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Mondo Di Vino
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[07/16/2008, 12:07] In ricordo di Sergio Zenato, grande imprenditore del vino gardesano e veronese

Vino al vinoHo appreso solo ieri, trovandomi nella zona del Bardolino per un?ampia degustazione (di cui parler? presto) della scomparsa, avvenuta qualche giorno orsono, di Sergio Zenato, patron dell?omonima azienda vinicola di San Benedetto di Lugana.
E? una notizia che mi ha colpito e molto rattristato, perch? conoscevo Zenato, inconfondibile con la sua chioma di capelli ormai bianchi, la sua ?ciacola? veneta ed il suo modo schietto e diretto di fare, da tanto tempo, direi almeno una quindicina d?anni e ho sempre apprezzato, in lui, la tempra dell?imprenditore vinicolo di razza, quello che crea un?azienda vinicola, cosa che lui fece nel lontano 1960, e la fa crescere progressivamente sino a diventare una realt? importante e di riferimento nel variegato universo vinicolo del Garda e per estensione della provincia di Verona.
Dire Zenato, oggi, significa indicare una grande azienda con voce in capitolo nel mondo del Lugana, di cui ? stato uno dei pionieri e uno dei grandi interpreti, ma anche della Valpolicella, grazie ai suoi Amarone e Valpolicella, oltre al celebre ?Ripassa?, di stile sapientemente moderno. Grande selezionatore di uve e commerciante di quelli tosti, ma anche proprietario di vigneti propri e di un?azienda agricola come la Santa Cristina, 40 ettari di vigneti da cui ricavava i suoi Lugana top e altri vini. Ho diversi ricordi di Sergio Zenato, dovuti a visite e degustazioni fatte nella sua cantina e ad incontri fatti in giro per l?Italia.
Vino al vinoUno particolarmente intenso mi riporta all?agosto del 1999, quando ci trovammo entrambi in Salento, a Guagnano, a porgere l?ultimo saluto ad un amico comune e grande uomo del vino, pugliese e italiano, Cosimo Taurino (il pap? del Patriglione e del Notarpanaro ed il re del Salice Salentino) che se n?era andato all?improvviso, lasciandoci sgomenti, il 23 agosto, alla vigilia della vendemmia.
Ricordo la sua e la mia emozione, il nostro essere senza parole, come lo sono ora che so che questo grande personaggio del vino del Garda e di tutto il Veneto, non ? pi? con noi.
Alla Signora Carla, ai suoi figli Nadia e Alberto, gi? da tempo attivi in azienda, le mie pi? sentite condoglianze e l?augurio di proseguire, con pari energia e successo, il lavoro avviato e cos? brillantemente proseguito da Sergio. ?

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[07/15/2008, 22:34] Ottant?anni e non dimostrarli: grandi Ch?teau bordolesi in degustazione

Vino al vinoAcciperbacco che straordinaria emozione degustare grandi Ch?teau bordolesi anni Venti, vini di annate memorabili come 1923, 1924, 1926 e 1928, che ho avuto modo di ?intercettare? in occasione del WineDay che i fratelli Balan hanno ideato e organizzato magistralmente il 9 giugno a Mogliano Veneto vicino Treviso nell?accogliente cornice di Villa Braida! Sto parlando di roba fine come il Saint-Emilion Ch?teau Cap de Mourlin 1928, il Margaux 1928 Ch?teau Siran, quindi due 1926, il Pauillac Ch?teau Pichon Longueville Comtesse de Lalande ed il Saint-Julien Ch?teau Lagrange, e poi il Saint-Julien Ch?teau Gruaud Larose 1923 ed infine il Sauternes Ch?teau Doisy Da?ne annata 1924.
Bene, il fascino speciale di questi vini che hanno il magico potere di bloccare il tempo, di essere quasi ?eterni? e di durare, se ben conservati in condizioni ottimali in cantina per decenni per poi presentarsi alla prova assaggio in condizioni smaglianti, lo racconto in questo ampio articolo, dove spero di aver reso l?emozione di un?esperienza indimenticabile, pubblicato nello spazio delle news del sito Internet dell?A.I.S. Buona lettura!

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[07/15/2008, 11:08] La grande notte del rosato: il meglio del Regno delle Due Sicilie

Vino al vinoIo non avr? la possibilit? di esserci, mannaggia a me!, impegnato come sar?, sempre in terra di rosati, anzi di Chiaretto, in un confronto tavola rotonda con i produttori di Bardolino. Invito per? chiunque si trovi nella Campania felix e abbia la possibilit? di raggiungere Battipaglia nel Salernitano, a non mancare oggi, dalle 21 all?alba, allo stuzzicante appuntamento denominato ?La grande notte del rosato: il meglio delle Due Sicilie?, ospitato marted? 15 luglio 2008 presso ?La Fabbrica dei Sapori?? antica fabbrica conserviera restaurata e trasformata in centro polifunzionale, con spazi dedicati alla valorizzazione e all?utilizzo dei prodotti tipici.
L?evento, In diretta tv su Telecolore e sul canale satellitare 849 di SKY, coordinato dal giornalista del Mattino di Napoli ?Luciano Pignataro, recente Premio Veronelli, vedr? la partecipazione di un sacco di personaggi che sui rosati del Sud, nelle loro diverse espressioni, hanno parecchie cose interessanti da dire, ovvero

Silvia Imparato: il vino ? donna

Antonello Del Vecchio, segreteria nazionale Slow Food

Rita Abbagnale, Slow Food Campania

gli enologi Severino Garofano, Sebastiano Fortunato, Vincenzo Mercurio, Angelo Pizzi, Nicola Venditti: lezioni di rosato

Piernicola De Castris: il Five Roses e la leggenda del rosato

Marco Gallone, amministratore della Feudi di San Gregorio: le bollicine del rosato

Gerardo Giuratrabocchetti, Cantine del Notaio e Roberto Ceraudo, Dattilo: il legno del rosato

Andrea De Palma, Slow Food Castel Del Monte: l’Adriatico in rosa

Francesco Muci, Slow Food Neretum: Rosalento rosato show

e giornalisti, sommelier, operatori, i produttori presenti

Ci sar? anche, verso le 22, un collegamento audio dalla zona del Bardolino, con l?autore di questo blog

Nel corso della serata ? poi prevista la presentazione della favola ?Sorrisi di Latte? con Rosanna Marziale, chef Giovanni? Lamanna, direttore editoriale Edizioni Spartaco.

In diretta dentro la Fabbrica, a partire dalle ore 20, ci saranno seminari, degustazioni guidate, banchi d?assaggio.
Si parte alle
20, con La filosofia francese, conversazione tenuta dal bravissimo Giovanni Ascione, relatore Ais sulla Francia, che presenter? un seminario sui vini rosati francesi:
C?tes de Provence R?serve 2006 Domaine Saint Jean de Villecroze (cuv?e di Cinsault e Grenache)
Touraine Pineau d?Aunis La Ros? 2007 Jean Fran?ois M?rieau (il Pineau d?Aunis ? un vecchio autoctono della Loira molto adatto a ros? speziati)
Vin de Pays des C?tes de Thonghue Les Oliviers 2007 Domaine de MontMarin (cuv?e di Syrah e Cinsault)
Champagne Brut Rose Premier Cru Aubry.
E? necessaria la prenotazione telefonando allo 0828/630021.
A seguire, dalle 21, ?Aspettando l’alba?, banco di assaggio? dei rosati delle seguenti aziende campane, pugliesi, calabresi, abruzzesi e lucane:

Antica Masseria Venditti

Armando Martino

Azienda Monaci

Azienda Vitivinicola Francesco Candido

Cantina del Taburno

Cantina di Venosa

Cantina Tollo

Cantine Barone

Cantine del Notaio

Colli di Castelfranci

Conti Zecca

Dattilo

Feudi di San Gregorio

Fontanavecchia

Il Poggio

Ippolito

I Vini del Cavaliere ? Casa Vinicola Cuomo

Leone De Castris Vini

Librandi

Masseria Frattasi

Mille Una

Mustilli

Polito?

Reale

Santi Dimitri

Terra di Vento??????????

Terredora

Terre Longobarde

Terre Nobili di Calabria

Torre a Oriente

Torre dei Beati

Torre Gaia

Valle dell?Asso?

Vestini Campagnano

Villa Matilde

Viticoltori del Casavecchia

C?? anche una parte gastronomica in programma, ovvero Fornelli solo Rosa per gli abbinamenti con i piatti di:

Rosanna Marziale delle Colonne di Caserta

Maria Mone dell?Ex Libris di Capua

Maria Rina del Ghiottone?di Policastro, Cilento

Irene Muccilli de La Pignata di Pontelandolfo, Sannio

Franca de Filippis de La Pergola di Gesualdo, Irpinia?

Carmela Bruno dell?Osteria La Piazzetta di Valle dell’Angelo, Cilento

Valentina Martone del Megaron di Paternopoli, Irpinia

Antonella Iandolo della Maschera di Avellino

Antonella Principe di Luna Galante di Nocera Superiore

Giovanna Voria dell?Agriturismo Corbella?di Cicerale

Donatella Lanza dell?Agriturismo Chiusulelle di Ogliastro Cilento

Rosa Rocco della Tavernola di Battipaglia, Piana del Sele


L?ingresso ai banchi di assaggio ? libero.

L?accesso alle degustazioni guidate degli chef per gli abbinamenti piatti-vini ? su prenotazione (40 persone/ora).
Prenotazioni allo 0828/630021

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[07/14/2008, 22:13] Full immersion nel Bardolino: degustazione ed incontro con i produttori

Vino al vinoE? davvero con grande curiosit? che ho deciso di dedicare tutta la giornata di oggi ad una full immersion (grande degustazione ed incontro-tavola rotonda con i produttori) nel mondo, che voglio decisamente conoscere meglio, di uno dei vini italiani pi? noti in casa nostra e nel mondo, il veronesissimo-gardesan-lacustre Bardolino, Doc dal lontano 1968.
Sar? difatti, come pubblicamente annunciato qui da qualcuno che di Bardolino si occupa da anni, parlo di Angelo Peretti, curatore del blog BarDoc, non nella celebre localit? gardesana che d? il nome alla denominazione, bens? nella pianura di Sommacampagna, che insieme ad altri comuni (Torri del Benaco, Caprino, Rivoli, Pastrengo, Bussolengo, Castelnuovo del Garda, Sona, Peschiera del Garda, Valeggio sul Mincio) che diventano sedici, ovvero Affi, Bardolino, Bussolengo, Caprino veronese, Castelnuovo del Garda, Cavaion, veronese, Costermano, Garda, Lazise, Pastrengo, Peschiera del Garda, Rivoli veronese, Sona, Valeggio sul Mincio e Torri del Benaco, nel caso del Bardolino Docg, forma l?area di produzione del vino, per degustare nel corso della giornata non meno di una sessantina di Bardolino nelle diverse tipologie (Bardolino e Bardolino Classico, Bardolino Chiaretto e Bardolino Chiaretto Classico, Bardolino Superiore Doc - ?mi sono risparmiato il Bardolino Chiaretto spumante e
Bardolino Novello e Bardolino Novello Classico?).
E quindi, al termine di una prova assaggio che mi auguro stimolante, ampelograficamente e dal punto di vista dei riscontri qualitativi varia (le uve utilizzate sono diverse, Corvina, Rondinella, Molinara e Negrara soprattutto, che poi nel caso della discussa tipologia Superiore Docg diventano
Corvina veronese (35-65%) pi? Rondinella (10-40%), oltre a Barbera, Cabernet Sauvignon, Corvinone, Marzemino, Merlot, Molinara Rossignola e Sangiovese che possono concorrere congiuntamente per un massimo del 10% oer ogni singolo vitigno) avr? il piacere di incontrare i produttori, per una discussione non solo sui vini che avr? provato e sulle mie impressioni, ma sulla realt? odierna, i problemi, le prospettive future di questo classico vino veronese e veneto.
Tante le mie curiosit?: capire se la variet? di tipologie del Bardolino (da Novello a Chiaretto, da vino fresco e beverino a pi? impegnativa variet? Superiore quasi da ?invecchiamento?) siano un pregio o un limite della denominazione, comprendere se davvero il Bardolino Chiaretto costituisca la quintessenza dell?anima ?lacustre? del vino, e poi verificare quale armonia e collaborazione ci sia, nel Superiore Docg, tra le uve autoctone e quelle internazionali, e se l?area pi? antica, che produce il Bardolino D.O.C. classico e comprende tutto il territorio dei comuni di Bardolino e Garda ed in parte quello di Lazise, Cavaion, Costermano e Affi abbia davvero una ?marcia in pi?? rispetto al resto della denominazione.
Vino al vinoE ancora, visto che tra i produttori aderenti al Consorzio ci sono piccole aziende agricole, imbottigliatori, grandi case, cantine sociali, capire come si armonizzino filosofie e realt? produttive ben diverse tra loro.
Sono persuaso che l?area di produzione del Bardolino, che si pu? visitare tramite una bella Strada del vino, sia un?area molto interessante e bella da visitare, soprattutto nella bella stagione, e che il vino, con la sua popolarit? universale (popolarit? che non ? sempre sinonimo di grande immagine: nel Regno Unito, ad esempio, non hanno un?immagine sconvolgente del Bardolino?), e la sua storia meriti di essere conosciuto, indagato, ?auscultato? con attenzione.
Sono ben felice che il Consorzio tutela vino Bardolino, con grande disponibilit?, abbia accettato la mia proposta di organizzarmi questa degustazione, che vado a fare con assoluta apertura mentale e senza arri?res pens?es, con quella curiosit? intellettuale e volont? di capire che dovrebbe essere sempre, credo, il giusto atteggiamento di un cronista del vino. Che si accinga a degustare Barolo o Brunello di Montalcino, oppure, pi? semplicemente Bardolino, Soave oppure (altra verifica che prima o poi dovr? decidermi a fare) Gavi.

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[07/14/2008, 10:38] Rapporti sul profilo antocianidinico del Brunello sequestrati all?Isvea

Vino al vinoSul forum del sito Internet del Gambero rosso, un nuovo tema di discussione propone questo interrogativo: Brunello 2003: com?? finita?
Poche, per ora, e caute le risposte, anche quella del direttore del Gambero Daniele Cernilli che annota ?ma neanche per idea. Le indagini continuano, finalmente con un po’ pi? di tranquillit? e senza fughe di notizie. Il Pian delle Vigne di Antinori ? stato dichiarato “conforme al disciplinare”, e questa ? l’unica notizia ufficiale per il momento?.
Io stesso sono intervenuto sul forum annotando: ?
finita la vicenda del Brunello? Ma nient’affatto! io terrei d’occhio questa notizia e mi chiederei cosa abbiano trovato in quell’”archivio dei rapporti concernenti la prova del profilo antocianidinico? che la Procura di Siena ha provveduto a sequestrare presso un noto e accreditato laboratorio d’analisi di Poggibonsi… Secondo me, in base a quel figurava in quel rapporto, e che le analisi del laboratorio hanno accertato, ne vedremo delle “belle”, si fa per dire, perch? temo che quanto emerger? sar? tutt’altro che confortante”…
Sono persuaso, insomma, che parecchi produttori il ricorso alle analisi, che vale, eccome se vale, visto che ? valso il dissequestro cautelativo del Pian delle Vigne 2003 della Marchesi Antinori, l?avrebbero evitato molto volentieri?

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[07/14/2008, 08:27] Sovversivi del gusto: tutto perfetto, mancavano solo bagoss e risotto

Vino al vinoChe dire, mancavano solo il mitico bagoss e magari un bel risotto, fatto ovviamente con un riso ?corsaro?, un supremo Carnaroli che resta eccellente e straordinario anche se il suo produttore ? umanamente un po? complicato, per rendere perfetto al 100% anche se lo ? stato al 99, il terzo raduno dei Sovversivi del gusto, che si ? svolto ieri, con grande successo, presso quel bellissimo posto che ? l?agriturismo Trevisani in quel di Soprazocco di Gavardo, un balcone naturale (vedi foto di apertura: accontentatevi, non sono mica quelli di quel fenomeno di Marco Salzotto,? supremo fotografo ufficiale dei Sdg) dove si gode una vista sul lago mozzafiato.
Giornata bellissima, con un caldo giusto, ma non soffocante (e una simpatica pioggerellina rinfrescante di breve durata) sotto il tendone vagamente circense che accoglieva le postazioni dei gustosi sovversivi accorsi all?appello: artigiani alimentari (virtuosi del formaggio, delle norcinerie, delle confetture, dei mieli), sopraffini oliandoli, cultori dell?aceto balsamico, ma anche fior di piccoli produttori, di quelli talmente piccoli che a cercarli sulle varie guide (che questi piccoli solitamente ignorano, troppo impegnate a blandire i soliti potenti) non ne trovereste traccia, ma che invece costituiscano un?altra bella idea del vino. Una ricchezza d?espressione, una purezza, una genuinit? e un entusiasmo che in tante aziende collaudate non esiste pi?.
Vino al vinoCosa ha abbondantemente giustificato il fatto che ieri sia stato, come tanti altri, al raduno? Una qualit? umana, innanzitutto, dell?evento, una dimensione, colloquiale, simpatica, autoironica, divertente e divertita, dove si degustava, si assaggiava, si mangiava, si provavano cose ma sempre non dimenticandosi mai che si trattava di vino, di oli, di salumi e formaggi, non della formula magica che salver? l?umanit?, e che eravamo l? per il piacere, di pancia e non solo di testa, di mangiare, bere e poi parlarne in allegria.
Detto questo, valeva gi? la pena arrivare in quel di Gavardo e ritrovare vecchi amici che non vedevo da tempo come il giornalista, scrittore e blogger Michele Marziani, alias Appunti di viaggio, Lino Cantaluppi da Como, grand gourmet e un cuore grande cos?, Emilia e Giorgio del Segreto di Milia a Savigliano, Giovanni Arcari, intelligente promoter di piccole cantine brescian-franciacortine come Colline della Stella e Cantrina e appassionato di vini gardesani. Poi ho potuto conoscere di persona (sinora ci eravamo parlati solo al telefono) Tommaso Farina, che non chiamer? pi?, ? impossibile, Farina jr, al quale ho simpaticamente intimato di levarsi la cravatta quand?? arrivato azzimato e elegante come se fossimo ad un matrimonio, e sigillata pubblicamente la pax, dopo le nostre beghe di qualche mese fa, con Adriano Liloni, tornato saldamente, se mai qualche minus habens avesse mai pensato di scalzarlo da questo ruolo che tutti quelli che hanno buon senso e buon gusto gli riconoscono, ho potuto dedicarmi all?incontro, spontaneo, festoso, con Sovversivi del gusto di cui conoscevo gi? la bravura e altri scoperti nell?occasione.
Vino al vinoCome sempre all?altezza, chiantigiano e schietto quanto basta, il Salvino 2005 di un Filippo Cintolesi trovato in gran forma e sereno, e assolutamente rivelatorio il suo olio extravergine, con un 2004 (oh yes, un olio di quattro anni) incredibile per freschezza, rotondit? e dolcezza, avvicinato da un altro olio, stupendo per solarit? ed equilibrio, come quello proposto da un vecchio amico, Giulio Cantatore dell?Enoteca L?Angolo di Vino di Ruvo di Puglia. Buono come sempre e senza nulla da invidiare ad un Soave togato la Garganega Camporengo proposta da quella bravissima produttrice e donna di classe che ? Matilde Poggi delle Fraghe, con tanto di moderno e ragionato tappo a vite, intrigante, beverino, sapido, nervoso, molto articolato al gusto il Franciacorta Brut, secco e deciso, delle Cantine Donna Lucia di Clusane, sorprendente per essenzialit?, sapido, elegante, con un bel tannino ben rilevato il Nero d?Avola della Masseria del Feudo, pi? che piacevoli, direi molto ben fatti e intriganti, schietti, assolutamente beverini l?Altea bianco della cantina sarda Altea Illotto ed il Morellino di Scansano (Cabernet free!) dei Botri di Ghiaccioforte, entrambi proposti da quella particolare selezione di piccole aziende di qualit? che ? la Sorgente del Vino.
Vino al vinoUna sorpresa assoluta, beccato ad un banco d?assaggio, dove era presente Filippo Filippi con la complicit? di un?amica, Paola Giagulli, addetta comunicazione del Monte Veronese, ma grande appassionata di vini veronesi e non, il Colli Scaligeri Vigna della Br? 2006 della Cantina Filippi di Castelcerino (uno dei grandi cru del Soave), di cui credo che parler? presto, dopo aver regolarmente visitato ? nonch? assaggiato gli altri vini ? l?azienda. Un vino di grande personalit?, mineralit?, nerbo, uve provenienti da vigneti posti su terreni calcarei e vulcanici, pieno, compatto, pieno di sapore, eppure di grande equilibrio e piacevolezza. Il tempo non mi ha consentito di assaggiare i vini di Elena Parona, alias La Basia, di Puegnago sul Garda, ma parlare con lei e con i suoi figli d? sempre l?idea di trovarsi di fronte a persone perbene e solo en passant ho ritrovato buono, come l?avevo gi? giudicato, e quanto mai adatto alla cucina bresciana (spiedo e grigliate), il Marzemino gardesano di Emilio Di Martino.
Vino al vinoAltri incontri mi hanno poi entusiasmato sotto il tendone, quello con Daniele Segala, animatore della Fucina dei Sapori, enoteca, formaggeria, salumeria di Prevalle nell?entroterra di Sal?, barbetta bionda occhi chiari come il mare, e una filosofia, quello dello scopritore, dell?affinatore di formaggi (da urlo una sua cremosissima gorgonzola novarese che ha stupito anche Marziani, che del novarese e dintorni sa tutto) dell?ambasciatore di cose buone, del divulgatore, non pedante, ma appassionato, attento, dalla parte del cliente, considerato come un amico da non tradire, che mi ha colpito. E mi indurr? ad andarlo presto a trovare, per una lunga chiacchierata e tanti assaggi. Infine, anche se di tanti altri personaggi incontrati o solo sfiorati, Francesco Travaglini, ovvero supremo olio e pecorino molisano raccontati, insieme a tante altre cose, sul blog Parco dei buoi, Flavio Calabria, grande norcino della Valtenesi in quel di Muscoline, con salumi come sempre all?altezza, saporiti ma non salati, Lionello Esti dell?Acetaia Terre del Tuono vicino a Reggio Emilia, i padroni di casa, i fratelli Trevisani, posso solo accennare per sommi capi, non posso che concludere con l?incontro che pi? mi ha emozionato.
Emozionato per i vini, che hanno una purezza, una verit?, una forza che mi hanno lasciato senza parole, soprattutto lo splendente, gioioso, succoso Montepulciano Cerasuolo 2007, corallo cerasuolo salmone splendido, naso compatto e fragrante profumato di piccoli frutti rossi, polputo, vivo, rotondo, croccante, goloso, e poi il Montepulciano d?Abruzzo 2005, ovvero tutto quello che vorreste chiedere ? e vi verr? dato ? ad un Montepulciano, ed il Lama bianca 2007, e ancora quel Trebbiano 2005 cui ho gi? accennato qui.

Vino al vino
Tutti vini che chiunque abbia assaggiato e confesso di essermi adoperato perch? fossero in molti ad assaggiarli, ha trovato di un nitore, di una piacevolezza, di una personalit? rara. Ma emozionato, soprattutto, per l?incontro con quella vignaiola autentica e ragazza dolcissima, timida e schiva che ? Cristiana Galasso, alias Feudo d?Ugni, una di quelle persone che con le sue poche parole, i suoi silenzi, la sua tenerezza (e sono complimenti di cui sono stato felice di rendere partecipe la mamma di Cristiana ed un amico abruzzese che l?accompagnava, aiutante in vigna e cantina), il suo testardo rigore e la voglia di fare bene, anche se i numeri sono piccolissimi e l?avventura nel mondo del vino ? solo all?inizio, riconciliano con il vivere e non solo con questo strano mestiere di cronista. Guardare questa giovane ragazza, quasi confusa dalle attenzioni e dai complimenti dei tanti che le dicevano brava e manifestavano pieno consenso e sorpresa per il suo operare enoico, e poi assaggiarne contestualmente i vini, ? stata la riprova che c?? ancora salvezza in questo mondo del vino furbetto, taroccatore, opportunista, se le idee cardine sono ancora il lavoro, il rispetto della terra e della vigna, l?umanit? ed un pizzico di poesia e di sogno in chi vi opera. Meravigliosa esperienza, di quelle che ti fanno bene dentro, al cuore e ti fanno tornare a casa, a sera, felice e pi? leggero, persuaso, una volta di pi?, che gli assenti, chi non ha voluto, per motivi vari, pi? o meno reali o capziosi, partecipare a questa festa, che festa vera ? stata, abbia sbagliato, perch? non ? assolutamente vero che ? gli assenti hann sempre ragione?. Hanno torto e non sanno cosa si sono persi?

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[07/13/2008, 22:08] Tavel Ch?teau de Manissy, quando i rosati durano 4 anni, non solo quattro mesi?

Vino al vinoHo molto riflettuto sulla ?chiamata di correo?, pronunciata da Mattia Vezzola enologo in Franciacorta ma anche produttore gardesano, verso troppi Chiaretto del Garda ?fatti per vivere pochi mesi?, concettualmente pensati per cantare una sola estate, e magari nemmeno a voce tanto sicura.
Sono persuaso che anche se il rosato ? una particolare tipologia di vino che offre il suo meglio da giovane, con la freschezza e l?esuberanza aromatica della sua giovent?, il suo variegato bouquet di profumi, il nerbo sapido del gusto, molti rosati italiani possano benissimo, grazie alle uve utilizzate, essere tranquillamente bevuti e apprezzati, forse addirittura con pi? gusto, nel secondo anno d?et?? e addirittura oltre.
Per fare un grande rosato, e so bene che sto per pronunciare una lapalissiana ovviet?, ci vogliono grandi uve, dei terroir importanti, un attento savoir faire ed un pizzico di coraggio e di ?ardimento? da parte del produttore, che abbia l?ambizione di ottenere non un prodotto qualsiasi, ?alla moda?, ma un vino vero, di grande carattere e personalit?.
Insomma, quando si ? in possesso di tutti questi elementi e la fortuna ed il caso aiutano, si possono produrre vini che non durino, quando va bene, quattro mesi, ma addirittura quattro anni.
Non ho detto casualmente quattro anni piuttosto che tre o cinque, perch? una bottiglia di rosato, pardon, di ros?, ritrovata in cantina sabato pomeriggio e aperta la sera stessa mi ha confermato questa evidenza e fatto tornare in mente una bella esperienza dell?estate 2004.
Vino al vinoEra agosto e con la famiglia (fu ultimo anno che nostra figlia Valentina, classe 1985, accett? di venire in vacanza con noi) eravamo andati in Francia, in Provence, nella zona tra Avignon, Carpentras, il mitico Mont Ventoux e le Dentelles de Montmirail.
La meta era una table d?h?te, l?Aube Safran, nella deliziosa localit? di Le Barroux, un piccolo paradiso, poche camere arredate con gusto, una piscina, intorno i profumi della garrigue, della lavanda, degli alberi da frutto e la scoperta che i proprietari, Marie e Fran?ois, parigini, avevano scelto questo posto da sogno per ricreare un?antica tradizione che si era persa nel tempo, la coltura del crocus sativus per la produzione di zafferano.
Talmente bello quel posto e affascinante la scommessa da tornarci poi a fine ottobre, con Fredi Marcarini, geniale fotografo, per la raccolta dei fiori e le fasi di produzione di safran destinate ad un articolo poi pubblicato su Spirito di vino.
Bene, nel corso della nostra settimana ? l?Aube, tra succulente colazioni a base di succo d?albicocca e confetture varie, arance, pere, ovviamente con zafferano, cenette preparate da Marie e giuste bottiglie, scelte con expertise da Fran?ois, oltre ai consueti giri turistici in questa zona meravigliosa il sottoscritto, che anche in vacanza non si dimentica di essere un cronista del vino, non manc?, con immaginabile ?gioia? di moglie e figlia, di fare qualche puntata a vinose localit?.
Cos? me ne andai nell’amatissima
Ch?teauneuf-du-Pape a fare una ricca degustazione un paio di giorni dopo che analoga cosa aveva fatto Robert Parker, e quindi rimandando a fine ottobre due visite con degustazioni nei territori delle AOC C?tes du Ventoux e Vacqueyras, trascorsi una bellissima mattina proprio nella capitale dei rosati francesi, Tavel, dove grazie alla preziosa collaborazione del Syndicat dell?unica A.O.C. interamente in ros? di Francia, il 23 agosto ebbi modo di fare una fantastica degustazione di una trentina di Tavel documentata in questo articolo pubblicato su WineReport.
Vino al vinoPer me che ero e sono un rosatista ?antemarcia? (ne ho scritto sin dai primissimi anni Novanta), non come certi ?colleghi? che si sono buttati e hanno ?scoperto? il rosato ora che ? diventato trendy e di moda, fu un?autentica goduria, la scoperta di un terroir, quasi mille ettari con tre diverse composizioni del terreno a determinare almeno tre micro-terroir, d?eccezione, di una cultura, di una consapevolezza e di un orgoglio del ros? di cui non trovo ancora traccia in Italia.
Se si fa eccezione per il progetto, cui si sta lavorando sottotraccia e di cui si parla poco, di arrivare in Abruzzo, una delle due capitali riconosciute del rosato italiano, ad una Doc Cerasuolo d?Abruzzo scorporata dall?attuale Doc Montepulciano d?Abruzzo di cui il Cerasuolo ? una particolare, splendida modalit?.
Bene, questa ?goduria?, abbinata alla gioia di trovare confermate quelle sensazioni e convinzioni che avevo maturato a Tavel, l?ho avuta sabato sera quando dopo aver avvistato in cantina, in uno spazio particolare dove conservo delle bottiglie ?cavia? che dimentico apposta per verificare come si evolvano nel tempo, una bottiglia del Tavel 2004 dello Ch?teau de Manissy (uvaggio molto variegato dove accanto a Grenache e Carignan figurano quote minori di Clairette de Cinsault, di Bourboulenc, di Picpoul provenienti da un vigneto di almeno 40 anni d?et?, e averla portata a casa la sera l?abbiamo (mia moglie ed io) testata e messa alla prova.
Chapeau Messieurs!, quattro anni ed il vino non solo si ? mostrato in perfetta forma, ma si ? mostrato godibilissimo, pieno di quel carattere, che ? sintesi di frutto-terra-pietra-sole, che rende i ros? di Tavel ?I? rosati di riferimento per chiunque ami le vin en ros?.
Vino al vinoColore cerasuolo corallo vivo con una leggera unghia rubino granata luminosissima, naso succoso, compatto, avvolgente profumato di frutta (cassis, lampone, fragola), ma fresco e vivo, con le sue note leggermente dolci di confetto e mandorla ed una nitida vena salata.
Grande polpa carnosa in bocca, vino che si dispone largo e goloso sul palato, pieno di sapore, energia, consistenza, vinosit? molto pronunciata eppure quanta sapidit?, quanta vita, che bella acidit? a temperare i 13 gradi e mezzo di alcol e a rendere il vino, con la sua veneranda et?, ancora bilanciatissimo, piacevole, tr?s agr?able.
C?? poco da dire: quando i rosati hanno attributi, personalit? e storia durano quattro anni, non solo quattro mesi?

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[07/12/2008, 22:06] Suvvia ministro Zaia non faccia anche lei il politicamente corretto!

Vino al vinoSuvvia Ministro Luca Zaia, lei che vuole essere concreto e dalla parte della gente, e si ? detto pronto a ?sporcarsi le scarpe? occupandosi dei tanti problemi del Ministero delle Politiche Agricole, non faccia anche lei, come tutti, il ?politicamente corretto?!
Se mi permette un - disinteressato - consiglio, eviti accuratamente in futuro, come ha invece fatto nella vivace intervista al Magazine del Corriere della Sera, accompagnata da una foto che la ritrae in giacca e cravatta e fazzoletto verde padano d?ordinanza nel taschino, mentre brandisce piccone e badile tra i vigneti di Montalcino, di ripercorrere le orme dei suoi predecessori, che sembravano soffrire di un inferiority complex nei confronti di quello che per molti doveva diventare o era considerato il ministro ombra il titolare del dicastero che fu di Alemanno e poi di De Castro.
Sto parlando del ?quasi santo? e del futuro ? e molto contestato ? docente di ?sociologia dell?ambiente e del territorio? all?Universit? di Studi di Torino, del lider maximo e capataz della golosa associazione della Chiocciola Carlo Petrini
Se vuole essere davvero diverso, e accreditare un’immagine (credo molto gradita alla gente) di decisionista, che decide senza guardare in faccia a nessuno, infischiandosene di poteri forti, antiche consorterie e camarille, gruppi di pressione e lobbies varie, bene, alla classica domanda di Vittorio Zincone sul Magazine ?a cena col nemico??, non risponda pi?, come ha fatto, ?Carlo Petrini, di Slow Food. So che ? di sinistra. Ma d?istinto sento che c?? qualcosa che ci accomuna?!
Va bene dare prova di essere uomini di mondo e di aver capito come vanno le cose, anche nel mondo dell?agroalimentare italiano, dove tutti, da destra a sinistra, parlano bene di Carlin, ma si risparmi certi complimenti, certi omaggi automatici e riconoscimenti, che ormai fsuonano stucchevoli e d?ja vu.
A meno che non pensi anche lei, come ha pensato il nuovo Sindaco di Roma Alemanno prima o dopo le elezioni, che una ?benedizione? e un placet di Petrini siano importanti per poter diventare nel 2010 il primo presidente leghista della Regione Veneto? ?
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[07/12/2008, 05:02] Perch? nelle cene di gala internazionali non vengono serviti vini italiani?

Vino al vinoDomanda: com?? che nella fastosa cena di gala che ha chiuso il recente vertice del G8 in Giappone, accanto ai ?soliti? Champagne, Bordeaux e Bourgogne, ad un vino californiano e ad un Tokaji Essencia ungherese non ? stato servito nemmeno un vino italiano?
Colpa dei politici italiani che non sanno promuovere convenientemente, magari mediante un ?ambasciatore del gusto? (ossignur, che cosa ho detto, sto forse tirando la volata all?onninpresente Carlin Petrini?) le loro eccellenze in campo agroalimentare o ? piuttosto colpa di una insufficiente e non ben focalizzata ?idea d?importanza, di classicit?, di ?must?, che i nostri vini pi? importanti non riescono a trasmettere in quell?immaginario collettivo secondo il quale in occasione del pranzo che conclude un grande vertice politico internazionale ? ovvio che non possano mancare Champagne, Bordeaux e Bourgogne, e che ci possano essere anche un Tokaji Essencia e persino un taglio bordolese californiano, ma dove possono tranquillamente mancare un Barolo, un Fiano d?Avellino, un Brunello di Montalcino, un grande Vin Santo toscano?
Questi interrogativi, credo non oziosi, li pongo in un commento (leggete qui) che trovate nello spazio delle news del sito Internet dell?A.I.S..
E voi, a proposito, cosa ne pensate?

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[07/11/2008, 08:20] Provocazione: coprire le vigne valtellinesi per tutelare i vititicoltori?

Vino al vinoNella Valtellina del vino che domenica ha purtroppo subito una violenta grandinata che ha colpito soprattutto, e duramente, i vigneti della Sassella attorno a Sondrio (Arpepe e Fondazione Fojanini tra i pi? colpiti), e ha toccato i territori di Montagna, Albosaggia e Caiolo, si registra, come si pu? leggere da questo articolo pubblicato nelle pagine di Sondrio del quotidiano La Provincia, (vedi qui allegato Sciopero vigneti) una presa di posizione assolutamente provocatoria. Un vero sasso nello stagno. L?autore ? il direttore della Fondazione Fojanini Graziano Murada, che ha proposto una sorta ?di sciopero della vista dei vigneti al fine di valorizzare quello che sta a monte della qualit? dei vini valtellinesi e di riequilibrare il rapporto tra produzione e vendite?.
Lo ha fatto, come si pu? leggere anche in quest?altro articolo (vedi qui allegato
lavoro in vigna ) di Daniela Lucchini, in occasione della cerimonia premiazione della ventiquattresima edizione del Ciapel d?Oro che assegna riconoscimenti a viticoltori valtellinesi che si sono particolarmente distinti.
Murada ha lanciato la sfida a nascondere dietro teli bianchi il tesoro dei terrazzamenti, per la maggior parte coltivati da piccoli produttori e le prime risposte sono state molto positive, sia da parte dei viticoltori che dal presidente della Fondazione Fojanini, nonch? direttore di Provinea, Introini, fino ad Alberto Marsetti, presidente della Coldiretti e al mondo politico.
In un intervento pubblicato sul sito Internet Valtellina on line, il presidente della Provincia di Sondrio Fiorello Provera ha dichiarato: ?
E bravo Murada! Il direttore della Fondazione Fojanini, nonch? sindaco di Albosaggia, ha messo ancora una volta il dito nella piaga, sottolineando come, a fronte di 8 milioni di bottiglie consumate annualmente in provincia di Sondrio, la gran parte sia rappresentata da vino prodotto fuori di qui. E? scoraggiante constatare che su una produzione provinciale di circa 3 milioni e mezzo di bottiglie di qualit?, anche eccellente, 400mila rimangano invendute?.
Dati innegabili e verissimi, ma vagheggiare una sorta di ?autarchia? come fa il presidente leghista della pi? settentrionale delle province lombarde dichiarando ?l?Amministrazione Provinciale ha scelto di dare contributi unicamente a sagre, iniziative e feste che utilizzino vino locale. Un piccolo segno, ma significativo della nostra attenzione ai viticoltori e all?intero comparto vitivinicolo?, per tentare di recuperare l?attenzione dei consumatori valtellinesi verso i vini locali (che spesso qualitativamente lasciano a desiderare e profumano ben poco di Nebbiolo di montagna e scarsamente testimoniano uno stile produttivo e un?identit? valtellinese?), non mi sembra proprio la migliore soluzione.
Come dice bene Marsetti ?al di l? delle provocazioni dobbiamo piuttosto perseverare perch? il trio composto da territorio, ambiente ed agricoltura sia il vero punto di forza della nostra valle?. E perch? la viticoltura ed i vini valtellinesi sappiano stare sul mercato, con una loro precisa identit?, senza forme di assistenzialismo, con un orgoglio produttivo che ancora oggi fa spesso difetto.

P.S.
Claudio Introini, direttore di Provinea mi scrive in merito agli interrogativi da me espressi ieri sull?attivit? della Fondazione che dirige: ?Caro Ziliani, rispondo con piacere alla domanda che poni nel blog circa l’attivit? di ProVinea. ?Per la candidatura UNESCO ProVinea sta procedendo alla stesura di un documento di analisi storico-comparativa che deve dimostrare agli ispettori ICOMOS l’unicit? e l’eccezionalit? della nostra viticoltura. Intanto stiamo cercando in ogni possibile modo di sensibilizzare l’INTERA filiera produttiva a che si renda conto che condizione indispensabile al riconoscimento a patrimonio UNESCO e alla sua spravvivenza ? avanti a tutto la garanzia che il terrazzamento vitatato sia, oggi e pi? ancora in futuro, mantenuto EVOLUTIVO e VIVO.
E’ un impegno che viticoltori, vinificatori-trasformatori e istituzioni locali devono sottoscrivere per valorizzare attraverso l’unicit? del territorio e la sua conoscenza la specificit? dei vini ivi prodotti. Di tutto questo avr? per? grande piacere di parlarne in occasione di un prossimo eventuale incontro. Cordialmente Claudio Introini?.
Attendiamo con fiducia l?incontro e ulteriori notizie?

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