca. un prezzo sicuramente onesto per un prodotto fantastico come il Bogdanu?a, dal nome cos? musicale che, tradotto in italiano, significa "dono del Signore".
Allora cosa dire??? Buona Salute a Tutti!!!! Pierluigi Salvatore.
NEL VIDEO: FILMATO PROMOZIONALE DELLA DALMAZIA. NELLE FOTO: VEDUTA DELLA CITTA' E DEL PORTO ANTICO DI SPALATO, AREA ARCHEOLOGICA DI SALONA (SOLIN), VIGNETO A HVAR, BOTTIGLIA DI BOGDANU?A PLAN?I?. maptalks_motif={"background":"#f7f0e9","top_background":"#c5b4b9","top_text_color":"#a3234e","comment_background":"#f5e4e9","text_color":"#632035","blurred_text_color":"#632035","anchor_color":"#bf277e","border_color":"#ab8d9c","separators_color":"#ebbdcc"};maptalks_widget={"api":{"apiKey":"UxA8aXamtD9NgD6y47ZCYVancrFq0Wf5","type":"post","version":"0.1","id":"726","features":{"photos_box":"on","linked_resource":"on","comments_brief":"on","comments":"on"}},"iframe":{"width":"100%","height":"240px"}};
Quando si parla di grandi uve rosse non si pu? non citare il sagrantino, caratteristico vitigno coltivato in provincia di Perugia e, precisamente, nell?intero territorio amministrativo di Montefalco e in parte nei comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano nell?Umbria. La storia del sagrantino ha origini lontane, tanto che lo stesso Plinio Il Vecchio...
Eric's been thinking hard about wine's troubles in his latest New York Times piece, laying out prescriptions for an ailing industry: lower prices, lose the snobbery, simplify offerings. Thoughtful stuff. But reading through it, one question kept nagging at me: Has wine lost its cultural moorings?
Because if that's what's happening?if wine no longer fits into how people define pleasure, connection, the good life?then the fixes Eric proposes are like treating symptoms while the disease progresses underneath. You can adjust pricing and tone all you want, but if the fundamental relationship between wine and culture has frayed, we're dealing with something deeper than pricing or presentation.
Eric's piece might be evidence of this drift. Look at the tangles: He champions small producers making meaningful wine from real places?I'm right there with him?then says the industry needs to dramatically lower prices. But sustainable farming and artisanal production cost more. He notes wineries like Matthiasson, whose regular tier wines run $30-50, have "introduced lower-priced wines that maintain the high standards already set up" as "few younger people are willing to spend more than $20 for a glass of wine in a restaurant or $50 to $100 a bottle in a wine shop." This move suggests an industry with shifting goal posts, caught between maintaining quality standards and meeting a price point younger drinkers will actually pay ? a dilemma whose solution is elusive.
Or consider his "drinking less but drinking better" observation. That's been happening for decades, driven partly by economics ? tighter budgets mean fewer bottles but better ones. If this pattern has been steady all along, what's different now? Eric acknowledges the long trend but frames the current moment as crisis. Maybe what's changed isn't consumption patterns but the culture itself ? different priorities, different values ? and wine hasn't figured out how to speak to that.
He's right about the gatekeeping, though. As he puts it, "Nobody explains how an electric guitar works before a concert." Wine bars that lecture folks who just want to relax embody the elitism under siege in our moment of cultural convulsion. And his diagnosis of the fragmentation?getting this fractured community to act in unison is impossible, like herding very opinionated, terroir-obsessed cats.
But here's what nags at me: Eric divides wine drinkers into deeply committed geeks and those who "mostly want an inexpensive alcohol delivery system that tastes good." What about everyone in between? People who might care about wine if it connected to something they value. They're not looking for education or cheap alcohol - just something that meets them where they are. Not above them, not below them. And maybe that's not just a wine problem - we're living through a moment where people feel dismissed, talked past, left out of the conversation. Has wine become just one more place where that's happening?
From where I stand in Middle America ? up on that rickety ladder reorganizing shelves at my local Italian store, or in my office reporting on wine ? the interest is still there. People are curious. They want to explore.
But they're doing it in a wine world that mostly talks to itself, that fights internally while most folks just want something that lands where they are, here and now.
Maybe the crisis isn't about pricing or snobbery. Maybe it's about whether wine still has a story that matters to anyone outside the wine world. Eric's at least swinging at the problem. I just wonder if the pitcher is throwing curves or change-ups.
? written and photo-synthesized (with inspiration from Michelangelo Caravaggio and Robert Surtees, cinematographer of the 1959 film Ben Hur) by Alfonso Cevola limited rights reserved On the Wine Trail in Italy
Passata la mondana Costa Azzurra, con i suoi sfarzi e con i suoi affezionatissimi milionari e superstar, si apre, andando verso ovest, una delle aree vinicole Francesi pi? interessanti, sicuramente la pi? importante del sud della Francia, stiamo parlando dell'area del fiume Rh?ne, che taglia verticalmente questa bellissima valle...
Appena dopo aver mostrato agli investitori la strategia, Constellation Brands ha riportato dei risultati eccellenti nel primo trimestre del 2008/09 (Marzo-Maggio 2008). In tre parole: nel segmento dei vini la crescita organica e? stata del 15% (anche grazie al fatto che nel Q1-07 le vendite erano scesi dell?8%), ma soprattutto i margini stanno migliorando sensibilmente, dopo le acquisizioni nel vino premium e la quasi completa uscita dal segmento del vino sfuso e all?ingrosso. I principali indicatori sono tutti positivi: le vendite salgono del 3% a USD930m (ma la crescita organica e? del 13% a livello consolidato, inclusi gli spirits), l?utile operativo cresce del 33% a USD91m e l?utile netto (che include anche il contributo della divisione birra) fa segnare un progresso del 50% a USD45m.
Non ? semplice vedere grandi idee di marketing del vino online provenienti dal Vecchio Mondo, per cui vale la pena parlarne, se non altro per trarne degli spunti di riflessione.
Il video che avete appena visto, gi? pubblicato da VINO24.TV qui, viene dalla Francia (per la versione sottotitolata in lingua inglese cliccare qui). Ne abbiamo scritto il 4 dicembre del 2007: a quella data il video era stato visto 38.338 volte. Oggi siamo giunti a quota 192.722! Un ottimo risultato che si avvale della forza virale del video, linkato all’interno della blogosfera del vino globale, ma non solo, come vedremo.
La campagna di viral marketing rimanda l’utente, una volta terminato il video, al sito da cui ? possibile acquistare il prodotto. Il successo di questo video ? stato dato dal sito internet MensUp.fr, un sito che condivide news e informazioni tra giovani e adulti interessati alla tecnologia e al social networking.
Ci? che ? successo ? stata la diffusione del messaggio e del prodotti in un luogo in cui il wine marketing non era ancora arrivato (i giovani interessati alla tecnologia): un potenziale segmento di consumatori molto dedito al networking, per cui molto portato a diffondere i messaggi al proprio interno in maniera virale.
Infatti, gli utenti di MensUp.fr hanno passato il video l’un l’altro in quello che si ? rivelato un ottimo word of mouth, usando i loro legami di community e i loro network di amici. Da notare: tutto questo passaparola non ha avuto costi aggiuntivi all’azienda, la quale ha sostenuto spese solo per la realizzazione del video e per la sua messa in visione su un apposito spazio del sito.
Col risultato di ritrovarsi oggi a quota 192.722 visualizzazioni per la versione in lingua francese e 154.504 per la versione sottolitolata, entrambe su youtube.
Un reel, uno short, s? insomma quei filmati veloci, hai presente. Non ? farina del mio sacco, l'autore ? questo gentiluomo, ma ? perfetto per descrivere come io la pensi circa questo: in breve, si parla di un fatto, l'alcol fa male o no? Il cliente che frequenta il luogo analogico della mia enoteca gi? lo sa, perch? glielo ripeto anche io: l'alcol fa male. Che a dirlo sia quello che vende alcol poco importa, sarebbe (sempre) il caso di dire le cose come stanno. Dopodich?, io (e il mio cliente) siamo gente che beve alcolici, solo dovremmo farlo con attenzione, misura, cautela, posto che bere alcolici fa parte di una serie di comportamenti che ci mettono a rischio: andare in moto, fumare, intrattenere frequenti rapporti con l'Agenzia delle Entrate: posso garantire che sono tutti comportamenti dannosi per la salute. Per questo le supercazzole che negano il fatto si meritano il reel che segue.
Mapping the Life and Soul of a Wine Born from Fire and Time
"A fascinating wine showing flower stems, orange peel and bark with some dried mushrooms. The structure and length are exceptional with a medium to full body and tight, focused tannins. Ends with a persistent, polished and refined finish. Caresses in every sense. Better in five years but if you get the chance to drink now, go for it!" 98/100
So wrote James Suckling in 2024 about the 2022 Terre Nere Etna Rosso 'Prephylloxera' La Vigna di Don Peppino/ Caldera Sottana
Last week, a few of us friends gathered for a long, laughter-filled luncheon?one of those radiant affairs where time bends, stories sprawl, and the corks keep popping. Among the bottles opened that day, one stood out?not just for what it was, but for what it promised to become.
The 2022 Terre Nere Etna Rosso 'Prephylloxera' La Vigna di Don Peppino is a wine forged in fire?literally, born on the volcanic slopes of Mount Etna, where ancient vines dig deep into ashen soil. It inspired something more than just notes and ratings. It begged for a myth.
So I decided to trace this wine?s imagined evolution over a hundred years?through time, memory, and metamorphosis.
To help, I enlisted my clandestine consigliere, ???fonso?an arcane ignis fatuus who whispers tweaks, nudges metaphors, and occasionally channels the Ancient Greeks. ???f claims to see the long arc of a wine?s soul. I'm simply the relayable messenger.
Who better to guide such a journey than Empedocles, the 5th-century B.C. Greco-Sicilian philosopher-poet who believed all matter arose from the eternal dance of Earth, Air, Fire, and Water?and who famously dove into the molten mouth of Etna in a bid for godhood.
There's also a dollop of Isaac Asimov in these notes (with a bob to his nephew, Eric, who once critiqued the entire genre in his famed Napa lecture ?The Tyranny of the Tasting Note.?) These are not a tasting notes in the conventional sense. This is something else entirely.
So, with Empedocles as our mythic narrator, and ???fonsoin the co-pilot seat, let?s imagine what a hundred years in the life of this wine might look like.
2022 Terre Nere Etna Rosso 'Prephylloxera' La Vigna di Don Peppino/Caldera Sottana - 100 years of tasting notes
2025 ? The Youthful Wanderer
In its youth, the wine is a bright-eyed wanderer, full of restless energy and sharp curiosity. It dances lightly with flower stems and bursts of fresh orange peel, carrying the rough bark of the earth on its shoulders and the secret scent of dried mushrooms in its pocket. Its body is strong, taut with focused flavonoids like the sinews of a runner eager to sprint. It moves with promise, leaving a polished trail that caresses the senses, a lover?s gentle touch. Though still learning, it beckons you to join its journey now, even as it dreams of future horizons.
2027 ? The Poised Artisan
Now in its 5th year, the wine has grown into a poised artisan?confident, composed, and richly layered. The bright spark of youth softens into the grace of dried rose petals and candied citrus, its hands skilled in weaving the earth?s gifts?aged leather, forest floor, truffle whispers?into a tapestry of flavor. Its once taut tannoids have relaxed into velvety strength, carrying the wine with effortless balance. It smiles knowingly, finishing with a long, contemplative sigh of dried herbs and savory spice. It invites you to drink with patience or now, savoring its elegant mastery.
2037 ? The Wise Guardian
Fifteen years have tempered the wine into a wise guardian?steady, deep, and full-bodied. The youthful brightness has matured into layered memories: dried roses, aged citrus, and the quiet strength of forest earth enriched with umami. Its frame is silky, polyphenols softened like worn leather; it stands firm yet gentle, guarding its secrets with quiet dignity. The finish lingers like a thoughtful nod, polished and persistent. This guardian envelops the senses now, embracing patience as its greatest virtue. It welcomes those who listen deeply.
2047? The Distinguished Elder
After twenty-five years, the wine has become a distinguished elder?a figure of quiet authority and rich history. The bright tones of youth have gracefully bowed to a tapestry of aged aromas: dried rose, tobacco leaf, worn leather, and the subtle earthiness of truffle. Beneath this wisdom flicker faint echoes of citrus, softened by time. Its phyto-kems have resolved into a velvety cloak, medium-bodied but profound in presence. The elder moves with calm confidence, finishing like a fading memory?long, elegant, complete. It does not seek to impress but to be respected and understood.
2072 ? The Reflective Sage
At fifty, the wine is a reflective sage?no longer chasing the brilliance of youth but savoring the richness of experience. Its youthful vibrancy has mellowed into introspective calm. Dried herbs and worn leather mark its weathered face; old wood and earth breathe softly in its presence. Its frame has thinned but stands strong, a quiet strength that needs no boasting. The finish is gentle, lingering like a soft farewell spoken in a quiet room. It invites you to listen carefully?not to drink, but to commune with memory and wisdom, a voice shaped by time itself.
2122? The Revered Ancestor
At one hundred years, the wine is a revered ancestor?a stooped but sharp-eyed elder in the cut of a Hari Seldon-esque visage, seated in the deep chair of time. Its vibrant youth has faded to the scent of dried letters in a cedar box, the citrus and mushroom notes mere whispers of a life well-lived. Its structure is fragile yet proud, catechins softened to gentle memories. It speaks not in loud tones but in slow, thoughtful whispers, inviting you to sit and listen. This ancestor does not dazzle or delight?it remembers, reflects, and shares the dignity of centuries passed. Drinking it is not an act of tasting but a meditation over the persistence of memory and the soul of time.